Referendum: a Faenza boom di giovani al voto
Dopo più di sei mesi di campagna elettorale domenica 4 dicembre gli italiani hanno dato il loro responso sul referendum costituzionale confermativo della riforma Renzi-Boschi. Come ben sappiamo l’elettorato ha bocciato con quasi il 60% dei “No” la proposta di revisione della Costituzione: un distacco di quasi 20 punti percentuali che non può lasciare dubbi sulla sconfitta subita dal fronte del “Sì”. La situazione è stata però diversa in Emilia-Romagna, dove ad affermarsi sono stati i “Sì” con il 50,4%, e soprattutto a Faenza, dove i favorevoli alla riforma sono stati 18.180, mentre i contrari si sono fermati a 15.057 voti. Il dato complessivo quindi ci dice che il 54,3% dei faentini che si sono recati alle urne ha approvato la riforma.
Referendum Faenza: affluenza 76,5%, tanti giovani al voto
Al tempo stesso, il tasso di partecipazione è stato molto buono (76,5% di affluenza a livello comunale) ed in particolare risulta del tutto straordinaria la partecipazione dei giovani. Su un campione di 11 sezioni elettorali, rappresentative di tutte le zone di Faenza, si sono recati alle urne il 78,5% dei nati negli anni Novanta, a fronte del 77,1% del risultato complessivo in quei seggi. Questo dato rappresenta una delle specificità di questa elezione: i giovani faentini, solitamente più restii a recarsi al voto, questa volta hanno votato più della media.
Il “Sì” conferma i voti delle europee e rimonta rispetto alle comunali
Dopo la buona affluenza, la seconda caratteristica che emerge dallo scenario locale è quindi quella di una tenuta del Pd: superando i 18mila voti il partito di maggioranza ha confermato l’ottimo risultato delle elezioni europee, quando le liste favorevoli alla riforma (oltre al Pd stesso, Ncd, Scelta Europea, l’Idv, Svp) si erano attestate a circa lo stesso livello di suffragi. È netta invece l’inversione di tendenza rispetto soltanto alle comunali di un anno fa, che al primo turno videro un ben più misero risultato per il centrosinistra (poco più di 9mila voti) e per le quali la partecipazione si fermò al 59% degli aventi diritto. In quello scenario – che portò Giovanni Malpezzi al ballottaggio con Gabriele Padovani e successivamente alla “quasi vittoria” del secondo – il variegato fronte del No poteva contare su 12.445