lunedì 26 settembre 2011

A PERUGIA MARCIANO I CATTOCOMUNISTI


A Perugia domenica sfileranno insieme gli esponenti comunisti, con le loro bandiere rosse, e gli esponenti delle associazioni del mondo cattolico, compresi gli scout, con le loro bandiere arcobaleno; a questa marcia non mancherà nemmeno il trattore di casa Cervi. Sarà una marcia egemonizzata dalla sinistra comunista nella quale i cattolici, anche quelli che credono davvero nella pace vera fra i popoli, verranno usati come “utili idioti”. Emblematico, a questo proposito, è il fatto che molte organizzazioni cattoliche e molte parrocchie abbiano adottato come simbolo di pace, anziché la Croce di Cristo, la bandiera arcobaleno, vessillo dei movimenti gay e dell’estrema sinistra. Marceranno insieme i “preti rossi” e gli pseudo pacifisti che si autoproclamano paladini della pace, ma alcuni di loro hanno festeggiato dopo l’attentato alle Torri gemelle di New York, gridato “dieci, cento, mille Nassiriya”, quando venticinque soldati italiani, impegnati in una missione di pace in Iraq, venivano uccisi in un vile attentato. E’ incredibile che una parte della gerarchia cattolica si faccia volutamente strumentalizzare da un gruppo di “pacifinti”. Una cosa è la pace in senso evangelico, un’altra è la pace concepita dai comunisti; una pace che è sempre subordinata ai loro interessi e obiettivi politici. Nell’immediato dopoguerra i comunisti italiani ricevettero da Stalin l’ordine di marciare per la pace, ma in realtà l’obiettivo vero era quello di difendere la “cortina di ferro” e le dittature comuniste instaurate nei Paesi dell’est Europa. I comunisti italiani, obbedienti, fecero innumerevoli marce per la pace cercando di coinvolgere, anche in quell’occasione, il mondo cattolico nel nome di presunti valori universali, ma poi smisero di marciare quando i carri armati russi invasero l’Ungheria. La pace, nel senso di pacifica convivenza, è un sentimento nobile che non merita di essere strumentalizzato da nessuno, in particolare per fini politici”.

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