mercoledì 26 novembre 2014

"Barra dritta", la sconfitta non spaventa Berlusconi

Il Cavaliere dopo la sconfitta di Fi: "Non ho potuto fare campagna elettorale ma appena potrò tornare vedremo un altro film". Oggi l'ufficio di Presidenza


Un risultato così non se l'aspettava proprio. È vero che Berlusconi non pensava di vincere, soprattutto perché il centrodestra, in Emilia Romagna e in Calabria, s'è presentato frantumato.

Ma una tale débâcle era impensabile alla vigilia. L'umore è tendente al nero, quindi; peggiorato da quella nota di Fitto che il Cavaliere ritiene ingiusta ma soprattutto intempestiva. «Ma come? Proprio poche ore dopo un risultato così mi attacca in questa maniera?». La delusione e l'irritazione nei confronti dell'ex ministro è tanta: «Usa parole di miele ma i suoi atteggiamenti sono di fiele. Proprio quando occorre stare tutti uniti...». A rispondere per le rime all'ex governatore della Puglia lascia che siano Giovanni Toti e Alessandro Cattaneo ma il pensiero dell'ex premier è il seguente: «Quando si vince gli onori sono di tutti e quando si perde gli oneri sono addossabili solo al sottoscritto?». Domanda retorica la cui risposta potrebbe sortire uno scontro aperto. Forse già oggi all'ufficio di presidenza di Fi, che si preannuncia teso, convocato per le 15. A colpire Berlusconi sono i numeri di chi è rimasto a casa: «Un'astensione così non me l'aspettavo proprio - dice a chi lo sente - Ormai c'è un sentimento diffuso di paura del futuro e il dramma è che la politica non sembra capace di dare più risposte». Neppure Renzi, l'uomo forte che pareva avesse il vento in poppa: «Nemmeno lui è riuscito a fare da traino».
Berlusconi non nasconde la testa sotto la sabbia e analizza pure il flop di Forza Italia. Le cause di un risultato così floscio dove, in Emilia Romagna, la Lega ha addirittura doppiato gli azzurri? «Salvini è bravo ma ha avuto la possibilità di battere palmo a palmo la Regione. Ha fatto campagna elettorale pancia a terra. Io invece...». Il Cavaliere è convinto che se avesse avuto piena libertà il risultato sarebbe stata diverso: «Io posso andare soltanto a Roma e Milano. Non ho potuto andare né in Emilia né in Calabria; a me le piazze sono precluse. Ma appena sarà fatta giustizia e avrò piena mobilità politica vedremo un altro film». Insomma, Forza Italia ha giocato una partita con il leader costretto in tribuna.
Un lunedì nero per l'ex premier, insomma, infastidito pure dall'uveite che continua a fare male. Visita di prima mattina all'occhio sinistro e poi summit all'unione conciatori italiani: una delle tante categorie che, fiore all'occhiello del Paese, ora ha l'acqua alla gola per la crisi. La visita agli imprenditori è segno che il Cavaliere non molla e non intende mollare. «È in palla più che mai - giurano nel suo entourage - e convinto che il centrodestra debba tornare unito». Già, l'unione del centrodestra. Questa settimana dovrebbe essere fondamentale per il capitolo alleanze ma l'esito del voto in Emilia e Calabria costituisce un freno in più.

La tornata elettorale, infatti, è servita a radiografare i rapporti di forza tra gli aspiranti alleati. Risultato: la Lega mostra i muscoli e, forte d'aver quadruplicato i voti in undici mesi, archivia preventivamente qualsiasi possibilità di liaison con Alfano. «Andare con Angelino? Non mi sfiora neanche l'idea», taglia corto Salvini. E l'Ncd? Al di là dello scambio di carinerie con Cicchitto («Salvini? Mi fa schifo sul piano politico», ndr ) gli alfaniani aprono a un percorso di riavvicinamento con gli azzurri: «Se qualcuno pensa di costruire l'alternativa a Renzi con veti, presunzione di verità e continue e ingiustificate aggressioni personali, non andiamo sicuramente lontano», mette in guardia Nunzia De Girolamo, riferita al Carroccio. Insomma, per Berlusconi un'altra grana: mettere insieme cani e gatti.

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