lunedì 12 settembre 2011

ALFANO: CHI NON CI CREDE A BORDO CAMPO!



Il segretario del Pdl interviene per fare chiarezza tra le posizioni nel partito, tentando di ritrovare una posizione unitaria. «Chi ci crede gioca la partita, chi non ci crede si metta a bordo campo e faccia giocare chi ha voglia di vincere». Altrimenti «va a finire «che ci scambiamo interviste sui giornali sca-gliandoci uno contro l'altro, facendo a gara a chi dà la martellata più forte». LE PRIMARIE- Per Alfa-no «la passione deve venire prima della poltrona». Serve più impegno, dedizione. Chi è stato eletto deve «andare in giro e mettere a disposizione del partito quello che dal partito ha ricevuto». Ed è così che si passa alla questione del leader, della premiership. Giorgia Meloni, ha spiegato che «tutti dovranno sot-toporsi alle primarie», compreso Berlusconi. Un'ipotesi questa che andava controcorrente, come quella di Alemanno, Polverini e Formigoni. Ed è per questo che Alfano ci ritorna. «Ce ne occuperemo quando arriverà il momento», e cioè « tra novembre-dicembre del 2012 e l'inizio del 2013». In ogni caso «entro settembre, al tavolo delle regole si stabilirà il principio che tutti i candidati, a sindaco, a presidente di Provincia o di Regione, dovranno avere l'indicazione popolare. Stiamo lavorando al capovolgimento della prospettiva dal "calati dall'alto" al "spinti dal basso"». Quanto alla investitura ricevuta dal premier sempre alla festa dei giovani del Pdl, Alfano dice che è stato «un gesto di affetto, stima e generosità di Berlusconi ma io prima devo fare bene il segretario, poi chi vivrà vedrà». ELETTORALE Angelino Alfano non rifiuta l'idea di modificare l'attuale sistema elettorale, benvenga una riforma del voto purché non si tocchi la regola per cui i cittadini quando vanno a votare sanno già chi sarà il futuro premier. Ospite dell'ultima giornata di Atreju, il segretario del Pdl risponde alle domande dei giovani, e attacca la sini-stra: "C'è un pezzo di sinistra che dice di voler eliminare il Parlamento dei nominati, ma in realtà ha un retropensioero: vogliono togliere agli italiani il diritto di sapere chi sarà il premier e vogliono un Parla-mento in cui gli eletti sono sì scelti dai cittadini ma dove c'è una stretta oligarchia che fa giochi di pa-lazzo e fa cadere il governo". Mentre per Alfano "la più grande conquista di Berlusconi nella seconda Repubblica, che va difesa, è che si sa chi governera' quando si va a votare". Dunque, "no a un Parlamento dei nominati ma non ci stiamo all'essere fregati". Quanto alle preferenze, Alfano invita a "non confon-dere lo strumento con il fine, la legge elettorale si può cambiare per dare un rapporto diretto tra cit-tadino ed eletto", ma bisogna anche "garantire che la prossima legge elettorale faccia sapere ai cittadini chiaramente chi governerà se vince, altrimenti trasformiamo la democrazia trasparente in democrazia opaca".

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