domenica 31 agosto 2014

UN GRANDE SILVIO…..

PICCHIARE LE DONNE FA PARTE DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA, NON DEVO FORNIRE ALCUNA SPIEGAZIONE


ISLAM: SENTITE LE DICHIARAZIONI DELL’IMAM: Dichiarazioni Shock di Nicolas Blancho durante un dibattito alla TSR: “Picchiare le donne è un diritto dell’uomo!” Il consigliere nazionale Oskar Freysinger, presente in studio, ha più volte chiesto al presidente del Consiglio centrale islamico di scusarsi. Ma Blancho non ha naturalmente fatto un passo indietro! Anzi, si sarebbe pure offeso sentendosi, a suo modo di dire, addirittura limitato della propria libertà religiosa: “Picchiare le donne fa parte della libertà religiosa, non devo fornire alcuna spiegazione.”

ISLAM. ALLARME ESTREMISMO IN EMILIA-ROMAGNA, BAZZONI-VILLANI (FI-PDL): REGIONE SI ATTIVI CON CONTROLLI E PREVENZIONE


La Giunta regionale si attivi per prevenire e controllare i fenomeni di estremismo islamico in Emilia-Romagna. A chiederlo sono i consiglieri Gianguido Bazzoni e Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) in un’interrogazione, in cui ricordano che diversi tra i 50 italiani “messi sotto osservazione dal ministero degli Interni”, pronti a trasformarsi in “terroristi/guerriglieri”, proverrebbero dalla nostra regione e, in particolare, da Bologna e Ravenna Bologna, La Giunta regionale si attivi per prevenire e controllare i fenomeni di estremismo islamico in Emilia-Romagna. A chiederlo sono i consiglieri Gianguido Bazzoni e Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) in un’interrogazione, in cui ricordano che diversi tra i 50 italiani “messi sotto osservazione dal ministero degli Interni”, pronti a trasformarsi in “terroristi/guerriglieri”, proverrebbero dalla nostra regione e, in particolare, da Bologna e Ravenna. Villani e Bazzoni stigmatizzano, quindi, la “politica molto aperta”, “scarsamente attenta ai pericoli delle derive fanatiche”, da parte della Regione nei confronti dell’Islam e ricordano che “proprio nel ravennate si sono verificati in passato svariati fatti” connessi all’”estremismo islamico che avrebbero dovuto preoccupare le istituzioni locali”. Di qui, l’invito alla Giunta di farsi portavoce, nella sede della Conferenza Stato-Regioni, della richiesta al ministero degli Interni di un aumento dei controlli nei territori ove risulti una maggiore diffusione di episodi di “fanatismo islamico”. I due consiglieri vogliono sapere infine quale giudizio dia la Regione sull’iniziativa che prevede l’obbligo di esprimersi in italiano all’interno delle moschee e nei luoghi di riunione dei credenti musulmani. 

venerdì 29 agosto 2014

DAL NO AL NATALE AL CIBO A SCUOLA: L’ITALIA SI PIEGA AI MUSULMANI

Persino le bagnine. Dalle forme rotonde o no. Niente. Hanno voluto toglierci, non dico la soddisfazione di farci, eventualmente, salvare da loro ma anche quella di limitarci a guardarle. Nel caso meritassero una sbirciatina, ovviamente. Macché. Già, perché in nome dell'islamicamente corretto a Jesolo, spiaggia, peraltro solitamente affollata di bikini e di lati A e B vari, il sindaco Valerio Zoggia, di comune accordo con la Federconsorzi, decise, giusto l'anno scorso, di toglierle di mezzo. Di stabilire che i lifeguards sulla spiaggia fossero soltanto uomini perché, bagnanti e anche venditori abusivi di religione musulmana non se avessero a male. O, peggio, stando alle lamentele della precedente stagione balneare, perché non si mettessero ad insultarle dato che, citiamo testualmente le parole pronunciate allora dal presidente della Federconsorzi Renato Cattai: «Ai loro occhi non godevano della necessaria autorità, perché i musulmani, per la loro cultura, non ascoltano le donne quando danno ordini o anche solo consigli».
Sorprendente no? Anche la discriminazione al contrario sulle bagnine. Come se non bastasse quella lunga lista di auto-limitazioni, che sono state stabilite, per non creare problemi, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle mense, nei luoghi e negli uffici pubblici. Qualche esempio di autocensura di presidi e insegnanti illuminati? Crocifissi tolti in grande quantità, praticamente da Nord a Sud da Est a Ovest di questa nostra Italia, e tante piccole perline di saggezza. Come a Bolzano dove non c'è stata la canzoncina su Gesù per rispetto dei bambini musulmani. Decisione delle insegnanti della scuola materna «Casa del bosco» in vista della recita di Natale, pensando di dare un buon esempio di integrazione in un asilo, quello del quartiere di Oltrisarco, a forte presenza multietnica.

SVEGLIA


mercoledì 27 agosto 2014

SVEGLIA



Qualcuno mi sa spiegare perché il mondo intero che ha reagito con forza (più o meno tempestivamente!) alle orripilanti efferatezze di Hitler, alle schifose stragi di Stalin, di Mao, di Pol Pot e &, non fa invece una grinza davanti alle bestiali criminalità che oggi vengono mostrate addirittura in televisione con orgogliosa sfacciataggine e superbo disprezzo del mondo intero.   E nessuno si muove?   Dove sono quei cialtroni dell'ONU, dove sono i parassiti caporioni dell'UE, e quei trecento e passa milioni di americani che consentono che abiti e lavori nella stessa casa che fu di Lincoln, di Roosevelt e di Reagan, uno squallido personaggio che li obbliga rivoltarsi nella tomba? Si sveglieranno quando sarà troppo tardi e che per rimediare - in piccolissima parte - agli immani disastri, sarà necessaria una Notte di San Bartolomeo, che durerà anni e anni, altro che una notte, con milioni e milioni di morti e decine di anni di sofferenze, di miseria e di difficili restaurazioni e ricostruzioni. Sveglia !

RAVENNA FORZA ITALIA: ZTL IN VIA PASCOLI, PERCHE’ SIAMO CONTRARI E COSA ANDREBBE FATTO

Bucci, Ancarani; Baldini gruppo forza Italia Comune di Ravenna

La risposta che l’amministrazione comunale intende fornire per i problemi non certo recenti della struttura stradale – e non solo del manto – di via Pascoli, più che l’uovo di Colombo ci pare un coniglio morto in un cilindro malconcio". "Mentre infatti è comprensibile e sensata l’annunciata nuova ztl in via Ponte Marino – prosegue il capogruppo di Forza Italia – in ragione della vocazione turistica e di “movida” che sta assumendo quella strada, la scelta di limitare il traffico in via Pascoli sarebbe ancora una volta il perseguimento di quella strategia che il PCI-PDS-DS-PD ha lanciato da anni ovvero lo svuotamento del centro storico in modo da mandare il più possibile i veicoli verso i centri commerciali, di proprietà COOP. Insomma il lupo perde il pelo ma non il vizio. Largo Firenze, pur con tutti i noti difetti strutturali ed estetici rimarrebbe, con la scellerata chiusura di Piazza Kennedy, l’ultimo avanposto per un parcheggio in pieno centro. Può forse l’Assessore Andrea Corsini permettersi di consentire che qualche automobilista osi ancora voler arrivare in centro con l’auto, che un po’ come il denaro è “sterco del diavolo”? Giammai! E allora, quale occasione più ghiotta delle voragini in via Pascoli per poter finalmente chiudere anche Largo Firenze?!? E addirittura con il consenso – interessato, ma non è certo una colpa – di residenti esasperati da anni di inefficienza dell’amministrazione nella manutenzione di quella strada? Insomma, per quanto riguarda la nostra posizione, riteniamo, senza timore di inimicarci qualche elettore residente in via Pascoli, che il Comune debba procedere con somma urgenza ai lavori per rafforzare la struttura stradale in via Pascoli, senza istituire alcuna ZTL, e contestualmente rendendo più semplice arrivare al parcheggio di Largo Firenze creando una segnaletica ed un percorso meno complesso, magari anche riaprendo il tratto di via Guaccimanni da piazza Caduti. Allo stesso tempo la riqualificazione di Largo Firenze come parcheggio, da rendere tra l’altro esteticamente più degno della posizione che occupa nel centro storico è un obiettivo che non può più essere rimandato. Altro che ZTL".



“DA RAVENNA MILIZIANI PER LE JIHAD”

la moschea di Ravenna


di Carlo Raggi  Ravenna, 26 agosto 2014 - La Provincia di Ravenna, al pari di Brescia, Torino, Padova, Bologna e anche Roma e Napoli, è indicata dal ministero dell’Interno quale zona in cui è stata svolta un’intensa azione di indottrinamento per la jihad e in cui potrebbero essere stati reclutati adepti, anche italiani, che ora militerebbero nelle sanguinarie schiere dell’Isis, ovvero lo Stato islamico dell’Iran e del Levante, la formazione terroristico-guerrigliera guidata da Abu Bakr al-Baghdadi, l’estremista sunnita che a fine giugno annunciò la nascita del nuovo Califfato comprendente territori dell’Iraq e della Siria. Fonte dell’informazione fornita dal ministro Angelino Alfano sembra essere una doppia inchiesta coordinata dalla Dda di Bologna e condotta fra il 2005 e il 2012 anche dalla Digos di Ravenna e che nella prima fase concentrò l’attenzione su cinque tunisini e un marocchino tutti residenti fra Faenza, Imola e Bologna e finiti in carcere nell’agosto del 2008 per associazione eversiva con finalità di terrorismo. Fra questi, un nome e un volto noto anche a livello internazionale,
Ben Mohamed Khalil Jarraya, tunisino oggi 45enne, noto come ‘Il colonnello’ per aver fatto parte del battaglione di mujihaddin che negli anni Novanta combatterono a fianco delle milizie bosniache contro i serbi e il cui nome era inserito negli elenchi americani ed europei per il congelamento di beni e capitali in quanto personaggio ritenuto «appartenente o associato ai Talebani». Tutti sono stati condannati a pene fra i tre e i sette anni e attualmente ‘il comandante’ è in carcere. L’accusa, in concreto, era quella di aver sostenuto la causa jihadista svolgendo attività di proselitismo anche ai fini di ‘arruolare’ combattenti da inviare (evento mai avvenuto) sull’allora fronte iracheno. Una costola di questa inchiesta, nell’autunno del 2011 diede vita a una nuova indagine che coinvolse dodici persone, residenti nel Faentino e nell’Imolese, che in qualche modo avevano avuto contatti con in sei arrestati. Vennero tutte indagate con l’ipotesi di aver anche loro svolto attività finalizzate al proselitismo fra gli integralisti islamici per avviarli ad azioni terroristiche in Medio Oriente. Fra gli indagati c’era anche il

UN QUARTO DELLE AZIENDE PARTECIPATE PERDE SOLDI DICE LO STUDIO DEL COMMISSARIO ALLA SPENDING REVIEW, RENZI DICE “CAMBIA VERSO”.A RAVENNA STEPRA HA REALIZZATO UN BUCO DA 30MILIONI, “CAMBIA VERSO”, A PAGARE SIANO FINALMENTE I RESPONSABILI NON I RAVENNATI.




Sono 1430 su 5.268 (il 27%) le società partecipate dagli enti locali che nei bilanci 2012 hanno presentato un patrimonio negativo o nullo. Il dato emerge dallo studio del commissario alla Spending Review che ha passato al setaccio i bilanci delle oltre 5200 società per cui erano disponibili i conti. Le tre società con un "rosso" maggiore risultano l’immobiliare Cmv di Venezia(-20,3 milioni), la Fiera di Roma (15,7 milioni), la società di trasporti del Lazio Cotral (-14,9 milioni). L’azienda speciale Aprilia Multiservizi ha chiuso il 2012 con 10 milioni di rosso, il consorzio per la zona industriale di Macomer, partecipata dalla regione Sardegna e dal Comune di Macomer di 5 milioni e 200 mila euro. Tra le varie partecipate in perdita anche diverse fondazioni culturali e musicali. Ma, incredibile ma vero, ci sono anche oltre mille società partecipate dagli enti locali che non forniscono dati. Si tratta di 1.075 società con sede in tutte le regioni italiane: si va da aziende per il turismo ad associazioni per la formazione a consorzi per la tutela dei parchi. Certamente fra queste non risulta STEPRA, forse non sono stati mandati i dati, perché STEPRA di proprietà interamente pubblica (Camera di commercio, Provincia di Ravenna e 16 comuni) hanno realizzato un record…. un buco da 30 milioni per voler mettersi a fare gli imprenditori immobiliari, un ruolo che non spetta agli enti pubblici contro le norme di legge. Un buco del genere dovrebbe risultare con evidenze a livello nazionale.  Renzi afferma che bisogna “cambiare verso”, credo che sia opportuno cominciare da Ravenna, facendo pagare direttamente i responsabili che hanno creato l’enorme debito non i cittadini ravennati e le attività economiche rappresentate dalle Camere di commercio.  Il 21 novembre 2013 ho segnalato il fatto alla Procura della Repubblica di Ravenna e alla Corte dei conti.  Attendo  le decisioni del governo Renzi. Intervenire su STEPRA sarebbe un forte segnale di “cambiare verso”  all’Italia, alla  Provincia di Ravenna e trova il mio consenso. - Consigliere Provinciale Ravenna FORZA ITALIA – Vincenzo Galassini




martedì 26 agosto 2014

FATE BENEFICENZA NON PAGLIACCIATE CON I GAVETTONI: LA LIZZETTO DONA 100 EURO, CON IL FESTIVAL DI SANREMO HA GUADAGNATO 350MILA EURO………


Luciana Littizzetto durante la Ice Bucket Challenge . La comica, questo si vede nel video, dona 100 euro per la causa e si fa poi investire da una secchiata di acqua ghiacciata, come sfida vuole, per poi nominare Claudio Bisio e la Gialappa's Band, perché facciano lo stesso. Fino a qui tutto bene. Il video finisce, ma sul web parte la polemica. Alcuni utenti approfittano di Twitter per far notare come, a loro dire, la cifra donata dalla Littizzetto non sia poi una gran cosa. "Con il Festival di Sanremo ha guadagnato 350mila euro", fa notare qualcuno, a cui i 100 donati sembrano una miseria.  La somma raccolta in Italia per la ricerca, secondo i dati diffusi dall'Associazione italiana Sla (Aisla), sono cresciute molto nel fine settimana. Se sabato mattina ammontavano a non più di 40mila euro, domenica hanno superato i 100mila.

MARE NOSTRUNM?: GORIZIA DUE IMMIGRATI PRENOTANO DALL’INGHITELLERA ALL’HOTEL INTERNAZIONALE CON CARTA DI CREDITO


Bisogna premettere che per legge, in Italia, sono previsti tre tipi di intervento in favore degli immigrati tutti deliberati dalle 10 Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale istituite sul territorio nazionale. Una di queste ha sede a Gorizia. Gli interventi si sostanziano nel riconoscimento dello Status di rifugiato, perseguitato, individuato solo in rari casi, la Protezione sussidiaria e la protezione umanitaria che praticamente non si nega a nessuno e che dà diritto ad un foglio di soggiorno rinnovabile di un anno. Da tempo si è notato che immigrati arrivano anche da altri Stati europei che non gli hanno riconosciuto lo Status di rifugiato, paesi quali la Norvegia, il Belgio, l’Inghilterra, la Danimarca, la Germania e l’Austria e nei quali gli stessi dovrebbero essere rimandati entro i tassativi sei mesi nei quali l’ufficio “Unità Dublino” del Ministero dell’Interno non riesce a disbrigare le relative pratiche. Mentre gli altri Stati risulta che siano solerti nel rimandarci indietro quelli che sono sbarcati o arrivati in Italia. Ma non solo, al termine della procedura, agli stessi soggetti rifiutati dagli altri riconosciamo pure uno degli altri gradi, meno importanti di protezione. In pratica la protezione umanitaria la neghiamo solo a chi ha commesso reati. A Gorizia, dove da altri paesi del nord giungono una ventina di immigrati la settimana, che in attesa di trovare spazio nel CARA vengono fatti alloggiare, garantendo loro anche il vitto e l’assistenza, a spese del contribuente, alla Caritas o all’Hotel Internazionale. Gli stranieri ne sono talmente ben informati che la Volante, la settimana scorsa è intervenuta presso l’Hotel Internazionale, dove due stranieri di nazionalità afgana, ai quali

SIAMO IN GUERRA, BASTA PIETA’


Papa Francesco è stato esplicito. Qualche giorno fa ci ha messo sotto gli occhi una verità terribile che pochi vogliono vedere. In questa estate del 2014 è iniziata la Terza Guerra mondiale e sta provocando migliaia di morti. A differenza dei due precedenti conflitti, quelli del 1914-1918 e del 1939-1945, la guerra di oggi, dice Papa Francesco, viene combattuta «a pezzi». Si spara e si muore in tante aree diverse. Nella striscia di Gaza dove si scontrano Israele e le bande di Hamas. In Libia, che i ribelli vogliono conquistare. In Iraq tra l’esercito regolare, oggi appoggiato dagli Stati Uniti, e i tagliagole del Califfato islamico. In Siria dove il regime di Assad stenta ad aver ragione di chi vuole distruggerlo. E infine in Ucraina che la Russia punta ad annettersi. Questo succedersi di eventi sanguinosi è l’esordio di un conflitto più vasto che, per il momento, sembra risparmiare l’Occidente, a cominciare dall’Italia. Bisogna rifugiarsi in un’espressione cauta, «per il momento, per ora», poiché non sappiamo quanto può accadere all’improvviso. Infatti la Terza Guerra mondiale presenta un protagonista nuovo, feroce e di grande pericolo per tutti: l’irrompere sulla scena globale di un terrorismo islamico che sembrava confinato in territori lontani da noi. L’assassinio del reporter americano James Foley è avvenuto sotto gli occhi di milioni di persone attraverso la ripresa televisiva effettuata e diffusa dai suoi boia. Resterà nella storia non soltanto per la tremenda zoomata sulla testa tagliata, ma per quanto è accaduto dopo. A cominciare dalla Gran Bretagna, i governi europei hanno dovuto prendere atto che non pochi dei loro giovani hanno raggiunto le bande del Califfato per combattere la guerra santa. Sono ragazzi inglesi, francesi, tedeschi e forse anche italiani, convertiti all’Islam. Come tutti i fanatici di una religione che vuole lo sterminio dei cristiani, potrebbero ritornare a Londra, a Parigi, ad Amburgo, a Roma. E portare qui il virus sanguinario del terrorismo. Forse non tutti se ne sono accorti. Ma siamo entrati nell’epoca dei boia mascherati, gli assassini con il cappuccio nero. Lo indossavano pure i terroristi di Hamas che l’altro ieri, nella striscia di Gaza, hanno ammazzato ventuno palestinesi, presunti informatori di Israele. Portati in qualche piazza della città, sono stati accoppati come bestie. E anche la loro fine è stata filmata e diffusa attraverso il maledetto web che aiuta i guardoni di tutto il mondo ad andare in orgasmo davanti a un uomo sgozzato. Nel frattempo che cosa accade in Italia? I nostri servizi di sicurezza ci avvisano che il rischio del terrorismo islamico diventa sempre più vicino e allarmante. Siamo alle prese con una maledizione che si ripete. Dal 1974 al 1988, il terrorismo delle Brigate rosse ha insanguinato le nostre strade con decine di morti, più qualche centinaio di gambizzati. Abbiamo visto sequestrare e uccidere un leader politico come Aldo Moro. Tuttavia la Prima Repubblica ha retto, in virtù di un patto tra centro, destra e sinistra. Un’intesa che, sia pure tra mille difficoltà, ha sempre tenuto. Ma in quel tempo, l’Italia della politica era più salda di quella odierna. E disponeva di leader che possono aver commesso molti errori, ma tutto sommato erano migliori di quelli d’oggi. Lo scrivo per rispetto professionale della verità. Lavoravo da giornalista allora come faccio adesso. Però in questo 2014 vedo attorno a me un panorama di rovine. Con una Casta politica che annaspa impotente. Per di più strozzata da una recessione profonda, un pozzo dal quale i partiti non sono capaci di far uscire gli italiani onesti e senza potere. Di fronte alla Terza Guerra mondiale, il governo Renzi balbetta e non sa decidere neppure le misure indispensabili. Per cominciare, dovrebbe chiudere subito l’operazione Mare

FORTE IMPEGNO DI LAVORO DEGLI “AZZURRI NOVANTAQUATTRO” PER FORZA ITALIA


Le Donne e gli uomini di Azzurri’94 con Silvio Berlusconi sono già al lavoro per Forza Italia. A livello della Regione Emilia Romagna tutti i promotori e gli aderenti ad Azzurri ’94 hanno dimostrato lungimiranza politica e determinazione nel condividere lo spirito, i principi e le idee che hanno caratterizzato la politica di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e si sono impegnati ad essere un punto di riferimento per chi sa coniugare il rinnovamento con l’antico cuore (che non significa affatto nostalgia) di proposte e programmi politici concreti e capaci di generare ripresa e sviluppo. Azzurri ’94 diventa quindi un sostegno per Forza Italia, movimento che va a configurarsi come lo avevano immaginato quelli di Azzurri ’94, in una struttura agile, flessibile e radicata sul territorio. Formata nei suoi gangli organizzativi per lo più da fedelissimi del ’94, e tanti giovani. Tutti coloro che anche nella nostra regione nell’autunno del 2012, sottoscrissero Il manifesto appello Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi hanno confermato il loro impegno a lavorare attraverso i clubs ed il movimento politico per Forza Italia. Oggi preparano: la nave azzurra di sabato 13 settembre dopo il grande successo della IX Convention di Marradi nella Romagna Toscana di sabato 9 agosto scorso. In questi eventi gli azzurri approfondiscono idee e programmi per contribuire a realizzare dopo quarantaquattro anni l’alternativa al regime delle giunte rosse. A Marradi Rodolfo Ridolfi e gli altri intervenuti hanno sottolineato come Forza Italia ed il centrodestra devono tornare ad essere l’alternativa di governo democratico credibile. L’elettorato infatti in questi ultimi anni in Emilia Romagna, non sempre ha percepito Forza Italia come partito di opposizione al PD e ha finito per identificarsi nella opposizione fine a se stessa e tutta interna ad un sistema di valori e di programmi sostanzialmente comunisti e di sinistra quali quelli rappresentati dai cinque stelle. Ecco perché invece di concentrarci sull’alchimia dei meccanismi elettorali e dei candidati alla successione dobbiamo affermare che le vere primarie del centro destra devono essere quelle delle idee e dei programmi insistendo ad esempio sull’occupazione, sui servizi sanitari, sulla scuola, sulla sicurezza, non dimenticando mai di sottolineare come nel momento di massima oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese sia intollerabile lo stato di favori, di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop rosse. Prioritari sono i temi e valori come la giustizia-giusta, l’equità fiscale ed un rinnovato e corretto rapporto con le istituzioni nel presupposto di uno Stato che affianchi, sostenga ciascuno e non rappresenti piuttosto un nemico da temere e dal quale doversi difendere”. ”Insomma, la strada da percorrere è quella indicata dall’intuizione di Silvio Berlusconi sin dal ’94: più società e meno Stato. In vista delle imminenti elezioni regionali i militanti di Forza Italia e del centro destra, devono ritrovare una forte passione civile devono esprimere candidati capaci di parlare al cuore della gente, perché capaci di difendere la persona, la sua dignità, la vita umana, la nostra identità culturale, civile e religiosa. Ciò che occorre sono scelte coraggiose, per realizzare istituzioni al servizio della società civile e non delle burocrazie che vi lavorano, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché abbiamo cuore e idee per riuscirci. Gli Azzurri del ’94 sono fortemente impegnati nel tesseramento che condurrà ai Congressi Comunali e Provinciali previsti per la fine del 2014 e l’inizio del 2015 e nella campagna elettorale per le Elezioni Regionali."

domenica 24 agosto 2014

FAENZA COMMERCIANTI ARRABIATI


“SCIOGLIAMO LE ALI ALLA LIBERTA’”: SABATO 13 SETTEMBRE.


Cervia –Milano Marittima (Ravenna)- Rimini-Gabicce (Pesaro-Urbino)
Programma: ore 9,00 imbarco e partenza dal porto di Cervia-Milano Marittima , arrivo e imbarco a Rimini alle 10,00 circa imbarco ed inizio panoramica fino a Gabicce ; ore 11,00 aperitivo di benvenuto a bordo, Dibattito politico introdotto da Rodolfo Ridolfi coordinatore di Azzurri ‘94
Interventi: Sen. Enrico Pianetta responsabile nazionale dei seniores di Forza Italia Lorenzo Tomassini responsabile regionale Emilia-Romagna dei club Forza Silvio, Gabriella Bianchi responsabile regionale Emilia Romagna dei Seniores, GianGuido Bazzoni capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Emilia-Romagna, On.Stefania Fuscagni portavoce dell’opposizione in Toscana. ore 12,30 attracco a Gabicce incontro con gli azzurri delle Marche . ore 13,00 intervento del coordinatore regionale di Forza Italia Emilia Romagna on. Massimo Palmizio interventi del coordinatore di Pesaro Alessandro Bettini e del coordinatore delle Marche sen. Remigio Ceroni intervento dell’on. Renato Brunetta Presidente del Gruppo Parlamentare di Forza Italia. ,Pranzo a bordo con primo. grigliata e pesce fritto acqua, vino, birra e caffè. Maurizio Ferrini racconta la Romagna. Ore 15,30 escursione alla Baia degli Angeli ,merenda a base di ciambella, vino acqua e bibite , rientro a Cervia-Milano Marittima, ore 18,00 sbarco e proseguimento per il porto di Rimini fine della crociera ore 18,30
costo 30 euro Prenotazioni entro mercoledì 10 settembre: 335396752 3472318491- 3466829146- 3474309838 roridolfi@alice.it -berlusconiani94@gmail.com fifantinelli@gmail.com- vincenzo.galassini@gmail.com- cr.gabriellapezzuto@libero.it

FATE BENEFICENZA NON PAGLIACCIATE CON I GAVETTONI: LE BUFFONATE NON SERVONO SENZA DONAZIONI


Vittorio Feltri - I gavettoni benefici sono oggettivamente una manifestazione clamorosa di stupidità e proprio per questo hanno avuto e continuano ad avere successo. Se oggi non sei chiamato a scaraventarti in testa una secchiata di acqua  mista a ghiaccio non sei abbastanza imbecille per essere considerato un personaggio importante. Dopo aver scoperto l'acqua calda, e averla spacciata per secoli come una geniale invenzione, l'umanità si è accorta che quella fredda è ancora più simpatica e vale la pena di versarsela addosso. A che scopo? La spiegazione è tortuosa ma rivela che il conformismo non è solo uno stato d'animo molto diffuso: è anche un liquido a bassa temperatura. Credo che il lettore sia già abbastanza informato sulla questione che sto trattando, ma la riassumo per chi eventualmente fosse stato distratto da banalità tipo lo sgozzamento di un reporter americano in Irak e la crocefissione di vari infedeli in zone a forte intensità islamica. Negli Stati Uniti, un tale Corey Griffin, avendo un amico malato di Sla (roba esiziale), e desiderando aiutarlo, si è inventato una forma stravagante per raccogliere denaro utile alla ricerca di terapie idonee a sconfiggere il suddetto morbo. Quale? Avviare una sorta di catena di Sant'Antonio basata sul gioco già descritto: invitare Vip, ovviamente facoltosi, a sottoporsi a una rudimentale doccia (secchiate di acqua gelida, appunto) allo scopo di suscitare interesse, o almeno curiosità, nella gente comune inducendola a prendere coscienza del flagello Sla e a versare contributi in denaro onde aiutare gli scienziati a intensificare gli studi per la cura e la prevenzione di questa terribile forma di sclerosi.

PROVINCE, ABOLITE E CANCELLATE DALLA CARTA. MA EROGANO PREMI E COMPRANO TERRENI


In attesa dei decreti attuativi alla legge Delrio - dovevano arrivare a luglio, sono previsti a settembre - a Salerno il presidente nomina quattro nuovi assessori. Uno in più anche a Bari. La provincia di Bergamo invece si è comprata un terreno in Basilicata per 56 milioni, mentre quella di Rovigo distribuisce gettoni per merito ai dirigenti

Non solo le Province restano. Ma continuano a fare quello che facevano, come se ci fosse ancora un domani per una istituzione da 11 miliardi di euro l’anno. La ragione è fin troppo semplice, ma il problema è grave per le casse pubbliche che languono: dopo quattro mesi dalla data di entrata in vigore del ddl Delrio (dal nome dell’allora ministro per gli Affari regionali e attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio) sul riordino delle Province, mancano ancora i decreti attuativi per renderlo operativo. “Dovevano essere approvati entro l’8 luglio – spiega il presidente dell’Unione province d’Italia (Upi), Alessandro Pastacci – ma le Regioni non hanno trovato un accordo con il governo. Così hanno posticipato al 5 agosto, senza risolvere un bel niente. Si incontreranno l’11 settembre, speriamo che sia la volta buona”.
RITARDI SU RITARDI. Alla vigilia delle votazioni, indette tra il 28 settembre e il 12 ottobre, per le nomine dei nuovi consigli provinciali secondo la legge 56 (cioè la riforma Delrio), è tutto fermo. Eppure la tabella di marcia verso lo svuotamento degli enti era fissata da tempo. Entro la fine di quest’anno devono scomparire e rinascere sotto nuova sembianza, più snella e, in teoria, meno costosa. In pratica, enti di secondo livello con tre organi: il presidente, carica assunta dal sindaco del capoluogo; l’assemblea dei sindaci, rappresentata dai primi cittadini del circondario; e il consiglio provinciale, costituito da dieci a 16 membri (a seconda degli abitanti) selezionati tra gli amministratori municipali locali. A partire dal primo gennaio 2015, invece, devono nascere le prime città metropolitane: Milano, Roma, Firenze,

venerdì 22 agosto 2014

LEGGE MARZIALE ANTI SPRECHI: UN SOGNO


ESPERTI di economia e la  gente comune che si esprime  sui social network da  qualche settimana stanno  sottolineando un'idea corretta:  senza un grosso shock, senza  quella frustata che si aspettava già negli anni Novanta, qui non ripone  niente. In autunno qualche altro migliaio  di aziende chiuderà i battenti e qualche altra decina di migliaia di lavoratori perderà il posto (e lo stipendio). Si scivolerà tutti insieme verso un Natale molto mesto e  all'insegna della non-spesa. Quindi si affronterà il 2015 più o meno scoraggiati come adesso. Unica  possibilità per evitare questo destino: la frustata sull'economia, che consiste in 30-40 miliardi di  euro da gettare sul piatto per far ripartire il Paese (meglio se come riduzione della pressione fiscale).  Secondo me, occorre anche un insieme di misure esemplari, capaci di far vedere che la musica (il verso come dice Renzi) non è più quella di prima. DI AZIONI esemplari possibili (che comportano anche grossi risparmi) ce ne sono decine. La più clamorosa sarebbe il commissariamento immediato della regione Sicilia. Mi rendo conto che, forse mancano gli strumenti istituzionali. Ma la gente è talmente esasperata che credo approverebbe anche una sorta di occupazione militare dell'isola: si mandano  là mille bersaglieri e si chiude tutto, a casa Crocetta e i suoi inutili  consiglieri (e i 30mila inutili boscaioli). Al posto degli amministratori un bravo colonnello della guardia di Finanza, con pieni poteri. Elezioni sospese per cinque anni.  La stessa cosa si potrebbe fare nei due  comuni più disastrati d’Italia e votati al collasso finanziario e sociale: Roma e Napoli. Si chiude tutto e si nomina qualcuno che  sappia far di conto (se ne abbiamo  ancora, un bravo colonnello della Guardia di finanza andrebbe benissimo anche qui). Ma non si può, direte. Ci sono allora altre strade. A Napoli, Roma, in Sicilia (ma anche in Calabria) si manda una squadra di revisione esasperata che credo approverebbe anche una sorta di occupazione militare dell'isola: si mandano là mille bersaglieri e si chiude tutto, a casa Crocetta e i suoi inutili consiglieri (e i 30mila inutili boscaioli). Al posto degli amministratori un bravo colonnello della guardia di Finanza, con pieni poteri. Elezioni sospese per cinque anni. La stessa cosa si potrebbe fare nei due  comuni più disastrati d’ Italia  e votati al collasso finanziario e sociale: Roma e Napoli. Si chiude tutto e si nomina qualcuno che  sappia far di conto (se ne abbiamo ancora, un bravo colonnello della Guardia di finanza andrebbe benissimo anche qui). Ma non si può, direte. Ci sono allora altre strade. A Napoli, Roma, in Sicilia (ma anche in Calabria) si manda una squadra di revisori dei conti: tempo quindici giorni, poi mandano un bel rapporto alla procura della Repubblica e a quel punto sarà lavoro per i carabinieri. NEL  FRATTEMPO si possono fare altre piccole cose. Leggo che il comune di Roma possiede ben 44  farmacie in perdita (solo gli dei degli inferi sanno

TOGLIATTI, 50 ANNI DALLA MORTE: IL PD DISERTA MA DEDICA LA FESTA DELL’UNITA’ A DE GASPERI.



Giovedì 21 agosto 2014, cimitero del Verano, Roma. Per i 50 anni dalla morte di Palmiro Togliatti si raduna una piccola folla di "compagni" davanti al famedio del Pci, dove il leader storico è sepolto insieme alla sua Nilde Jotti e a tutti i dirigenti storici. Ha organizzato la commemorazione Ugo Sposetti. C'è la figlia di Togliatti, Marisa. C'è perfino il figlio di Vittorio Feltri, Mattia. Arriva come ospite d'onore Andrea Orlando, ministro della Giustizia. Ma è lì a titolo personale e fugge le telecamere di Libero. C'è Emanuele Macaluso, c'è lo scrittore militante Fulvio Abbate che gigioneggia. Ci sono soprattutto molte zanzare. Manca però lo stato maggiore del Pd, che preferisce intitolare le feste dell'Unità ad Alcide De Gasperi e si dimentica completamente del povero Togliatti... Franco Bechis

giovedì 21 agosto 2014

WLADIMIR IL GRANDE: LINEA FERROVIARIA AD ALTA VELOCITA’ ATENE-MOSCA (PER MERCI RUSSE E CINESI)

Si era capito da tempo che Vladimir Putin non e’ una mezza calzetta e che al contrario dei politici nostrani e’ un eccellente stratega che azzecca sempre ogni mossa e gli permette di rimanere a galla nonostante tutti gli attacchi orchestrati dai poteri forti globalisti. E così, mentre i ministri del governo Renzi insistono nella loro fallimentare politica antirussa il leader russo sta mettendo a punto un piano per creare una linea ferroviaria ad alta velocita’ tra Atene e Mosca. Il motivo di tale decisione sta nel fatto che dal 2014 la Cosco Cina, una delle maggiori società di containers del mondo, ha ottenuto in concessione trentennale la maggior parte dei moli commerciali del porto greco del Pireo, il primo del Mediterraneo. In questo modo le navi portacontainers cinesi non saranno più costrette a scaricare in Olanda, nel porto di Rotterdam, ma potranno fare rotta sul Pireo risparmiando una settimana di viaggio e da qui nasce l’idea di realizzare un progetto di alta velocità Mosca-Atene anche al fine di bypassare il Bosforo. Putin da tempo aveva in mente di realizzare un collegamento ferroviario in grande stile che da Atene salisse a nord in Macedonia a Salonicco per giungere la Russia ma l’asse che aveva saldato con l’ex premier conservatore greco Kostas Karamanlis non era stato sufficiente, anzi era stato bruscamente interrotto. Quest’ultimo infatti era stato al centro di un tentativo di omicidio si dice proprio per l’eccessiva vicinanza a Mosca e a Gazprom. Poi nel 2009 fu fatto dimettere per andare a elezioni anticipate, in seguito vinte dal socialista Giorgios Papandreou, alla vigilia del quasi default ellenico.

martedì 19 agosto 2014

CADAVERI SI MUOVONO DURANTE FUNERALE


In questo video tutta la propaganda islamica. Una messinscena per intenerire le animebelle occidentali.
I ‘cadaveri’ disposti per il funerale, dopo un bombardamento israeliano, si muovono sotto i lenzuoli bianchi.
Loris Vioni tramite Cristina Vioni Pur di dar sfogo al loro millenario odio antisemitico, i filo islamici di tutto il mondo (gli italiani sono in testa alla classifica!) credono che gli asini volano e che i cadaveri si muovono. Mi fanno schifo, loro e il loro odio insensato

I SACRIFICI NON LI DEVONO FARE SOLO GLI ARTIGIANI, MA ANCHE I DIRIGENTI DELLE ASSOCIAZIONI?


Negli ultimi tempi CNA è intervenuta spesso su diversi temi cercando di dimostrare vicinanza, impegno e tutela nei confronti degli artigiani. Va benissimo. Ma ci sono gli artigiani che stanno vivendo un drammatico momento di sacrifici, complice la crisi congiunturale e i concordati di grandi coop rosse. A questi artigiani, molti dei quali associati a CNA, va garantita massima trasparenza, assicurando un equo rapporto economico fra ciò che sono costretti a guadagnare loro stessi e ciò che percepiscono Presidente, dirigenti e responsabili vari della CNA reggiana. Pare infatti che sia difficile conoscere questi dati, benefit vari compresi? Perchè? Cosa c'è da nascondere? E' possibile conoscere correttamente i compensi dei vertici di CNA? Se un dirigente dovesse percepire circa 100.000 euro all'anno (fra fatture emesse dall'Associazione CNA e società ad essa collegate), più auto, cellulare e carta di credito aziendale, sarebbe corretto che si facesse un autoriduzione, altrimenti sarebbe uno scandalo e uno schiaffo nei confronti di tutti quegli artigiani che ogni giorno lottano contro questa crisi che attanaglia le loro aziende e le loro stesse vite.
CNA di Reggio Emilia, non abbia paura della trasparenza, specie in questi momenti durissimi per molti loro associati.  Fabio Filippi, Consigliere Regionale Forza Italia.

L’IMMIGRAZIONE E’ UN’ ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CON LA QUALE IL PD VUOLE LUCRARE E MANGIARE.


Ecco nero su bianco la soluzione del PD sull’immigrazione, e i motivi profondi che hanno portato all’operazione Mare Nostrum. A dimostrazione che questa vicenda non era casuale: AGNONE, IL COMUNE CHE PROMUOVE IL “GENOCIDIO” DEGLI ITALIANI Durante un incontro con Renzi, il candidato sindaco del Pd di Reggio Calabria: “I paesi dell’entroterra, soprattutto in provincia di Reggio come nel resto della Regione, sono spopolati, demograficamente tristi, con età media alta e scarso ricambio generazionale. Sono paesi che si desertificano insieme alle loro campagne. In una logica di cooperazione, due fragilità possono costituire una risorsa: la proposta va nella direzione dell’accoglienza diffusa dei migranti in zone che subiscono abbandono da parte della popolazione, così da trasformare l’attuale rete assistenziale e i relativi fondi, dalla debole efficacia, in capitale per lo sviluppo umano del nostro territorio, così che queste persone possano ripopolare i nostri paesi e riavviare attività lavorative all’interno di filiere di economia civile. L’idea è che l’accoglienza possa restituire fertilità e generatività alle nostre terre, essendo queste accoglienti per i migranti. Abbiamo non solo l’occasione di proporre un metodo di accoglienza diverso, più umano, nei confronti dei migranti ma anche di valorizzare quei centri che più degli altri subiscono la crisi e si spopolano e desertificano a causa delle opportunità sempre più ridotte, perdendo la propria identità e la propria storicità. Ci sono tanti e diversi Sud del mondo e, in una certa misura, ci siamo dentro anche noi; poi c’è un Nord del benessere e del domani migliore, almeno così ci illudiamo che sia. Ma per i migranti, no, per loro è necessario approdare sulle nostre coste, per una questione di vita o di morte, questo fa la differenza”.
Una colonizzazione a spese degli italiani, sulla quale i cacicchi del PD in Calabria vogliono lucrare e mangiare. Come loro costume.
Insieme ad ‘accoglienza’ infatti, ricorre sempre la parola ‘fondi’. Fondi senza fondo, come le loro teste vuote e criminali. L’immigrazione è un’arma di distruzione di massa contro i popoli. Quella di massa è un genocidio con altri mezzi. Il Pd è un partito genocida, a questo punto, opporsi al Pd con ogni mezzo è cosa lecita.

LA SOVRANITA’ POPOLARE DEVE ESSERE PIEGATA PER NASCONDERE IL FALLIMENTO DELLE BANCHE TEDESCHE.


“Noi viviamo certo in una democrazia parlamentare, perciò la legge di bilancio è un diritto centrale del parlamento. Comunque troveremo le strade nel quadro esistente della collaborazione parlamentare per far sì che ciò nonostante essa sia conforme al mercato”. Questa frase, di una gravità assoluta, è stata pronunciata a settembre del 2011 da Angela Merkel in riferimento alla legge di bilancio tedesca.
In tre righe essa dimostra il totale spregio per il parlamento, la democrazia e la sovranità popolare, perché il succo del suo discorso è il seguente: “ qualsiasi cosa il parlamento, espressione della sovranità popolare, dovesse decidere, noi faremo in modo che esso venga piegato alle esigenze del mercato”.
Il mercato per Angela Merkel è la tutela del sistema bancario tedesco, uno dei più inefficienti e strutturalmente fragili del mondo, e delle poche multinazionali eredità della ex repubblica federale. La maggior parte delle banche tedesche, difatti, è infarcita di titoli tossici di cui sono state artefici nella creazione e nella distribuzione a livello mondiale. Proprio per salvare le banche tedesche, la Grecia è stata letteralmente massacrata: l’uscita dall’euro o il default totale avrebbe significato ingentissime perdite per il sistema finanziario teutonico, per cui molto meglio massacrare i cittadini greci, piuttosto che veder fallire qualche banca.

sabato 16 agosto 2014

PILLOLE di Vincenzo Galassini BERLUSCONI: UN MITO, ELEZIONI REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ferragosto in collina, aria ventilata e fresca in questa strana estate, penso al mitico Silvio Berlusconi, non ne sbaglia una, come iscritto e consigliere provinciale di Ravenna di Forza Italia, nonostante il grave momento economico, mi sento appagato, perché se tutti lo ascoltavano la situazione politica italiana sarebbe stato completamente diversa. Abbiamo perso l’elezioni  per 120mila voti mancanti.
Lasciamo lavorare Berlusconi, come sostengo da sempre, ma una riflessione. A novembre voteremo per il rinnovo del consiglio Regionale dopo le dimissioni di Errani, dovute allo scandalo Terre Emerse denunciato del consigliere Filippi Fabio di Reggio Emilia, nel  completo silenzio di Forza Italia regionale. Sono  scontento dell’opposizione svolta in cinque anni dal Pdl-Forza Italia, non siamo esistiti, non abbiamo mai fatto sentire la nostra voce, sembravamo alle dipendenze di Errani, salvo qualche caso di consigliere, in proprio ma non come gruppo consiliare, non ci siamo mostrati all’altezza del compito, senza considerare alcune disavventure dei consiglieri e dello stesso gruppo consigliare. La carenza  di una forte opposizione alla caduta di Errani emerge oggi ancora di più quando il coordinatore regionale afferma: Conscio che la vittoria nella rossa Emilia è quasi un sogno ……se portiamo a casa la Riforma del Senato, arrivando secondi in Emilia Romagna possiamo mandare a Roma un senatore”.
Un’affermazione che fa “spaventare”, si parte col piede sbagliato. Io credo che in Regione Emilia-Romagna abbiamo gli uomini, fedeli da sempre a Forza Italia che hanno grinta, credano nella vittoria, stimolino i cittadini, i simpatizzanti a far votare  Forza Italia per riscattare la sudditanza di settanta anni di sinistra.  Bisogna crederci, non possiamo partire perdenti, è necessario certamente cambiare e rinnovare la squadra regionale che ha dato l’impressione di non essere motivata.
Correre per arrivare secondi non mi stimola, non mi affascina, non mi fa piacere, allontana gli elettori, forse capisco perché in cinque anni non siamo esistiti regionalmente, non è la mia idea, mi adeguerò se Berlusconi deciderà così, ma non possiamo essere assenti e ripetere la brutta esperienza passata, sono contrario ad essere perdente, non è nella logica dei forzisti.
Presidente Berlusconi ascolti un fedele militante dal ‘94 . Vincenzo Galassini Consigliere Provinciale Forza Italia Ravenna

giovedì 14 agosto 2014

IL CALO DELLO SPREAD E’ DOVUTO AI TRUCCHI SPECULATIVI DI MARIO DRAGHI ALLA BCE: QUINDI ARIA FRITTA

Revoca degli ultimi scampoli di sovranità nazionale e trasferimento di tutti i poteri a Bruxelles. Lo “propone” Mario Draghi, cioè l’uomo costantemente citato come il peggior banchiere centrale del mondo, il peggiore della storia, scrive Paolo Barnard. «Ci si chieda: perché l’Italia della metà degli anni ’90 – che non faceva la riforme di Draghi, che non strisciava supina di fronte a Bruxelles, che usava la spesa pubblica molto ma molto più di oggi… perché veniva definita da “Standard & Poor’s” come “economia leader d’Europa”? Allora Mario, che ci rispondi? Avevamo l’Eurozona allora? No. Avevamo invece il triplo della spesa pubblica di oggi, che come i veri economisti sanno è l’attivo di tutto il settore privato di cittadini e aziende. Oggi la folle dittatura delle Austerità ha stroncato la spesa pubblica, e stroncati affondiamo. Tutto qui».

«Se metti in acqua diciotto barche con buchi sotto la chiglia e queste iniziano ad affondare», scrive Barnard nel suo blog, «mi sembra ridicolo che tutti puntino lo sguardo su quella che affonda più in fretta», l’Italia, «piuttosto che considerare il fatto che sono state tutte costruite da incompetenti», e quindi «è il cantiere cialtrone che va chiuso». Tradotto: «Mario Draghi regge il cantiere Eurozona dove tutti, e tutto, sta affondando, ma gli viene comodo imbrogliare i media e il pubblico puntando il dito sulla barca Italia che affonda un po’ più delle altre». La crescita dell’Eurozona, dopo 14 anni di grandi promesse, è letteralmente pietosa, «non riesce mai a superare quel triste zero virgola», mentre ad esempio la Gran Bretagna «cresce come basilico al sole». La deflazione europea è fuori controllo, «cioè i prezzi crollano di minuto in minuto perché non c’è domanda, e tutti i gran proclami di Draghi per frenare questa valanga sono stati accolti dai mercati e dai consumatori come ridicolaggini, fra l’altro disoneste perché tutte tese solo a favorire speculazioni finanziarie».

RENZI PUO’ TAGLIARE 7000 CARROZZONI STATALI MANGISOLDI, LO FARA’?. FORZA ITALIA IN PROVINCIA L’HA SEMPRE RICHIESTO MA NULLA DA FARE


Presentato il piano per passare da 8mila a mille partecipate in un solo anno.
Possibili risparmi derivanti dall’illuminazione stradale.
“Vorrei rassicurare che non spegniamo le luci nelle strade. Si sta lavorando invece su una proposta di investimento tecnologico che consenta risparmi ed efficienza“.
In audizione alla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, il commissario alla Spending review Carlo Cottarelli ha annunciato il rapporto sulle partecipate locali. Rapporto che oggi stesso finirà a Palazzo Chigi, sul tavolo del comitato interministeriale per la revisione della spesa. Nel dossier c’è una proposta di razionalizzazione con l’obiettivo di massima indicato dalla politica di ridurre il numero delle partecipate da 8mila a mille in tre anni. “L’obiettivo – ha spiegato Cottarelli – è ottenere un miglioramento nell’efficienza e risparmi”.
Società, consorzi, enti vari partecipati dagli enti locali. Non sarà certo facile mettere le mani sulle partecipate perché da sempre sono il mezzo usato da Regioni ed enti locali per aggirare le norme fiscali (come il blocco delle assunzioni), alimentare i consensi e pagare dazi al politico di turno. Tanto che delle 8mila partecipate individuate da Cottarelli 1.213 sono vere e proprie scatole vuote. Nelle mani dello Stato ce ne sono appena una cinquantina che, a loro volta, controllano altre 526 di secondo livello. A queste se ne sommano altre 5.258 gestite da Regioni, Province e Comuni e 2.214 “organismi di varia natura”. Totale? 8.048. Ma non finisce qui. Perché, come spiega lo stesso commissario alla Spenging review, “sono certo di più”. Un esempio su tutti: l’Enoteca laziale, un ristorante della Regione Lazio dove gli assessori mangiano gratis e il cui debito è lievitato sopra il milione e mezzo di euro. Ed è proprio questa giungla che Cottarelli vuole disboscare. “A regime il rapporto sulle partecipate locali stima un risparmio di due-tre miliardi - ha spiegato in audizione – anche se è difficile una stima corretta perché non è del tutto conosciuta la dimensione delle inefficienze“.

BRISIGHELLA OMAGGIO AL CICLISTA BRISIGHELLESE ALDO RONCONI: PROSEGUE SINO AL 31 AGOSTO LA MOSTRA CON VIDEO


“La Memoria Storica di Brisighella- I Naldi-Gli Spada”, con l’intento di celebrare il comportamento di un grande concittadino, a due anni dalla scomparsa, ha organizzato una mostra con la proiezione di un video dedicato a uno dei suoi figli più illustri nel campo dello sport, il ciclista Aldo Ronconi, classe 1918, scomparso nel 2012. All’inaugurazione, nella sede della memoria storica loggetta ”Miro Fabbri”, hanno partecipato numerosi cittadini brisighellesi e il figlio Antonio conoscenti del ciclista come Renato Laghi.

mercoledì 13 agosto 2014

DELRIO PRESIDENTE DELLA REGIONE? SE RENZI NON LO VUOLE PIU’, GLI PROCURI QUALCOS’ALTRO


Graziano Delrio, ex consigliere comunale, ex consigliere regionale, ex Sindaco di Reggio Emilia ed ex pupillo di Matteo Renzi, in questi ultimi mesi non compare quasi più insieme al Premier. Incessanti notizie di stampa evidenziano un crescente raffreddamento di rapporti fra i due ex margheritini. Probabilmente aspettative andate deluse. Delrio è bravo: in politica si presenta oggettivamente bene, pacato, riflessivo, accondiscendente e collaborativo specie con chi comanda e ha il potere di decidere sul futuro politico. Governare e amministrare però, è tutt'altra cosa. E noi reggiani Delrio lo conosciamo bene, tanto che nessuno oggi lo rimpiange e lo ricorda per quello che ha fatto per la nostra città.
Nella politica italiana però, esiste un malcostume che andrebbe interrotto: i latini dicevano promoveatur ut amoveatur cioè chi viene bocciato per de-meriti nel fare amministrazione, viene poi promosso a governare qualcos'altro, a decidere quindi comunque sulla testa dei cittadini.
Non vorrei che con questa logica perversa Delrio diventasse governatore dell'Emilia-Romagna; sicuramente meglio lui del romagnolo Errani che tanti danni ha fatto ed ha sempre bistrattato l’Emilia come la Cenerentola della Regione. Se Renzi vuole togliere da Palazzo Chigi il suo ex pupillo, gli procuri qualche altro incarico attraverso i suoi amici imprenditori ed eviti di “regalarci” Delrio a governare la Regione Emilia-Romagna, anche perché questa volta noi di Forza Italia che abbiamo mandato a casa Errani guardando agli interessi dei cittadini e non alla nostra seggiola, questo posto ci aspetta di diritto. Fabio FILIPPI Cons. regionale

80 EURO: “TROPPO FACILE TOGLIENDO SOLDI ALLE REGIONI, AI COMUNI, ALLE PROVINCE”. LUCA ZAIA FA RICORSO ALLA CONSULTA


I bonus Irpef toglie risorse alle Regioni". Il Veneto ricorre alla Corte Costituzionale per le modalità di recupero delle risorse decise dal governo nel decreto per gli 80 euro in busta paga. Lo ha annunciato il governatore Luca Zaia, rilevando che la giunta ha adottato oggi una delibera in tal senso. "Troppo facile fare copertura togliendo soldi a Regioni,comuni e province", ha detto il governatore. "Non abbiamo niente - ha detto - contro chi gli 80 euro li prende, al di là del fatto che vengono lasciati fuori i più bisognosi, i disoccupati e i pensionati. Ma il modo per recuperare le risorse, il 'montepremi' che vale 6 miliardi e 400 milioni di euro, è una farsa: se decidi di fare un finanziamento, lo devi fare con soldi tuoi. E' troppo facile, e c'è il rischio che passi il principio, farlo togliendo soldi alle Regioni e agli enti locali, tanto più con tagli orizzontali, basati sulla spesa storica del 2013. Così si premiano le Regioni più sprecone: se, ad esempio, per i siciliani si tradurrà in una limatura di unghie, a noi taglierebbero un braccio". La protesta - Zaia ha aggiunto: "Così si va a ledere l'autonomia di bilancio delle Regioni, in maniera arbitraria, mettendoci in grande difficoltà" -, si è scelta questa strada di "insinuarsi nella partita attraverso le modalità di finanziamento che riteniamo non corrette, non distinguendo tra Regioni virtuose e non virtuose". "Siamo preoccupati - ha concluso - perché, per questa strada, c'è il timore che si metta mano anche ai fondi per il servizio sanitario. Il Governo i soldi non li ha, ha fatto un provvedimento senza coperture, e vogliamo che sia chiaro.

PREZZI PESCHE


Prezzi applicati alle pesche in un supermercato nelle vicinanze di Lugo , sabato 9 agosto 2014. Agli agricoltori per quelle pesche viene liquidato un prezzo che varia dai 10 a 30 cent. È una vergogna che il consumatore le paghi così tanto. Primo Costa

TROFEO BANDINI: TANTI OSPITI CON RICCIARDO

Assieme al pilota della Red Bull sarà premiato l’ideatore della Mercedes vincente in Formula 1

BRISIGHELLA - Ancora tre settimane d’attesa e gli appassionati della Formula 1 potranno incontrare la stella nascente Daniel Ricciardo, il quale tornerà in Romagna per ritirare il prestigioso “Trofeo Lorenzo Bandini” che, sembra ormai assodato, assicura la buona sorte in Gran premi e Campionati del mondo: chiedere a Nico Rosberg, ultimo di una fila che parte dal 1992 e vede, nel recente passato tra gli altri, anche Vettel, Alonso, Hamilton, Massa, Raikkonen, Button, oltre al fenomenale Schumacher. Quest’anno si torna alle origini come programma della manifestazione, perché si svolgerà interamente Brisighella, nel cuore del borgo medioevale, tra il pomeriggio e la serata di domenica 31 agosto. E se l’australiano, approdato quest’anno alla Red Bull dopo due stagioni nella faentina Toro Rosso, sarà al centro della manifestazione in quanto ritirerà il trofeo in ceramica intitolato a Lorenzo Bandini, compianto driver brisighellese della Ferrari morto in un tremendo incidente sul circuito di Monte Carlo nel 1967, ci saranno altri famosi ospiti a ricevere i prestigiosi premi che fanno da corona a quello riservato ai piloti emergenti. Ancora una volta il Trofeo Bandini, giunto alla 21esima edizione, vedrà accomunate Brisighella, Faenza e Imola, che ritrova un punto di contatto con la Formula 1, allontanata dall’Autodromo delle Acque Minerali per darle spazio in circuiti che, sportivamente parlando, sono da “terzo mondo”. Assieme a Ricciardo verranno quindi premiati Alberto Pirelli (vicepresidente della Pirelli, medaglia della Camera dei Deputati), Aldo Costa (ingegnere ex Minardi Team ed ex Ferrarri al quale la Mercedes deve l’ideazione della monoposto vincente di quest’anno, medaglia d’oro dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna), Filippo Di Mario (fotografo sportivo, lingotto d’oro della Provincia di Ravenna), Franco Bobbiese (giornalista di Mediaset e Telenova, medaglia della Città di Imola), Pasquale Lattuneddu (braccio destro del gran patron della F1 Bernie Ecclestone, medaglia della Città di Faenza), Federica Masolin (giornalista di Sky Sport F1, medaglia d’oro delle Fonderie Morini), Antonio Boselli (giornalista di Sky Sport F1, premio di Banca Mediolanum), Stella Bruno (giornalista di

martedì 12 agosto 2014

E IO PAGO: MONTE PASCHI LE PERDITE SALGONO A 9,5 MILIARDI DAL 2011 – IL TALLONE D’ACHILLE DELLA BANCA SONO I SOLDI PRESTATI CON TROPPA GENEROSITÀ - - - - -

I crediti deteriorati netti ammontano a 22 miliardi e valgono quasi il 17% del totale. Vuol dire che un prestito su sei rischia di non tornare indietro, mentre la media delle prime 5 banche italiane è ferma al 10%. Sorgenia è un caso emblematico: degli 1,8 miliardi prestati dalle banche, ben 600 milioni venivano da Mps...

Con i conti del semestre 2014 il Monte dei Paschi, inanella un altro rosso nella sua lunga stagione di perdite. I 353 milioni di passivo di giugno di quest’anno, portano la banca di Siena a cumulare perdite per la bellezza di 9,5 miliardi dal 2011. Ben tre anni e mezzo di sofferenza. In fondo quei 9,5 miliardi di buco sono poco meno del folle costo di acquisizione della Antonveneta pagata in contanti dal prode Mussari per oltre 10 miliardi. Ma se il tonfo della banca è attribuibile in parte cospicua alla sciagurata operazione, i guai di Mps non sono tutti lì. Tra i big italiani del credito la banca gestita dall’ ex duo Mussari-Vigni, è quella che ha il carico più elevato di perdite sui crediti che non accennano a smaltirsi. Anche  i conti della prima parte del 2014 dicono che le svalutazioni sui prestiti si mangiano ben oltre il 60% dei margini della banca. Un dato elevatissimo. Basti pensare che la media delle prime 5 banche italiane aveva a fine 2013 perdite su crediti che valevano il 51% dei ricavi. Ebbene Mps è oltre dieci punti sopra la media. C’è qualcosa che non va e che non è andato nell’erogazione dei prestiti. Tuttora i crediti deteriorati netti sono di ben 22 miliardi e valgono quasi il 17% del totale del portafoglio impieghi alla clientela.