martedì 7 febbraio 2012

IL PDL SEMPRE AL CENTRO DELLA SCENA

Silvio Berlusconi è al centro dell’iniziativa politica. Garantisce l’appoggio leale al governo del Popolo della Libertà; anzi è disponibile a trasformarlo in qualcosa di più, in una partecipazione attiva.  Il premier Mario Monti ringrazia e riconosce di agire in continuità con il centrodestra. Per la sinistra scatta l’allarme rosso, e dopo aver pregustato prematuramente la fine del berlusconismo, Bersani ora dice addirittura a Monti “basta prese in giro”. La situazione politica si sta evolvendo, i tecnici lavorano ma hanno sempre più bisogno del sostegno del Pdl e dei moderati. L’intuizione di Berlusconi e di Alfano si è rivelata corretta e vincente perché ci siamo messi dalla parte giusta, perché agiamo nell’interesse del Paese e perché guardiamo ad un dopo-Monti nel quale continueremo ad essere determinanti. La snodo di questi ultimi giorni è stata l’intervista di Berlusconi al Financial Times, nella quale il quotidiano più influente d’Europa ha finalmente dialogato senza pregiudizi. “Abbiamo agito per senso di responsabilità, ci siamo fatti da parte a causa dell’emergenza economica, ma siamo la maggioranza che sostiene Mario Monti” dice Berlusconi, che per il futuro conferma di puntare su Alfano.  Il programma di questo governo è il nostro programma, dal lavoro alla politica estera. Berlusconi e Alfano dimostrano di avere colto anche l’invito del Capo dello Stato ad approfittare di questo anno per riformare lo Stato (“e serve un esecutivo con maggiori poteri” ricorda l’ex premier al Ft) e per una nuova legge elettorale. Bersani, che di quest’ultima aveva fatto un proprio cavallo di battaglia, è in allarme. L’Unità lo scrive apertamente: “Non si devono rafforzare i partiti maggiori, quelli più piccoli servono ai grandi per avere le mani libere…”. Capito? Mentre noi teniamo in piedi il governo e pensiamo a come far funzionare meglio l’Italia, ora e in futuro, loro rivelano l’eterno tornaconto della sinistra. Hanno ancora in mente la foto di Vasto, addirittura la “gioiosa macchina da guerra” del ’94. In ogni caso, la tattica parlamentare che prevale su tutto. Il Pdl e Berlusconi in persona hanno anteposto il bene comune anche all’alleanza strategica con la Lega, almeno a livello di governo. Nel retropensiero del Pd continuano ad esserci le alleanze con i partiti minori, obiettivo il potere; e la difesa degli interessi elettorali di questa o quella categoria.

Quanto è lontana la festa organizzata in piazza il 12 novembre! Poco più di due mesi e si è visto chi ha la stoffa di statista e chi di semplice capo-corrente.


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