giovedì 29 settembre 2016

giovedì 22 settembre 2016

martedì 20 settembre 2016

RENZI (A PAROLE) LANCIA LA CAMPAGNA D’AFRICA


NUOVO GIORNALE


MERCOLEDI LA CONSEGNA DEFIBRILLATORI, DONO FONDAZIONE CASSA RISPARMIO DI RAVENNA, PER IL PRONTO INTERVENTO PRESSO LE FILIALI DI BRISIGHELLA E FOGNANO



Piazza Carducci a Brisighella Cassa Risparmio Ravenna


Fognano Cassa risparmio Ravenna
Il centro storico di Brisighella e la frazione più popolata di Fognano avranno a disposizione l’utilizzo di un defribillatore collocato in modo tale che sia facilmente e rapidamente raggiungibile in caso di necessità. Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna saranno collocati presso le sedi delle filiali di Cassa di Risparmio di Brisighella e Fognano. 
 Il Comune di Brisighella, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, ha avuto la possibilità di acquistare due defibrillatori che verranno installati in postazioni di pronto utilizzo. Le postazioni sono state individuate proprio presso gli accessi della Cassa di Risparmio di Ravenna F.le di Brisighella e F.le di Fognano, rispettivamente in v. Baccarini e Piazza Garibaldi. Vista l’importanza che riveste per tutta la Comunità brisighellese, questa disponibilità sarà pubblicizzata tramite una cerimonia di consegna dei defibrillatori in programma per mercoledì 21 settembre alle ore 10 presso la Sede della F.le di Brisighella della Cassa di Risparmio di Ravenna in V.Baccarini. Il progetto nato dalla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, della Cassa di Risparmio di Ravenna, del Settore Servizi alla Persona e Risorse Locali del Comune di Brisighella ha la peculiarità di rendere facilmente e rapidamente raggiungibili i defibrillatori da chiunque sia in grado di utilizzarli, riducendo ampiamente i tempi e quindi, con la defibrillazione precoce, il danno.






lunedì 19 settembre 2016

MORTO CIAMPI, L’UOMO CHE E INGUAIO’ IL PAESE


Ciampi ha fatto parte di quel gruppo di tecnici e politici che l'Italia la disfò, inseguendo la chimera europeista. È stato lui infatti, insieme a Prodi, a gestire l'entrata dell'Italia nell'Euro accettando condizioni da strozzini sul cambio Lira-Euro imposte dalla Germania
Alessandro Sallusti - Carlo Azeglio Ciampi è morto ieri all'età di 95 anni. Tra gli anni Ottanta e Duemila è stato praticamente tutto: Governatore della Banca d'Italia, presidente del Consiglio, ministro del Tesoro con Prodi e, fino al 2006, presidente della Repubblica, eletto alla prima votazione, su proposta di D'Alema, anche con i voti del centrodestra. Non ha mai avuto tessere di partito, pur essendo uomo di sinistra. Dal Quirinale ha sdoganato il tricolore, l'inno di Mameli e la parola «Patria» che fino ad allora erano considerati simboli della destra e non di tutta la nazione. Ma non è questo il principale, se pur meritevole, motivo per cui sarà ricordato. Ciampi, pur non essendo stato un costituente, appartiene alla generazione dei Padri della Patria. Cioè a quegli uomini che l'Italia repubblicana l'hanno fatta e portata ad essere l'ottava potenza mondiale. Ma, parlandone da vivo, ha fatto parte anche di quel gruppo di tecnici e politici che l'Italia la disfò, inseguendo la chimera europeista. È stato lui infatti, insieme a Prodi, a gestire l'entrata dell'Italia nell'Euro accettando condizioni da strozzini sul cambio Lira-Euro imposte dalla Germania. Fu quello infatti l'inizio di tutti i problemi che, a distanza di sedici anni, ancora ci troviamo a scontare. Non si è mai pentito, Carlo Azeglio Ciampi, di quella sciagurata scelta. Sbagliò visione e previsione. Da scienziato dell'economia si fece prendere la mano dalla politica, che poco masticava, e dall'ambizione di continuare a stare seduto al tavolo dei potenti sia pubblicamente che, privatamente, in maniera riservata e personale. Forse Ciampi credeva, come molti suoi coscritti, che l'interesse e le ambizioni dello Stato coincidono sempre con quelli dei cittadini. Una visione elitaria e tecnicistica della politica che ha provocato solo disastri. È un fatto che dal giorno in cui Ciampi e Prodi misero la firma che ci faceva entrare nell'Euro a quelle condizioni, l'Italia ha smesso di crescere e non si è più ripresa. La sua presidenza della Repubblica fu tutto sommato scialba, rivalutazione della Patria a parte. Non amò i governi Berlusconi e fece qualche sgambetto al centrodestra. Ma se pensiamo che prima di lui c'era Oscar Luigi Scalfaro e dopo di lui venne Giorgio Napolitano, possiamo parlare di un raggio di sole al Quirinale. E di questo lo ringraziamo.

PARISI DA’ LO SFRATTO A RENZI: “SE VINCE IL NO, CENTRODESTRA PRONTO A GOVERNARE” .


Il manager chiude la due giorni al Megawatt con un appello al centrodestra: "Ripartire uniti". E su Renzi: "Con lui rischiamo la morte del Paese"
"Non c'è il pericolo di un colpo di stato - ha detto nel discorso conclusivo della sua convention - ma della morte del paese che è molto più grave". "Sono stati due giorni densi ed essere così tanti ad ascoltare relazioni così intense e piene di contenuto è importante - fa il punto Parisi al termine dei lavori - ci sono state riflessioni e non slogan. Noi siamo liberi e pensiamo che tutti possano parlare non abbiamo paura di parlare con chi la pensa diversamente da noi, dobbiamo arricchirci". Il messaggio che viene lanciato da Milano è d'apertura a tutte le anime di centrodestra. Soltanto uniti, infatti, è possibile dare il benservito a Renzi e cacciarlo da Palazzo Chigi. La prima occasione per farlo è il referendum sulle riforme costituzionali. "Molti dei miei colleghi di Confindustria votano 'no' perché hanno paura che dopo ci sia il caos - spiega Mister Chili - cosa che non sarà perché ci sarà una forza politica, il centrodestra, che sostituirà Renzi al governo. Siamo pronti se siamo uniti". Che l'Italia sia in stallo per colpa di Renzi, lo dicono anche i principali indicatori economici. Per Parisi, infatti, il premier "non riesce nemmeno a fare l'aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena perché i mercati aspettano il referendum, perché lui ha detto che se vince il no ci sarà il caos". In questo modo, è l'analisi del manager, "mette a rischio una delle più grandi banche del Paese per fare campagna elettorale per se stesso". A Bruxelles non sta certo facendo meglio. E lo strappo al vertice di Bratislava ne è la prova. Per Parisi l'atteggiamento dell'Italia in Europa è debole. "Fino a ieri c'era Ventotene - tuona al Megawatt - ieri è saltato tutto perché abbiamo sbagliato tutto. Come si costruisce il futuro dell'Europa se non guardiamo oltre le prossime elezioni?". Quel che è certo per Mister Chili è che, andando avanti così, "continueremo a fallire e non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo guardare a trent'anni per una strategia di lungo periodo".


MERCOLEDI LA CONSEGNA DEFIBRILLATORI, DONO FONDAZIONE CASSA RISPARMIO DI RAVENNA, PER IL PRONTO INTERVENTO PRESSO LE FILIALI DI BRISIGHELLA E FOGNANO




Piazza Carducci a Brisighella Cassa Risparmio Ravenna

Fognano Cassa risparmio Ravenna
Il centro storico di Brisighella e la frazione più popolata di Fognano avranno a disposizione l’utilizzo di un defribillatore collocato in modo tale che sia facilmente e rapidamente raggiungibile in caso di necessità. Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna saranno collocati presso le sedi delle filiali di Cassa di Risparmio di Brisighella e Fognano. 
 Il Comune di Brisighella, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, ha avuto la possibilità di acquistare due defibrillatori che verranno installati in postazioni di pronto utilizzo. Le postazioni sono state individuate proprio presso gli accessi della Cassa di Risparmio di Ravenna F.le di Brisighella e F.le di Fognano, rispettivamente in v. Baccarini e Piazza Garibaldi. Vista l’importanza che riveste per tutta la Comunità brisighellese, questa disponibilità sarà pubblicizzata tramite una cerimonia di consegna dei defibrillatori in programma per mercoledì 21 settembre alle ore 10 presso la Sede della F.le di Brisighella della Cassa di Risparmio di Ravenna in V.Baccarini. Il progetto nato dalla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, della Cassa di Risparmio di Ravenna, del Settore Servizi alla Persona e Risorse Locali del Comune di Brisighella ha la peculiarità di rendere facilmente e rapidamente raggiungibili i defibrillatori da chiunque sia in grado di utilizzarli, riducendo ampiamente i tempi e quindi, con la defibrillazione precoce, il danno.





sabato 17 settembre 2016

I COMUNI E LE SCUOLE RICORDINO ORIANA FALLACI


“Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere” (Oriana Fallaci)
Rodolfo Ridolfi - Sono passati 11  anni dalla scomparsa di Oriana Fallaci ed in tutti questi anni la sua visione, la sua verità, la sua intransigenza ed il suo insegnamento profetico sono stati ricordati e rimpianti da un numero sempre maggiore di persone anche molte di quelle che con pregiudizio non l'amavano. Da tempo sostengo come sia giunto il momento che la politica, le istituzioni, soprattutto quelle scolastiche e culturali, promuovano momenti di riflessione,di celebrazione della memoria e delle profetiche testimonianze civili e politiche di respiro mondiale che Oriana Fallaci ci ha lasciato nei suoi scritti. Ricordare Oriana Fallaci per il suo contributo culturale e storico, e per il suo coraggioso impegno nell’affermare la necessità di tutelare la nostra civiltà cristiana ed occidentale può farci recuperare, se ancora siamo in tempo, il tempo perduto. Intitoliamole strade, vie e Piazze e soprattutto scuole in tutto il Paese Oggi le condizioni dello scontro fra Islam ed Occidente hanno raggiunto livelli impensabili, la drammatica quotidiana  attualità del terrore registra  cristiani  perseguitati in maniera sistematica, l'occidente devastato in una escalation di furia terroristica che non risparmia nessuno e nessun Paese è ora di ascoltare il monito di Oriana: “Sveglia, Occidente,sveglia! Siamo in Guerra…”
 Io come ho sempre fatto anche quando andavano di moda le bandiere della pace che oggi evidentemente i catto-comunisti hanno riposto in naftalina, voglio aggiungere il mio omaggio ad Oriana, alla sua figura di donna, giornalista e scrittrice perché sto dalla parte di coloro che si sentono “ orfani”. Ho avuto il privilegio di conoscere Oriana, toscana purosangue, con la sua forte personalità e i suoi modi spicci, nel corso di una campagna elettorale a Firenze alla fine degli anni 70 quando fu candidata al Senato della Repubblica nel collegio di Greve in Chianti, per il PSI e conservo gelosamente una lettera che mi inviò, quando ero Sindaco di Marradi, lettera che accompagnava una copia del suo libro Insciallah, 1990, super premio Bancarella con la preghiera che Oriana mi rivolgeva di ringraziare mio

MALASCUOLA

La scuola riparte, ma restando ferma. Fra i banchi si specchia un’Italia in cui convivono qualità e sciatteria, con la colpa di non distinguere l’una dall’altra. La pretesa del tutto uguale uccide il valore del merito, esaltando il disvalore del rassegnato galleggiare. Ci riguarda tutti, più di quello che siamo disposti ad ammettere. La politica e l’informazione si occupano di scuola quando ballano gli interessi di chi ci lavora, disinteressandosi di quelli di chi ci studia. Il massimo del degrado lo si raggiunge all’università, con un sistema non selettivo che genera abbandoni e poche lauree. Non si fugge dalla difficoltà, ma dall’inutilità. Nel pieno di una grave e lunga crisi economica, accompagnata dall’incapacità di tagliare la spesa pubblica improduttiva e, conseguentemente, alleggerire il giogo fiscale, puntare sulla qualità della formazione sarebbe il minimo per non rassegnarsi al declino. Da cui, invece, si sembra affascinati. Chiamiamo “investimenti” nell’istruzione l’aumento della spesa per gli stipendi, continuando a rifiutarsi di usare la misurazione dei risultati quale unico metro per indirizzare soldi e studenti. L’accademia del burocrate autoreferente. Inventiamo “diritti” come quello di portare un panino da casa, senza avvertire l’orrore di bambini e ragazzi che vivono assieme e si separano per nutrirsi, impoverendo tutti in un solo colpo. Eppure la spesa per evitare questo scempio sarebbe modesta, se solo non ci si occupasse esclusivamente di personale docente e non docente. Fra questi ce ne sono di bravi e bravissimi, come di parassiti semianalfabeti che stanno lì (quando ci stanno) solo per la paga. Li trattiamo tutti allo stesso modo, nel timore che premiare i meritevoli sia un metodo capace di tracimare in tutti i campi. Colpa della politica? Certo, ma colpa anche nostra. Questo mesto spettacolo

DELITTI E FURTI IN FORTE CALO A RAVENNA NEI PRIMI OTTO MESI DELL’ANNO. I DATI FORNITI DALLA QUESTURA

Meno 29% di delitti nel 2016 rispetto al 2014; meno 40% se parliamo dei soli furti nelle abitazioni - Le forze dell'ordine chiedono ai cittadini di avere fiducia e di collaborare alla lotta contro la micro criminalità chiamando il 112 per segnalare tutte le emergenze
A Ravenna ci sono meno delitti. Quanto alle pene, quelle forse restano. Ma le forze dell'ordine ce la stanno mettendo tutta per combattere la micro-criminalità. Questo è emerso nella conferenza stampa di stamattina convocata dal Questore Russo per illustrare i dati complessivi dei delitti registrati in provincia di Ravenna negli ultimi otto mesi, da gennaio ad agosto, comparati con l’andamento dei due anni precedenti il 2014 e il 2015. E il primo fatto che emerge è proprio questo: contrariamente alla percezione diffusa fra i cittadini, i dati parlano di un calo drastico della micro-criminalità e dei delitti: meno 26% nei primi otto mesi del 2016 rispetto al 2015 e meno 29% rispetto al 2014, anno nero per quanto riguarda il tasso di delittuosità in provinvia.
Se poi passiamo ai soli furti, che rappresentano la quota più cospicua dei delitti riscontrati, qui il calo registrato è confermato: sempre meno 29% in due anni.
Ma vediamo i dati più in dettaglio.
Per il totale dei delitti registrati da gennaio ad agosto, in tutta la provincia di Ravenna, si passa dai 19.173 casi del 2014 ai 18.334 del 2015 (-4,3% sull'anno precedente) per arrivare ai 13.581 casi registrati quest'anno: meno 25,9% sul 2015 e meno 29,1% sul 2014. I picchi per quanto riguarda il tasso di delittuosità si registrano sempre in estate e il punto più alto è sempre il mese di luglio. Anche nel mese di luglio si registra un calo nel 2016 sul 2015 e sul 2014, come si evince dalle slide 1 e 2 fornite dalla Questura.

TURISMO. ECCO IL CDA DELLA NUOVA SOCIETA’ IF. I CONSIGLIERI FAENTINI SONO GIORGIO ERBACCI (Agenzia viaggi) CANZIO CAMUFFO (Faenza Spurghi Srl) e GIORGIO SAGRINI (ex sindaco Casola Valsenio,Tesoriere Pd Emilia-Romagna, consiglio amministrazione Con Ami)


L’Assemblea dei Soci di IF ha nominato oggi il nuovo Consiglio d’Amministrazione della società, che sarà composto da: Canzio Camuffo, Giorgio Sagrini e Giorgio Erbacci in rappresentanza del territorio faentino, Augusto Machirelli, Federico Guidi, Gianfranco Montanari e Franco Tonelli in rappresentanza del territorio imolese. L’Assemblea ha inoltre approvato il Progetto di sviluppo turistico 2016-2017 per un territorio che conta 332 strutture ricettive, per un totale di 6.500 posti letto e che nel 2015 ha registrato oltre 500.000 presenze, il 33% delle quali straniere. Questi i cinque assi strategici che caratterizzano l’attività della società: Motori (Motor Valley), Natura e sport (Appennino e verde), Benessere (Wellness Valley), Arte e Cultura (Città d’Arte) ed Enogastronomia (Food Valley). L’esperienza precedente delle due società –partecipate- sono state un disastro sotto tutti gli aspetti economico e turistico, ora si tenta con nuove figure forse esperte. Auguriamo buon lavoro per il bene della comunità faentina, i privati nella precedente gestione non contano nulla anche se hanno il 51%, sono scomparse le Terme di Riolo.
L’Assemblea ha inoltre approvato il Progetto di sviluppo turistico 2016-2017 per un territorio che conta 332 strutture ricettive, per un totale di 6.500 posti letto e che nel 2015 ha registrato oltre 500mila presenze, il 33% delle quali straniere. Questi i cinque assi strategici che caratterizzano l’attività della società: Motori (Motor Valley), Natura e sport (Appennino e verde), Benessere (Wellness Valley), Arte e Cultura (Città d’Arte) ed Enogastronomia (Food Valley).

If: un progetto di sviluppo in 5 punti: Tra i progetti in corso, va evidenziato in particolare la prossima realizzazione dell’Hub Turistico all’interno dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, che diventerà una

 

giovedì 15 settembre 2016

FINALMENTE A SCUOLA SI POSSONO CONSUMARE I PASTI PORTATI DA CASA. CONTRO L’AUMENTO DEI COSTI E CONTRARI ALLA MENSA MASSIFICATA E I MENU’ PROPOSTI!


Class action Un giudice aveva autorizzato l'azione legale di 58 famiglie che chiedevano di concedere ai loro figli la possibilità, finora negata, di consumare a scuola pasti portati da casa . La decisione arriva da Torino. Qualcuno nella Torino post industriale lo chiama ancora il baracchino, come il pasto operaio del tempo che fu. A Milano è la schiscotta. Per i soldati e per sempre è la gavetta. Cibo cucinato a casa e portato al lavoro, fra i banchi, in trincea. Magari anche solo un panino, ma capace di scatenare la guerra. Da ieri è tregua: consumarlo a scuola è un diritto di tutti. Al Miur l'idea non piaceva, e in- fatti aveva presentato reclamo contro la decisione di un giudice che autorizzava 58 famiglie a non mandare i figli in mensa, o meglio a mandarceli ma con il pasto preparato dalla mamma. Secondo i giudici del Tribunale di Torino quel reclamo è infondato e anche anti costituzionale. L'ordinanza cita espressamente l'art. 34 sul diritto allo studio .- LA MOTIVAZIONE «Il pranzo è un momento formativo: nessun bambino può essere discriminato» inteso come obbligatorio e gratuito per almeno 8 anni -scuola materna-elementare-: subordinarlo a servizi a pagamento, come appunta la mensa, «viola il dettato costituzionale». Insomma, la guerra del panino approda a. questa conclusione: chi lo desidera può andare a magiare a casa e tornare, nel pomeriggio, ma chi sceglie il tempo pieno ha il diritto di partecipare al «tempo mensa e post mensa» anche senza pagare per la medesima. Per i giudici, l'unica scelta ragionevole per costoro è portarsi il cibo da casa e consumarlo con gli altri nello stesso refettorio, anche se «può essere opportuna stabilire regole di coesistenza». Le scuole dovranno fare in fretta a organizzarsi perché Ordinanza è subito attiva. Un'ordinanza del tribunale di Torino ha ribadito che la Costituzione garantisce la libertà di scelta dei pasti l’effetto panino è destinato a propagarsi in tutta Italia, soprattutto nelle città dove infuria il caro-mensa come a Ravenna o nei comuni medi (Faenza- Lugo9 e i piccoli della collina ravennate come Brisighella,Riolo Terme. La sentenza dice chiaramente che trattandosi di momento formativo, i bambini non possono essere discriminati e isolati dai compagni. L'assistenza deve essere gratuita e fornita dal corpo docente e iniziale di mandare a scuola il figlio con un pasto preparato a casa anziché avvalersi del servizio comunale. IL MIUR si è sempre opposto a questa possibilità perché sorvegliare i ragazzi che non mangiano in mensa e garantire le condizioni igienico sanitarie del pasto non sarebbe così semplice. A quel punto i genitori, esasperati dall'aumento dei costi e contrari alla mensa massificata, hanno deciso di far valere le proprie ragioni in tribunale. Inizialmente la risposta era stata no, poi la Corte d'Appello aveva ribaltato il giudizio. Ora arriva la scelta che estende a tutti.
            Vedremo se questa tesi sarà utilizzata, in Emilia Romagna il prezzo più alto (6,22 euro contro una tariffa media nazionale di 5,46 euro), nella  provincia di Ravenna per i genitori un risparmio nel costo giornaliero del pasto per i figli, un aiuto contro la crisi economica delle famiglie e la scelta di un menù che soddisfa le esigenze dei genitori. Vincenzo Galassini Forza Italia Ravenna

OBAMA STAI SERENO, O SARA’ UN BOOMERANG


APRILE 2016, esattamente due mesi fa prima del referendum sulla Brexit, il presidente degli Stati Uniti Obama vola in Gran Bretagna esi getta apertamente nell'agone referendario: «L Unione europea non sminuisce l'influenza britannica, ma l'amplifica». E via di questo passo: appoggio deciso ai supporter del no-Brexit. Al pari di Obama, dalle vecchie colonie oltre Atlantico erano piovuti consigli, spinte, minacce agli inglesi nel caso avessero lasciato la Ue. Banche d'affari giuravano che avrebbero detto bye bye a Londra, ci fu persino una di loro che linciò nell'intranet aziendale la canzone dei Clash «Should I stay or should I go», per spingere ovviamente sulla prima parte della strofa: dovrei restare. Insomma, l amico americano non si era tirato indietro. Come sia finita, poi si è visto. La gravosa macchina da guerra per il «remain» è affondata nell'Atlantico. ORA ci risiamo. ambasciatore Usa minaccia di tagliare gli investimenti a stelle e strisce in Italia in caso di vittoria del No. E questo dopo che i giornali economici internazionali hanno definito il referendum sulla riforma costituzionale più importante della Brexit per la stabilità europea. Sicuramente l’Italia è un osservato speciale, il cammino delle riforme che sta cercando di rimettere in piedi il Paese è lento, faticoso, incerto, ma proprio per questo ci vuole sangue freddo e rispetto per la maturità degli italiani. La drammatizzazione dell'esito del referendum - soprattutto se arriva dall’ estero - ma fa bene soprattutto a chi sta con il Sì in piena libertà di coscienza. Dipingere il referendum come fosse l’ora delle decisioni irrevocabili rischia di trasformare l'endorsment in un doloroso boomerang. Stay calmo e lasciaci votare, America.

mercoledì 14 settembre 2016

BERLUSCONI TRA LA FREDEZZA E DOPPIO BINARIO


Adalberto Signore - Davanti alle due grandi incognite del referendum costituzionale e - soprattutto - della legge elettorale, Silvio Berlusconi decide per la strategia del doppio binario. E proprio a tre giorni dalla convention organizzata da Stefano Parisi per rilanciare «l'area moderata alternativa al centrosinistra», mette nero su bianco l'intenzione di «tenere entro la metà di ottobre una conferenza programmatica nazionale di Forza Italia». Insomma, se da una parte l'ex premier ha deciso di sostenere in prima persona il progetto del candidato sindaco di Milano (provocando peraltro più di un malumore tra i big azzurri), dall'altra non vuole che passi il messaggio di una Forza Italia in via di dismissione. Al punto che - proprio nel giorno il cui dal Corriere della Sera arriva a Parisi l'endorsement come «possibile ricostruttore dei conservatori italiani» - fa sapere che il partito è vivo e vegeto e che la prossima settimana si terrà un ufficio di presidenza con all'ordine del giorno la campagna del tesseramento e la convocazione dei congressi comunali e provinciali.
Berlusconi, insomma, sceglie di giocare su due tavoli. Certo, il fatto che ieri ad Arcore ci fossero i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani e che domenica avesse avuto un lungo faccia a faccia con Giovanni Toti - tutti fieramente contrari alla svolta parisiana -, deve aver avuto un peso sulla scelta di annunciare la convention azzurra di ottobre. Detto questo, il timing voluto dall'ex premier parla da solo e, forse, avvalora l'ipotesi di un certo freddo con un Parisi che nelle ultime settimane si sarebbe mosso in maniera troppo autonoma. Già solo spostare l'annuncio delle assise di Forza Italia a lunedì prossimo - cioè dopo la chiusura della due giorni che Mister Chili terrà tra venerdì e sabato a Milano - avrebbe contribuito a smussare gli angoli. Cosa che, certamente non per caso, non è invece avvenuta.
D'altra parte, per l'ex premier la strategia dello stop and go non è certo una novità. Anzi, soprattutto in politica Berlusconi ha giocato le sue partite sempre su più tavoli e senza mai chiudersi alle spalle alcuna porta. Questo vale ancor di più oggi. Perché c'è l'incognita del referendum costituzionale - il cui risultato è per ora imprevedibile -, ma soprattutto perché non si sa se davvero verrà rimessa mano all'Italicum. E il sistema di voto con cui si correrà alle prossime politiche non è un dettaglio.
Anche per questo Berlusconi tiene in piedi i due scenari: quello di un Parisi che guarda a recuperare il voto moderato al centro e quello di una Forza Italia che magari non presenta volti nuovi ma che ha un rapporto solido con la Lega e la destra di Fratelli d'Italia.

LA “BUONA SCUOLA” DI RENZI: CASTELBOLOGNESE ZONA SISMICA ‘MIGLIORATA’ MA ‘NON ADEGUATA SISMICAMENTE’


IN ARRIVO UNA PIOGGIA DI MILIONI PER LO SVILUPPO RURALE DEI COMUNI MONTANI


Al Gal L'Altra Romagna sono stati assegnati 9.837.944 euro per lo sviluppo rurale di 25 Comuni montani della Romagna. 5 i Comuni interessati nella Provincia di Ravenna. La Regione Emilia Romagna ha approvato la graduatoria delle Strategie di Sviluppo Locale Leader 2014-2020 presentate dai GAL, con assegnazione definitiva delle risorse finanziarie previste per l'attuazione delle relative Strategie riguardanti i rispettivi territori rurali di competenza. Per la Provincia di Ravenna, i territori rurali di competenza del Gal L'Altra Romagna sono Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese (parzialmente), Riolo Terme e Faenza (parzialmente). Con determinazione numero 13080, il Servizio Programmazione e Sviluppo locale integrato Direzione generale agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna, ha approvato la graduatoria delle Strategie di Sviluppo Locale Leader 2014-2020 presentate dai GAL con relativa assegnazione definitiva delle risorse finanziarie per il settennio di programmazione 2014-2020. Al Gal L'Altra Romagna sono stati assegnati 9.837.944 euro (su un totale di 60.000.000 euro stabiliti complessivamente per i 6 Gal della Regione Emilia Romagna) finalizzati agli interventi realizzabili all'interno della Misura 19 - Strategia di Sviluppo Locale Leader del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Con tale provvedimento, si è conclusa la fase di negoziazione, ultimo step propedeutico alla selezione dei Gal, che ha visto la valutazione definitiva dei singoli Piani di Azione e dei singoli piani finanziari presentati. L'ammontare delle risorse finanziare dovrà essere distribuito nell'arco dei 7 anni di programmazione. L'Altra Romagna ha presentato un Piano di Azione Locale dal titolo "L'Altra Romagna:Imprese/turismo/ambiente - una smart land per il 2020" al cui interno sono riportate tutte le misure e le azioni previste, rientranti all'interno degli ambiti tematici individuati in seguito al profondo ascolto del territorio attraverso i numerosi incontri con le varie cittadinanze locali.
Gli ambiti tematici di intervento individuati da L'Altra Romagna sono sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali come ambito tematico prioritario; turismo sostenibile come ambito tematico secondario ma strettamente correlato a quello prioritario esposto al primo punto; e cura e tutela del paesaggio, dell'uso del suolo e della biodiversità animale e vegetale come ambito tematico secondario ma strettamente correlato a quello prioritario esposto al primo punto Nei prossimi mesi il personale tecnico del Gal L'Altra Romagna sarà impegnato nella pubblicazione delle prime manifestazioni di interesse e dei successivi bandi sul proprio sito istituzionale (www.altraromagna.net), iniziando a rendere operativo e concreto il Piano di Azione Locale 2014-2020 con le relative opportunità studiate in questi mesi per lo sviluppo e la promozione dell'area appenninica romagnola. Il presidente Bruno Biserni esprime "viva soddisfazione per la positiva chiusura del procedimento e per l'inizio, nei prossimi mesi, della fase operativa del Piano di Azione Locale 2014-2020".

martedì 13 settembre 2016

TERREMOTO NEL FAENTINO


VERGOGNA: “ALLO STATO 145 MILIARDI DI ACCISE (BENZINA) PER I TERREMOTI, MA HA SPESO SOLO LA META’ (72 MILIARDI). VERGOGNA


L'Associazione degli Artigiani di Mestre critica il Fisco che in quasi 50 anni ha prelevato con le imposte sulla benzina i soldi necessari alla ricostruzione delle zone terremotate, ma non li ha utilizzati tutti. MILANO - Gli italiani hanno versato con le accise più del doppio (145 miliardi) rispetto a quanto speso, 70,4 miliardi di euro, per ricostruire tutte e sette le aree duramente colpite dai terremoti che si sono succeduti in questi ultimi decenni (Valle del Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna). Lo sostiene la Cgia di Mestre, ricordando che sono cinque gli incrementi delle accise sui carburanti introdotti in questi ultimi 48 anni per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Dal 1970 (primo anno in cui sono disponibili i dati sui consumi dei carburanti) al 2015 gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato 145 miliardi di euro nominali (261 miliardi di euro se attualizzati). Se si tiene conto che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri stima in 70,4 miliardi di euro nominali (121,6 se attualizzati) il costo complessivo resosi necessario per ricostruire tutte e sette le aree fortemente danneggiate dal terremoto, gli Artigiani di Mestre dicono che in quasi 50 anni in entrambi i casi (sia in termini nominali sia con valori attualizzati) abbiamo versato più del doppio rispetto alle spese sostenute. Solo i più recenti, i terremoti dell'Aquila e dell'Emilia Romagna, presentano dei costi nettamente superiori a quanto fino ad ora è stato incassato con l'applicazione delle rispettive accise. "Ogni qual volta ci rechiamo presso un'area di servizio a fare il pieno alla nostra autovettura - sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - 11 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi eventi sismici. Con questa destinazione d'uso gli italiani continuano a versare all'erario circa 4 miliardi di euro all'anno. Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni, è necessario che queste risorse siano impiegate in particolar modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e non per altre finalità".  Gli Artigiani ricordano che con la Finanziaria 2013 il Governo Monti ha reso permanenti le accise introdotte per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Per il terremoto delle Marche e dell'Umbria (1997) e per quello del Molise e della Puglia (2002) non è stata introdotta nessuna accisa.


lunedì 12 settembre 2016

TASSE IN PROVINCIA DI RAVENNA: A CASTEL BOLOGNESE PESANO MENO”


Tratto da BuonSenso- Quanto pesano le tasse sui portafogli dei cittadini? In provincia di Ravenna in media 718 euro, ma con profonde differenze tra i vari Comuni, tanto che tra un cittadino di Castel Bolognese e uno di Cervia la forbice a favore del primo è di 715 euro: se un castellano versa in tasse “solo” 507 euro (la media meno alta in provincia) sul bilancio del secondo pesa 1.222 euro. Una differenza che, per quanto molto ampia, ha però le sue motivazioni.  I dati provenienti dal progetto Finanza del territorio della Regione Emilia-Romagna ci consentono di confrontare il carico di tasse ed imposte pagate dai cittadini dei Comuni della Regione (dati dei bilanci consuntivi 2015). Se la provincia di Ravenna complessivamente si colloca con i suoi 718 euro ad abitante praticamente allo stesso livello della media regionale (722 euro), fra i 19 Comuni le situazioni sono molto differenti.
L’indicatore utilizzato è quello della pressione tributaria (il totale delle entrate tributarie diviso il numero di abitanti): quindi ci dà l’ammontare di tutti i contributi versati pro capite per IMU, TARI, TASI, addizionale comunale IRPEF e tutte le altre imposte decise da ciascun Comune.

Tasse: a Faenza si pagano in media 644 euro

Al primo posto fra i Comuni “meno esosi” troviamo Castel Bolognese, seguito da Fusignano e Bagnacavallo, tutti e tre con una pressione tributaria fra i 500 e i 600 euro per abitante. In particolare se si guarda ai 507 euro ad abitante per Castello sono solo dieci i Comuni in tutta la Romagna che gravano meno a livello pro capite fra i cittadini, su un totale di 84 Comuni.
Per gli altri Comuni della Romagna Faentina (in giallo nel grafico) seguono Brisighella (588 euro), Riolo Terme (599 euro) e Solarolo (604), mentre pesano un po’ di più sui portafogli dei cittadini i Comuni di Faenza (644 euro) e di Casola Valsenio (con ben 747 euro). Il dato di Casola – così come quello di Sant’Agata sul Santerno – non deve stupire: sono proprio i Comuni con meno di duemila e di tremila abitanti che a livello regionale presentano il livello di tassazione più elevato, rispettivamente a 840 e 746 euro a residente. Questo perché spesso l’erogazione di servizi in realtà di piccole dimensioni, con strutture amministrative ridotte e in un contesto spesso montano comporta costi più elevati, che

PAGELLA FISCALE


Vuol dare la pagella ai contribuenti, ma il somaro è lo Stato. Con l’aggravante che si pretende di dare in “premio” quel che è un diritto. Gli studi di settore, nati nel 1993, sarebbero dovuti servire a stimare il reddito presunto dei lavoratori autonomi, in modo da confrontare a quello le dichiarazioni fiscali da ciascuno presentate. Avrebbero avuto un senso, se non fosse che un fisco arraffone e sbruffone li ha usati per dire al contribuente: se ti adegui alla mia stima sei in regola, altrimenti sei passibile di accertamenti che, per modalità, durata e costi, sono delle torture fiscali. Impostazione non solo inaccettabile, ma truffaldina. Si poteva essere in regola con la coerenza e la congruità, rispetto agli studi di settori, ma essere anche degli evasori fiscali. Si poteva essere né coerenti né congrui, ma impeccabilmente onesti (basti pensare che c’è chi ha avuto accertamenti perché dichiara troppo). I primi passavano indenni, i secondi passavano i guai. Bella roba. Ora si cambia. Bene. Forse. Molto forse.

domenica 11 settembre 2016

E’ MORTO ANTONIO NERVEGNA: IL CORDOGLIO DI FORZA ITALIA RAVENNA

Aveva 65 anni. Consigliere regionale per due legislature, è stato il massimo esponente di Forza Italia a Forlì per almeno
Forlì, 9 settembre 2016 - Aveva combattuto tante battaglie politiche e amministrative, ha perso purtroppo quella con la malattia. E’ morto ieri, all’età di 65 anni, Antonio Nervegna, per lunghi anni esponente di primo piano a Forlì e in Romagna diForza Italia, che contribuì a fondare in Romagna, e del Popolo delle Libertà. Affetto da un tumore, si è spento stanotte nella sua abitazione. Nervegna era nato in Libia, a Tripoli nel marzo del 1951 e lì era vissuto fino al 1970, quando poi la sua famiglia dovette lasciare il Paese a causa degli stravolgimenti politici e militari. Si era così trasferito in Italia completando gli studi a Forlì cll diploma di geometri al Saffi-Alberti. Quindi dal 1972 al 2000 era stato funzionario del Comune di Forlì nel settore delle opere pubbliche, poi libero professionista e consulente. A livello politico, dopo una lunga trafila nel Pri, era entrato in Forza Italia nel 1994 di cui divenne subito coordinatore provinciale, carica rivestita per più mandati, assieme a quella di membro della direzione regionale e di quella nazionale anche del Pdl. A livello istituzionale era stato prima assessore Meldola, quindi consigliere provinciale della Casa delle Libertà e di Forza Italia, dopo essere stato candidato alla presidenza della stessa Provincia. Quindi è stato consigliere regionale per dieci anni, dal 2000 al 2010, e infine consigliere comunale a Forlì. I funerali, che si terranno in forma privata. Lascia la moglie, una figlia e un figlio, un pensiero  alla sua famiglia per questa dura perdita per la quale esprimo loro le mie più sentite condoglianze. Vincenzo  Galassini.

sabato 10 settembre 2016

PARISI: ‘NO’ CONTRO ‘SI’ DELLA PAURA

"Festa del No" a Matera. Per cambiare il Paese, occorre fare cose mai fatte: questo il ragionamento da seguire”. Lo ha detto in serata, a Matera, Stefano Parisi, che ha spiegato il suo “No” al referendum in un’intervista al giornalista Nicola Porro, durante la prima giornata della “Festa del No”, che sar conclusa domani sera dall’intervento di Gaetano Quagliariello. “Il mio – ha evidenziato Parisi – un “No” per le riforme, altrimenti vince un “S” della paura'”. Secondo Parisi, “il nostro Paese ha delle patologie, con un governo debole e instabile, sia che ci sia Berlusconi sia che ci sia Renzi, sia con il centrodestra sia con il centrosinistra: in Parlamento abbiamo delle maggioranze che non rispecchiano il Paese e questo crea disaffezione”. “Occorre quindi – ha aggiunto – velocizzare il tempo di esame delle leggi e una forma di governo pi forte, ad esempio con un Primo Ministro. Si dovrebbe anche introdurre la sfiducia costruttiva”. “E’ opportuno – ha continuato – che ci sia una discussione popolare sulle diverse forme di governo e giungere a un’assemblea costituente”. Rispondendo alle domande, Parisi ha criticato la scelta del governo di non comunicare la data del referendum: “Era gi successo con le amministrative: Renzi – ha continuato – non dice quando si vota. E’ una vergogna, ci vuole pi rispetto. Chiss, forse lo facciamo il 24 dicembre?”. “Penso – ha concluso Parisi – che troveremo un Paese spaccato e questo non va bene”. (ANSA).© 2006-2016 TRM Network

CASO RAGGI, MENTANA VS ORFINI:” MURARO”VICINA A DESTRA ROMANA? SE CHIAMI L’IDRAULICO GLI CHIEDI CHE TI RIPARI IL RUBINETTO NON COSA VOTA”


giovedì 8 settembre 2016

BOOM D ITASSE COMUNALI


POTERI FORTI VOTERANNO SI, UN MOTIVO IN PIU’ PER VOTARE NO


Dopo Jp Morgan anche i super banchieri di Goldman Sachs fanno il tifo per il 'sì'; motivo in più per milioni di comuni cittadini per votare 'no'.
La vittoria del 'no' non metterebbe a repentaglio Monte dei Paschi (come afferma Goldman), che a repentaglio già lo è grazie alla dissennata gestione del partito del premier, il Pd.
La vittoria del 'no', cara Goldman, metterebbe a repentaglio solamente la poltrona di Matteo Renzi!


PARISI, MISSIONE ECONOMIA:”MENO STATO, PIU’ FAMIGLIA”


La ricetta del manager per lo sviluppo: giustizia certa per le imprese e benefici fiscali sul welfare
È l'economia secondo Parisi, in trasferta a Lodi lunedì, subito dopo l'incontro a Villa Certosa con Silvio Berlusconi. Cena in piazza con Franco Debenedetti, autore di Scegliere i vincitori, salvare i perdenti, poi la presentazione del libro organizzata da Lodi liberale in un'aula della biblioteca ristrutturata di fresco da Michele De Lucchi. All'ingresso, applausi al fondatore di Chili (così recita il cartellino sul palco dei relatori), poi si parte e l'attenzione sale. Leit-motiv della serata è un'orgogliosa rivendicazione del liberalismo popolare del 1994 di Berlusconi, ma non «delle grandi imprese che chiedono di non avere vincoli» né dell'«Europa, che è liberale ma viene respinta perché fatta da élites». Un liberalismo di popolo da attualizzare alle nuove frontiere: welfare, famiglie e privato sociale, concorrenza tra Stato e imprese nell'offrire servizi pubblici. «C'è una cultura ipocrita, che non prende atto che nel welfare un ruolo fondamentale ce l'hanno le famiglie con un anziano, un disabile, un disoccupato. Vogliamo riconoscere a queste famiglie benefici fiscali?». Un po' la ragione per cui in tanti dicono che le parole di Parisi sono già sentite e le facce già viste, che gli italiani non sono liberali, il liberalismo non può attecchire e lui non può farcela. Lui replica che non è la teoria del '94 l'errore, ma ciò in cui è degenerata: «Nel '94 Berlusconi fece passare il messaggio di un liberalismo non elitario, come libertà per tutti, che si radicò nella cultura. Adesso mandiamo messaggi troppo confusi e statalisti». Come la difesa della regolarizzazione dei precari della scuola, che avviene anche nel centrodestra, o articolo 18 e lavoratori pubblici. O un certo filo renzismo sul Job Act. Invece, sostiene, «il governo non ha liberalizzato per nulla il mercato del lavoro: siamo uno dei pochi Paesi europei in cui se un'azienda vuole licenziare per giusta causa deve andare dal giudice». Gli attacchi a Renzi non finiscono qui. «La riforma istituzionale non ha coraggio, il coraggio è porre le questioni in modo semplice. Se invece di cincischiare e rompere con Berlusconi su una stupidata, perché se sapessimo su cosa hanno rotto... Adesso avremmo una riforma». Così non pare. E il suo «No» al referendum è ancora più forte è chiaro.



SEI INTERVENTI ANTISISMICI IN PROVINCIA DI RAVENNA RICHIESTI DAI COMUNI, HANNO FATTO PISTE CICLABILI MA SI SONO DIMENTICATI DELLA SICUREZZA DELLE SCUOLE


SETTE SERE - Il terremoto che ha colpito il centro Italia apre numerosi interrogativi anche in territorio romagnolo. Una delle grandi domande è: sono sicure le nostre scuole? Sono sei gli interventi di miglioramento sismico o rafforzamento di scuole della provincia di Ravenna che la Regione Emilia-Romagna finanzierà in parte nei prossimi anni sulla base di una lunghissima graduatoria: si tratta della palestra della primaria «Berti» di Bagnacavallo, delle medie di Fusignano, della scuola dell’infanzia «Matteotti-Il Bruco» di Alfonsine, della palestra delle medie «Caduti della Resistenza» di Longastrino, della primaria «Ginnasi» di Castel Bolognese, della palestra della scuola media ed elementare «Oriani-Rodari» di Alfonsine. Escluse, invece, per i motivi più disparati (spesso di natura burocratica) le richieste di contributo per altri 68 interventi, dai nidi alle medie, nei comuni di Ravenna, Russi, Lugo, Solarolo, Conselice, Cotignola, Brisighella, Bagnacavallo, Castel Bolognese, Cervia. Interventi di cui dovranno farsi carico i singoli Comuni. Diverso il discorso per gli istituti superiori, strutture molto più complesse e quasi sempre multipiano, di cui si occupa la Provincia. Che però, da noi interpellata, non ci ha fornito informazioni sulle opere effettuate di recente o in programmazione.
L'ELENCO delle proposte escluse dalla graduatoria include sette interventi a Conselice, altrettanti a Cotignola, sei a Lugo (tra cui la Rocca Estense, teatro Rossini e il campanile San Domenico, quattro a Russi, uno a Faenza (il palazzo comunale), otto a Cervia, nove a Brisighella (tra cui, oltre alle scuole, figurano anche i ponti sul torrente Sintria e Marzeno e una strada di emergenza a Fognano) e uno a Castel Bolognese.


mercoledì 7 settembre 2016

REALTA’


INCREDIBILE MA VERO. MOLISE, LA SCUOLA AVEVA RETTO AL SISMA DEL 2002 MA FU RISTRUTTURATA: ORA E’ INAGIBILE


Quando la fantasia supera la realtà accade quel che è avvenuto a Fossalto, un paesino di 1400 abitanti a una decina di chilometri da Campobasso. Aveva una scuola agibile e anche sistemata bene e dopo 473 mila euro di lavori è divenuta inagibile. I bambini avevano aule ampie, una palestra, la mensa. Dopo i lavori di adeguamento sismico sono dovuti sloggiare. Quintali di cemento e di ferro, e valutazioni e progetti e calcoli e ricalcoli e pilastri incatenati e alla fine, come il pan degli angeli venuto male in forno, un grandiosissimo flop. Straordinario, magico esperimento di ingegneria sismica, da intendere nel senso letterale del termine: progettisti e maestranze avevano scosso talmente tanto e talmente bene il manufatto, scekerandolo in un turbinio di lavorazioni, che si era piegato ai voleri dell’uomo e da agibile era divenuto inagibile. Il palazzetto, tre piani al centro del paesino, era riuscito a superare senza un graffio i contraccolpi, in verità assai tenui data la distanza dall’epicentro, del sisma che toccò e uccise 27 bambini a San Giuliano di Puglia nel 2002. Però l’amministrazione comunale, vigile sui pargoli, chiamò due anni dopo un ingegnere a valutare se i pilastri facessero dormire sonni tranquilli anche in futuro. E l’ingegnere incaricato vergò il suo parere: l’edificio era vulnerabile. Aveva resistito bene in quel terribile frangente, ma avrebbe risposto con uguale brillantezza a una scossa più grave?
Da qui la richiesta all’ufficio del commissariato straordinario regionale e una prima tranche di soldi assicurata: 140 mila euro e la resistenza al sisma sarebbe notevolmente migliorata. Ma a Fossalto vollero fare di più e a Campobasso compresero l’assillo: erano bambini! Asilo, elementari e medie. In tutto 140, da tutelare prioritariamente e con ogni riguardo. Così il commissario regionale scucì un altro assegno: 280 mila euro per elevare al top il grado di invulnerabilità. La scuola sarebbe divenuta un cubo d’acciaio, una torre inespugnabile dalla natura.

FONTANA SECCHA: BUGIE


BRISIGHELLA 1978 G.Magnani e P. Malpezzi. Fontana vecchio presso Porta Fiorentina.
FONTANA VECCHIA. E’ la più antica (1490) ed era dentro le mura. Di uso pubblico, era alimentata dalle acque della vicina catena del gesso. Fu spesso al centro della "letteratura" popolare brisighellese che l'aveva chiamala "la funtàna di tri sbroff". Perse la sua importanza con I'arrivo dell'acquedotto degli  queste sono scomparse; ne rimane una traccia in una nicchia ricavata nel muro adiacente al vicolo Saletti. La Fontana Vecchia, da poco rimessa a nuovo, è l'orgoglio dei vecchi e giovani brisighellesi che vedono conservate le tracce della vita dei loro padri.
13 MARZO 2003 Corriere di Romagna Francesco Donati. Vincenzo Galassini Forza Italia: La fontana di Brisighella si deteriora", Il sindaco: Sangiorgi  "Niente affatto "
BRISIGHELLA - "La fontana vecchia nel cuore di Brisighella si sta rovinando". Lo sostiene it consigliere di Forza Italia Vincenzo Galassini che attribuisce il deterioramento 1'ad un trattamento di pulizia con prodotti non idonei". Protesta perché "aveva resistito per secoli lucida e superba fino a quando non vi hanno messo le mani degli incompetenti. E rincara: Tutti possono rendersene conto toècando anche solo i fittoni: la superficie è diventata come una grattugia, e così la vasca e Ia fontana tutta".Tutto,questo nel momento in cui sui sta procedendo al1a riqualificazione del centro storico: "Bella riqualificazione - polemizza l'esponente politico - da una parte si sostituisce la pavimentazione e dall'altra si distrugge la fontana". E a proposito di pavimentazione: "Quella attualmente in corso di via Porta Fiorentina – incalza Galassini - è visibilmente diversa da quella in piazza Marconi. Perché? Non se ne sono accorti i vari progettisti super pagati?". Ovviamente le cose non stanno esattamente così per il sindaco, .Cesare Sangiorgi. "La fontana - spiega - non si sta. Assolutamente deteriorando: è stata pulita con prodotti riconosciuti idonei, e una volta terminata la pavimentazione subirà un altro trattamento di manutenzione". In merito alla pavimentazione: "Può esserci una live differenza, perché la pietra Albanese, spaccato di cava, non proviene dalla stessa vena geologica d'estrazione della precedente fornitura. Si tratta comunque del medesimo tipo di materiale,la differenza sta solo nella granometria,  leggermente piu fine. La qualità non si discute: Ie prove di durezza e resistenza hanno rivelato indici addirittura superiori a quelli del precedente lavoro. Con l'esposizione agli agenti atmosferici - conclude il sindaco Sangiorgi - Ie due pavimentazioni saranno simili nel giro di breve tempo". f.d.
6 settembre 2016 La fontana vecchia da circa tre mesi è SECCA.
La fontana non è più utilizzata (realizzata 1490) è senza acqua, dopo i nefandi lavori di pavimentazione, denunciati come l’uso di un pietra non idonea come il collaudo,  il collegamento dell’acqua avveniva dalla falda di “Cetti” che da sempre forniva l’ acqua a Brisighella è stata eliminata nel 2000! L’acqua corrente  rinnovava la fonte era potabile è stata rimossa e messa in ricircolo  con tutti gli inconvenienti igienici  e non più potabile. Successivamente l’ing. Capo del comune Ragazzini la fece pulire con attrezzature che eliminò la sporcizia e la protezione, come è avvenuto anche per la Palla del Parco Ugonia. La fontana  deteriorata e non tiene più l’acqua.
Contro Forza Italia e Galassini ne hanno detto di tutto i colori, ma come si legge negli articoli aveva ragione. Fontana e pavimentazione che si sfalda e sostituita tante volte – nostre spese- e ora rammendata con il cemento confermano che Galassini aveva ragione.  Povera Brisighella.


martedì 6 settembre 2016

PARISI A CACCIA DI ”ENERGIE POSITIVE”


L’ex candidato sindaco di Milano assicura: "Nessun inciucio"

Tra polemiche, discussioni e ripensamenti alla fine Stefano Parisi, ex candidato sindaco di Milano, possibile prosecutore dell’opera di un politico e imprenditore unico come Silvio Berlusconi, ha iniziato il suo cammino. Il primo passo si chiamerà «Per» e sarà una convention al MegaWatt Court di via Watt, naturalmente a Milano. Sarà una «conferenza programmatica», il 16 e il 17 settembre. L’obiettivo: rigenerare «energie per l’Italia». «Vogliamo creare - ha spiegato Parisi - una piattaforma liberale, popolare positiva, non contro qualcuno o qualcosa, vogliamo creare qualcosa che generi energia positiva per riportare le persone ad avere fiducia nella politica». I lavori inizieranno venerdì 16 dalle 14,30 alle 19,30, per poi continuare sabato dalle 9,30 alle 13. «Noi non siamo un nuovo soggetto politico, non siamo contro i partiti che ci sono né vogliamo rubare spazio ai partiti che esistono. Noi vogliamo dare un contributo di cui la politica non deve avere paura. Io non credo nelle forze politiche che nascono perché magari hanno il consenso della stampa, ma non della gente. Noi non facciamo Scelta Civica. Crediamo serva una nuova stagione che riparta dalle idee di Berlusconi del 1994, che devono essere rafforzate e aggiornate in chiave attuale». Insomma, una piattaforma liberale «alternativa al centrosinistra». Nessuno inciucio e nessun nuovo patto del Nazareno: «Sono tutte stupidaggini. Abbiamo una logica di contenuto». «Ho pensato che fosse giusto ripartire da Milano - ha detto Parisi - perché è qui che il 28 giugno, dopo l’esperienza delle amministrative, è ricominciato il nostro progetto per rigenerare la politica e risolvere i problemi del Paese». Parlando alle circa 300 persone presenti alla pre-convention, tra cui l’ex soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici della Lombardia Alberto Artioli, l’ex calciatore del Milan Daniele Massaro, Carmine Abagnale, consigliere uscente a Palazzo Marino e candidato alle scorse amministrative, Tiziana Maiolo, ex assessore alle politiche sociali della giunta Albertini e i due ex assessori della giunta Moratti, Stefano Pillitteri e Carlo Masseroli, Parisi spiega che l’evento sarà «un lavoro di programma importante», che sia «credibile e in grado di riportare le persone ad avere fiducia nella politica». Ecco perché, sottolinea ancora l’ex manager di Chili tv, «quello di oggi vuole essere un incontro soprattutto di tipo organizzativo, per spiegare che cosa abbiamo pensato di fare nelle prossime settimane e per raccogliere la collaborazione di tutti in chiave di militanza e organizzazione». «Molti mi accusano di non aver espresso una posizione chiara sul referendum costituzionale; lo dico chiaramente, io voterò "no" e non per cacciare Renzi, ma per l’argomento che Renzi sta utilizzando, "o vinco io o c’è il caos"». «Io - conclude - credo che occorra istituire una assemblea costituente fatta di persone che lavorino solo a quello». Antonio Angeli



RINNOVARE FAENZA: “LA ‘CATTIVA’ SCUOLA DI MALPEZZI”.


Scrive Tiziano Cericola della lista civica Rinnovare Faenza: "E’ noto che la scuola media Europa, ospitata presso il Seminario, necessita di urgenti lavori di ristrutturazione per renderla, da un lato, più sicura e, dall’altro, più funzionale, con nuove aule, laboratori, mensa e un’altra palestra. Il sindaco Malpezzi ne parla da oltre 4 anni e ha anche messo questo punto come strategico nel suo programma di mandato, per cui i faentini si dovrebbero sentire in mani sicure". "Dato che – continua Cericola - non si vedono architetti e muratori girare indaffarati attorno alla scuola media Europa, nell’ultimo Consiglio Comunale di luglio ho presentato un’interrogazione per sapere a che punto erano le trattative con il Vescovo e quando sarebbero partiti i lavori di ristrutturazione. La risposta di Malpezzi è stata sconfortante: le trattative con il Vescovo si sono arenate in un nulla di fatto, di conseguenza non c’è alcun progetto e, men che meno, un calendario dei lavori. Il Vescovo ha detto che non ha i soldi per affrontare l’ingente spesa dei lavori, per cui ha addirittura dato la disdetta al contratto con il Comune, che non sapendo dove mettere la scuola continua a pagare il canone di locazione concordato anni fa in previsione della realizzazione dei lavori". "Si tratta di una pesante sconfitta di Malpezzi - afferma Cericola, che con le sue scelte sbagliate ha creato le condizioni per mettere in crisi finanziaria la Diocesi e che adesso ne fa pagare le conseguente a tutti noi: sul Comune, che continua a pagare un canone di locazione elevato per una scuola obsoleta, su tutti i docenti e su tutte le famiglie degli allievi, che continuano a lavorare e studiare in una struttura carente sotto tutti i profili".
"Malpezzi ha sbagliato perché ha deciso di spostare i Servizi Sociali e la Polizia Municipale dai locali del Seminario ai Salesiani e al Baliatico, ma così facendo ha sottratto al Vescovo i soldi degli affitti che gli erano necessari per affrontare il cantiere della scuola media, il cui costo era stato da ultimo stimato pari a circa € 5 milioni. Quindi Malpezzi per fare un favore a Faventia Sales (e quindi alla Cassa di Risparmio di Cesena e alla Fondazione Bancaria, che non tireranno fuori un soldo) e all’ASP (proprietaria del Baliatico e in condizioni finanziarie non floride), ha sacrificato i nostri ragazzi ed i loro docenti". "Ora Malpezzi non sa dove sbattere la testa: tramontata l’ipotesi fantasiosa di acquistare la parte del Seminario dove è posta la Scuola Media Europa (ricordate i titoloni sui giornali?) potrebbe cercare di convincere il Vescovo a fare dei lavori minimi per salvare la faccia, ma sarà dura dopo le esternazioni pubbliche di Mons. Toso sui debiti della Diocesi, oppure può decidere di far gravare i lavori di ristrutturazione sul bilancio del Comune, tagliando altri investimenti oppure, più semplicemente, lascerà dormire la pratica fino alla scadenza del suo mandato".
"Malpezzi per quattro anni ha fatto sfracelli con la Diocesi e con tutte le persone che cercavano di farlo ragionare, anche dall’interno del Comune, ma lui ha preferito tirare dritto facendo di testa sua e cioè facendo favori ai soliti noti di cui sopra e lasciando alla nostra comunità un altro problema (e debito) in più da risolvere: un bell’esempio di “cattiva scuola” ai tempi del renzismo in salsa malpezziana. Dimenticavo: un augurio di buon anno scolastico a tutti! ha poi concluso Cericola.


SOLIDARIETA’ TERREMOTATI: A CASOLA VALSENIO RACCOLTI OLTRE 6.000 EURO TRASPARENZA


I proventi saranno interamente versati alla Protezione Civile dell'Emilia-Romagna

La solidarietà in tavola. I casolani hanno accolto con convinzione e grande partecipazione l'invito delle associazioni di volontariato e del Comune, a ritrovarsi in piazza Sasdelli, nel centro storico di Casola, per esprimere solidarietà e vicinanza alle popolazioni di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e degli altri comuni del Lazio, delle Marche, dell'Umbria e dell'Abruzzo, colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016. Un'attenzione e una sensibilità confermata dal sindaco Nicola Iseppi che a bilancio stilato dell'evento ricorda come «la cena di solidarietà all'amatriciana a Casola Valsenio è stata una bellissima serata con tanta gente. L'incasso della serata - aggiunge il primo cittadino - è stato di  6.114 euro e sarà totalmente devoluto alla Protezione Civile dell'Emilia Romagna già impegnata ad Amatrice. Per questo - conclude Iseppi - intendo ringraziare tutti per la incredibile partecipazione e ance le associazioni casolane che hanno organizzato e sostenuto totalmente i costi. Il nostro abbraccio a tutta la gente colpita da questa emergenza e un ringraziamento ai soccorritori».



lunedì 5 settembre 2016

GOVERNO, “RENZI A CERNOBBIO OSANNATO DA POTERI FORTI, C’E’ DA RIFLETTERE


“#Renzi #Cernobbio #governo Impressiona, fa specie vedere i bravissimi e autorevolissimi rappresentanti della finanza, dei poteri forti, delle banche, degli interessi che contano, i grand commis dello Stato, assistere, a Cernobbio, all’intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e poi spellarsi le mani in un applauso coreano (definizione scherzosa del moderatore Riotta)”.
Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
“Il premier questa mattina ha parlato per quasi due ore, a ruota libera e senza alcun contraddittorio, raccontando, come al solito, una storia parziale e falsificata rispetto a questi suoi 30 mesi al Palazzo Chigi e rispetto a quello che sta succedendo in Italia, in Europa e nel mondo.
Fa specie, turba vedere il segretario del Pci-Pds-Ds-Pd, mai eletto, giunto al potere con un colpo di Palazzo, che tiene a galla il suo governo solo grazie a transfughi eletti con lo schieramento opposto, osannato dai migliori poteri forti di questo Paese. C’è davvero di cui riflettere…
Che sia una gioiosa e più o meno inconsapevole prova generale di regime?”, si chiede Brunetta.


LA NUOVA MOSTRA DI IVO SASSI^


MENTRE la città è colorata da Argilla, uno dei suoi artisti più celebri se ne sta al chiuso del suo studio, a progettare le prossime mostre e a contemplare l’opera cui lavora da quasi un trentennio, e che ha già deciso essere l'ultima: le «Onde» hanno ormai raggiunto la loro massima verticalità, simili alle fauci dell'idra – l’ultima delle sue fatiche. Marea che feconda e tsunami che distrugge. Fuori, la città e i suoi visitatori convergono verso i gazebo di Argilla. Sassi ha puntato altrove. Da oggi settembre, fino al 2 ottobre, la Galleria Cesari e il Mercato centro culturale di Argenta ospitano la sua mostra 'Naturalmente ceramica'. «Una location unica, forse la migliore della mia carriera», spiega. Nel 2017, in occasione dei suoi ottant'anni, lo attendono altre tre mostre: alla galleria della Molinella, a Cervia e a Brisighella, in una sorta di ascesa verticale che unirà il museo Ugonia, la galleria comunale e la chiesa di Santa Croce. La sua storia è la storia di un'arte e di una città che a quell'arte si è consacrata. «Molte cose sono cambiate. Ora sin dai banchi del Ballardini viene spiegato che il concetto, l’idea, è il soggetto su cui lavorare. Ma la ceramica è terra, dita che affondano nella materia, creta che ti contamina fino alle ossa». Smalto, che Sassi si ostina a sciogliere a mani nude. «Senza un dialogo fisico con gli elementi la ceramica è sterile. Non c'è più nessuno che abbia con la materia il rapporto che Biancini ci insegnò ad avere. A Faenza la ceramica è in mano ad un matriarcato, che non so dove ci porterà». Tesi controcorrenti per la quale più di una collega lo taccerebbe di antifemminismo. «Sono sempre stato un rivoluzionario», ammette. Filippo Donati  Resto del Carlino
Guarda le foto della mostra Argenta

2016 Sassi ad  Argenta

2016 Maiolica policroma , diametro cm. 68 collezione privata