venerdì 29 giugno 2012


SCALO MERCI: INTERROGAZIONE SU FIDEUSSIONE CTF A SOCIETA’ CSM



Sul terreno relativo al futuro scalo merci, con atto rogato dal notaio Bonfanti di Faenza in data 25/7/2007, è stato costituito un diritto di superficie per 47 anni al “CONSORZIO TRASPORTI FAENZA SOCIETA’ COOPERATIVA P.A.”, soggetto socio del C.S.M. s.p.a., per il corrispettivo annuo di € 500=. La parte concessionaria si è impegnata a realizzare e poi a gestire lo scalo merci, con costi e ricavi a suo carico e beneficio. Si tratta di un terreno di mq. 41.573=; nell’atto in questione è prevista anche una fideiussione: “A garanzia della corretta esecuzione delle opere e delle obbligazioni assunte con il presente contratto, la Ctf s.c.p.a., concessionaria, si obbliga a rilasciare al CSM spa, concedente, fideiussione bancaria o assicurativa a prima richiesta per l'importo di almeno 500.000,00 euro con espressa rinunzia alla preventiva escussione del debitore principale. L'importo della detta fideiussione sarà ridotto proporzionalmente alla stadio di avanzamento delle opere previste.”

SONDAGGIO IL 71% DEI ROMAGNOLI VUOLE LA PROVINCIA UNICA. INTERVENTO DI BAZZONI


BAZZONI: LA PROVINCIA ROMAGNA SI PUO’ FARE SUBITO
Il Consigliere regionale Bazzoni esprime grande soddisfazione per il riaccendersi del dibattito su un'unica entità amministrativa romagnola:-"La questione Romagna ha subito un'improvvisa accelerazione in concomitanza con le annunciate riforme istituzionali del Governo. Il fatto che si stia studiando una consistente riduzione delle Province ed anche delle Prefetture non fa altro che rendere oltremodo attuale l'idea del Sindaco di Forlì di unificare le Province romagnole, che è stata ripresa e trasformata in un progetto di legge dall'On. Mazzuca del mio partito. Da quando sono stato eletto Consigliere regionale mi sono battuto, con progetti di legge, risoluzioni ed interrogazioni, per dare una superiore dignità politico-amministrativa alla Romagna, che risente troppo negativamente del baricentro spostato sull'asse Bologna-Modena-Reggio. Mi rendo conto che nell'attuale crisi economica, che diventa anche una crisi sociale ed istituzionale, sarà impossibile arrivare al riconoscimento della Regione Romagna; per questo motivo, anche se può rappresentare una "diminutio", mi sento di appoggiare con tutte le mie forze la Provincia unica come mezzo per dare più forza alla nostra terra. In Romagna già da tempo si sta ragionando di "area vasta" per quanto riguarda temi come la sanità o la mobilità, avendo capito che è necessario abbandonare logiche campanilistiche e di bottega; il nostro territorio gode di un'omogeneità di interessi che vengono ben rappresentati ed esaltati da una possibile unificazione amministrativa. Alcuni Sindaci, Consiglieri e forze politiche si sono già pronunciati a favore di questo progetto; vorrei rivolgere un appello a tutte le istituzioni ed a tutti i partiti della Romagna affinché si esprimano in senso favorevole, garantendo il proprio impegno per arrivare ad una decisione entro il prossimo autunno. Sarebbe finalmente un bell'esempio di politica utile e fatta nell'interesse dei cittadini."

giovedì 28 giugno 2012

MPS, LA BANCA ROSSA E’ IN PROFONDO ROSSO: TAGLIATI 4.600 POSTI.


Chiusura di 400 filiali entro il 2015 e soppressione di oltre 4.600 posti di lavoro. Saranno questi gli effetti del piano industriale 2012-2015 del gruppo Monte dei Paschi di Siena, approvato dal Cda. Un piano che prevede la "completa razionalizzazione dell'assetto del gruppo con incorporazione delle controllate e chiusura di 400 filiali" entro il 2015. Secondo una nota del gruppo, nei prossimi tre anni si prevede un utile netto di circa 630 milioni di euro e una riduzione dei costi operativi per 565 milioni di euro. Il Consiglio di amministrazione dellabanca ha inoltre deliberato la convocazione dell'assemblea straordinaria degli azionisti per attribuire al consiglio la delega ad aumentare il capitale sociale a pagamento mediante emissione di azioni, obbligazioni convertibili e/o warrant, per un importo massimo complessivo di un miliardo di euro da offrire in esclusione del diritto di opzione nel termine di cinque anni.  Inoltre, il gruppo ha fatto sapere di aver avviato le procedure per emettere entro l'anno uno "strumento di patrimonializzazione governativo" per 3,4 miliardi di cui 1,5 miliardi verranno sottoscritti direttamente dal Tesoro mentre la parte restante sarà destinata al rimborso dei Tremonti Bond in essere. Il rimborso di circa 3 miliardi di tale strumento è previsto entro la fine del piano nel 2015. Infine, il Cda ha accettato l'offerta vincolante di CariAsti per rilevare il 60,42% di Biverbanca (Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli), oggi nelle mani di Rocca Salimbeni, ad un prezzo di 203 milioni di euro. 

MA SONO QUESTI I BUFFONI CHE HANNO CRITICATO (E SOSTITUITO) BERLUSCONI?


Stop del Governo all’introduzione nel Decreto legge, dei tagli alle pensioni d’oro dei gran commis (sopra i 6 mila euro, proposti da Guido Crosetto Pdl) : il governo frena la maggioranza e chiede tempo. Capitolo chiuso anche quello dei risparmi per Camere, Quirinale e Corte costituzionale, l’indicazione è di metterli in campo ma spetterà alle istituzioni interessate decidere : come, quanto e quando. (niente altro ?????????? ) Altro tema sul quale si sarebbe trovata l’intesa riguarda Ferrovie e Poste, che verrebbero escluse dai tagli previsti dalla spending review.  
Ma questo Governo Monti per quanto tempo ci prenderà per il c..o ancora?
Pensioni d’oro … niente tagli.
Numero Parlamentari … niente tagli.
Finanziamento ai partiti … niente tagli.
Province, se ne parla sempre ma … niente tagli.
Poste e Ferrovie … niente tagli.
Camere, Quirinale, Corte Costituzionale … niente tagli.
Giudici nessuna responsabilità e soprattutto … niente tagli.
Sindacati e Cooperative privilegiati oltre ogni legge … niente tagli.
Ma sono questi i buffoni che hanno criticato Berlusconi?

mercoledì 27 giugno 2012

GIOVEDI 5 LUGLIO CONVEGNO A FAENZA SULLA SICUREZZA



VINCENZO CONTE Capo Gruppo PDL COMUNE DI FRASCATI. Dirigente del Servizio per l’attività di vigilanza sulle Pubbliche Amministrazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri

BERLUSCONI STA TORNANDO A DOMINARE LA SCENA POLITICA


“Berlusconi di nuovo candidato premier? “Non lo so, bisognerebbe avere la sfera di cristallo. Certo, sta tornando a dominare la scena politica com’e’ nella sua natura. Penso che faccia benissimo”. Lo dice Giancarlo Galan. “Non so – aggiunge l’ex ministro e presidente del Veneto- se sarà candidato premier, manca ancora molto tempo, ma intanto gioca da centravanti, non sta in panchina

BERLUSCONI HA DECISO DI FONDARE UN NUOVO PARTITO POLITICO; “LIBERTA’ ITALIA”


Alla nostra classe politica del benessere degli italiani è sempre fregato poco o nulla. Si è sempre adattata agli ordini che le sono stati impartiti dalle potenze straniere, anche quando questi ordini erano in evidente contrasto con gli interessi italiani. E quando qualche politico nostrano ha cercato di alzare la testa (vedi Craxi e vedi Berlusconi), ecco che stranamente è caduto o è stato politicamente neutralizzato, aspirato in un vortice di scandali e incriminazioni più o meno discutibili. Oggi la novità politica. Il fatto è questo: Berlusconi ha deciso di fondare un nuovo partito politico, in cui sono presenti due termini: libertà e Italia. Ha dato il preavviso di sfratto a Monti e ha chiesto agli italiani il 51% dei consensi per portare il nostro paese fuori dalla crisi (e forse dall’euro). Una proposta forte che ha scioccato soprattutto il PDL, tanto da chiedersi: comiche finali o l’ennesima dimostrazione che il Cavaliere è un politico di razza capace di innovare il panorama italiano anche quando lo si è creduto politicamente morto?  Ai tempi del Predellino, qualcuno pensò proprio alle comiche finali. Peccato che sbagliò alla grande. Il PDL di lì a un anno avrebbe vinto le elezioni. Un patrimonio politico elettorale poi buttato nel cesso, grazie ai tradimenti, a certe discutibili presenze nel governo, a misure legislative giuridicamente deboli, all’atteggiamento ostile di una certa frangia giudiziaria e a una stampa faziosa che in tutti i modi ha ridicolizzato la precedente compagine governativa, anche quando faceva e operava nell’interesse di tutti.  Rispetto al 2007, la situazione politica ed economica attuale è non solo differente ma anche peggiore. L’Italia è appiccata al nodo scorsoio dell’Europa e rischia di “morire” da un

martedì 26 giugno 2012

DECRETO LAVORO: BRUNETTA NON VOTERO’ LA FIDUCIA, IL GOVERNO AFFOSSA IL PAESE.

“Ddl lavoro? È assurdo, paradossale, inaccettabile vedere che il governo vuole mettere la fiducia alla Camera e allo stesso tempo – attraverso le parole del ministro – assicura che saranno possibili aggiustamenti. Delle due l’una: o Palazzo Chigi è convinto della riforma del lavoro oppure che senso ha aprire il campo a successive eventuali modifiche”. Così l’ex ministro e deputato del Pdl Renato Brunetta in un’intervista pubblicata oggi da “Il Mattino”. “La riforma? Non risponde – sottolinea – alle esigenze della congiuntura economica. Servivano interventi più forti nella flessibilità, sia in entrata che in uscita. Invece si introducono regole che rendono tutto più complicato: sia le assunzioni che i licenziamenti. Non voterò la fiducia alla riforma del lavoro di questo governo fatto da apprendisti stregoni. Voglio fare un’operazione verità: questo governo avrebbe dovuto salvare l’Italia – conclude Brunetta – e invece la sta affossando”

IL COMPAGNO CASINI SI SCHIERA CON IL PD, BERSANI; VERSO L’ALLEANZA.


BERLUSCONI HA SEMPRE AVUTO ALLEATI INAFFIDABILI, RICORDIAMO LE TRE PUNTE OPPURE IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FOLLINI (udc)?. PRESIDENTE VADA AVANTI DA SOLO!
Il leader Udc svela i suoi piani. Lodi sperticate a Bersani: "E' serio, non cambia idea tutti i giorni". Le elezioni a ottobre sono più vicine: "La colpa è di Berlusconi. Dunque occorre prepararsi per tempo alle urne. "Ho sempre ritenuto - dice il leader Udc a margine della direzione nazionale del suo partito - che la prospettiva sia un patto per affrontare le emergenze tra progressisti e moderati", . "Oggi - prosegue - si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il Paese a affrontare l’emergenza che non durerà poco per arrivare così agli Stati Uniti d’Europa costruiti attorno al rapporto tra le due grandi famiglie del Ppe e del Pse"

lunedì 25 giugno 2012

QUANDO FARE POLITICA RENDE!


NELL’IPOTESI CHE A QUALCUNO POSSA INTERESSARE, QUESTI SONO GLI EMOLUMENTI DEGLI AMMINISTRATORI DELLA PROVINCIA.
Presidente della Provincia
CLAUDIO CASADIO – Pd Delega: Pubbliche Relazioni. Polizia provinciale. Politiche agroalimentari. Attività venatoria. Turismo €. 5.466,18
Vice Presidente GIANNI BESSI – Pd Delega: Politiche per lo sviluppo. Politiche per l’industria, l’artigianato ed il commercio. Porto. Politiche comunitarie. Innovazione tecnologica. Università. Ricerca scientifica Partecipazioni (Società, Enti, Fondazioni, Consorzi). Statistica.  €.4.099,64
Assessore ELEONORA PRONI – Pd Delega: Politiche sociali e sanitarie Politiche educative e programmazione scolastica. Volontariato. Associazionismo. Pari Opportunità. Politiche giovanili  €. 3.553,02
Assessore FRANCESCO RIVOLA – Sel Delega: Formazione professionale. Mercato del Lavoro. Servizi per l'impiego. Politiche abitative. Immigrazione. Protezione Civile. Parchi   €. 3.553,02
Assessore LUCIANO RONCHINI - Idv
Delega: Patrimonio. Bilancio e Programmazione Finanziaria. Sviluppo dei sistemi informativi e delle reti..€. 3.553,02
Assessore MARA RONCUZZI - Pd
Delega: Programmazione e politiche per l' Ambiente. Programmazione Territoriale. €. 3.553,02
Assessore PAOLO VALENTI – Pd Delega: Affari generali e istituzionali. Personale e Organizzazione. Beni e attività culturali. Sport. Tempo libero. €. 3.553,02

Assessore SECONDO VALGIMIGLI - Fed della sinistra. Delega: Lavori Pubblici - Viabilità. Edilizia Scolastica. Politiche per la mobilità. Logistica. Autotrasporto. Motorizzazione Civile.  €. 3.553,02

A questi emolumenti vanno aggiunti i rimborsi ottenuti a vario titolo e le spese di viaggio che in qualche caso arrivano a 800-900 euro mensili!

BERLUSCONI NON FERMARTI.


SILVIO ACCELERA LA RIVOLUZIONE DEL CENTRODESTRA. UN’OCCASIONE DA NON PERDERE PER IL CENTRODESTRA
Dopo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dopo quello dell'Emilia, il pidiellino Vasco Errani, anche il governatore Roberto Formigoni finisce nel registro degli indagati.  Nel suo caso si tratta dell’inchiesta sulla sanità lombarda, eccellenza del Paese e forse inquinata da qualche malfattore. Che certamente non è Formigoni, ma così in Italia funziona la magistratura spettacolo. Niente politico, niente prime pagine, così una vacanza diventa uno scandalo, un comportamento eticamente discutibile è equiparato a ipotesi di reato. Lo abbiamo già visto, ne vedremo ancora, neppure il Quirinale si salva dall’invadenza del sospetto politicizzato. Il caso Formigoni è solo l’ultimo tentativo discalzare definitivamente il Pdl dalla guida del Paese. La Lombardia è una roccaforte, colpirla è sferrare l’attacco al cuore del sistema. La diceva bene quel Pm che, sul blog interno e riservato ai magistrati, un anno fa scriveva: colleghi, una volta abbattuto Berlusconi, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, dovremmo occuparci dei berlusconiani. Ci stanno provando, ma ho l’impressione che abbiano sbagliato i conti. Il Berlusconi ferito si è curato e ora è tornato in campo, sorprendendo gli avversari e anche qualche amico che già pensava ad altri scenari. È innegabile che l’annuncio di una nuova forma di partito e coalizione che possa puntare al 51 per cento dei consensi abbia creato stupore, tensioni e financo paure nel gruppo dirigente del Pdl. Ma a noi importa solo cosa ne pensa la gente. La quale, stando ai voti delle amministrative e ai sondaggi, non pare proprio gradire l’attuale assetto, né mostra entusiasmo per facce e formule che sono sul tappeto della politica fatta a tavolino.Rivoluzionare quindi non è una opzione ma una necessità vitale. Per il centrodestra, ma soprattutto per il Paese che ha bisogno di essere liberato da uno Stato sempre più oppressore, che ha voglia di tornare a credere che il sogno liberale possa prima o poi realizzarsi. Ci sarà chi,anche dall’interno,cercherà per bassi interessi personali di fermare questo nuovo predellino. Mi auguro fallisca, anche a costo che, come in ogni rivoluzione che si rispetti, qualcuno possa restare ferito sul campo. I prossimi giorni saranno davvero quelli della verità.

sabato 23 giugno 2012

TERREMOTO:ANALISI DELLE AREE


PERCHE’ NESSUNO INTERVIENE PER IL FABBRICATO SOPRAELEVATO A BRISIGHELLA ABUSIVAMENTE IN PIENO CENTRO STORICO SENZA RISPETTARE LE NORME SISMICHE? IL DIRIGENTE A CONOSCENZA DEL FATTO NON PUO’ INTERVENIRE CON LA SUA SQUADRA DI TECNICI ? 

CONTRIBUTO AI TERREMOTATI: SI DAI CONSIGLIERI PROVINCIALI, NO DALLA GIUNTA DEL PRESIDENTE CASADIO


IN COMPENSO SPERPERANO 100mila EURO PUBBLICI PER FESTE E…….
       Subito  dopo l’evento catastrofico del terremoto nelle province di Modena e Ferrara tutti i consiglieri provinciali  hanno donato per le popolazioni interessate, un gettone della seduta consiliare  pari a 71 euro (lordi), oltre ad un importo pari a 800.000 dalle risorse a disposizione di ogni gruppo consiliare (quota fissa uguale per  tutti i gruppi a prescindere dalla composizione numerica di ciascun gruppo).  A un mese esatto dall’evento, a differenza dei consiglieri,  non ci risulta che il presidente della Provincia di Ravenna Claudio Casadio  e gli assessori provinciali della sua giunta, che pubblicamente chiedono di contribuire alla ricostruzione delle zone terremotate, abbiano versato un euro.  Le somme percepite mensilmente come indennità da parte degli  assessori “nominati” e non eletti sono, peraltro, ben diverse rispetto al gettone ricevuto dai consiglieri. E i seguenti dati lo dimostrano chiaramente: Casadio Presidente (PD) €. 5.466,18, Bessi Vicepresidente (PD) €. 4.099,64; Proni (PD) €. 3.553,02; Rivola  (SEL) €. 3.553.02; Ronchini (IDV) €. 3.553.02; Roncuzzi (PD) € .3.553.,02; Valenti (PD) €. 3.553.02; Valgimigli (FEDERAZIONE DELLA SINISTRA) €. 3.553,02, oltre al presidente del consiglio provinciale Rossi (IDV) €. 3.553,02. Cui vanno aggiunti i rimborsi ottenuti a vario titolo e le spese di viaggio che in qualche caso arrivano alle 800-900.000 euro mensili!
           Somme enormi per l’attività svolta specie in un momento economico così pesante  per tutti gli italiani che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Oltretutto la spesa corrente della Provincia non accenna a diminuire e, nonostante le difficoltà nei trasferimenti, tutti gli enti locali continuano a spendere: dalla Giunta Regionale avallata dalla Provincia, come nel caso del  contributo di 200.000 euro per le feste in piazza (addirittura si sono ipotizzati contributi per le feste del PD e altri ?)  o il rimborso per due spettacoli di un’ ora per la Notte Rosa a Ravenna o, ad esempio, a Cervia per oltre 80.000 euro. In compenso applicano l’IMU e aumentano i costi dei servizi con Hera, e agiscono sulla leva fiscale attraverso l’ imposta di trascrizione delle auto, Ipt e l’addizionale Enel. Attendiamo al più presto un segnale concreto e non la solita “ filosofia politica ” che non solo il Movimento di Grillo non riesce più a tollerare, ma l’intera comunità. Vogliamo vedere, dunque, un vero e sostanziale contributo dio solidarietà  per i terremotati attraverso i  vostri “lauti e super emolumenti mensili”. I consiglieri provinciali  Gianfranco Spadoni (UDC) Vincenzo Galassini (Pdl)

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA, IL CAVALIERE DI NUOVO IN POLITICA, MA DATEMI IL 51%


“VOGLIO LAVORARE OGNI GIORNO, AFFINCHE’ TERMINATA LA FASE TRANSITORIA DEL GOVERNO MONTI, UN CENTRO DESTRA IN PARTE RINNOVATO E PIU’ AMPIO TORNI A GUIDARE IL PAESE”. PRESTO IL NOME DEL NUOVO PARTITO: CI SARANNO LE PAROLE “ITALIA” E “LIBERTA”. “HO ILLUSO GLI ITALIANI NEL 1994, MA IN BUONA FEDE 
Non tanto nei toni - misurati e ragionati, a dare l’impressione che la scelta di tornare ad affondare i colpi sia stata meticolosamente pensata e preparata - quanto nel merito e nel contesto. Nel merito perché l’ex premier non si fa problemi a sparare non solo contro Monti e un governo di «nominati dal Colle» che «non hanno cambiato nulla» se non portare ad una «sospensione della democrazia» ma anche contro la Merkel e la moneta unica, per giunta a poche ore dal summit di Roma in cui i leader dell’Ue hanno definito «l’euro irreversibile». Nel contesto perché l’assemblea della Giovane Italia organizzata a Fiuggi da Anna Grazia Calabria è curata in ogni dettaglio e riporta in tutto e per tutto a quegli appuntamenti che negli anni hanno caratterizzato le campagne elettorali del Cavaliere: dal video di 14 minuti sulla vita e opere di Berlusconi (da mamma Rosa al Pdl, passando per la nascita di Milano2 e Fininvest) alle note del nuovo inno del partito e senza tralasciare la mise sportiva con camicetta blu e l’ora e mezzo di intervento intervallato dalla lettura dei suoi vecchi discorsi da parte dei giovani della Calabria. Insomma, se questa non è la prima linea c’è da capire qual è la seconda. Tant’è che sul punto il Cavaliere è piuttosto esplicito: «Se dovessi rispondere a chi mi chiede se oggi io abbia ancora intenzione di dedicarmi alla politica e al Paese, rispondo “sì, io ci sto ma mi dovete dare il 51%”». Con buona pace delle primarie. Berlusconi, però, va oltre. 
Chiede «scusa» agli italiani per averli «illusi» nel ’94 perché non è riuscito nella «rivoluzione liberale», ma già guarda alle prossime elezioni che «si possono vincere». «Con il Pd stiamo ragionando di proporzionale, come quello tedesco, in cui ciascuno va per conto proprio e chi ha più voti ha il compito di fare il governo», è la proposta che il Cavaliere butta lì per poi dire di sperare ancora nel semipresidenzialismo. Per poi negare che ci sia in vista una «frammentazione» del Pdl e annunciare la necessità di nuovi «giovani» innesti oltre che di cambiare nome al partito perché ne serve «uno che scaldi».
Il problema, però, è che al di là di un Cavaliere decisamente «ruvido» con Monti («Se passano certe norme del ddl anticorruzione finiamo tutti nelle mani dei pm») è soprattutto il Pdl a vivere una giornata di grande agitazione. Il one man show del Cav lascia choccato il partito: c’è chi è «arrabbiato», chi «sconfortato». Il giro di telefonate tra i dirigenti di via dell’Umiltà - che siano ex Forza Italia o ex An - è vorticoso e dura fino a tarda notte. Quasi tutti, infatti, nonostante a Fiuggi Berlusconi abbia esplicitamente smentito la tentazione di «spacchettare il partito» e «buttarsi» sulle liste civiche sono convinti che la strada che l’ex premier vuole ormai seguire sia quella di «azzerare tutto»

venerdì 22 giugno 2012

MALPEZZI PRESIDENTE DELL’UNIONE DELLA ROMAGNA FAENTINA. FABIO PIOLANTI CAPO GRUPPO PDL-INDIPENDENTI.


Fabio Piolanti capo gruppo Pdl-indipendenti Romagna Faentina
Il Sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi è il nuovo Presidente dell'Unione della Romagna faentina. Nominato all'unanimità dai Sindaci dell'Unione nella serata di martedì, Malpezzi raccoglie il testimone di Emma Ponzi, che ha terminato l'incarico di Sindaco di Riolo Terme e alla quale è subentrato il Sindaco neoeletto Alfonso Nicolardi. Nell'occasione si è provveduto anche a ridefinire le deleghe di Giunta. Nell’assemblea Fabio Piolanti è stato nominato capo gruppo per il PDL-Indipendenti, auguri di buon lavoro sperando che la maggioranza abbia la volontà di cambiare veramente  nell’interesse dei cittadini una struttura che per ora non ha cambiato nulla.
Ora sono così attribuite: a Malpezzi la delega del Bilancio e tributi, Statistica, Personale, Attività istituzionali, Protezione civile. Per Nicola Iseppi, sindaco di Casola Valsenio, il ruolo di vice presidente con deleghe a Turismo, Cultura, Programmazione europea, Parchi, Gemellaggi. Per Fabio Anconelli, sindaco di Solarolo, deleghe a servizi socio sanitari, Politiche per l'integrazione, Servizi educativi, Politiche abitative. Al sindaco Daniele Bambi, comune di Castel Bolognese, deleghe a programmazione territoriale (catasto e urbanistica), ambiente, Innovazione tecnologica, Sistemi informativi. PerDavide Missiroli, sindaco di Brisighella, deleghe a attività produttive, Risorse idriche, Politiche forestali e Demanio, Prodotti del sottobosco. Infine al sindaco di Riolo Terme, Alfonso Nicolardi, deleghe a polizia locale, Appalti, Lavori Pubblici, Viabilità e verde urbano

FORZA ROMAGNA: SARA’ LA VOLTA BUONA: SI COMINCIA DALLE PREFETTURE UNIFICATE PER PASSARE ALLA PROVINCIA UNICA.


PASSERA IL MENAGRAMO: POVERA ITALIA

L'accensione di un lampione a gas per l'illuminazione pubblica 

Ferrara.  La sera dell’11 luglio 1857, per la prima volta, la luce elettrica illuminò la Piazza della Pace durante i festeggiamenti per la visita di papa Pio IX. Non era la luce delle convenienti lampadine a filamento, perché Thomas Edison le avrebbe inventate vent'anni più tardi. Era la luce potente delle lampade ad arco, purtroppo poco durature. Quella sera ci fu anche una scossa di terremoto. Sapete che cosa dissero i superstiziosi dell’epoca? Che il terremoto era stato provocato dalle nuove lampade perché non avevano gli stoppini ed erano senza fiamma. In quel tempo c’erano anche i nemici irriducibili del treno, che sostenevano che viaggiare a una velocità superiore a trenta chilometri orari avrebbe provocato terribili malattie. Non riuscirono però, i menagrami, a fermare il lavori della ferrovia Bologna Ferrara che fu inaugurata nel 1859, esattamente due anni dopo. Per l’illuminazione pubblica, a Ferrara, vennero invece scelti i lampioni a gas per ragioni di efficienza, anche sulla base delle esperienza di altre città. Dopo mezzo secolo però, ovunque, i lampioni a gas furono sostituiti con quelli elettrici con una progressione inarrestabile e con un’efficienza superiore di parecchi ordini di grandezza. Le vicende ferraresi alle soglie dell’unità d’Italia assomigliano alla querelle attuale sull’energia nucleare e sugli OGM, con la differenza che allora, almeno, riuscì a passare il treno.
Un rendering del ponte di Messina
Nell’Italia di oggi, invece, non passa proprio niente. La cappa di piombo dei menagrami incombe sulla nostra economia e sulla nostra cultura nonostante l’esempio giapponese dove quel popolo, povero di materie prime come noi, ha avuto il coraggio di riaccendere i reattori. Noi invece ci permettiamo anche di distruggere trent’anni di ricerca dell’Università della Tuscia e ci prepariamo a pagare una penale di mezzo miliardo pur di non fare il ponte di Messina. Quel ponte, credetemi, lo costruiranno comunque i nostri nipoti che paragoneranno Corrado Passera ai menagrami di Ferrara. 120720 Daniele Leoni

giovedì 21 giugno 2012

MA SONO TECNICI O COMUNISTI? DE VINCENTI: “ERO DEL PCI ORA HO LA TESSERA DEL PD”


IL SOTTOSEGRETARIO ALLO SVILUPPO ECONOMICO AMMETTE IL SUO PASSATO COMUNISTA. OGGI E’ ISCRITTO AL PD E ALLE PRIMARIE VOTERA’ BERSANI. E MENO MALE CHE MONTI AVEVA ASSICURATO SULLA TERZIETA’ DEL SUO GOVERNO
Nessuno scrupolo, nessun tentennamento. "Sono iscritto al Partito Democratico". Il che rientra nella libertà delle idee politiche di ogni libero cittadino. Peccato che a fare la candida confessione sia stato un membro del governo: Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo economico.  Ospite della trasmissione di Radio2 "Un giorno da pecora", il componente dell'esecutivo dei prof si è lasciato andare ad ammissioni di militanza. "Sono stato iscritto al Partito Comunista Italiano, nel 1972. Poi sono passato al Pds, poi ai Ds e poi al Pd, a cui sono iscritto e che voto", rivela il sottosegretario. Alla domanda dei conduttori Sabelli Fioretti e Lauro che gli hanno chiesto se fosse dunque comunista, De Vincenti ha fornito la sua spiegazione: "No, perché il Pd non è comunista", aggiungendo che il partito di Bersani "è una cosa molto interessante, perché riesce a mettere insieme molte storie diverse". E a proposito di Bersani, De Vincenti, in qualità di iscritto al partito parteciperà alle primarie. Chi voterà? "Chiaramente voterei Bersani", anche se "non ha molto senso che un sottosegretario si esprima su preferenze di questo tipo". Insomma, più volte il Pdl aveva chiesto che il governo Monti annoverasse al suo interno soltanto tecnici e non politici. Una richiesta che è stata esaudita a parole, ma non nei fatti.  L'ammissione di De Vincenti ha destato polemiche. "Il presidente Monti ha costruito molta della sua presunta credibilità sull’assunto di terzietà del proprio esecutivo, già venuto meno in innumerevoli occasioni. Ora gli chiedo se ancora intende propinarci la storiella del governo tecnico o se piuttosto non comprende che - agli occhi del Pdl - molte scelte determinanti (...) sono figlie di impostazioni ideali, culturali e di tifoserie favorevoli ad una parte e contro un’altra", ha dichiarato il vice presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, Massimo Corsaro.

CORTE DEI CONTI SOCIETA’ PARTECIPATE: TROPPE E INUTILI IN PROVINCIA DI RAVENNA BEN 216, IN 15 ENTI PUBBLICI


LA CORTE DENUNCIA IL PERICOLO DI VIZIARE I BILANCI.
ALCUNI ESEMPI, DA NOI DENUNCIATI,: STEPRA, TERRE NALDI, BRISIGHELLA MEDIOEVALE…………, FINO ALL’ ULTIMA LA “FONDAZIONE SAVINI”. BUCHI MILIONARI NEI BILANCI DEGLI ENTI LOCALI PAGATI DAI CITTADINI E NON DA IRRESPONSABILI.

mercoledì 20 giugno 2012

CONTRIBUTO REGIONALE PER LA PROMOZIONE DEL PALIO DEL NIBALLO DI FAENZA: SARA’ SERVITO ANCHE IL PROGETTO DI LEGGE PER VALORIZZARE IL PALIO PRESENTATO DA BAZZONI (PDL) IL 13 MARZO 2012?


Il Niballo, Palio di Faenza da alcuni mesi è al centro di un ampio confronto fra l’Amministrazione comunale di Faenza e la Regione Emilia-Romagna, per fare entrare la manifestazione manfreda a pieno titolo nel sistema di promozione turistica regionale. I primi fatti concreti sono stati definiti proprio in questi giorni ed altri seguiranno nel breve-medio periodo. "Il nostro è obiettivo - afferma il sindaco Giovanni Malpezzi - è quello di coinvolgere Faenza, il suo palio e le sue peculiarità culturali ed enogastronomiche, nel sistema turistico regionale, o quantomeno dell'area romagnola".  "Ad oggi - aggiunge il primo cittadino manfredo - la Regione, attraverso l'assessorato al Turismo e commercio, che ringraziamo per attenzione e sensibilità, ha assegnato al Niballo un contributo straordinario di 10 mila euro, quale sostegno ed investimento promozionale per l'evento". "Si tratta di un primo passaggio della collaborazione avviata tra i nostri enti - prosegue Malpezzi -, che avrà un seguito con la giornata di valorizzazione delle specificità di Faenza - il Niballo, la tradizione ceramica, le produzioni vinicole -, in programma sabato 21 luglio a Cervia, uno dei maggiori centri del turismo balneare regionale, i cui dettagli saranno comunicati nei prossimi giorni".
A questi primi due aspetti, va aggiunto che, grazie alla disponibilità e all'impegno dell'assessore regionale Maurizio Melucci, il Comune di Faenza ha partecipato a specifici incontri con i cosiddetti 'club di prodotto' - le associazioni per le "Città d'Arte" e la "Unione Prodotto Costa" - per realizzare ulteriori progetti condivisi a pieno titolo nel sistema turistico romagnolo.
Altri incontri sono stati avviati per dare attuazione a ulteriori progetti nell'ambito della specifica azione nazionale e internazionale della Apt, l'azienda di promozione turistica dell'Emilia-Romagna
LEGGI IL PROGETTO Bazzoni del 13 marzo 2012
La maggioranza di sinistra trova scuse risibili per non accettare la proposta di un contributo finanziario e boccia seccamente il progetto". L'Assemblea legislativa regionale ha bocciato il progetto di Bazzoni che afferma: "ancora una volta il PD ed i suoi alleati dimostrano di non tenere in nessun conto la Romagna e la città di Faenza, neppure per un piccolo contributo finanziario ad uno dei più interessanti e coinvolgenti palii d'Italia."  "Gli esponenti del PD si sono arrampicati sugli specchi per non accogliere il mio progetto, adducendo la motivazione inconsistente che il Palio di Faenza sarebbe simile a rievocazioni storiche in tutta la regione come, Ozzano, Bertinoro, Contesa estense di Lugo eccetera. Lascio ai faentini giudicare queste affermazioni, che suonano offensive e dimostrano la completa malafede di chi, conoscendo bene il valore e l'importanza del Palio di Faenza, cerca di sminuirlo per interesse di partito".  Continua il Consigliere Bazzoni: "la mia proposta di legge voleva supplire al fatto che la Regione non ha mai finanziato la legge regionale 19 del 2007, deputata a sostenere le rievocazioni storiche, i palii, le sagre ed il turismo che vi si collega. A questo punto mi attiverò per presentare in Assemblea legislativa una mozione che impegni la Giunta a finanziare la citata legge, vedremo se la maggioranza di sinistra continuerà ad opporsi a qualunque proposta non nasca da lei stessa".

Bazzoni (PDL) sul progetto di legge regionale per la valorizzazioe del Palio del Niballo. mercoledì 29 febbraio 2012

"È iniziato in commissione cultura e turismo della Regione l'iter del progetto di legge da me presentato per la valorizzazione del Palio del Niballo di Faenza, con un contributo finanziario, e subito, da parte della maggioranza, si è trovato un buon motivo per bocciarlo. La contrarietà è stata manifestata dal Consigliere regionale ravennate Miro Fiammenghi che ha addotto l'esistenza della LR 19 del 2007 dedicata alla partecipazione della Regione all'Associazione dell'Emilia-Romagna delle rievocazioni storiche (AERRS) che tra le sue finalità ha: a) garantire l'adeguato supporto per lo svolgimento delle manifestazioni di rievocazione storica; b) valorizzare il patrimonio storico, artistico e l'identità culturale dei diversi territori regionali; c) favorire lo sviluppo del turismo".  Continua il Consigliere regionale Gianguido Bazzoni: "Il consigliere Fiammenghi potrebbe aver ragione se la legge fosse stata finanziata; in verità non è mai stata finanziata dal 2007 ad oggi. Quindi la valorizzazione delle rievocazioni storiche e lo sviluppo di un turismo legato a queste è stato dimenticato dalla Regione per ben 4 anni. La mia legge voleva sopperire a questa mancanza della Giunta Errani. Aspetto la conclusione dell'iter in commissione e nell'aula dell'Assemblea legislativa, ma, anche in caso di bocciatura continuerò la mia battaglia per supportare in ogni modo opportunità di crescita al mio territorio."

ALDO RONCONI E IL CAPPELLO DEL PRETE

di embycicleta di Gianni Bertoli, “Zio Aramis”
Qualche giorno fa, alla bella età di novantatre anni, se ne è andato Aldo Ronconi. Nato a Santa Lucia delle Spianate di Brisighella vicino a Faenza nel settembre 1918, è stato uno degli interpretati del grande ciclismo di Bartali e Coppi dal 1940 al 1952. Gianni Brera lo aveva definito “trottapiano”, sicuramente non riferendosi alle qualità complessive del corridore quanto alle sue scarse attitudini alle volate. In realtà, Ronconi amava il caldo e le salite. Era un ottimo corridore, troppo debole per essere un capitano e troppo forte per essere semplicemente un gregario. Dalle sue parti divise la popolarità con il talentuoso Vito Ortelli di cui fu anche compagno di squadra alla Benotto. Legnano, Viscontea, Bianchi e Benotto furono le sue squadre. Poche furono le sue vittorie anche a causa delle sue ridotte attitudini agli sprint: un Giro dell’Umbria nel 1940, una tappa al Giro del 1946 e, sempre nel 1946, un Giro di Toscana che gli valse la maglia tricolore di campione italiano, una tappa al Tour del 1947, due tappe al Giro dei Tre Mari del 1949. Al Tour del 1947, disertato dagli assi, fu il capitano della squadra italiana. Indossò per due tappe la maglia gialla e fu vittima, assieme alla maglia gialla Pietro Brambilla, della famosa “imboscata” perpetrata da belgi e francesi nell’ultima tappa che portò alla vittoria finale il “nanone” Jean Robic. Terminata la carriera, Ronconi aprì un negozio di biciclette e articoli sportivi nella sua Faenza. Quel negozio fu, sino a poco tempo fa, un preciso punto di riferimento per gli appassionati faentini. Se la carriera di Aldo Ronconi risulta facilmente consultabile, non tutti conoscono le curiosità ed i retroscena del Giro d’Italia del 1940. Nel 1940 la Bianchi celebrava, si fa per dire, i vent’anni di astinenza dalle vittorie al Giro. L’ultimo successo della casa di viale Abruzzi

E IO PAGO: FINANZIAMENTO A FAVORE DELLE FESTE ESTIVE CON STANDS GASTRONOMICI. E IL TERREMOTO?



Il Consigliere Bazzoni ha ritenuto di presentare un'interrogazione sulla delibera della Regione sui finanziamento alle feste estive. La Regione distribuisce soldi a pioggia in un momento in cui le finanze sono in difficoltà, i cittadini vengono tartassati da balzelli, addizionali, tasse pesanti ed il terremoto ha creato una situazione di emergenza drammatica che non c'è bisogno di richiamare.
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Premesso che la Giunta regionale, con delibera 554/2012, ha stanziato 300.000 euro, con un bando rivolto agli organizzatori di feste estive con stands gastronomici affinché possano richiedere un contributo a fondo perduto fino a 10.000 euro pro-capite; che tale contributo andrebbe a compensare un presunto impegno ad effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti e ad impartire agli addetti informazioni circa la buona educazione ecologica; che la gran parte delle feste con stands gastronomici sono tenute nella nostra regione dal PD o da sue organizzazioni fiancheggiatrici; così come è sicuramente la "Festa nazionale degli Ecologisti democratici" che si terrà a Punta Marina di Ravenna a partire dal prossimo 22 giugno;
Visto che nella nostra regione tutte le famiglie fanno la raccolta differenziata ed hanno una coscienza ecologica sviluppata, senza che per questo vengano loro erogati contributi, anzi, al contrario, pagando delle salatissime bollette per i rifiuti; che questa delibera è stata oggetto di pesanti critiche, per il merito, per la forma e soprattutto per l'opportunità della stessa;
Consideratoche il bilancio della Regione soffre per la grave crisi della finanza pubblica, tanto che i cittadini dell'Emilia-Romagna sono gravati da pesantissime addizionali e tasse su quasi tutto, dal gas, all'IRPEF, alle assicurazioni, all'IMU e così via; che il recente terremoto ha creato una situazione di emergenza per la nostra Regione che dovrebbe far decidere agli amministratori di destinare ogni euro o centesimo reperibile alla ricostruzione ed al rilancio del sistema industriale e produttivo;
Interroga la Giunta per conoscerequali sono le feste che sono state finanziate e quali avevano presentato domanda, corredate dai rispettivi organizzatori; se vi sono dei residui e se la Giunta intende destinarli ai terremotati; se non ritiene che sia il caso di non riproporre mai più in futuro una simile vergognosa imposizione. Gianguido Bazzoni

OSCAR GIANNINO : UNO SCIENZIATO PAZZO? OPPURE DICE LA VERITA’. TRE CONSIGLI E UNA PROPOSTA PER SALVARCI!




martedì 19 giugno 2012

VIVA IL PARROCO


                                         
di Marco Pastonesi E’ morto il parroco. Lo chiamavano così, “e’ paruch”, il parroco, da quando nel Giro d’Italia 1940 (il primo vinto da Coppi, partito come gregario di Bartali) Eberardo Pavesi, ds della Legnano, per riconoscere più facilmente i suoi corridori in corsa, gli aveva assegnato un berretto nero. Si sarebbe riconosciuto comunque, perché era piccolo, commovente e irriducibile, perché era scalatore, perché amava il caldo e anche il pavé, e perché in volata era fermo. Se fossero stati in fuga in cinque lui sarebbe arrivato sesto. Aldo Ronconi nasce – povero – a Santa Lucia delle Spianate di Brisighella (Ravenna) il 20 settembre 1918. Padre, cantoniere comunale, mamma, morta troppo presto, e tre figli. A 17 anni comincia a correre, a 18 passa dilettante, a 19 conquista la Coppa Perugina che gli cambia la vita: con le 2 mila lire del premio allaccia l’elettricità a casa, compra i materassi di lana e una macchina per cucire per la sorella. E a 21 è già professionista, alla Legnano, con il berretto nero da parroco. Ronconi – ma con quel fisico lì sarebbe stato più adatto chiamarsi Ronchini – prigioniero di guerra in Austria. Ronconi raccomandato alla Benotto dal concittadino Vito Ortelli. Ronconi collezionista di piazzamenti: terzo nella Chieti-Napoli, primo nella Bassano del Grappa-Trento e quinto nella generale al Giro 1946, campione d’Italia 1946 vincendo il Giro di Toscana con una fuga di 70 chilometri, secondo al Giro di Piemonte 1947, terzo al Giro di Romagna 1947, primo nella Bruxelles-Lussemburgo (314 chilometri, di cui 120 in fuga da solo) e quarto nella classifica finale con due giorni in maglia gialla al Tour 1947… Ronconi “rude e resistente”, “duro a morire”, “tutto impeto, tutto orgoglio”. Ronconi privilegiata vittima di forature, imboscate, tradimenti. Ronconi – come scriveva Bruno Raschi – “è un uomo che riflette; non ha la parlantina di un Bartali, non è taciturno ed enigmatico come Coppi, gli sono ignoti i mordenti epigrammi di quell’originale di Ortelli… C’è sempre un’ombra di fatica e di pena nel suo volto, gagliardo e aperto: come se la gara gli costasse un duro sacrificio. Quest’ombra di fatica e di pena è la sua nobiltà morale”. Quando apre un negozio di bici, e di altro, a Faenza, Ronconi diventa una
firma a due ruote, il sacerdote di un tempio, il testimone di un’epoca, un punto di riferimento. Gli ultimi anni non sono all’altezza – anche se l’altezza non è mai stata il suo forte – del suo valore. Prima una casa di riposo, poi una casa di cura. Aveva 93 anni. Aveva respirato tutta l’epopea di Bartali e Coppi, coabitato con Ortelli, assistito i corridori della domenica. Aveva, nella vita, quella sveltezza che gli mancava in volata. Ai funerali non c’era nessuno a rappresentare la Federazione ciclistica italiana, non c’era nessuno del Comune di Faenza, né sindaco né assessore allo Sport. “La Gazzetta dello Sport” gli ha dedicato fotina e 15 righe. E pensare che era il più antico professionista italiano. E’ morto il parroco. Viva il parroco. E solo adesso – finalmente – ne capisco il senso.

ASCOLI PICENO: I CINQUANT’ANNI DI SACERDOZIO DI S. ECC. SILVANO MONTEVECCHI BRISIGHELLESE E LA CONSEGNA DELLA CITTADINANZA ONORARIA.


LA LETTERA DI STEFANO OJETTI: “IL VESCO DEL FARE”P

Ascoli, 15 giugno 2012 - CINQUANT’ANNI di totale devozione a Dio e di preghiera, ma anche di servizio nei confronti del prossimo e di guida per il bene dei giovani del territorio. Il vescovo di Ascoli Silvano Montevecchi festeggia ‘mezzo secolo’ di sacerdozio e per l’occasione, domani sera, riceverà anche la cittadinanza onoraria attribuita all’unanimità da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Guido Castelli. Eccellenza, quanta emozione prova per tale ricorrenza? «Per me rappresenta una soddisfazione immensa entrare nel novero dei cittadini onorari. Non me l’aspettavo ma ho accolto questa proposta con grande entusiasmo». Qual è stato il segreto della sua lunga ‘carriera’? «In questi 50 anni sono stato sempre umile e ho operato sempre con estrema semplicità. Questo atteggiamento mi ha permesso di potermi confrontare con tutti e di rispettare chiunque. Le cose in cui ho sempre creduto le ho fatte mie e le ho vissute nella mia vita di vescovo». Quali sono state le difficoltà incontrate nei suoi primi tempi ad Ascoli? «Dal punto di vista relazionale non ho avuto alcun problema, anche perchè ho avuto sempre un ottimo rapporto con tutti, comprese le autorità. Gli ascolani, fra l’altro, hanno un carattere molto aperto e questo ha favorito il mio inserimento nella comunità». Quanto è cambiata la chiesa negli ultimi 50 anni? Come spiega

L'INVERNO DEL NOSTRO SCONTENTO


L’IMU HA IL FIATO GROSSO ED E’ EVIDENTE IMPOSTATA- QUESTA TASSA NON REGGE

Attorno all'IMU c'è un malessere che non riguarda solo la complessità del nuovo tributo ma è legato anche al venir meno del "patto" per un Fisco più equo, più leggero, più semplice. La crisi è autentica e non consente distrazioni purtuttavia non basta a giustificare manovre timidissime sul fronte di tagli e risparmi, ma spavalde nell'aumento del prelievo.
CHE-COSI’COM’E’

In quattro punti il nostro dissenso:

Primo

L'Imu è figlia di un'emergenza globale che non accenna ad arretrare e che, al contrario, sembra aggravarsi giorno dopo giorno: sarebbe ingiusto ignorare il contesto che ha portato alla sua introduzione. L'imposta municipale doveva debuttare solo nel 2014, confermando peraltro l'esenzione della prima casa. L'emergenza ha però imposto scelte diverse e urgenti. Mario Monti annunciò fin dal suo discorso programmatico in Senato (era il 17 novembre scorso) che si doveva rimediare alla peculiarità tutta italiana di «un'imposizione sulla proprietà immobiliare particolarmente bassa», aggravata dall'«esenzione Ici per le abitazioni principali».
L'equazione era semplice: più tasse sul patrimonio (la casa, ma non solo) e sui consumi (l’Iva), contro una riduzione del peso di imposte e contributi sul lavoro e sulle attività produttive. Quel che è accaduto lo sappiamo: è arrivata l’Imu, anche sulla prima casa, insieme all'aumento dell'Iva (senza pensare a quelli ulteriori sempre in agguato). Per il resto nulla, non c'erano e non ci sono risorse da destinare al Fisco. Solo il rigore dettato dalla crisi del debito. 

Secondo

L'Imu si è rivelata più complessa dell'Ici. Anzi, molto più complessa, oltre che generalmente più pesante: il gettito crescerà di n miliardi rispetto al ton, di cui solo 3,4 derivanti dall'abitazione principale, prima esente. Non c'è dubbio che qualcosa, sotto il profilo tecnico-normativo, non abbia funzionato come avrebbe dovuto…

Terzo

L'Imu continua a soffrire in modo evidente il suo "peccato originale". Quello di un'imposta comunale il cui gettito finisce per poco meno della metà allo Stato (9 miliardi sul totale atteso di 21,4). È un paradosso che disorienta tutti I cittadini («a chi vanno i miei soldi?») e anche gli amministratori locali. I quali possono "manovrare" - pur con molti limiti - l'imposta, ma se lo fanno al ribasso, riducendo le aliquote, devono accollarsi per intero la quota dello Stato, che ai suoi 9 miliardi non è proprio disposto a rinunciare. È evidente che il sistema così non va… 

Quarto

L'Imu è probabilmente l'unica imposta al mondo di cui nessuno conosce il peso effettivo. Non è un dettaglio: perché impedisce ai contribuenti (i cittadini, gli imprenditori, le aziende) una corretta e legittima pianificazione e previsione dei costi. Un esempio per capire: l'aliquota del comparto non abitativo può passare dallo 0,76% base all'1,06% (livello massimo su scelta del comune)… Forse davvero troppo anche per un'imposta nata per tamponare un'emergenza.