martedì 30 settembre 2014


LA MORTE APPARENTE DELLE PROVINCE E LA MANINA INVISIBILE DI MATTEO CONTRACCOLPI TERRIFICANTI SU TUTTE LE PROVINCE DOPO CHE LE HA DERUBATE, COME I COMUNI, DEGLI ULTIMI SPICCIOLI PER FINANZIARE GLI 80EURO


Il 12 ottobre, si sa, è data che richiama grandi scoperte e anche nell’anno del Signore 2014 gli italiani si attendono che la rotta delle caravelle renziane, partite mesi or sono dal porto delle riforme istituzionali, consenta l’approdo ad un nuovo mondo privo di province e, per ciò stesso, più equo e più funzionale. Ci duole comunicare che, con buona pace di tutti, la scoperta per gli italiani sarà esattamente contraria a quella annunciata da capitan Matteo.  Non solo le province continueranno ad esistere ma l’esercizio delle funzioni fondamentali che dovranno continuare a svolgere (si pensi a strade provinciali e edilizia scolastica superiore) subirà dei contraccolpi terrificanti.  Andiamo per ordine. Negli ultimi anni il sistema delle province è stato sottoposto ad una cura dimagrante di proporzioni impressionanti.  Se infatti agli 8.000 comuni italiani, nell’ultimo lustro, la crisi ha imposto sacrifici per non meno di 16 miliardi di euro, per le province non è andata certamente meglio  Dal 2011 ad oggi, dati alla mano, la scure centrale si è abbattuta sui vituperati enti intermedi per 9,5 miliardi. Nel solo 2014 il conto (tra patto e spending review) ammonta a più di 3,6 miliardi.  Ci sarebbe molto da dire sulla congruità di manovre che colpiscono duro i comuni (7,6 % della spesa pubblica italiana) e le province (1,3% della spesa pubblica italiana) ma lasciano sostanzialmente indenne i centri di costo (ministeri e regioni) che producono il restante 90% della spesa.  In questa sede mi limito tuttavia a ricordare come le province si apprestino ad affrontare il “giro di boa” del 12 ottobre in condizione di grave debilitazione economica e finanziaria  Per farsi un’idea della situazione basti pensare che, su poco più di un centinaio di enti: 2 Province (Vibo Valentia e Biella) sono in dissesto; 3 si sono viste costrette ad attivare piani di riequilibrio, (Potenza per 4,5 milioni, Chieti per 10,3 milioni, Ascoli Piceno per 14 milioni); 2 (Imperia, con 6,6 milioni e Verbano-Cusio-Ossola, con 2,1 milioni) sono in attesa di accedere al piano di riequilibrio; 11 hanno sforato il patto di stabilità; 15 province (per completare il “martirologio”), hanno dovuto ricorrere ad anticipazioni della Cassa Depositi e Prestiti a causa di gravi carenze di liquidità, per quasi 60 milioni.

SIGNOR RENZI, ECCO UNA RIFORMA DA IMITARE, SE LEI FOSSE UNO STATISTA E NON UN SERVO CODARDO DELLA UE

Le banche che operano in Ungheria (inclusa l’italiana Unicredit) dovranno pagare qualcosa come 3,2 miliardi di euro ai debitori colpiti da aumenti dei tassi d’interesse sui mutui, in base alla nuova legge presentata oggi nel parlamento magiaro. “Il settore bancario ungherese dovra’ restituire 1.000 miliardi di fiorini (3,2 miliardi di euro) alle famiglie”, ha detto Antal Rogan, capo del gruppo parlamentare di Fidesz, la formazione di destra il cui leader e’ il primo ministro Viktor Orban. Fidesz ha stravinto le elezioni di aprile, anche grazie alle politiche economiche non ortodosse che compongono il programma di Orban. E tra le decisioni, anzi le “riforme”, parola che piace tanto agli oligarchi della Ue e ai loro padrini banchieri, decise da Orban c’è quella del taglio degli esosissimi interessi pretesi dalle banche straniere sui mutui per l’acquisto di immobili. La nuova legge, voluta da Orban, li stronca e questo non piace affatto a Bruxelles e alle feroci oligarchie finanziarie che là comandano.
Infatti, sono arrivate critiche a Orban da chi sostiene che tali politiche hanno minato l’immagine dell’Ungheria tra gli investitori stranieri. Tra i principali “critici”, i consorzi bancari tedeschi, olandesi e svizzeri. La nuova proposta di legge del governo Orban, che dovrebbe essere convertita in due settimane, vieta inoltre alle banche commerciali di aumentare i tassi d’interesse, le commissioni e i costi per i mutui fino al 30 aprile 2016, ha spiegato ancora il portavoce di Orban, Rogan.

IL PD COMINCIA A TREMARE…

Sono state un vero e proprio flop le primarie organizzate dal centrosinistra in vista delle elezioni regionali di novembre: si sono recati ai seggi appena 58.000 elettori. Confrontando i dati delle precedenti consultazioni in Emilia-Romagna, il risultato è davvero poca cosa, alle precedenti primarie risposero all’appello più di 400.000 persone.
La militanza PD, non andando a votare, ha inteso mandare un segnale chiaro alla dirigenza del partito, solo l’establishment non ha disertato le urne, optando per il classico candidato d’apparto, l’ex braccio destro del presidente dimissionario Errani, Stefano Bonaccini.
Il PD dovrà tenere conto di questo trend negativo. Lo zoccolo duro del partito si sta ammorbidendo, il centrosinistra comincia a tremare. Sta per chiudersi una delle pagine più negative della sinistra emiliano-romagnola, cominciata con le dimissioni di Errani dopo la sua condanna sul caso Terremerse, alle quali ho contribuito in prima persona, proseguita col passo indietro di Richetti alle primarie, e poi la guerra tra correnti e le ipotesi di candidati calati dall’alto.
Forza Italia e tutto il centrodestra sono pronti a raccogliere la sfida, stravolgeremo l’architettura della Regione Emilia-Romagna, partendo dal sostegno all’occupazione, un impegno serio per rilanciare il sistema economico, diremo finalmente basta alla pioggia di fondi regionali riservati alle grandi cooperative rosse improduttive e a quei tanti istituti di “amici” mascherati da centri di ricerca o associazioni culturali. Fabio Filippi, Consigliere Regionale Forza Italia

FAZIO: CHE TRISTEZZA BATTUTA RAZZISTA SU BRUNETTA

“Caro Fazio, con la tua infelice battuta su Renato Brunetta, francamente razzista, e con l’aggravante che eri consapevole di esserlo,  hai commesso un duplice errore. Il primo è di stile. E lo stile non è scorza, ma profilo interiore. Sbugiarda l’immagine che, in tutti questi anni, hai cercato di costruire. Quella del bravo ragazzo, timorato, che si scandalizza, per finta, delle performance sboccate di Luciana Littizzetto, su cui spande il borotalco avanzato dalle tue aspersioni della delicata polvere sull’intervistato. Sotto il borotalco, fuffa”. Così ‘Il Mattinale’ (www.ilmattinale.it), la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.
“Era Enrico Berlinguer  a soler ripetere: gratta, gratta nella coscienza di un comunista e viene fuori la sua ipocrisia. Lì ti è venuto fuori il risentimento ammuffito per il fatto di essere stato sfidato da Brunetta sul tema della trasparenza dei tuoi emolumenti. Colpito e affondato in duello leale, ora pratichi la piccola vendetta a tradimento”.
“L’errore maggiore però è stato quello di ricondurre la riflessione critica sulle politiche governative ad un fatto esclusivamente personale. Non è così. “Il Mattinale”, di certo guidato da Brunetta, e non è un mistero, si caratterizza per l’impegno collettivo di un gruppo di ricercatori che non sono accecati dal pregiudizio, ma sanno leggere i dati della realtà economica e sociale del Paese e con questi si misurano.

lunedì 29 settembre 2014

“VISIBILITA’ OTTIMA”


Su impresa e lavoro Renzi viene sulle posizioni di Forza Italia, non viceversa. Se saprà stare unito, prevedo visibilità ottima, per il centrodestra. Alessandro Sallusti -  Era il 1994 quando il Corriere della Sera salottiero e la Cgil barricadiera lanciarono tenendosi a braccetto l'assalto al neopremier e astro nascente della politica Silvio Berlusconi, da pochi mesi insediato a Palazzo Chigi. Il famoso avviso di garanzia recapitato via stampa al G8 di Napoli e lo sciopero generale contro le riforme di lavoro e pensioni furono un uno-due micidiale che costrinse il centrodestra a mollare il governo in mano a un tecnico, Dini, e alla sinistra più retriva. Sono passati vent'anni e la storia si ripete. In settimana è partito l'affondo del Corriere contro il neopremier, ieri la Camusso ha chiuso il cerchio minacciando, sulla riforma del lavoro targata Renzi, lo sciopero generale. Anche il tintinnio di manette c'è, più ovattato rispetto al '94, ma c'è. E pure i vescovi non stanno alla finestra. Del resto quando mai lo sono stati? Basti ricordare che il governo Monti nacque in un convento e il suo partito in una sacrestia. Tutto lecito, per carità. Sacra è la libertà di opinione e di informazione, legittima è la protesta sindacale, liberi i giudici di indagare e i preti di pregare che le cose vadano secondo i piani del loro personalissimo Dio. Ma vogliamo mettere almeno sullo stesso piano la libertà dei governi di governare e delle maggioranze di legiferare? Già i politici ci costano un occhio della testa, se poi li costringiamo a non far niente perché a decidere devono essere altri, be' almeno non lamentiamoci poi dell'inutilità della casta. Sulla riforma del lavoro si sono formate maggioranze strane. Berlusconi la appoggia, coerente con se stesso e i principi liberali del suo partito. Alleati con la Cgil ci sono mezzo Pd parlamentare (quello della Bindi e di Bersani), Vendola e l'immancabile Grillo, quello che doveva cambiare tutto e che è invece diventato il più feroce dei conservatori. Dentro Forza Italia c'è qualche maldipancia a dare un aiuto a Renzi anche su questo tema. Raffaele Fitto, per esempio, invoca una «opposizione visibile». Dico io, quale occasione migliore per essere visibili che votare questa legge e vendicarsi del '94, dimostrando a Corriere, Cgil, magistrati e vescovi quanto miopi furono. È la sinistra che con Renzi, sui temi impresa e lavoro, viene sulle posizioni di Forza Italia, non viceversa. Se saprà stare unito, prevedo visibilità ottima, per il centrodestra.

DOV’E’ IL RISANAMENTO DELLA POLITICA?


Tutti noi ora dobbiamo tirare la cinghia e nel frattempo si viene a sapere, che quattro deputati di NCD hanno tentato di estendere il  privilegio del vitalizio anche nel caso di scioglimento anticipato  della legislatura. E' una vergogna; altro che contenimento dei costi  della politica! I vitalizi vanno eliminati, perché .credo che i ns. benemeriti politici, possano tranquillamente pagarsi una pensione integrativa, sema far la fame. Non ci era stata promessa una riforma vera che mettesse fine ai privilegi della casta? Se questo è quanto passa il convento, siamo messi davvero male! Bisogna arginare questo malcostume, che vede promettere e non mantenere e si deve finalmente far  'sopportare il peso della crisi, inprimis a chi in tutti  questi anni ha sperperato grandi risorse e ha goduto di vantaggi inenarrabili. Come se non bastasse i ns. amici hanno utilizzato anche i rimborsi spese in maniera impropria e truffaldina. Si vada quindi a limitare al massimo il numeri degli onorevoli, visto che di onorevole hanno assai poco! Mi sembra che si abbia poca voglia di tagliare veramente ; ma di colpire solo i cittadini comuni.

TERMINATI I LAVORI A QUARTOLO


Sono terminati i lavori per riparare la frana avvenuta sulla provinciale 302 co la ricostruzione di un basamento in terra con inclinazione a 45 gradi e rivestita con teli e massi. L’alluvione del 20 settembre la grande piena del Lamone ha raggiunto i nuovi lavori eseguiti dalla provincia (vedi il bagnatoo pari al palo di sostegno). In molti auspicano che i  lavori di riparazione in terra invece di un muro in cemento possano resistere nel tempo in quanto a monte della frana non sono stati fatti  lavori di regimazione delle acque e il fiume l’ha aggredito ai piendi da vicino. Speriamo di sbagliarci.

PRIMARIE PD FLOP, RISULTATI PROVINCIA RAVENNA


I votanti sono stati 7.941(di cui 7.847 voti validi): Balzani 3.300 (42,05%); Bonaccini  4.547 (57,95%).
In allegato la tabella con i risultati si alcuni comuni.
seggio                        voti BALZANI  BONACCINI %   bianche  nulle contestate voti validi Provincia Ravenna
TOTALI                      3.300 42,05     4.547 57,95         61          32      1     7.941 

BAGNACAVALLO                166 33,47      330  66,53          4                 2         0           502  
BAGNARA                        28 44,44        35 55,56          1             0      0        63

13 BRISIGHELLA 1 - Centro 1         21 25,30          62 74,70              0       0      0        83
14 BRISIGHELLA 2 - Fognano 2      13 59,09           9 40,91                0       0      0        22
15 BRISIGHELLA 3 - Marzeno 3      8 50,00            8 50,00               0       0      0        16
BRISIGHELLA totale              42 34,71       79 65,61               0       0      0       121

CASOLA VALSENIO             1 15 16,67      75 83,33         2             0      0         92
CASTEL BOLOGNESE 1            54 36,73      93 63,27         0             1      0       148
FAENZA                            326 46,11      381 53,89        9                   2         0           718 RIOLO TERME 1                    29 39,19      45 60,81         0             0      0        74

sabato 27 settembre 2014

TASSE AGLI ARTIGIANI: LE PIU CARE DELLA PROVINCIA, IL PRIMATO DELLA GIUNTA MISSIROLI PRECEDENTE E ATTUALE. SI CAPISCE PERCHE’ LE ATTIVITA’ NON AUMENTANO


“OBIETTIVO 12 OTTOBRE”: FORZA ITALIA DENUNCIA IL PASTICCIO DELLA LEGGE SULLE PROVINCE


Forza Italia in vista delle elezioni che coinvolgeranno dal 28 settembre al 12 ottobre 64 province e 8 città metropolitane, ha denunciato il “pasticcio” della legge Delrio, che non serve di fatto nemmeno a far risparmiare lo Stato, mette in guardia dal rischio che, senza fondi, correranno le scuole e i trasporti locali, quindi, a supporto dei propri amministratori, lanciando il portale “Obiettivo 12 ottobre” per districarsi dal “ginepraio” di difficoltà di questa “difficilissima stagione”.   Il 28 settembre e il 12 ottobre si terrà “una specie di elezione che non c’é. Perché senza abolire le Province é stato abolito il voto dei cittadini”, un’elezione di secondo grado cui potranno partecipare solo gli amministratori, dicono gli azzurri che parlano di “pasticcio motivato dal fatto che si possano risparmiare 3,5 miliardi” mentre i dati indicano che la spesa potrebbe essere ridotta “solo di 32 milioni” pari al costo delle indennità eliminate. Sull’intera vicenda Province poi, ha affermato Paolo Russo, pesano i ricorsi di Lombardia, Veneto, Campania e Puglia alla Corte costituzionale che si pronuncerà il prossimo 24 febbraio con la possibilità di una dichiarazione di incostituzionalità della norma. Di “particolare schizofrenia in materia elettorale del governo” ha parlato Ignazio Abrignani. Salta il concetto di “election day, ci saranno elezioni a ritmo continuo”, facendo l’esempio della Calabria: a Reggio Calabria si voterà per il comune il 26 ottobre e, secondo le previsioni nessuno vincerà al primo turno. Dunque si tornerà a votare il 9 novembre e poi ancora il 23 per la Regione. Il che “oltre  significare un costo incomprensibile per lo Stato porterà disaffezione”. Le Province, ha sottolineato Castelli, sono “private di risorse significative ma mantengono le loro funzioni”.  Con la riforma c’é “il rischio che metà delle province residue vadano in dissesto e si passerà dalle ’scuole sicure’ alle ’scuole fredde’ perché mancheranno le risorse per i riscaldamenti. E i problemi " enormi sulle scuole superiori" si uniscono a quelli che riguarderanno le strade provinciali. "Probabilmente l’obiettivo è già raggiunto: i cittadini potranno scoprire nei prossimi 3 weekend che le Province esistono ancora, dopo che si é fatto passare il messaggio che erano state abolite. E’ stato fatto un grande pasticcio. Forza Italia chiede che in un contesto così difficile almeno ci sia la legittimazione popolare del Presidente di Provincia che ha un ruolo di riferimento. Forza Italia rivendica il rapporto diretto con il cittadino come elemento cardine della democrazia e vuole esserci fortemente negli Enti locali.  Non sfugge che questa é un’operazione politica per un ricambio degli amministratori. FI e il centrodestra, con una maggioranza di presidenti di provincia, rischia di andare in minoranza. C’é un meccanismo di voto per premiare di più una parte che l’altra: chi pensa che non diremo la nostra e non saremo parte attiva nel dettare la linea si sbaglia di grosso”.

IPOTESI: “PARTITO DEL FARE” E’ IL NOME IN POLE PER RENZI-BERLUSCONI


E se, a furia di tirare la corda da una parte e dall'altra, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi finissero per romperla. Il fastidio del Cavaliere per i tanti che nel partito gli remano contro per il Patto del Nazareno è cosa nota da mesi. Dall'altra parte, anche il premier sta riconoscendo resistenze sempre più crescenti ora che le riforme stanno toccando il tema del lavoro. I due, Matteo e Silvio, si somigliano in tante cose. C'è chi nell'entourage del leader di Forza Italia non nasconde che il Cav veda proprio in Renzi un se stesso giovane. E da tempo si parla di un partito trasversale, che raccolga i fedelissimi del Cavaliere da una parte e quelli del premier dall'altra, liberandoli così dalla "zavorra" di quanti vedono il "Nazareno" come il fumo negli occhi.
Il toto-nome - Un grande centro riformista e liberale, sul modello della vecchia Democrazia Cristiana, ma non di ispirazione strettamente cattolica. Un raggruppamento che raccolga la voglia di rinnovamento dell'ex sindaco di Firenze e lo spirito rivoluzionario del primo Berlusconi, quello del 1994. Secondo quanto rivela il sito affariitaliani.it, nelle discussioni tra gli sherpa dei due leader ci sarebbero già delle ipotesi sul nome del nuovo partito. E in pole position, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, ci sarebbe la dicitura "Il Partito del Fare", un nome volutamente post-ideologico che non si rifaccia né alla sinistra né alla destra ma che indichi pragmatismo e concretezza.

Un'ipotesi di cui si parla negli ultimi giorni. Una suggestione improbabile, e che forse non piacerebbe

“GIUSEPPE UGONIA”:A 70 ANNI DALLA MORTE 1881-1944 Domenica 5 ottobre 2014

G.Ugonia
“La Memoria Storica di Brisighella- I Naldi-Gli Spada”

Ore 10.30         S. Messa -  Collegiata S. Michele Arcangelo di Brisighella
celebra Mons. Giuseppe Piancastelli con la partecipazione del coro comunale
Ore 16.00         Sede della Memoria storica “Loggetta Miro Fabbri
                    conferenza  tenuta dalla sig. Velda Raccagni
“Aspetti dell'arte litografica del maestro legata al paesaggio brisighellese”.
 A ricordo della giornata sarà consegnata, in chiesa, una stampa dell’ insigne maestro.

ALLUVIONE: LAMONE, MARZENO, SENIO


Fino a quando la Regione Emilia-Romagna continuerà ad essere amministrata con la cieca ideologica filo ambientalista (dove se tocchi un alberello nel fiume ti becchi una denuncia) questi sono i risultati. Perché non dare la possibilità ai bisognosi o ai frontisti di fare legna nel fiume come facevano una volta. Avremmo fiumi con l’alveo pulito e meno alluvioni come quelli recenti di Brisighella; Modigliana, Castrocaro; Tredozio; Riolo Terme.

venerdì 26 settembre 2014

I NOSTRI SI E I NOSTRI NO A RENZI

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Bene il Jobs Act purché non resti neanche un moncherino del totem n. 18. E subito si faccia la riforma fiscale altrimenti non serve. Inaccettabile la norma sul depistaggio: una pistola in mano ai cattivi pm. E qualcuno spieghi a Matteo che non si fa così a essere garantisti.
Depistaggio – Non solo Forza Italia ma anche un partito di governo come quello di Alfano, l’Ncd, non condivide la proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale. Ieri si è spaccata la maggioranza su un provvedimento liberticida, un abominio per il nostro stato di diritto. Ha vinto ancora il partito delle procure. Questo è inaccettabile. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo con voce forte.
Uniti si vince – Il centrodestra unito può dire la sua già adesso. Le nostre posizioni su Jobs Act e art. 18 trovano rispondenza in quanto sta portando avanti Maurizio Sacconi. Se passerà così com’è sarà una vittoria per l’Italia. Su questi contenuti non c’è alcuna distanza con Lega e Fratelli d’Italia. Noi difendiamo gli ideali di libertà e di intrapresa senza lacci e laccioli. Allo stesso modo con Ncd ci siamo opposti all’assurdo reato di depistaggio. Uniti si vince.
De Magistris – “Non siamo garantisti a giorni alterni. De Magistris per me sarà colpevole dei reati a lui ascritti solo quando i tre gradi di giudizio avranno decretato l’eventuale condanna. Altra cosa è la condanna politica già definitiva che gli hanno dato i cittadini. Io penso però che il già debole sindaco, con questa vicenda, sia arrivato al capolinea. De Magistris nelle prossime ore si troverà di fronte ad una scelta di responsabilità, a mio avviso senza alternative”. Lo ha detto Paolo Russo in un intervista a “Il Mattino”, sulla condanna ad un anno e tre mesi di reclusione inferta al sindaco di Napoli, a conclusione del processo Why Not. “Il sindaco dovrebbe prendere atto e coscienza della sua incapacità amministrativa che si tiene in equilibro su mezzo voto. Non c’è bisogno di aspettare il giudizio del tribunale per sapere che come primo cittadino de Magistris ha fallito”.


ITALIA PAESE DOVE I LECCACULI FANNO CARRIERA EI “MERITEVOLI” VENGONO ESILIATI. IL CAPITANO DE FALCO “NON PROMOSSO” MA RIMOSSO


 “Sono amareggiato e sto riflettendo su molte cose, comprese le stellette che porto addosso”. Il capitano Gregorio De Falco, l’eroe della notte della Concordia, quello che ordinò a Francesco Schettino il celebre e rabbioso “torni a bordo cazzo”. Lo stesso che dalla sala operativa della capitaneria di Livorno sospettò prima di tutti gli altri, assieme al collega Alberto Tosi, che il black out a bordo della grande nave da crociera fuori rotta, fosse una colossale bugia.
Il capitano di fregata è stato informato ieri che dovrà lasciare il settore operativo della Capitaneria di Livorno. Pensa che ci sia un collegamento fra il suo spostamento di incarico e quello che accadde la notte di Concordia? “Penso di sì, mi sono fatto questa idea: che ci possa essere un collegamento col lavoro che ho fatto per il soccorso e forse nelle indagini”.

MALTEMPO, IN ARRIVO PIOGGIE INTENSE FINO A VENERDI, DICHIARATO LO STATO DI CRISI PER LE PIOGGE DEL 20 SETTEMBRE


Bologna, 24 settembre 2014 - Il servizio di protezione civile dell'Emilia-Romagna ha diffuso un'allerta meteo valida fino a venerdì 26 settembre e ha attivato la "fase di attenzione" per intense precipitazioni in Romagna. L'allerta riguarda, in particolare, le zone di alto Lamone-Savio, le pianure di Ravenna e Forlì e l'area del fiume Reno, dove si potrebbero verificare infatti intense precipitazioni tali da provocare danni alle aree coinvolte.
Il territorio romagnolo è già stato interessato nei giorni scorsi da criticità idrauliche, per questo saranno possibili ulteriori allagamenti nelle aree limitrofe ai corsi d'acqua. Attesi anche smottamenti e piccole frane. Dichiarato stato di crisi per Bologna, Forlì e Ravenna
E' stato dichiarato lo stato di crisi regionale per le province di Bologna, Forli'- Cesena e Ravenna, colpite sabato scorso, 20 settembre, da piogge eccezionali e allagamenti. Il Decreto e' stato firmato oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. "Si tratta di un primo passo importante- afferma in una nota l'assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo- per dare una risposta immediata alla popolazione e autorizzare misure a sostegno delle amministrazioni comunali, che hanno subito danni consistenti ai servizi pubblici essenziali, viabilita', abitazioni private e attivita' produttive". L'Agenzia regionale di protezione civile ha gia' avviato la ricognizione dei danni, in attesa di completare in tempi rapidi le procedure per la richiesta al Consiglio dei ministri dello stato di emergenza nazionale. Il provvedimento avra' durata di 90 giorni. I Comuni interessati sono, per la provincia di Bologna: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Fontanelice, Imola; per la provincia di Forli'- Cesena: Civitella di Romagna, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cusercoli, Forli', Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Rocca San Casciano, Tredozio; per la provincia di Ravenna: Brisighella, Faenza e Riolo Terme.

LE PROVINCIE NON SONO STATE ELIMINATE: IL GATTOPARDO


Il consigliere di Forza Italia Galassini Vincenzo insieme all’UDC e la Lega Nord hanno chiesto alla giunta Provinciale di Ravenna di dimettersi con tutti i consiglieri per favorire la nuova Provincia. Proposta  respinta dal consiglio Provinciale. Ma anche con la nuova proposta della legge Delrio-Renzi le province sono rimaste, sono solo stati eliminati i consiglieri eletti direttamente ma rappresentanti da consiglieri comunali. Gattopardo.

giovedì 25 settembre 2014

INTERROGAZIONE SULLA POSIZIONE DEL PRIMARIO DI MEDICINA NUCLEARE DI FAENZA


Raffaella Ridolfi consigliere di Forza Italia a Faenza ha presentato un'interrogazione in cui si legge che "pur non essendo ancora stato depositato e presentato l’atto aziendale della nuova ASL della Romagna si stanno prendendo da parte della dirigenza delle decisioni fondamentali per il nostro Ospedale; nello specifico risulta di evidente interesse la posizione del primario di Medicina nucleare dell’Ospedale di Faenza." 
 La Ridolfi interroga il Sindaco e la Giunta nello specifico "per conoscere: se corrisponde al vero che l’incarico di primario di Medicina Nucleare dell’Ospedale di Faenza (oltre che di Ravenna e Lugo) sarebbe stato affidato al Primario dell’ospedale di Cesena che così cumulerebbe due incarichi evidentemente molto onerosi; quali attività in tale situazione verrebbero svolte nel futuro da tale Servizio, rispetto a quelle attuali; da chi vengano assunte tali decisioni, sulla base di quali intese istituzionali, se in particolare il Sindaco di Faenza ha condiviso una tale decisione, e qual è il suo pensiero al riguardo; se non ritenga: che se così fosse, tenuto conto degli intuibili impegni di una tale figura, la scelta apparirebbe fin d’ora come una formalità, priva di contenuti concreti e positivi per la nostra città; che decisioni come questa, che sembrano propedeutiche più a future riduzioni che a sviluppi del nostro Ospedale; che non può comunque essere questo, nel futuro, il grado di informazione e di partecipazione dei consiglieri comunali alle decisioni riguardante il nostro Ospedale."

ELEZIONI REGIONALI: “UNITA’ DEL CENTRO DESTRA” E RINNOVAMENTO DELLE LISTE



Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi
Il coordinamento di Azzurri ’94 ha unanimemente proposto il documento che di seguito sintetizziamo:
Le Donne e gli uomini di Azzurri’94 con Silvio Berlusconi sono già al lavoro per Forza Italia. A livello della Regione Emilia Romagna Azzurri ’94 hanno dimostrato lungimiranza politica e determinazione nel condividere lo spirito, i principi e le idee che hanno caratterizzato la politica di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e si sono caratterizzati come un punto di riferimento per chi sa coniugare il rinnovamento con l’antico cuore (che non significa affatto nostalgia) di proposte e programmi politici concreti e capaci di generare ripresa e sviluppo. Tutti coloro che anche nella nostra regione nell’autunno del 2012, sottoscrissero Il manifesto appello Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi confermano oggi il loro impegno per realizzare, dopo quarantaquattro anni, l’alternativa al regime delle giunte rosse. l’alternativa di governo democratico credibile.
Se in questi ultimi anni in Emilia Romagna, il centro-destra non sempre è stato percepito come l’opposizione al PD cedendo il testimone di troppe battaglie al Movimento Cinque Stelle, oggi è tempo di ritrovare una forte passione civile e di esprimere candidati capaci di parlare al cuore della gente, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché abbiamo cuore e idee per riuscirci. Per questo gli Azzurri del ’94 con Berlusconi, sono fortemente impegnati nel tesseramento a Forza Italia che si conclude alla fine ottobre e che condurrà ai Congressi Comunali e Provinciali previsti per la fine del 2014 e l’inizio del 2015.
Azzurri ‘94 Condivide con il Presidente Silvio Berlusconi che Forza Italia abbia bisogno di rinnovarsi, candidando alle elezioni regionali persone, prevalentemente donne e giovani, che sappiano tornare allo spirito del '94. In questa ottica a differenza di chi lega la propria sopravvivenza alla strenua difesa dell’esistente, Forza Italia ha il dovere di guidare il cambiamento. Indicare quella rotta di libertà che conduce allo sviluppo. Patrimonio genetico dei moderati italiani, maggioranza sociale nel Paese che deve e può diventare, attraverso il contributo di tutti, maggioranza politica.
Non è sufficiente, tuttavia, la presenza di candidate e candidati berlusconiani formatisi nelle assemblee elettive locali, se non accompagnata dalla premessa politica dell’Unità di tutte le formazioni che compongono il centrodestra. Perché questa unità è anzitutto nella testa e nel cuore della gente che vota i partiti che si riferiscono a questa storia che dura da vent’anni, dal giorno cioè della discesa in campo di Silvio Berlusconi. Uniti in Emilia Romagna perché alle elezioni regionali, la visibilità di una ritrovata coesione darebbe cuore a tanta gente che oggi assiste sgomenta allo strapotere inconcludente del regime catto-comunista renzista che ha trovato i moderati scompaginati.
Azzurri 94 ritiene che in questa fase sia necessario superare la tattica e gli egoismi, le legittime pulsioni identitarie e privilegiare la difesa dei cittadini che sono lentamente ma inesorabilmente depredati del loro presente e del loro futuro. L’unità del centrodestra è nelle cose. Rifiutarla significherebbe rinunciare a vincere e le belle sconfitte , dopo 44 anni di regime di sinistra non servono alla gente.
Rodolfo Ridolfi (coordinatore)-Werner Argellati (Piacenza)- Gabriella Bianchi (Rimini)- Liborio Cataliotti (Reggio-Emilia) Vincenzo Galassini (Ravenna)- Daniele La Bruna (Forlì)- Giancarlo Mazzoli (Bologna)Adolfo Morandi (Modena)- Valerio Stanziani (Bologna)- Luciano Tancini (Ferrara)

LA CASTA HA VOTATO NO ALLA RIDUZIONE DELLE PENSIONI D’ORO A POLITICI E MANGER E ALL’AUMENTO DI QUELLE MINIME. ECCO I NOMI DEI 337 RESPONSABILI

In parlamento si era presentata una opportunità “d’oro”, quella di tagliare le pensioni milionarie immeritate a manager pubblici ed ex politici in modo da aumentare le minime e pagare le migliaia di aziende per cui lo stato è in debito.

Indovinate cosa hanno votato i nostri cari politici? Ben 337 NO (nella foto sopra è ritratta la votazione,le luci verdi,cioè i SI, sono stati la minima parte, rappresentata da FI, M5s e Fratelli D’Italia). E’ una occasione che non si ripresenterà più per molti anni, un occasione persa per l’Italia..
Ecco nome per nome, in ordine alfabetico tutti i 337 che hanno votato NO, quelli che hanno fatto sì che i poveri restino sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, così magari valuterete di che pasta è fatto il vostro candidato preferito:
 1 Adornato Ferdinando UDC
2 Agostini Luciano PD
3 Agostini Roberta PD
4 Albanella Luisella PD
5 Alfreider Daniel SVP
6 Allasia Stefano LEGA NORD
7 Alli Paolo NCD

mercoledì 24 settembre 2014

ALLUVIONE E ALLAGAMENTI: SE IL SINDACO E’ ARRABIATO NOI SIAMO FURIBONDI……….


 “Il Sindaco Malpezzi si dice stanco di dover prendersi le colpe altrui, ma alla base delle colpe altrui c’è la responsabilità sua, della sua maggioranza e delle amministrazioni precedenti tutte targate PD. Sono state fatte delle scelte anche nella determinazione dei gestori dei servizi e soprattutto nei confronti di questi c’è stata e c’è una assoluta mancanza di attenzione e controllo. Volendo utilizzare un esempio banale nessuno ha mai chiesto ad Hera i danni per aver sporcato con dell’olio la pavimentazione della Piazza. Troppe volte la maggioranza PD si fa imbonire da società varie, che tutto va bene, che è stato fatto moltissimo, che si è investito moltissimo nel territorio, nelle opere. Troppe volte da parte dell’amministrazione e da parte degli uffici vengono liquidate con superficialità le segnalazioni dei cittadini ed anche dei consiglieri comunali: quante volte abbiamo segnalato difficoltà alle fognatura, bocche di lupo ostruite, griglie sporche. Per comprendere si deve arrivare sempre al danno ingente, talvolta irreversibile. Così come è il sistema, se c’è un sistema, di allerta meteo e di avviso delle persone che possono essere a rischio non va assolutamente. Non c’è un piano di protezione civile adeguato. E’ necessario implementare i mezzi di comunicazione anche esplorando ed utilizzando i nuovi canali. Non c’è un’attività di prevenzione in tempi “buoni”, non sono previste le prove di protezione civile. Alcuni danni a cose sono stati causati perché non si sono avvisati per tempo i residenti di alcune zone a rischio. C’è poi il tema della pulizia degli argini dei fiumi e dei torrenti, non vogliamo neppure dimenticare le casse di espansione. Troppi e per troppo tempo non hanno fatto il loro lavoro pur drenando un sacco di risorse dalle casse comunali, provinciali e regionali ed ora il territorio, i cittadini ne pagano le conseguenze”. Raffaella Ridolfi

SENZA INTERVENTI SI RISCHIA LA TRAGEDIA



GIOVANNI TOTI:” COALIZIONE CON FORZA ITALIA CON LEGA, NCS E FDI. ALLE POLITICHE BERLUSCONI CANDIDATO PREMIER

Prove tecniche per una nuova coalizione di centrodestra. A rivelarlo è Giovanni Toti in un'intervista ad Affaritaliani. Il consigliere politico del Cav svela i piani di Forza Italia per le prossime regionali: "Per questo tipo di appuntamento elettorale puntiamo a una coalizione di tutto il Centrodestra con Ncd, Udc, Fratelli d'Italia e Lega. Politiche di corsa solitaria indeboliscono la possibilità di battere la sinistra". Nelle ultime settimane però Matteo Salvini ha sempre chiuso le porte ad un'eventuale alleanza tra Lega ed Ncd.  I nodi da sciogliere - E così Forza Italia è a lavoro per convincere il leader del Carroccio: "Domani ci incontriamo con la Lega, ragioneremo delle loro esigenze, faremo presenti le esigenze di avere una coalizione larga per poter essere competitivi con le sinistre. Contiamo, passo dopo passo, di arrivare a una composizione di interessi diversi. Sappiamo che non è facile ma questo è il nostro obiettivo. Ci stiamo spendendo con generosità e speriamo che gli alleati capiscano che sono i loro elettori prima di tutto a chiedere che il Centrodestra torni ad essere vincente". Le regionali potrebbero essere un banco di prova per testare la tenuta della coalizione per poi presentare lo stesso schieramento alle politiche. Silvio candidato premier - Ma quale sarebbe il candidato premier di una coalizione con Forza Italia, Ncd, Udc, Fratelli d'Italia e Lega? Toti su questo punto non ha dubbi: "Per quanto ci riguarda un leader ce l'abbiamo e si chiama Silvio Berlusconi e non abbiamo nessuna esigenza di confermarlo con strumenti tipo le primarie. Dopodiché, è stato lo stesso presidente Berlusconi a dire che quando la coalizione sarà formata discuteremo con gli alleati e non sarà esclusa la possibilità di ricorrere alle primarie ove ci sia la necessità". Infine Toti parla anche del ricorso presentato alla Corte di Giustizia europea per la condanna del Cav nel processo Mediaset: "Quando la Corte europe darà, perché ne siamo certi, ragione a Berlusconi per noi certamente resta il nostro leader e quindi è evidente che se pensiamo a un candidato premier pensiamo a Silvio Berlusconi. Speriamo che le condizioni lo consentano"

DELRIO SONFESSA RENZI: DEBITI CON LE AZIENDE PAGATI A META’

Alla fine la verità sta nel mezzo. Anche nel caso dei debiti della pubblica amministrazione che negli ultimi giorni sono stati al centro di un’autentica lotteria. Gli artigiani della Cgia di Mestre hanno sostenuto che Renzi non ha mantenuto la promessa di saldarli tutti entro il 21 settembre, il premier sceso in campo per precisare che era già tutto in pagamento. Così ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha confermato che in realtà i soldi a disposizione delle imprese sono 55-60 miliardi, ma quelli effettivamente pagati sono 31-32 a causa di ritardi prevalentemente dovuti alla comprensione da parte delle aziende del nuovo sistema per liquidare i loro crediti verso la pubblica amministrazione. «Posso garantire che il meccanismo che abbiamo messo in piedi è assolutamente certo ed esigibile» ha detto Delrio a margine di un’audizione al Parlamento Ue, sottolineando che «sul fatto che ogni imprenditore può andare a riscuotere quello che gli è dovuto non c’è alcun dubbio». Quindi Delrio ha spiegato che «il fatto che da 60 o 55 (miliardi), come presumibilmente saranno alla fine quelli reali, si sia arrivati a 31-32, dipende dai meccanismi di velocizzazione che le imprese hanno avuto nel rendersi conto del nuovo sistema». Delrio ha aggiunto al riguardo che «a volte alcuni enti locali non hanno pagato le loro partecipate», precisando che in questi casi «c’è anche qualche ritardo un po’ colpevole, tra virgolette». Dunque alla fine se i soldi ci sono ma non sono stati erogati è come se non ci fossero. Secondo questa tesi Renzi dovrebbe pagare la penitenza di andare a piedi al santuario del Monte Senario come annunciato nella puntata di Porta a Porta nel caso non avesse assolto l’impegno. A rincarare la dose è stato ieri il vicepresidente vicario dell'Europarlamento Antonio Tajani: «Mancano ancora all'appello circa 60 miliardi dallo Stato per i pagamenti dei debiti della pa». Dati alla mano, «la Banca d’Italia ha stimato i debiti della Pa al 31 dicembre 2012 a circa 90 miliardi», ha spiegato Tajani. «Da parte sua il governo ha stanziato 56,8 miliardi di questi sono stati erogati alle pubbliche amministrazioni 30, ma la Pa ne ha pagati 26,1. Dunque in totale mancano intorno ai 60 miliardi: 30 miliardi di quelli che sono stati stanziati e altri 30 circa ancora da stanziare». Infine Massimo Blasoni, presidente del centro studi "ImpresaLavoro" ha detto che «liquidare i debiti pregressi di per sé non riduce pertanto lo stock complessivo: questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi debiti creatisi nel frattempo risultano inferiori a quelli oggetto di liquidazione».
Fil. Cal.

martedì 23 settembre 2014

E IO PAGO: LA CAUSA PRINCIPALE DEGLI ALLAGAMENTI E’ STATA LA SCARSA MANUTENZIONE DELLE PARATIE DA PARTE DI HERA

http://www.youtube.com/watch?v=iT3JHpdmwjs&feature=player_detailpage


http://www.youtube.com/watch?v=iT3JHpdmwjs&feature=em-uploademail&hd=1Hera

ALLUVIONE NEL FAENTINO, E’ UN DISASTRO


FRANCESCO DONATI FAENZA. Un vasto territorio colpito da esondazioni, allagamenti a macchia di leopardo, con ponti pericolanti, strade chiuse e situazioni che da risanare diventano davvero complicate. Il violento nubifragio della notte scorsa ha gonfiato fiumi e torrenti, che nella mattinata non hanno retto all’onda d’urto delle acque e hanno tracimato invadendo campi, strade, case, mettendo a rischio la popolazione e scatenando il panico. Faenza, Riolo Terme, Brisighella, Casola Valsenio i comuni più devastati. Coinvolti i bacini del Santerno (nell’Imolese), del Senio, della Sintria, del Lamone e del Marzeno con i rispettivi affluenti, più o meno grandi. Ha retto (a fatica) la zona a valle della via Emilia, ma a monte è stato un disastro. A Faenza a differenza dei comuni montani, non c’è sta alcuna tracimazione, ma si è ripresentato il fenomeno dei rigurgiti dalle fogne. L’acqua del Lamone si è infiltrata nelle condotte di scarico e ha fatto il percorso inverso, uscendo per le strade. Risultato: allagamenti in via Lapi, via De Gasperi, via Silvio Pellico, via Della Valle, via Filanda Vecchia e in pratica in tutte le zone basse della città. Tanti faentini hanno assistito passivamente e impotenti al crescere dei flussi, e alla devastazione delle loro cantine, dei garage, dei piani terra delle abitazioni. Un disastro annunciato anche da un’auto della Polizia Municipale con altoparlante che è passata ad avvisare la popolazione. Poco dopo le 9 era il sindaco Giovanni Malpezzi a diramare un’allerta su Facebook: «Attenzione: le incessanti piogge hanno fatto salire pericolosamente i livelli idrometrici del fiume Lamone. I sindaci di Marradi e Brisighella segnalano l’arrivo di una rilevante piena, superiore a quelle

BERLUSCONI: UN ESERCITO DI GIOVANI PER DIFENDERE LA LIBERTA’


Ampi stralci dell'intervento alla scuola di formazione di Forza Italia a Sirmione

"Con Forza Italia abbiamo percorso 20 anni di storia del Paese. Dopo 20 anni ci ritroviamo con una stanchezza, anche logica, che è in molti di noi anche se non tutti. Vent’anni di battaglie politiche ti stancano e ti tolgono un po’ di quell’entusiasmo, di quella passione e di quegli ideali con i quali avevi cominciato. Quindi Forza Italia ha bisogno di energie nuove. C’é una bandiera che si chiama Matteo Renzi e una mezza bandiera che si chiama Berlusconi: vediamo di utilizzare ancora questa bandiera, sarebbe bello avere un esercito azzurro con una bandiera, un vecchietto e tanti giovani.
Dobbiamo rifondare Forza Italia, attraverso l’avvento di tanti giovani. I giovani, saranno quelli appartenenti alla generazione berlusconiana, quelli che sono nati e cresciuti con le televisioni del biscione, e che dal ’94 in poi hanno vissuto i loro primi anni di università e di lavoro in presenza della nostra attività politica. Dobbiamo rivolgerci a loro, da lì dobbiamo partire. Dobbiamo piantare la bandiera di Forza Italia in ciascuno degli 8.000 comuni italiani"
“Con il referendum della Crimea si è celebrato un atto di libertà e autodeterminazione. Ma con l’accendersi del conflitto nell’est dell’Ucraina, a causa della reazione muscolare di Kiev e alle rivendicazioni autonomiste, si sono formate brigate partigiane filorusse e la Russia non poteva abbandonare i fratelli russi"."L’avanzata dell’Isis é qualcosa che ci preoccupa, avete visto le terribili scene delle teste mozzate. Qualche leader occidentale é andato al golf dopo avere visto un suo concittadino ammazzato. Quanto sta accadendo, fa pensare che non andava fatta le guerra nel 2004. Hanno voluto fare il contrario di quello che avevo detto". "Speriamo in una riforma della giustizia che sani tutti i suoi vizi terribili, vizi che rendono ognuno non sicuro dei propri diritti, dei propri beni, della propria libertà". "Che successo quest’operazione in Libia... Nessuno può prevedere l’esito delle guerre intestine tra tutte le tribù, solo Gheddafi c’era riuscito. lo avevamo addomesticato e non arrivavano più immigrati. “"Come possiamo noi persone responsabili e coerenti con il nostro passato dire di no a riforme costituzionali che volevamo fare noi? Detto questo, noi non siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti” “La Corte di giustizia europea presto annullerà la sentenza Mediaset. Io, oggi non sono completamente libero. Dobbiamo perciò saper vendere meglio il nostro martire che abbiamo in casa. Me ne hanno fatte così tante che se non fossi quello che ho dimostrato di essere sarei stato distrutto dieci volte. Mi hanno colpito nella serenità, nel mio tempo, nel mio patrimonio e anche nella vita".

IO PAGO: SPRECO DI SOLDI PUBBLICI LA SICILIA E’ UN DISASTRO MA CROCETTA NON MOLLA


La giunta regionale siciliana è un disastro, con soldi pubblici che finiscono nelle tasche dei suoi membri senza che venga risalto un problema che è uno. Ma il governatore Crocetta, presentatosi come esponente della buona politica con l'appoggio  nientemeno che dei cinquestelle e di altri partiti che si nutrono dipane, legalità ebuonipropositi, si dimostra un vecchio rudere, rifiutando di venire a patti con la realtà e dimettersi. È vero che in Italia nessuno lascia le poltrone nemmeno morto, ma almeno da lui, che rappresenta  la perfezione, oltre che il buono e il giusto, un gesto del genere sarebbe il minino che ci si dovrebbe ragionevolmente aspettare.
 O l'integrità è solo quella che si pretende dagli altri?

E IO PAGO: ALTRO CHE TAGLI ALLA CASTA


domenica 21 settembre 2014

FAENZA VERSO LE ELEZIONI COMUNALI


FORZA ITALIA, SILVIO BERLUSCONI VUOLE AZZERARE I VERTICI E RIFONDARE IL PARTITO: FORZA SILVIO


Questa nuova Forza Italia, Silvio Berlusconi, l'ha fortemente voluta ma sin dal principio non l'ha mai troppo amata. Le divisioni e le battaglie interne lo hanno amareggiato. Ed è in questo contesto che il Cavaliere starebbe meditando a un progetto rivoluzionario, di cui dà conto Repubblica. Una "sorpresa per la quale dovrete pazientare ancora un po'", anticipata ai coordinatori regionali e ai vertici del partito. Vertici che ora tremano. Berlusconi avrebbe detto ai suoi fidatissimi: "Voglio azzerare tutto, ma questa volta per davvero". Rifondare ancora il partito, insomma, e tornare all'agognato spirito del '94. Cancellando l'attuale classe dirigente, facendo poche eccezioni.
Un giudice a Strasburgo - "Sto già completando la scelta dei curriculum di giovani volti", ha raccontato il leader in Forza Italia. Curriculum in gran parte portati dall'ex sindaco rottamatore di Pavia Alessandro Cattaneo. Insomma, Berlusconi si prepara a tornare in campo a tutto tondo: "Tornerò a fare il presidente a tempo pieno di Forza Italia e il leader del centrodestra, così come sono tornato a fare il presidente del Milan con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti". Il Cav è smanioso, attende con ansia la pronuncia della Corte di Strasburgo che potrebbe cancellare l'interdizione e riconsegnargli la piena agibilità politica. Eppure il voto non è sui radar: "Non si andrà a breve alle elezioni. L'ho detto anche a Renzi, siamo persone responsabili, pronte a dare una mano se occorre".
Riavvicinamenti - Berlusconi punta a riprendersi tutto, il partito, azzerandolo, ma anche la coalizione. Non a caso, nelle ultime ore, hanno preso a circolare delle indiscrezioni su una possibile fuoriuscita di quasi-ex alfaniani da Ncd: nove senatori, capeggiati da Renato Schifani, sarebbero pronti a tornare in Forza Italia. E in questo contesto si inseriscono anche le manovre di riavvicinamento alla Lega Nord di Matteo Salvini: la prossima settimana Berlusconi incontrerà il leader del Carrocci. L'obiettivo a breve termine è quello di sbloccare la partita per le nomine di Consulta e Csm. Quello a medio termine sono le alleanze per le regionali. Poi, ancora più in là, la speranza è di ricomporre una grossa coalizione in grado di giocarsela alle urne.

MA PENSAVATE DAVVERO CHE LA TROIKA AVREBBE PERMESSO ALLA SCOZIA DI VINCERE?

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Ma pensavate davvero che la Troika avrebbe permesso alla Scozia di vincere e diventare indipendente?
Ma pensate ancora che i risultati delle elezioni non possano essere manipolati?
Se i banchieri del Fondo Monetario Internazionale, permettessero a qualcuno di staccarsi, innescherebbero l’effetto cascata, e molti altri paesi seguirebbero a ruota.
Hanno solo voluto darci l’ennesimo segnale che la casta ci può far credere di tutto.
Finchè le TV e i giornali non parleranno di Goldman Sachs , di Rothschild, di signoraggio, possiamo mettere altri ‘leccatori di gelato’ a fingere di governare, ma con che risultati?
I Parlamentari non sono diminuiti, i loro stipendi neanche, le Province non le votiamo ma aumentano i posti (per la casta), le pensioni caleranno ancora, la burocrazia romana chi la tocca muore, i magistrati chi ‘pensa di toccarli’ va in galera, le tasse aumentano, le aziende chiudono, gli italiani si suicidano, e per distrarci ci traghettano a nostre spese migliaia di immigrati infettati al giorno, così tanto per farci scordare di quanto stanno rubando e condonandosi.

TAGLI DEL 3 PER CENTO AL SERVIZIO SANITARIO. I PRESIDENTI DI REGIONI INSORGONO GRIDANDO CHE NON SARANNO IN GRADO DI FORNIRE I SERVIZI ESSENZIALI, MA CHI PUO’ CREDERCI?


Il governo annunciata tagli  del3 per cento al servizio sanitario nazionale e subito i padroni della sanità, i presidenti delle Regioni, insorgono annunciando che così gli ospedali non saranno più in grado di fornire i servizi essenziali ai cittadini. Ma chi può  crederci?

Certo che no, Un (ventilato) taglio del 3 per cento alla dote triennale del Servizio Sanitario - che è, per favore, di 337miliardi quale ripercussione potrebbe mai avere sui «servizi essenziali»? Caso mai ci andrebbe di mezzo, ma  senza grossi traumi, la voce di spesa - una novantina di miliardi - «Beni e altri servizi». E poi, sarebbero tagli? Non c'è  presidente di Regione, non  c’è direttore generale (poltrona che non si ottiene per concorso, ma per «chiamata» politica). E poi ci si lamenta della  gestione festante delle aziende ospedaliere, non c'è primaria, medico o infermiere  che non conosca la verità: nella Sanità gli sprechi - massime nelle forniture, ma anche nei sevizi detti «alberghieri» sono la regola, non l'eccezione. Anche negli ospedali meglio diretti e «virtuosi», dove lo sperpero è caso mai ridotto, certo non assente. Un esempio al san Raffaele morto il suo fondatore, per rimettersi amministrativamente in sella un ospedale  privato, il liquidatore, affondo il coltello nello ”spreco” che fu valutato attorno al 15  per cento delle spese generali. E del 15 per cento secco tagliò i costi delle forniture «alberghiere» e biomediche. Partendo dalle siringhe monouso per finire ai peacemaker. Senza che per questo fosse minimamente compromessa  l’ eccellenza che è vanto dell’ ospedale milanese o che i fornitori sospendessero gli approvvigionamenti. Ora se la spending review sanraffaellina tarata al 15 per cento si è conclusa con successo senza  pregiudicare i «servizi essenziali»e non, si dica che per che la stessa cosa, tarata alla miseria del 3 per cento, risulti impossibile o comunque catastrofica per il Servizio Sanitario Nazionale. Non ce la raccontano giusta, questo è.

LAMONE: COME 50 ANNI FA, GRANDE PIENA, DANNI ALLE STRUTTURE E AI CAMPI


Il Fiume Lamone ponte delle Terme
Il parcheggio delle Terme in fase di diminuzione della piena  del Fiume Lamone.
Le case prima del Ponte delle Terme
VIDEO CON I MAGGIORI DANNI A BRISIGHELLA, MARZENO E RIOLO TERME DOPO LA STRAORDINARIA PIENA
20/09/2014 – Un metro d’acqua in diverse case a Marzeno, paratie dei ponti completamente spazzate via dalla corrente, il campo sportivo di Brisighella, la zona delle terme e del Gufo invase dal fango come molte coltivazioni. Identica situazione a Riolo Terme. Sono queste le zone all’interno della provincia di Ravenna maggiormente colpite dalla piena del Lamone e del Marzeno causata dall’abbondante pioggia di questa notte. In via Moronico, sempre a Marzeno, il corso del fiume è stato ostruito da alberi e altri detriti, con l’acqua che ha scavalcato il ponte e si è riversata nelle vie adiacenti. Una piena che fuori Faenza ha già raggiunto il suo livello massimo ed è già in decrescita, mentre dall’una è arrivata al comune manfredo sommergendo completamente tutti gli orti lungo il parco fluviale del Lamone, con gli argini continuamente sotto osservazione da parte della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine e dell’Amministrazione Comunale.  Via San Martino, via Uccellina, la Chiusa di Errano sono state bloccate al traffico per sicurezza, mentre via Lapi e il Borgotto sono costantemente monitorati.
Fiume Lamone dentro albergo Valverde
Fiume Lamone dopo il ponte della Busina verso Faenza prima del campo sportivo e tennis
Fiume Lamone zona Sportiva Busina
Campo sportivo Montaguti Brisighella e zona Tennis
Fiume Lamone Guado Moreda
LE IMMAGINI DEL NUBIFRAGIO: FOGNANO IL LAMONE E' STRARIPATO!
Fognano località Campiume il fiume Lamone ha straripato ed ha coperto di acqua e fango almeno 1 ettaro di kiwi. Foto scattata stamattina alle 8,35 da una lettrice
MODIGLIANA PESANTEMENTE COLPITA DAL NUBIFRAGIO
Mentre a Faenza la pioggia nella notte è stata praticamente irrilevante (pochi millimetri) anche se tuoni e fulmini hanno accompagnato la notte dei daentini, in collina è stata una notte durissima. Qui vedete un'immagine di Modigliana, una vista della Tribuna: gli aabitanti non avevano mai assistito ad una cosa del genere.