mercoledì 30 novembre 2016

REFERENDUM, LETTERA DEL PRESIDENTE BERLUSCONI

il Presidente                                                              Arcore, 29 novembre 2016
 










Il 4 dicembre avrai in mano un'arma con la quale potrai fermare una riforma del tutto inaccettabile e nemica della democrazia.
Una riforma che - se venisse approvata - renderebbe impossibile governare per il centrodestra o per chiunque tranne il PD.
Questo è assurdo, intollerabile, ingiustificabile, perché cancella il concetto stesso di democrazia.  Avremmo un Senato nel quale la sinistra avrebbe automaticamente una maggioranza assoluta almeno del 60%, perché le regioni, e non più i cittadini, nomineranno i senatori, e il PD controlla 17 regioni su 20. E poiché il Senato conserva compiti importantissimi, anche se gli elettori dessero la maggioranza a noi, i nominati dal PD al Senato potrebbero bloccare l'azione di governo.
Se invece vincesse il PD, grazie alla nuova legge elettorale, si innescherebbe una deriva pericolosa.
Infatti una sola forza politica con il 30% dei voti potrebbe avere tutti i poteri. Il 30% dei voti significa il 15% degli elettori, visto che ormai purtroppo la metà degli italiani non vota.
Così, con il voto di un italiano su sei, un partito potrebbe non solo governare, e controllare il Senato, ma anche scegliere le massime istituzioni di garanzia, dal Capo dello Stato alla Corte Costituzionale.
Per questo il tuo voto è importantissimo. Non cedere alla tentazione di restare a casa: questo Referendum non è come gli altri, non prevede un numero minimo di votanti. Varrebbe anche se votasse un solo cittadino. Se rimani a casa gli altri decideranno comunque per Te. La scelta in fondo è semplice: puoi accettare o respingere una riforma sbagliata, inaccettabile in democrazia, che non fa risparmiare nulla, che rende le istituzioni meno efficienti.
La vuole un governo, quello di Renzi, che non ha risolto neppure uno dei problemi del nostro Paese, ed anzi ne ha aggravati diversi. Dopo 1000 giorni di governo Renzi, l'Italia ha aumentato di 106 miliardi il suo debito che tutti noi dovremo pagare, lo Stato ci toglie con le tasse la metà della ricchezza che produciamo, il numero dei poveri è aumentato di un milione nell'ultimo anno.
La disoccupazione non diminuisce, è rimasta quella di tre anni fa, quando Renzi è entrato a Palazzo Chigi, di tre punti percentuali più alta del livello al quale noi l'avevamo lasciata nel 2011.
La sicurezza è a rischio per tutti, l'immigrazione è fuori controllo.
Con questo Referendum, Renzi cerca quella legittimazione che non ha mai avuto dal voto degli italiani. Anche per questo noi diciamo No e invitiamo anche Te a dire No con noi.
Il nostro No non ha lo scopo di lasciare le cose come stanno. Ha lo scopo di ridare la parola agli italiani per un governo diverso e per un vero cambiamento, condiviso e positivo, della Costituzione.
Ci impegniamo infatti, dopo la vittoria del No, a lavorare con tutte le parti politiche ad una nuova e diversa riforma che dovrà contenere:
1) Un limite costituzionale alla pressione fiscale, per cui nessun governo, neppure un governo di sinistra, potrà aumentare le tasse oltre un certo limite.
2) Un taglio drastico al numero dei parlamentari in modo che diminuiscano a 450, contro i 1000 attuali: 300 alla Camera e 150 al Senato.
3) Il vincolo di mandato: un parlamentare non deve poter cambiare schieramento, deve rispettare quello in cui è stato eletto. Se cambia idea, deve dimettersi.
4) L'elezione diretta del Capo dello Stato, in modo da sottrarla ai partiti e affidarla ai cittadini.
Renzi minaccia ogni giorno, se dovesse vincere il No, crisi nei mercati finanziari, instabilità e ritorno al passato.
Non succederà nulla di tutto questo. Nessuna instabilità e nessun ritorno al passato.
Si terranno invece nuove elezioni, con una nuova legge elettorale che rispetti la volontà dei cittadini, per avere finalmente una maggioranza di governo che corrisponda alla maggioranza degli italiani.
Se anche Tu credi, come noi, che l'Italia abbia bisogno di un cambiamento in meglio (e non in peggio come quello che Renzi ci propone occupando radio e Tv), di un cambiamento di governo, di un abbattimento della oppressione fiscale, della oppressione burocratica, della oppressione giudiziaria, allora non esitare domenica 4 dicembre: vai a votare e vota No.
Per Te e per i Tuoi figli, per un comune futuro di prosperità, di giustizia e di libertà. 
Silvio Berlusconi

4 DICEMBRE 1944 LA LIBERAZIONE DI BRISIGHELLA: LA RAPPRESAGLIA DI S.STEFANO SETTEMBRE 44 - TESTIMONIANZE DEI FAMIGLIARI DELLE VITTIME.



MARCO LOLLI CERONI – Ho raccolto alcune testimonianze di un fatto accaduto durante il passaggio del fronte a S.Stefano nel settembre 1944. Una rappresaglia delle S.S. e delle Brigate repubblichine verso i contadini della zona di S.Stefano. Conti Giorgio era mio nonno e fu l'unico sopravissuto.
La parrocchia di S.Stefano in Zerfognano è una comunità adagiata poco sotto una delle tante dorsali che dalla via Emilia risalgono verso l'appennino. Situata alla quota di poco oltre 300 metri è composta da poderi e case rurali. Il Prato, la Lama, il Castellaccio Nuovo, il Castellaccio Vecchio, la Colinaccia, Monticello, e Dugento, sono i poderi più adiacenti alla chiesa. Anche se non esiste un agglomerato vero e proprio, da tutte le abitazioni, è quasi sempre possibile scorgere le altre, come se facessero parte di un piccolo borgo. Nel settembre 1944 quella zona fu teatro di scontri tra tedeschi e gruppi partigiani che culminarono nella rappresaglia del 25 settembre.
VENERDì 22 SETTEMBRE 1944 : alcuni partigiani provenienti da Fornazzano, diretti verso Faenza, comandati da Liverani "Palì" si riparano per la notte nella case della zona di S.Stefano in Zerfognano. Il Prato è uno dei poderi più vicino al crinale e alla chiesa. La casa è molto grande e riescono ad viverci molte persone. In quei giorni gli occupanti sono addirittura diciassette. C'è Zauli Domenico detto " Minghì de Prè" di anni 51 reduce della 1° guerra mondiale il quale aveva trascorso cinque anni sul Carso; la moglie Emma Montevecchi (anni 41); tre sorelle Vittoria 19 anni; Pia 20 anni; Caterina 18 anni e quattro fratelli; Paolo (anni 15), Ugo (anni 11) Tommaso " Masì" ( anni 9) e Gaetano di 18 mesi. C'è Suo fratello Ubaldo Zauli, detto "Baldì" di anni 57 e la sorella Lucia ( 54 anni) con il marito Angelo Mamini "Angiolì", una figlia, Rosa (13 anni) e un figlio Valerio (anni 17) sfollati da Faenza. C'è Piercarlo Montevecchi (anni 14 e cugino di Emma Montevecchi) fratello di latte di Paolo, figlio della maestra di Zattaglia, Giulia Montaguti. Ci sono infine i genitori della farmacista di Fognano sfollati invece da Marradi dove imperversano le battaglie con gli inglesi della 5° armata. Anche al Prato, nonostante il timore di qualche spiata ai tedeschi o ai repubblichini, la famiglia Zauli accoglie questi giovani partigiani quasi tutti natii del faentino o zone limitrofe: Castel Bolognese, Solarolo, Riolo Terme. Tra di loro, il  faentino Gino Monti e "Attila". Rimangono qualche ora, mangiano qualcosa e prima di partire a notte inoltrata. Riescono perfino ad intonare qualche canzone e qualche ballo. Alcuni rimangono a dormire nel fienile, ma all'alba sono già spariti.1
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4 DICEMBRE 1944 LA LIBERAZIONE DI BRISIGHELLA: LETTERA APERTA VINCENZO GALASSINI


Lettera aperta di Vincenzo Galassini dedicata alla Liberazione di Brisighella
Lunedì 8 Dicembre 2014 - Brisighella -- Brisighella ha celebrato Il 4 dicembre il 70^ anniversario della liberazione. Avevo cinque all’epoca, sono nato il 5 dicembre. I ricordi sono flebili, data l’età, ma una cosa è certa i miei genitori, mia madre cattolica e mio padre d’idee socialdemocratiche mi hanno inculcato il coraggio e l’amore per la verità . Ricordo vagamente, il piccolo rifugio nella cantina, dove abitavo in via 24 maggio e quello immenso della Famiglia Lega. Porto ancora il segno, nell’orecchio, del morso di un topo quando ci rifugiavamo per l’arrivo dell’ aereo “pippo”, ma non certo il timore. Ci sono ancora alcuni piccolissimi segni di schegge nella facciata di casa e ricordo i nascondigli che usavano per nascondersi, conosciuti da più grande, che mi sembravano facili da trovare, forse perché nessuno era venuto a cercare. Ricordo la sera del 18 aprile del 1948 quella della vittoria della Democrazia Cristina e di Saragat, sul Fronte Popolare. Davanti all’osteria di mio zio Gigiolè in via Fossa, c’era un gran traffico di brisighellesi che si dirigevano nella piazza Carducci, poi, ricordi certi e sicuri: la musica che proveniva  dall’arena parrocchiale Giardino, del film Sangue Arena,  Verde Luna,  martellante, ma bella. Brisighella è stata politicamente per tanto tempo “un’isola bianca”, nel periodo dei miei studi ricordo il diverso linguaggio dei miei maestri da Parini, severo e austero, a Dalmonte più ambiguo, che ho conosciuto poi in politica. Nella scuola di avviamento professionale, come dimenticare  l’austero prof. Giberti. Allora non si parlava della Resistenza con insistenza come oggi. Immenso era, il cimitero dei soldati tedeschi che vedevo in via  F.lli Cardinali Cicognani inizio di Via Puriva.  Nel 1956 ricordo l’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici e la mia prima protesta con gli altri  studenti a scuola a Faenza.  Sulla Liberazione di Brisighella, poco si è scritto, molto invece su Cà Malanca. Ricordo i vari avvenimenti e celebrazioni per ricordare la Brigata Maiella sciolta a Brisighella, la Friuli, le varie cerimonie con parole generaliste ma non particolari non specifiche di brisighellesi. Per conoscere i fatti e i dettagli, della liberazione di Brisighella, si è dovuto aspettare il 2004 (sessantesimo della liberazione) con il bel libro pubblicato dall’Associazione La Memoria storica di Brisighella: “Brisighella 1944 - nell’oppressione, nella prova, un popolo solidale”.  Un libro curato da diversi autori, protagonisti dell’epoca, ancora viventi, che ne hanno dipinto un quadro direi quasi completo ma con zone d’ ombra non approfondite, forse per l’età degli scrittori ma forse ancora per timore dei fatti della sinistra comunista, allora fondamentale per Brisighella. Per esempio la presenza Sap (Squadre di azione patriottica) di origine cattolica, aperte al contributo di tutte le idee politiche anche socialiste, diversa dalle altre formazioni di sinistra comunista che operavano a parte; il contributo di vita pagato dai tanti civili. Il fronte non si fermò a Brisighella, colpì particolarmente Riolo Bagni

VIAGGIO NEL RINASCIMENTO DAL 2 AL 4 DICEMBRE A FOGNANO



VENERDI 2 DICEMBRE 2016 CONFERENZA “IL SIMBOLO DEI TAROCCHI ALLA LUCE DELL'IMMAGINARIO RINASCIMENTALE"
FRA SCALA MISTICA CRISTIANA, SOPRAVVIVENZA DEL CULTO DEGLI ANTICHI DEI, FILOSOFIA NEO PLATONICA E CONDIZIONI UMANE
PROF. ANDREA VITALI STORICO DEL SIMBOLISMO, ICONOLOGO. PRESIDENTE ASSOCIAZIONE CULTURALE LE TAROT.
 ”I tarocchi il più completo sistema simbolico del nostro occidente, sono considerati a livello accademico una delle più straordinarie realizzazioni del pensiero umanistico italiano”
SABATO 3 DICEMBRE ORE 14,30 MOSTRA “LA MENSA NEL RINASCIMENTO” a cura di VALERIA MINIATI


martedì 29 novembre 2016

REFERENDUM, LA RIFORMA COSTITUZIONALE DI (DU)CETTO LA QUALUNQUE


Cavour, Giolitti e Mussolini governarono sostanzialmente con lo stesso sistema costituzionale, ma con leggi elettorali diverse. Fu l’introduzione del suffragio universale (in un paese ad alto tasso di analfabetismo), e il Patto Gentiloni che ne derivò, a cambiare gli assetti politici reali. In poco tempo l’Italia fu spinta verso la Prima Guerra Mondiale, sull’onda delle pressioni violente esercitate dalla teppa interventista di destra e di sinistra. Finita la guerra più inutile della Storia, il sistema elettorale generò il caos da cui originò il fascismo. E infine fu la legge Acerbo (voluta da Mussolini e che determinò l’aggregazione del Listone) a trasformare un sistema più o meno rappresentativo in una dittatura. E’ questo il quadro storico da non dimenticare il 4 dicembre. A dispetto dei ragli di chi si ostina a ripetere che l’Italicum non è oggetto della riforma costituzionale soggetta a referendum, gli effetti nefasti della riforma Boschi-Verdini derivano dalla combinazione con una legge elettorale demenziale partorita dall’arroganza puerile del Ducetto La Qualunque convinto di avere in mano il Paese grazie a un’elemosina di 80 euro. Una Costituzione che rafforzi i poteri del governo nel quadro di un sistema parlamentare con sistema elettorale proporzionale, sortisce effetti totalmente diversi quando il sistema elettorale regala a una minoranza la maggioranza dei seggi in Parlamento. Gli argini all’autoritarismo e all’arbitrio o, se preferite, un efficace equilibrio di pesi e contrappesi assicurato dalle dinamiche di una coalizione parlamentare, in un sistema maggioritario deve essere garantito da istituzioni non soggette al controllo della maggioranza. Invece la riforma elettorale assegna al caporione del partito che vince le elezioni oltre al governo, il controllo di Commissioni Parlamentari, Rai, Autorità indipendenti (si fa per dire), Forze Armate, Polizia, Banca d’Italia, Eni, Finmeccanica, Inps, Enel, Cassa Depositi e Prestiti, Poste, Agenzia delle Entrate, Equitalia (o come cavolo verrà ribattezzata), Ferrovie e una forte influenza su Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale e Csm. E, come ciliegina, il caporione controllerà i cordoni della borsa su una miriade di enti locali (con annesso sistema sanitario) nonché i salvataggi di banche e imprese in dissesto. Detto in termini semplici, una legge elettorale assurda e una Costituzione che non prevede argini alle decisioni del governo in un paese dove lo Stato controlla direttamente o indirettamente oltre due terzi dell’economia, significa instaurare un regime. Lo Statuto delle Opposizioni è solo una carognata in quanto viene votato a maggioranza in Parlamento, cioè in pratica viene dettato dal governo.
La Costituzione fissa principi generali e regole vaghe. Il problema è che tali principi e regole vanno fatti rispettare. Questo compito spetta all’autorità costituita. Ma se tale autorità non ha nessun interesse ad agire, anzi propende per la violazione delle regole costituzionali a proprio vantaggio, la Costituzione diventa come lo Statuto Albertino durante il fascismo. Ad esempio l’art. 24 dello Statuto recitava: “Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla Legge. […] Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammessi alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi”. Questo articolo non impedì le leggi razziali contro gli ebrei. Lo Statuto prevedeva la libertà di stampa (art. 28) e la libertà di riunione (art. 32), ma non garantì nessuna delle due perché non esistevano istituzioni che potevano opporsi al governo del Duce, nemmeno il Re. Per concludere, un sistema costituzionale non si giudica dal fatto che se vincono i nostri tutto va per il meglio. Si giudica dal fatto che se vincono gli altri il sistema non si trasforma in un’autocrazia. La democrazia è in prima istanza un meccanismo per limitare i poteri del sovrano e della maggioranza. Non per aprire a qualche campiere della massoneria agropastorale toscana, insieme al rottame comunista salernitano, la porta del potere.


MATTEO BOMBA E LE COOP ROSSE A SESTO FIORENTINO


DETERMINAZIONE 317/2016 NOVEMBRE: APPROVAZIONE PROGETTO DEFINITIVO SCUOLA PRIMARIA MARZENO COSTO FINALE €. 860.000-. CARA LA MIA SCUOLA SERVE SI RISPETTERANNO I COSTI GIA’ SALITI?


La prima   Deliberazione di Giunta Comunale nr. 84 del 02/08/2013 si approvava, il progetto preliminare redatto in data 1 agosto 2013 dal Settore Territorio avente ad oggetto “Lavori per la realizzazione di una nuova struttura scolastica a Marzeno atta ad ospitare i locali della scuola primaria Giacomo Leopardi e i locali della scuola infanzia Caduti di Cefalonia”; Ora dopo tre anni la spesa per il progetto esecutivo €. 860.000. Il quadro economico complessivo dell'opera:           Per  lavori, oneri sicurezza, progettazione e oneri - Affidamento ATI “Rinaldi – Spada” (iva compresa) €  646.156,20  - Lavori a Misura A (iva compresa) €    16.476,34 Sommano €  662.632,54. Somme a disposizione   - Fondo incentivo di cui all’art. 113 D. Lgs 50/2016 €      6.672,00 - Oneri per la sistemazione area esterna €  6.025,00  - Spese tecniche per perizia geologica € 1.119,96  - Lavori esterni per sistemazione platea €    39.600,00  - Verifica pressione da parte di HERA €  136,64 - Spese per progett. complementare def/esec. €    12.013,00 - Somme a disposizione per sistemazioni e incarichi €. 109.472,84  Sommano €  175.039,44
TOTALE €. 837.671,98 Somme già liquidate €.   21,963,22  Importo complessivo  €. 859.635,20  
FINANZIAMENTO: H57B14000010005 dell’importo di € 329.636,00 per lavori per la realizzazione di una nuova struttura scolastica con finanziamenti comunali e statali; • H55D10000270006 dell’importo di  € 530.000,00 per lavori di adeguamento normativo e completamento per la realizzazione di una nuova struttura scolastica con finanziamenti comunali e regionali
Cronaca e costi serve non serve
24 OTTOBRE 2014 Sette  Sere- .La struttura sorgerà nel Comune di Brisighella in via Bendandi  sarà costruita su piano unico in classe B, «con una prospettiva di consumi molto ridotti - spiega il sindaco Davide Missiroli -. Sarà una scuola sostenibile e una struttura di qualità; una scuola di campagna che pensiamo possa essere attrattiva anche nei dintorni di Marzeno. L’idea portata avanti con l’allora provveditore Martinez era la costruzione di una piccola struttura con forte connotazione umana che in molti altri posti sta dando ottimi risultati». …. L’importo complessivo dell’appalto è di 735mila euro pagati circa così: 300mila dallo Stato, 230mila dalla Regione, 200mila dal Comune di Faenza e 100mila da quello di Brisighella. «Dopo il Ponte lungo, di tempi non ne do più - scherza Missiroli -. Spero possano partire i lavori entro l’inizio della primavera» (N.d.R. primavera 2015). Nelle prossime settimane si terranno le valutazioni delle offerte e l’aggiudicazione dell’appalto. Il termine per l’esecuzione del contratto prevede come scadenza per la redazione e la presentazione del progetto esecutivo 35 giorni 35, mentre il termine di esecuzione dei lavori è di 360 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori.


lunedì 28 novembre 2016

REFERENDUM, BERLUSCONI IN CAMPO : “NO PER FAR CADERE GOVERNO”


Un unico fronte del No ma diverse vedute su quello che sarà il dopo 4 dicembre e soprattutto sul futuro del centrodestra. A otto giorni dal voto Silvio Berlusconi, come promesso, intensifica le sue apparizioni televisive per la campagna elettorale e il suo appello è forte e chiaro: "Bisogna andare a votare per un deciso e responsabile No, anche per mandare a casa un governo che non risolve niente". L'ex Cavaliere sceglie gli studi di canale 5 per sfidare, se pur a distanza di qualche minuto, il premier. Con la riforma costituzionale e l'Italicum "si è cucito un vestito addosso" per diventare "il padrone d'Italia", è l'accusa. Le regole del gioco, invece, vanno scritte insieme. Ecco perché il leader di Forza Italia, dopo un'eventuale vittoria del No, continua a "sperare" nella volontà di renzi di aprire un tavolo sulla legge elettorale, al quale invita a sedere anche "tutte le forze nel nostro Paese". L'ex Cav punta a modificare l'Italicum tornando "al proporzionale, con un limite per i piccoli partiti per non avere una frammentazione eccessiva del Parlamento". Se invece dovesse vincere il Sì, è sicuro Berlusconi, la storia d'Italia "cambierà nel male". È per scongiurare questa ipotesi, mosso "dal senso di responsabilità" verso il Paese che ama che è tornato in campo. E per lo stesso senso di responsabilità, dice dal salotto di Barbara D'Urso, che potrebbe anche ricandidarsi dopo una pronuncia favorevole della corte di Strasburgo. Matteo Salvini, almeno a parole, è pronto ad accoglierlo a braccia aperte. "Sarei davvero felice se uscisse dagli impedimenti e fosse in condizione di ritornare pienamente alla politica", dice, non dimenticando di sottolineare, però, come i tempi siano cambiati. "Dobbiamo tutti guardare avanti. Non possiamo ripresentarci agli italiani nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto sempre. Il che significa che chiunque voglia sfidare il Pd alle prossime elezioni dovrà avere la piena legittimazione degli italiani.




DELIRIO TOTALE NAPOLITANO SU FIDEL CASTRO:”GIUSTO RENDERE OMAGGIO”


"Fidel Castro è stato protagonista storico di grande rilievo sul piano mondiale del secolo scorso, e si è caratterizzato come un costruttore di un esperimento di stato fondato sulla mobilitazione e il sostegno popolare, fin quando non sono balzate in primo piano e divenute contraddizioni fatali le componenti autoritarie e la subordinazione agli schemi sovietici e al blocco ideologico-militare guidato da Mosca". Lo afferma il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una nota.
"Fidel Castro - prosegue - è stato nel contempo mito ideale e politico per grandi masse di militanti della sinistra nel mondo, nella stessa Europa e nel nostro paese. Anche per il suo straordinario carisma personale ha ispirato movimenti rivoluzionari, in particolare nell'America Latina, e alimentato speranze immaginando un futuro libero dal dominio capitalistico. La Cuba di Castro è stata anche al centro in vari momenti di tensioni tra le maggiori e più pericolose tra i blocchi dell'Est e dell'Ovest nel periodo della guerra fredda e oltre. La sua rivoluzione contro il regime di Batista non era stata guidata da ostilità verso gli Stati Uniti, ma piuttosto da vicinanza alle grandi tradizioni di libertà di quel paese. È giusto rendere omaggio oggi alla sua figura per l'esperienza complessa e drammatica che ha rappresentato nelle sue luci e nelle sue ombre, e per la lungimirante apertura con cui negli ultimi anni ha assecondato un processo di avvicinamento all'Occidente e di superamento delle barriere che avevano a lungo tenuto isolata la sua Cuba".


IL FUTURO DEL CENTRODESTRA: BOSSI ALL’ATTACCO DI SALVINI


Non bastava il ritorno di Silvio Berlusconi. Pronto a riprendersi il centrodestra e a guidarlo alle prossime elezioni. Ora Matteo Salvini deve fare i conti con un altro "vecchietto terribile". Pronto a riprendersi la Lega. Umberto Bossi non ha dubbi: "La base non vuole più Salvini, non vuole più uno che ogni giorno parla di un partito nazionale". "Il 16 dicembre - aggiunge - scade il mandato di Salvini". E allora ecco partire la richiesta di una convocazione immediata del congresso federale: "Il nuovo segretario lo deciderà il congresso. Il congresso è sovrano".
Il Senatur è un fiume in piena e non si risparmia: "Salvini ha i voti? I voti non servono a niente, se non sai per che cosa li prendi. Alla base, soprattutto in Lombardia e in Veneto, non frega niente dell'Italia". Serve un nuovo segretario, uno che si attenga allo Statuto e non faccia quello che vuole". 

A stretto giro di posta ecco la risposta di Salvini: "Tutti i militanti della Lega sono impegnati, non a chiacchierare, ma nelle piazze per fare campagna per il No al referendum, perché la riforma cancella ogni tipo di autonomia e qualsiasi speranza di auto-governo e federalismo: questo stanno facendo la Lega e i leghisti; altro è tempo perso. Si parla della Costituzione e del futuro dei nostri figli... e non delle beghe di partito. Andiamo avanti".

OMAGGIO AL BRISIGHELLESE RENATO CAVALLARI – AUGURI NATALIZI E ALTRO

Renato Cavallari - Notte d'inverno a Brisighella premio UNICEF 1989 biglietti augurali

La Memoria Storica di Brisighella “I Naldi -Gli Spada” presidente il card. Achille Silvestrini organizza, presso la Loggetta “Miro Fabbri”- Via Naldi 17 Brisighella,  un omaggio all’Artista   brisighellese Renato Cavallari.  La mostra è una raffinata selezione di acquerelli dalla fine degli anni ‘80 al ‘95 e documenta l’alta qualità pittorica dell’artista. Esprime anche il punto di arrivo delle ricerche di questo artista, che ha sperimentato diversi linguaggi: dal naturalismo all’informale, dall’espressionismo alla metafisica, dall’astrattismo geometrico al realismo magico. Occorre tenere conto di queste esperienze per cogliere appieno il fascino delle sue opere. Gli acquerelli su Brisighella, pur riconoscibile nel suo caratteristico profilo, sembrano riferirsi ad un paese quasi magico e incantato; proprio queste visioni di poesia in pittura gli valsero più volte il premio Unicef per la realizzazione di biglietti augurali di Natale.  Anche nelle altre opere esposte occorre riferirsi al background dell’artista, come quelle atmosfere oniriche e metafisiche, quei luoghi immersi nel silenzio di un’attesa senza tempo, delle illustrazioni dei libri di Dino Buzzati, (Il deserto dei tartari, Barnabo delle montagne,….) che Cavallari sentiva in sintonia con il suo modo di contemplare la natura.

La mostra sarà inaugurata giovedi 8 dicembre alle ore 16, interverrà Marcella Vitali, rimarrà aperta fino al 26 dicembre 2016 Orario: sabato 10-12/ 15-17  Festivi 10-12/ 15-18 e a richiesta 328 783 4660

Renato Cavallari  Brisighella 1938 Faenza  1995


URAGANO A MONTE MAURO

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venerdì 25 novembre 2016


REFERENDUM COSTITUZIONALE, SCENDONO DAVVERO I COSTI DELLA POLITICA SE PASSA LA RIFORMA?



Uno degli argomenti nel dibattito sul referendum è il risparmio di costi della politica che ne conseguirebbe. Stimiamo un risparmio massimo per il contribuente di 140 milioni due anni dopo l’entrata in vigore della riforma e di 160 milioni a regime. Una stima, ovviamente, con margini di incertezza.
di Roberto Perotti (www.lavoce.info) - Circolano le stime più svariate sui risparmi che si otterrebbero se passasse la riforma costituzionale. In questo lavoro stimo un risparmio per il contribuente di 140 milioni due anni dopo l’entrata in vigore della riforma costituzionale, e di 160 milioni a regime. La Tabella 1 sintetizza le fonti di questi risparmi. Come sempre, queste stime sono soggette ad un ampio margine di incertezza. In particolare, la stima di alcuni di questi risparmi si basa su una interpretazione favorevole di alcuni passaggi ambigui nel testo della riforma. Sotto una interpretazione più restrittiva, i risparmi si ridurrebbero a circa 110 milioni dopo due anni e 130 milioni a regime.

Tabella 1: Sommario dei risparmi dalla riforma costituzionale
Il seguito di questa nota  mostra i dettagli di queste stime. Per comprenderle, è  importante tenere presente che cercherò di ricostruire  il  risparmio per i  contribuenti dalla attuazione della riforma.
La “decostituzionalizzazione” delle province: Come è noto, la riforma costituzionale rimuove le province dalla lista di enti costituzionali. In molti includono i risparmi dall’abolizione delle province nel calcolo dei risparmi dalla riforma costituzionale. Questo approccio non è corretto. Il motivo è semplice: gran parte delle funzioni delle province sono già state riallocate a comuni, città metropolitane, e regioni con una legge ordinaria del 2014 (la legge “Delrio”); i dipendenti pubblici non più necessari verranno gradualmente riassorbiti da altri enti pubblici; la stessa legge ha  eliminato gli emolumenti ai consiglieri provinciali. Dunque i risparmi della riforma delle province si sono già manifestati, e rimarrebbero anche se passasse il no al referendum: sono indipendenti dalla riforma costituzional

SILVIO BERLUSCONI: BASTA POCO PER FARE UNA RIFORMA. PER FARLA CHIARA E COMPRENSIBILE.


giovedì 24 novembre 2016

ENOLOGIA 2016 FAENZA, PREMIAZIONE TRA VINO E RISTORAZIONE. ALLA GROTTA DI BRISIGHELLA


di RICCARDO ISOLA  CORRIERE ROMAGNA FAENZA^Enologia 2016 ha promosso per la Prima volta anche un iniziativa legata all'unione tra vino e ristorazione. "Carta canta" è una iniziativa, patrocinata da Enoteca regionale. Enologica e Fipe, che mira ad avvalorare e riconoscere l'impegno di chi crede nella tipicità del territorio e arricchisce la propria carta dei vini con specialità regionali. Dodici le categorie presenti. Dalla miglior carta dei vini in assoluto a quella presentata dalle enoteche passando per le categorie relative al ristorante, carta bar, albergo, agriturismo, assortimento armate storiche fino ad arrivare al miglior narratore. all'ambasciatore dell'Emilia-Romagna all'estero e in Italia, al focus territorio e allo stabilimento balneare. Per la provincia di Ravenna ex aequo come ""Miglior carta ristorante" si è posizionata ai vertici "La grotta" di Brisighella e "La voglia matta" di Fusignano. La giuria per il primo ha voluto sottolineare e premiare «la qualità della proposta, la varietà, e il carattere personale delle scelte con etichette mai scontate» mentre per il secondo «la qualità della carta, la sensibilità e la conoscenza espressa nelle scelte». Come "Miglior carta enoteca" il premio è andato all'Enoteca Kavatappi di Faenza «per la completezza della proposta, la capacità di spaziare tra Emilia e Romagna e la politica dei ricarichi che riesce a dare al consumatore un prezzo sempre concorrenziale». Ancora Faenza protagonista con il premio "Focus territorio" andato alla trattoria "La Marianaza" «per l'originalità della proposta grafica con le etichette in evidenza e la continuità tra la proposta del menù e quella della carta vini».




PEDIATRIA FAENZA LUGO COSI’ CI PRENDONO IN GIRO


La scelta dell'Ausl di abolire nuovamente, seppur temporaneamente, la guardia pediatrica notturna, nonostante le assunzioni, reintroducendo per Faenza e Lugo la reperibilità, sta scatenando reazioni a catena. L'altro giorno il primo a sollevarsi è stato il comitato "Giù le mani dalla pediatria".  Una lettura più soft, ma non priva di critiche, la fornisce Paolo Palmarini della UiI, che collega il discorso delle penalizzazioni di Faenza e Lugo al percorso in atto di unione dei due ospedali. Un percorso che ha registrato un accelerazione il 10 novembre, dopo una riunione avvenuta tra le parti, giudicata dai sindacati «molto positiva». Ad avviso di Palmarini, «non si capiscono le motivazioni per cui, espletato il concorso, gli otto pediatri assunti nell'Ausl Romagna non possano entrare in servizio prima di febbraio. Anzi, considerata la situazione di Faenza e Lugo, dove era stata da poco reintegrata la presenza fissa, sarebbe proprio questo il territorio dove dovrebbero essere insediati prima che altrove, almeno per garantire ciò che era appena stato concesso». Tutto ciò forse accade perché Faenza e Lugo sono realtà più piccole di quelle provinciali in area Romagna. ancora alla ricerca di una stabile fisionomia sanitaria: «Perciò è importante che sia ratificata il prima possibile la sinergia tra i due ospedali da considerarsi blocco unico per un bacino di oltre 200mila abitanti, cioè più grande di alcuni territori provinciali. A quel punto, se non vi fossero attenzioni, allora davvero bisognerebbe pensare a distrazioni volute».


ACCOZAGLIA? DA CHE PARTE.


Quando uno vede Napolitano, ossia un signore che ha fatto e disfatto i governi e che è entrato in Parlamento all'età di 27 anni per non uscirne più, si fa fatica a pensare che possa rappresentare il nuovo, ma anzi è più facile ritenere che là dove si schiera l'ex capo dello Stato non si possa schierare chi voglia cambiare le cose. Lo stesso dicasi di Giovanni Bazoli, il professore che per 34 anni è stato al vertice della più grande banca italiana, senza mai far mancare la sua influenza sulla politica e  senza mai rinunciare alle lezioni di etica, salvo poi finire indagato per una vicenda di banca e di nomine. E che dire di Carlo De Benedetti, prima tessera del Pd, ma anche uno dei primi a patteggiare una condanna per una faccenda di falso in bilancio dell'Olivetti? Insomma, l'argomento dell'accozzaglia è controproducente per chi lo usa. E allora stiamo al merito, cioè a che cosa promette la riforma costituzionale e cosa davvero mantiene. Si tagliano concretamente i costi della politica? La risposta è no, perché i miseri risparmi usati per irretire l'elettore (la Ragioneria generale dello Stato li quantifica fra i 50 e i 60 milioni l'anno) sono già vanificati dalle spese per il referendum confermativo, senza contare poi che la legge Boschi, non sfiorando le spese delle Regioni autonome, rappresenta la pietra tombale sulla possibilità di ridurre gli sprechi di enti che non solo costano pro capite più di altri, ma non restituiscono ai cittadini in termini di efficienza ciò che dilapidano. Quanto all'altro argomento forte della campagna del Sì, ovvero la velocizzazione dei provvedimenti legislativi, che sarebbero troppo a lungo palleggiati dalle due Camere, se si guardano i dati si scopre che essere rinviate sono solo le leggi che il Parlamento non vuole fare, per esempio quelle riguardanti difesa dell'ambiente oppure il taglio degli sprechi o ancora le norme che puniscono la frode o il depistaggio. Per tutte le altre, a cominciare dalla legge Fornero sulle pensioni o il recepimento della direttiva della Ue sul bailin o, ancora, la svuota carceri, sono bastate poche settimane. Dunque, quando la maggioranza vuole, le leggi le fa, quando non vuole e preferisce prendere in giro gli elettori, fa correre la palla senza andare mai a rete. Eliminati dunque le tesi a favore del Sì (Casta, risparmi, velocità dei processi decisionali), che cosa resta di un dibattito che ha bloccato il Paese per almeno un anno e che di fatto ha sospeso l'attività di governo per consentire a premier e ministri di fare campagna elettorale? Rimane solo l'ambizione di un leader di mettere al proprio guinzaglio il Parlamento. Dopo aver imbavagliato stampa e tv, il premier vuole imbavagliare anche le Camere, piegandole ai suoi interessi. Non siamo alla deriva autoritaria, siamo alla deriva e basta, perché mentre si certifica l'ennesimo rallentamento dell'economia italiana, si discute solo di quanto potere dare al presidente del consiglio. Ùn'accozzaglia di chiacchiere.



SILVIO BERLUSCONI A MATRIX: “UN NO DECISO E RESPONSABILE”


"Berlusconi a "Matrix": "Se vince No serve tavolo per riforma condivisa. Il veto di Renzi alla Ue? Minaccia infondata. Mediaset? Solo timore fisiologico da imprenditore"
Il Cavaliere è stato accolto nello studio dalle immagini delle coppe vinte dal Milan. Ma il tema caldo è uno solo: il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre: "Il mio No è deciso e responsabile", ha detto Berlusconi, rispondendo a chi parla di una campagna "tiepida" da parte sua: "Qualcuno mette in giro la storia del ni, ma non è così", spiega, "Oggi il pericolo comunista non c’è più. c'è un sia un sistema tripolare, con Movimento 5 stelle, Pd e centrodestra". Resta quindi la critica all'italicum, un "vestito cucito su misura" per Renzi che ora calza a pennello ai Cinque Stelle e che porta a una deriva autoritaria: "Un’estrema minoranza può avere il governo del Paese, molti italiani - oggi al 50% - non vanno più a votare", spiega l'ex premier, "Solo con un sistema proporzionale si può avere un sistema che rappresenti la maggioranza degli italiani. Bisogna eliminare il ballottaggio".
E se vince il No? "Ho parlato con Mattarella. Non succederebbe nulla", ribadisce, "si apre la possibilità di una riforma della costituzione molto diversa e positiva. Sarà indispensabile sedersi a un tavolo per discutere la riforma costituzionale e una nuova legge elettorale".
Sui sospetti che Mediaset si schieri per il Sì per il timore di ritorsioni da parte del governo, Berlsuconi spiega: "Mi sono pentito di ciò che ho detto ieri, ma io ho fatto riferimento a quello che è il fisiologico timore di chi ha aziende private e ha paura di avere ritorsioni di chi è al potere".
Berlusconi non crede nemmeno alle minacce di Matteo Renzi che sostiene di voler porre il veto al bilancio Ue: "È una minaccia infondata, doveva essere messo prima, come per le sanzioni contro la Russia". Solo una mossa di propaganda? "Non voglio definirla, ma è una cosa che non si può fare", taglia corto il Cavaliere. Che non commenta nemmeno le parole e i toni di Beppe Grillo: "Mi piace parlare delle persone quando ne posso parlare bene, quando devo parlarne malissimo evito".
Capitolo migranti: "L’immigrazione è un fenomeno preoccupante in tu

mercoledì 23 novembre 2016

IMMIGRATI PADRONI A CASA NOSTRA. FAENZA: VIA I PROFUGHI DALL’OSPIZIO.


Lunedi sera Faenza è sbarcata in diretta TV nel programma "Dalla Vostra Parte", approfondimento di Rete 4 in collegamento con le piazze italiane. Le telecamere si sono poste a lato della residenza per anziani "il Fontanone" in viale Stradone ed hanno dato parola a molti faentini. Ma prima di tutto è andato in onda un servizio che mostra il discutibilissimo alloggiamento dei 'profughi' africani, i quali lamentavano "manca internet". Gli inviati della trasmissione hanno poi sentito il parere dei faentini, ma la discussione si è ben presto trasformata in caciara soprattutto per le diatribe tra gli ospiti politici in studio.


IMPRESSIONANTE PRODI!!! ASCOLTATE LA SUA VERGOGNOSA DICHIARAZIONE!!!


Ascoltate questo TRADITORE dell'ITALIA... che di recente è stato condannato dalla Giustizia Europea per tutta una serie di REATI!...  Ascoltate LUI che ha TRATTATO per il cambio LIRA-EURO come CONFESSA DI AVER SVENDUTO LA LIRA



NAPOLITANO UOMO CASTA SIMBOLO DEL SÌ


MAURIZIO BELPIETRO - C'è un'accozzaglia di signori che tifa per il Sì. Di questo «raggruppamento indiscriminato e disparato» (definizione tratta dal dizionario Devoto Oli) fanno parte Gad Lerner e Denis Verdini, Michele Santoro e Mirello Crisafulli, Giovanni Bazoli e Vincenzo De Luca, Giorgio Napolitano e Giuliano Ferrara, Carlo De Benedetti e Pier Ferdinando Casini, Vincenzo D'Anna e Fabrizio Cicchitto, ovvero tutta gente che notoriamente e da sempre lotta senza tregua contro la Casta. Così quanto meno pare pensarla il presidente del Consiglio, che durante la puntata della trasmissione di Rai 3 condotta da Lucia Annunziata, ha punzecchiato Maurizio Landini, accusandolo di difendere la classe politica al potere e di impedire che l'Italia cambi verso rinnovandosi. Peccato che nell'accozzaglia di sostenitori del Sì vi siano alcuni degli esponenti più longevi della Casta, ovvero gli stessi che dà almeno 30 se non 40 anni dettano legge in Parlamento, nelle banche e in tv. Si può ragionevolmente pensare che Giorgio Napolitano, il quale a novant'anni suonati ha assicurati, oltre allo stipendio e alla pensione, uno stuolo di portaborse, non sia un autorevole rappresentante della Casta? E si può ragionevolmente credere che Michele Santoro, uno che dalla Rai, cioè da un'azienda pubblica, è entrato e uscito più volte riuscendo sempre a guadagnarci, ottenendo anche di trascorrere una breve vacanza all'Europarlamento, non faccia parte della Casta, per lo meno di giornalistica? E allora forse, visto che l'accozzaglia è            equamente distribuita, che a sostenere il si ci sono «vecchi arnesi» esattamente come tra chi sostiene il No, forse sarebbe ora di mettere da parte l'arma della retorica anti Casta tanto cara al presidente del Consiglio e andare dritti al sodo della riforma, senza ulteriormente scomodamente scomodare l’argomento del vecchio contro il nuovo, che non solo non ha fondamento, ma che rischia di essere un boomerang.




martedì 22 novembre 2016

TESORETTO DA MEZZO MILIONE DI EURO. REFERENDUM: QUANTO COSTA E CHI PAGA. I PARTITI FANNO SOLDI COL REFERENDUM.


Un euro per ogni firma raccolta, per un massimo di 500mila euro di rimborso pubblico. A prescindere da quanti andranno a votare per il referendum costituzionale del prossimo autunno, il comitato nazionale “Basta un Sì”, avendo raggranellato le 500mila firme necessarie, ha già maturato il diritto di passare all’incasso del mezzo milione di euro. Che si tratti di referendum abrogativo o costituzionale, infatti, le consultazioni prevedono il finanziamento pubblico diretto. Che si chiama però rimborso. Una sorta di indennizzo economico per l’attività di promozione dei quesiti ammessi dalla Consulta, che da un lato risarcisce i comitati civici che promuovono un referendum, dall’altro rimborsa i partiti politici che li sostengono.
costituzionale basterà che il comitato promotore riesca a raccogliere 500mila firme e l’accesso al rimborso sarà automatico. Nel nostro ordinamento, per ottenere i fondi, nel caso di referendum abrogativo è necessario raggiungere il quorum, cioè che voti il 50% più 1 degli aventi diritto, se si tratta invece di referendum
Tutto legittimo, funziona così, lo ha stabilito la legge 157 del ‘99. E’ la democrazia. Se non fosse però che il refrain “per fare il referendum la tua firma conta” della chiamata alle armi del Pd per il Sì alla riforma Renzi-Boschi ha confuso non poco i cittadini, compresi i suoi militanti. Al di là del numero delle raccolte, firme infatti, la consultazione si sarebbe fatta comunque perché era stata già richiesta ad aprile da un quinto dei parlamentari per il Sì e per il No, e questo sarebbe bastato. Ma senza comitato niente soldi. E la caccia all’ultima firma era indispensabile per arrivare al numero 500mila, necessario per assicurarsi quel tesoretto di mezzo milione. Anche il comitato per il No, guidato dai costituzionalisti Alessandro Pace e Massimo Villone, avrebbe sperato ovviamente nello stesso esito, che vale soldi e visibilità mediatica, ma il numero delle firme raccolte consegnate alla Cassazione sono state 316mila. Una buona base da cui partire, ma niente indennizzo. Così è stato nel 2006, quando il comitato per il No alla riforma della Costituzione voluta da Berlusconi ha ricevuto 495.000 euro; e nel 2001, quando il comitato per il No alla riforma del titolo V, promossa dal Centrosinistra, non avendo raccolto le 500mila firme necessarie non ottenne nessun rimborso. Dal 2000 ad oggi sono stati pagati circa due milioni e mezzo di euro di rimborsi elettorali per quattro referendum abrogativi e uno costituzionale. I due quesiti sulla privatizzazione dei servizi idrici del 2011 hanno fruttato al comitato “2 sì per il bene comune” 1 milione di euro (mezzo milione per ciascun quesito).
La stessa cifra che si è accaparrata Italia dei Valori di Antonio Di Pietro per gli altri due quesiti abrogativi, quello sul legittimo impedimento per le alte cariche dello Stato e il secondo sulla produzione di energia elettrica nucleare in Italia



I SUPER PAPA’ RAVENNATI COMMUOVONO TUTTI A “TU SI QUE VALES” E VANNO IN FINALE SABATO 26 NOVEMBRE

“Tu si che vales” arhc. Amedeo Laghi brisighellese (quarto da sinistra) e la figlia Margherita (in alto)


FRA QUESTI IL BRISIGHELLESE ARCH. AMEDEO LAGHI CHE VIVE A RAVENNA.
Resto del Carlino Ravenna – Sei insolite coppie si sono esibite sul palco di ‘Tu si que vales’ sabato sera. Le bambine, fra gli 8 e gli 12 anni, si chiamano Viola, Mabel, Eliza, Camilla, Noemi e Margherita. Sono tutte agoniste, praticano ginnastica ritmica allenate da Francesca Montanari e da Arianna Andreoni. Non erano sole, perché ad accompagnarle c’erano i loro babbi Alessandro, Ivan, Amedeo, Matteo, Francesco e Manushi: papà come tanti che lavorano, accompagnano i figli a scuola e in palestra. Ma allora come sono finiti in prima serata su Canale cinque? «Tutto nasce da un saggio di fine anno della palestra ‘Zodiaco’ – racconta Francesca, allenatrice e coreografa dello spettacolo, nonché mamma di una delle bimbe –. Per il saggio di maggio 2016 avevamo deciso di far interpretare alle allieve uno spettacolo ispirato a tutte le feste del calendario compresa ovviamente quella di S. Giuseppe comunemente detta festa del papà». «Il saggio – continua Francesca –, allestito al teatro Alighieri di Ravenna, aveva come protagoniste le bambine della ritmica e i rispettivi padri, nessuno dei quali avvezzo né al palcoscenico né alla ginnastica. La colonna sonora era ‘Guerriero’ di Marco Mengoni, ed è stato un vero successo sia per quanto riguarda l’accoglienza riservata dal pubblico durante la serata ma anche e soprattutto per i protagonisti». «Nel corso dei mesi, durante gli allenamenti del mercoledì da febbraio a maggio – raccontano i papà – abbiamo avuto modo di passare tante ore insieme alle nostre bambine, tempo attivo, momenti durante i quali la corporeità di ciascuno ha veicolato sentimenti, sensazioni, sfumature impagabili a volte confuse nella vita di tutti i giorni. È stata ed è tutt’ora un’esperienza impagabile che spesso ci ha fatto emozionare». Non a caso il pezzo è stato definito da Gerry Scotti, tra i giudici del programma, «la prova con il più alto contenuto d’amore». E così l’esibizione è valsa al gruppo l’aggiudicazione in finale. Dopo l’esibizione all’Alighieri, il filmato del saggio su Youtube e Facebook ha scatenato una serie di reazioni tali che uno dei papà, all’insaputa di tutti, ha inviato la registrazione alla redazione di ‘Tu si qui vales’. «Diciamo per scherzo – continuano i protagonisti – perché in quel contesto ci sono artisti meravigliosi e veri professionisti. Noi comunque abbiamo raggiunto il 100% dei consensi dal pubblico che ci ha riservato un vero tripudio. Poi il sì dei giudici all’unanimità e abbiamo sentito intorno a noi, anche tra i cameramen, i produttori e l’aiuto regia tanta emozione che ancora scaturisce ogni volta che se ne parla». Babbi a bambine sono già tornati ad allenarsi in palestra per il nuovo spettacolo che potremo vedere sabato in prima serata su canale 5. IN BOCCA AL LUPO.
Il video dell'esibizione - Grande risultato per i “Super Papà” ravennati, tra cui Alessandro Zangaglia, conosciuto imprenditore e il brisighellese arch. Amedeo Laghi*, impegnati nella trasmissione di Canale 5 “Tu si que vales”. Sulle note di "Guerriero" di Marco Mengoni hanno danzato con le loro figlie, guadagnando consensi unanimi tra i giudici e il pubblico. L'obiettivo finalissima è conquistato. Ora l'ultima sfida per la finale del,26 novembre. * Amedeo Laghi nato a Brisighella diventato arch. Si è trasferito a Ravenna sposato con tre figli. A Brisighella ha progettato e arredato il Ristorante La Casetta, giovanissimo ha aiutato la mamma Lidia (bravissima cuoca) nel rinnovato  ristorante la “Grotta” con notevole successo.


GRANO, BENE L’ACCORDO DI FILIERA NATO DUE ANNI TRA CONASE, TERRE EMERSE, PROMOSAGRI, DECO INDUSTRIE E MOLINO NALDONI.

Sette Sere - Sono 465 gli ettari coltivati in Romagna (+10%), 50 le aziende agricole locali, per una produzione totale di 3.000 tonnellate di grano, da cui si ricaveranno 2.250 tonnellate di farina che serviranno per impastare e cuocere 3 milioni di chilogrammi di prodotti da forno: a due anni dall’avvio è positivo il bilancio del progetto di filiera nato dall’accordo tra cinque grandi imprese agroalimentari romagnole e sostenuto da Legacoop Romagna. L’obiettivo è di creare valore per gli agricoltori, migliorare la sostenibilità ambientale e dare più certezze ai consumatori sulla provenienza delle materie prime. Il progetto, avviato nel 2014, prevede la coltivazione di varietà di frumento tenero destinate all’industria alimentare con caratteristiche ben definite. Le imprese coinvolte sono 4 cooperative (Conase, Terremerse, Promosagri, Deco Industrie) e una privata (Molino Naldoni) La premessa è che un buon prodotto da forno ha bisogno di una buona qualità della farina, obiettivo comune su cui avvengono forti investimenti in termini di ricerca e produzione, con un altro essenziale risultato: vengono ridotti sia i mezzi tecnici utilizzati, sia i trasporti, con beneficio per l’impatto ambientale. Tutti gli attori della filiera sono aziende con sistemi di qualità certificati per gli aspetti della sicurezza alimentare e ambientale.

lunedì 21 novembre 2016

FORZA ITALIA PER IL NO FAENZA..

ASSOCIAZIONE AMICI DI PINE’, UNA VERA LEGGENDA…….



NASCITA DEL CRISTIANESIMO


https://www.facebook.com/imperiumtour2015/videos/1180280958649689/

Il video in questione inizia dalla massima espansione dell'impero romano per arrivare alla nascita del cristianesimo in Europa. Non era mia intenzione offendere altre religioni, o per mostrare l'abuso di una cultura sull'altro. La mia pagina riguarda la diffusione della cultura. La storia, l'architettura, la lingua romana in Italia. Mi scuso se qualcuno si è offeso ma non era mia intenzione Francesco Zanolli Estremamente chiaro. Dovrebbe far meditare più d'uno. Grazie! IMPERIUMTOUR