domenica 30 dicembre 2012

AUGURI E ARRIVEDERCI NEL


AL RIPARO DI GLI OPPORTUNISMI E TRADIMENTI



Quando il 9 novembre molti pensavano che Silvio Berlusconi non avrebbe accettato di guidare il Popolo Azzurro, moltissimi opportunisti, invece di insistere sulla candidatura di Berlusconi, si apprestavano a teorizzare la necessità di saltare sul carro del mediocre Monti rinnegando il berlusconismo attraverso l’invenzione di nuovi leader senza carisma o autoreferenziali comprimari disposti a tutto pur di ottenere o mantenere una poltrona che avrebbero consentito alla sinistra ed alla sua ruota di scorta Casini una tranquilla tornata elettorale. I fatti e le intenzioni di voto hanno dimostrato che avevamo ragione noi berlusconiani autentici affermando che: “Silvio Berlusconi è ancora il catalizzatore di gran parte delle istanze di rinnovamento e di liberazione della nostra società, l’unico autentico interprete dell’opposizione fieri oppositori al conservatorismo catto-comunista a cui ancor oggi si contrappongono i valori, le idee ed i programmi sostenuti da Forza Italia, come movimento politico che metteva in campo Berlusconi e che oggi ritornano preponderanti nel Pdl.”  Per noi, che ci siamo mobilitati partendo da Ravenna e dalla Romagna fino a raccogliere e coordinare, in una rete di tutta la Regione, la stragrande maggioranza di militanti e quadri abbandonati a loro stessi è oggi importante rimarcare come a fronte della coalizione già formata delle varie forze di sinistra sia necessario segnare le ragioni dell’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra nella convinzione che l’ elettorato saprà riconoscere come la politica di Berlusconi sia l’unica risposta ad una crisi senza fine, ad un Paese, dove Il tasso di disoccupazione continua ad aumentare e che la disastrosa e dannosa politica del Governo Monti, subalterno agli interessi dei poteri forti e della Germania sta massacrando con una inarrestabile pressione fiscale e l’introduzione di inique patrimoniali come l’IMU. Gli azzurri dell’Emilia-Romagna sono il campo per supportare il grande sforzo di Berlusconi che deve essere accompagnato da candidature che coniughino competenza e rappresentanza con condivisione ed affidabilità mettendo al riparo il Pdl da opportunismi e tradimenti che hanno così spesso limitato l’azione di Berlusconi. Il Coordinatore Regionale dell’Emilia Romagna di Azzurri ’94 Rodolfo Ridolfi

MONTI RUOTA DI SCORTA DI BERSANI



Il Cav è un fiume in piena e pensa ad una caduta di stile da parte del premier: "Monti si è presentato, credo con una caduta di credibilità rilevante - prosegue Berlusconi - lo ha fatto essendo già senatore a vita senza presentarsi nelle liste elettorali ma assumendo il ruolo di leader della coalizione dei partitini del centro e mettendo fuori un programma scritto in gran parte dal giuslavorista del Pd Piero Ichino, che ha lasciato il Pd, un programma in quasi totale sintonia con il programma del Pd". Per il Cav la missione di Monti è chiara: "Farà da ruota di scorta del Pd continuando quella politica di austerità che ha portato l'Italia in queste condizioni e che purtroppo secondo la loro sensibilità dovrebbe essere continuata". Il Prof prenderà pochissimi voti - Il Cavaliere dopo una giornata di interviste da Roma è tornato in treno a Milano, con lui anche Francesca Pascale. Alla Stazione Centrale intervistato dai giornalisti ha continuato a parlare delle scelte di Monti: "Sono sicuro che prenderà pochi voti. Sono partiti piccoli e lui si è abbassato al livello di Fini e Casini. Non penso ci siano così tanti italiani che possano dargli fiducia. La sua candidatura è una mossa per favorire la sinistra. Io sono tranquillo perchè i moderati voteranno per noi".

SILVIO DA SOLI: ANCHE SENZA LA LEGA, RICORDIAMOCI QUANTE COSE HA BLOCCATO, VINCIAMO DA SOLI COSI REALIZZIAMO IL NOSTRO PROGRAMMA DEL ’94!



venerdì 28 dicembre 2012

MONETA ELETTRONICA: IL NUOVO FURTO LEGALIZZATO DELLE BANCHE



Ti sei mai chiesto qual’è la percentuale che va alle banche per ogni singola transazione con carta di credito, POS o simili? Te lo dico subito: in media lo 0,8% (minimo 0,6% – massimo 1,25%). Sembra una cosa accettabile, anche perchè questa percentuale è a carico del venditore e non del titolare della carta, pertanto a noi che ci importa? Ci dovrebbe importare e molto, anche, per un fatto semplicissimo. Se ipotizziamo che si realizzi il progetto del governo secondo il quale tutti gli acquisti oltre i 50 euro potranno avvenire solo con mezzi elettronici, significa che le banche e le società che gestiscono le carte di credito (che sono esattamente gli stessi…) incasseranno un minimo di 40 cent su ogni transazione, ma dato che si vuole estendere, i pratica l’uso della moneta elettronica, i 100 euro che io ho pagato con POS, sono diventati 99,20 euro nelle tasche del venditore che a sua volta quando spenderà quei soldi, farà un’altra transazione elettronica di 99,20 che diventeranno 98,41 nelle tasche del venditore e poi possiamo andare avanti fino a scoprire che dopo 100 transazioni elettroniche, come minimo, i nostri 100 euro iniziali sono diventati 44,79 euro e le banche hanno incassato ben 55,21 euro solo per il fatto di essere le detentrici in esclusiva della moneta elettronica . Le Mafie continueranno serenamente ad accettare contante e a depositarlo oltre confine, l’11% di evasione fiscale legata al contante continuerà ad accettare contante e a depositarlo oltre confine oppure lo spenderà nel fiorente mercato nero che, vi posso assicurare, fiorirà in ogni angolo di strada. L’89% di evasione ed elusione fiscale, non verrà toccato anche perché il “grosso” proviene da attività proprie del sistema bancario, vi voglio ricordare che il fu ministro Passera è indagato per una faccenda di evasione fiscale miliardaria (in €) che coinvolge Banca Intesa. La scellerata forza politica che propone l’abolizione del contante, non è stupida, è collusa con il sistema finanziario, tenetelo bene a mente.

IL RAPPORTO DEBITO/PIL DELL’ITALIA ALLA FINE DI QUEST’ANNO SALIRA’ DAL 120% AL 130%



Caro professor Monti, mi permetto di scriverle in nome della nostra vecchia colleganza universitaria, per essere stati entrambi assistenti alla Bocconi, lei del professor Innocenzo Gasparini e io del Rettore dell’università, professor Giordano Dell’Amore e avere vinto la cattedra nello stesso anno, il 1975. Lei considera l’Agenzia delle Entrate come un’istituzione amica, poiché impegnata a far pagare le tasse agli italiani e recuperare 10/15 miliardi di euro di evasione fiscale. La considera amica poiché lei è impegnato nello sforzo di ridurre o eliminare al più presto il deficit pubblico annuale e per questa via ridurre la consistenza del debito pubblico. In realtà le cose vanno diversamente. L’Agenzia delle Entrate, è vero, cerca di far pagare più tasse agli italiani anche se il rapporto fra le entrate tributarie (o pressione fiscale) e il Pil è il più alto del mondo, per cui i soldi ottenuti per questa via dovrebbero bastare. Ma invece di fare una campagna martellante sulla necessità che il denaro pubblico sia considerato sacro e le decine o centinaia di migliaia di sperperatori vengano perseguite, si fa una campagna ancora più martellante e invasiva solo sulle colpe degli evasori. Lungi dal giustificarli o dal sostenerne le ragioni. Però l’ Agenzia delle Entrate sta facendo qualcosa di diverso che aumentare il gettito tributario di quei 10/15 miliardi di euro. Sta terrorizzando gli italiani con il risultato di spingerli a ridurre in ogni modo i consumi. Il vecchio redditometro è uno strumento grezzo e impreciso: eppure l’evasione viene calcolata sulla differenza fra l’accertato presuntivamente e il dichiarato, con una protervia da Santa Inquisizione.

giovedì 27 dicembre 2012

ALCUNE RIFLESSIONI SUL TRENTADUESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI PIETRO NENNI




Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi. Appello Manifesto “Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi”

Pietro Nenni moriva trentadue anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola bianca della Romagna, nel 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi.
 Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la rivincita storica contro il Pci. Anche Forza Italia ed il Pdl partecipano a questo ricordo perché hanno dalla loro la realtà dei numeri e dei consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie Forza Italia ed il Pdl, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra gli altri partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e paradossale situazione di fine anni '40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla

ECCO L’AGENDA MONTI REALE: TUTTI GLI AUMENTI DAL 2013, MANCA L’AUMENTO DEL CANONE RAI,PEDAGGIO AUTORADALE, POSTA



domenica 23 dicembre 2012

AUGURI DI BUON NATALE E NUOVO ANNO 2013: SPERANZA DI CAMBIARE, RINNOVARE, SENZA AMMUCCCHIATE, NO ALL’IMU SULLA PRIMA CASA!



NO


Questo l’auspicio per il Natale 2012 e il nuovo anno 2013, non credo che le ammucchiate costituzionali o no siano la risoluzione dei problemi dell’ Italia, della Provincia di Ravenna. Bisogna lavorare, credere nei nostri sogni che possono diventare realtà certamente per il bene di tutti. Vincenzo Galassini Consigliere Provinciale


Monti ufficialmente non si candida ma interviene come se fosse già in campagna elettorale: «mai alleanza con Berlusconi». Angela Merkel fa l’endorsement per Monti ma dichiara che «non vuole interferire con le politiche interne degli altri Paesi». Come se tutto quanto fatto sino a ora – e la dichiarazione pro Monti è solo l’ultima tappa – non sia stato dare l’esatta direzione politica a tutti gli altri Paesi dell’Ue. Compreso (e soprattutto) il nostro. Dalla finanza al Fondo Salva Stati (cioè salva Banche) sino alle regole di austerità e a quelle per la supervisione europea. Intanto i media della speculazione, e in particolare il Financial Times, incoronano Mario Draghi come uomo dell’anno per aver “salvato l’Euro”. Naturalmente. Ecco, l’Euro forse è stato salvato. Sono gli europei invece che sono stati rasi al suolo. Proprio come scrivevano i “complottisti” mesi addietro. Ma sul Financial Times, o sul Wall Street Journal, o anche sul Sole 24 Ore e persino su Repubblica e Corriere queste cose non si leggono. Basta un po’ di cronaca, un po’ di sport e un po’ di gossip per far voltare pagina agli italiani, no? il ribelle


“Sono persuaso che durante la campagna elettorale, con questi argomenti e con la forza di convinzione che Berlusconi ha mostrato, i nostri elettori torneranno ad avere fiducia in un programma di modernizzazione liberale dell`Italia”. Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, che ha osservato: “Quello che mi ha colpito di più della partecipazione del Presidente Berlusconi alla puntata di ieri sera di Porta a Porta è stata la profonda conoscenza dei fatti economici e la semplicità con cui è stato capace di spiegare il vizio d`origine della nascita dell`euro, che è all`origine dell`attuale grave recessione economica”

BUON NATALE A TUTTI……….QUASI TUTTI.


  
Niente Buon Natale a quei farabutti che, senza nemmeno conoscerla hanno già cominciato ad insultare sui network con dolci paroline come  zoccola, mignotta, cagna, puttana, prostituta, arrivista una ragazza per il solo fatto di essere la fidanzata di Berlusconi.
Ecco il nuovo programma arricchito dei nostri cari amici della sinistra :
Basta insultare Berlusconi cioè basta insultare soltanto  lui insultiamo anche la Fidanzata.

PIANO SOSTA GRANDE CACIARA IN CONSIGLIO COMUNALE. I VOTI AI CONSIGLIERI


venerdì 21 dicembre 2012

IN COMUNE A FAENZA IN SCENA L’ARROGANZA POLITICA DELLA “CASTA”



Gli articoli che potete leggere nei giornali sul Consiglio Comunale di Faenza di ieri sera non raccontano ciò che è successo: dovendo "chiudere" verso sera (il Carlino manco una riga gli ha dedicato) non hanno potuto che raccontare solo le prime fasi dell'Assemblea con una partecipazione di tanti cittadini arrabbiati per l'ennesima gabella che proprio nel giorno in cui a Faenza si è dovuta pagare un'IMU stratosferica viene definitivamente sancita. PD ed Insieme per Cambiare hanno dato vita ad una dimostrazione di arroganza politica senza precedenti ed incalzati da opposizione e pubblico hanno letteralmente perso la testa. Il consigliere Germano Savorani uno che da 20 anni vive di politica e che quindi avrebbe dovuto avere la necessaria esperienza per gestire un dibattito ad un certo punto ha urlato verso un collega d'opposizione "Vai a farti inculare". Arroganza non solo politica ma anche umana poi quella del consigliere Francesco Ziccardi che evidentemente a corto di ragioni si è messo a deridere il consigliere Monti per alcuni errori grammaticali in una sua intervista, con evidente personale disprezzo di chi non ha alle spalle un adeguato corso di studi. Ma i suoi elettori sono tutti laureati come lui? Alle 2 passate di mattina poi in scena l'atto finale. Al momento del voto del folle regolamento dei referendum stabilito da PD e IxC che rende sostanzialmente infattibile una consultazione in città, tutti gli altri gruppi (PDL, UDC, Fatti Sentire, Lega, e nella ex-maggioranza l'IDV) hanno abbandonato l'aula lasciando che una "simile schifezza se la votassero da soli" i consiglieri del centrosinistra.
Non esiste più la maggioranza che era stata votata alle urne, l'IdV è oramai partito d'opposizione con la Berdondini che programma alla mano ha dimostrato come Sindaco ed ex colleghi di coalizione si siano fregati di quanto promesso in campagna elettorale. E ne ha avuto anche per la Zivieri, signora che mai aveva visto alle riunioni di partito per poi ritrovarsela come Assessore. Ruolo da cui adesso ci si attenderebbero le dimissioni non essendo più l'IdV a sostegno di Malpezzi, ma vedrete che ben difficilmente abbandonerà la poltrona su cui è abbarbicata.
Se volete rivedervi le squallide scene e figure che la "casta" ha dato di se ieri sera potete trovare il video del consiglio comunale (sempre che non lo taglino per la vergogna) su internet a questo indirizzo:http://www.livestream.com/comunedifaenza
da Faenza net

VERGOGNOSO ATTACCO DEL PARTITO ANTI BERLUSCONI ALLA D’URSO, MA DIMENTICANO LA RAI POLITICIZZATA…….!



L'intellighenzia rossa contro Barbara D'Urso. Nel mirino delle firme di Repubblica e degli anti Cav è finita l'intervista rilasciata ieri da Silvio Berlusconi a Canale 5. Tutti a riempire le pagine dei quotidiani progressisti, i social network e i programmi di approfondimento per dire che "No, la D'Urso non poteva intervistare il Cavaliere", che la conduttrice di Domenica Live non ha posto le domande giuste e che l'ex premier ha usato la "sua" tivù a proprio uso e consumo. E tutti a chiedere addirittura l'intervento dell'Agcom. D'altra parte il Cavaliere ha deciso di rinnovare il proprio impegno in politica e le schiere anti berlusconiane hanno ripreso le armi e sono andate all'attacco. Niente di nuovo dalla stampa rossa. Quegli stessi che incensano le interviste di Fabio Fazio e osannano la professionalità di certi giornalisti di specchiata fede anti berlusconiana, oggi si sono schierati in massa contro la D'Urso che, ieri pomeriggio, ha portato Berlusconi negli studi di Domenica Live per un'intervista a 360 gradi. Dall'impegno in politica alle cene di Arcore, dal Natale in famiglia al recente fidanzamento. Domenica Live non è un programma di approfondimento politico, così Berlusconi e la D'Urso chiacchierano anche di argomenti più leggeri, come i ricordi su mamma Rosa, il rapporto con i figli, le delusioni in politica e così via. Già ieri sera, sono fioccati i primi attacchi. In prima linea Enrico Mentana che, su Twitter, ha accusato "un ologramma di Berlusconi" di ripetere "le cose che diceva un anno fa il vero Cavaliere fingendo siano nuove" dando così il via a un vero e proprio linciaggio. Ezio Mauro ha schierato le penne di Repubblica per prendere in giro la D'Urso, "ancella compiacente", e attaccare Berlusconi, "il padrone". "Là dove Berlusconi è il padrone, e quindi non solo fa quello che gli pare, ma in momenti come questo sente anche la necessità e l'urgenza di sfoggiare questo suo vantaggioso privilegio - si legge nell'articolo di Filippo Ceccarelli - una volta entrato nelle case senza chiedere permesso, un po' rigido

E IO PAGO: ROBERTO BENIGNI IN RAI COSTEREBBE 5,8 MILIONI DI EURO?



Ecco un tipo di notizia che attira sempre l’attenzione, con un ritorno emotivo di sorpresa misto ad indignazione. Trattasi di compensi per prestazioni televisive, trattasi di Rai, trattasi di Roberto Benigni, una combinazione che richiama ad un certo clamore, qualunque sia la cifra, il programma e l’entità. Ci si può ricordare della polemica per il compenso a Sanremo 2011, il primo di Morandi, che si portò dietro il lascito di un’immensa polemica di stampo politico. Adesso, da un articolo di Carlo Tecce per Il Fatto, viene alla luce la somma che potrebbe essere corrisposta al comico toscano per la serata di dicembre che dedicherà alla costituzione. Prima di tutto, ciò che la Rai annuncia è la durata della serata, due ore, che sarà divisa in due tranche, così come accadde per l’appuntamento de Il Quinto dell’inferno, che andò in onda nel 2007 e che fece registrare più di dieci milioni di spettatori. Quali sono i costi? – La somma totale per La più bella del mondo sarebbe di 5,8 milioni di euro per un pacchetto comprensivo appunto della serata, scenografia inclusa, girata a Cinecittà per una produzione Melampo (di proprietà del premio Oscar) e Arcobaleno 3 (di Lucio Presta, l’agente di Benigni). In questa somma totale, rientrano anche dodici puntate di Tutto Dante, già confezionate e pronte per la seconda serata di Rai2, dal costo di 300mila euro l’una circa. Un listino prezzi non troppo lontano da quello di cui siamo stati abituati a sentir parlare negli ultimi anni. La Rai come li recupererà? – Chiaramente queste cifre non possono che generare polemica, specie in relazione ai tempi che corrono in Rai. Soprattutto, si crede che l’azienda, nonostante l’indubbio successo che riscuoterà in termini di share (preventivano o forse sperano in un 45%), non sarà in grado di recuperare, grazie al supporto della pubblicità, la cifra sborsata per le prestazioni di Benigni. In realtà c’è un retroscena che potrebbe motivare questa stessa scelta, andando oltre l’idea che in Rai si faccia un uso disinvolto e sconsiderato delle proprie risorse: ovvero che un appuntamento del genere, che cade nell’ultimo mese dell’anno, e cioè poco prima che cominci la campagna di sensibilizzazione al pagamento del canone, possa appunto stimolare la partecipazione popolare e dunque ridurre le perdite immense che la Rai registra ogni anno in questa voce di bilancio

BERLUSCONI, ECCO IL PATTO PARLAMENTARE:”SOLO DUE MANDATI, STIPENDI E PARLAMENTARI DIMEZZATI” E CHIEDE LA “RIFORMA DELLA COSTITUZIONE”


COMINCIAMO BENE, DOPO L’ABOLIZIONE DELL’IMU, LA MODIFICA DELLA COSTITUZIONE. CURIOSA ESALTAZIONE E SPERPERO DI DENARO SU RAI UNO
Dopo le polemiche sull'intervista da Barbara D'Urso, Silvio Berlusconi è tornato in tv a spiegare il suo programma elettorale. "Dobbiamo far ripartire l'economia", afferma spiegando che è necessario ridare fiato alle imprese e ai cittadini. Ecco perché il primo punto del suo programma è proprio l'abolizione dell'Imu: "Abbiamo già pronto un progetto di legge che prevede quattro misure che compensano i soldi che i Comuni non prenderanno. Sarà lo Stato a risparmiare eliminando gli sprechi e introducendo piccolissime maggiorazioni su prodotti non necessari come le birre e gli alcolici e versando poi ai Comuni gli stessi fondi che avrebbero percepito con l'imposta". Via libera, poi, a un rinnovamento del partito: una parte dei candidati sarò composta da facce nuove, un 25-30% da personaggi della cultura o dello sport, mentre il resto sarà formato da "parlamentari giovani che hanno dimostrato di essere capaci". E non solo. Il Cavaliere a Quinta Colonna annuncia anche un "patto del parlamentare": un accordo che i candidati firmeranno e attraverso il quale si impegnano a non restare in carica per più di due legislature e a votare per il dimezzamento degli emolumenti e del numero di parlamentari. Sulla crisi Berlusconi dà la colpa a Berlino: "La situazione molto grave a cui si è arrivati dipende dalle regole di austerity imposte ai Paesi mediterranei dall’Europa, dove la Germania ha avuto un ruolo egemone, non solidale ma egoista", spiega l'ex premier, secondo cui lo spread è stato usato "come un imbroglio politico-mediatico: si tratta di una congiura politico-finanziaria che prima o poi dovrà essere spiegata e chiarita. Deriva tutto da li". Altro punto fondamentale del programma politico del Pdl è la riforma della Costituzione, senza la quale l'Italia resterà indietro rispetto ai Paesi moderni. "Quando incontro i miei elettori chiedo scusa perché pensavo di potere cambiare il Paese e renderlo più moderno, ma mi sbagliavo: senza una riforma della Costituzione il Paese non si cambia", afferma Berlusconi, "Bisogna che un partito da solo abbia la maggioranza in Parlamento e per fare questo bisogna che gli italiani non votino con voto frazionato ma devono concentrarsi su due partiti maggiori".

lunedì 17 dicembre 2012

SI E’ SVOLTA LA PRIMA CONVENTION REGIONALE DI AZZURRI ’94. SILVIO BERLUSCONI HA INVIATO UN MESSAGGIO



 Faenza ha ospitato la prima riuscita e affollata Convention Regionale di AZZURRI ’94 (oltre cento i partecipanti) in occasione della Cena Azzurra di Natale che si è tenuta all’Hotel Il Cavallino. Il Movimento, nato il 9 novembre scorso per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, la fine della disastrosa esperienza del Governo Monti ed il ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia, dopo aver costituito il suo Coordinamento Regionale, presentato alla stampa il 27 novembre, si è ritrovato a Faenza in occasione della Cena Azzurra di Natale per fare il punto della situazione politica ed organizzativa. Nell’iniziativa di Faenza, dopo il saluto del coordinatore comunale del PDL Luciano Spada sono intervenuti Rodolfo Ridolfi Coordinatore Regionale dell’Emilia Romagna di Azzurri ’94, Massimo Palmizio Senatore della Repubblica, Gianguido Bazzoni Consigliere Regionale, Luca Finotti Capogruppo Provincia di Bologna, Liborio Cataliotti Capogruppo Comune di Reggio Emilia, Adolfo Morandi Capogruppo Comune di Modena, Marco Mattarelli Consigliere Comunale di Cento (Ferrara), Luigi Lega Baldini (Rimini), Fausto Fontanesi Consigliere comunale di Gualtieri (Reggio Emilia), Adamo Longo Consigliere Comunale Imola, e moltissimi dirigenti e consiglieri dei Comuni della Provincia di Ravenna fra i quali: Cesare Bedeschi di Lugo, Vincenzo Valenti di Riolo, Stefano Foschini di Cotignola, Mauro Gagliardi di Fusignano, Mario Leotti Presidente del Club Argentario di Ravenna, Tiziano Cericola Presidente della Fondazione Free di Faenza, Bruno Benati, Andrea Tarabusi e Cristina Govoni di Faenza e Vincenzo Galassini Consigliere Provinciale Ravenna.
Tutti gli intervenuti unanimi nel sottolineare come gli effetti del ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi abbiano determinato una immediata inversione di tendenza delle intenzioni di voto degli italiani nei confronti del PDL dopo mesi di declino di circa 3 punti. Importante e soddisfacente anche l’iniziativa interna ed internazionale che il Presidente Berlusconi ha voluto riprendere, a nome della maggioranza degli italiani moderati che non accettano le politiche pauperistiche dettate dalla Germania e dalle banche che regalerà agli italiani un Natale di inutili sacrifici.
Silvio Berlusconi ha indirizzato per l’occasione un messaggio di apprezzamento augurando ai partecipanti buon lavoro.





domenica 16 dicembre 2012

DEBITO BOOM, PESA PER BEN OLTRE 33MILA URO SU OGNI CITTADINO, BEBE’ COMPRESI”


Al livello raggiunto a ottobre il debito pubblico italiano pesa per circa 33.081 mila euro a testa, bebé compresi. E’ quanto è possibile calcolare incrociando i dati diffusi oggi dalla Banca d’Italia con le ultime stime dell’Istat che calcola 60,9 milioni di residenti in Italia a gennaio. Il debito è aumentato da inizio anno (a gennaio 2012 era pari a 1.943,455 miliardi) di 71,238 miliardi. Il 3,7% in più dall’inizio dell’anno. Le entrate tributarie dei primi 10 mesi dell’anno segnano un incremento del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011. E’ quanto emerge dai dati del gettito fiscale, al netto dei fondi speciali della riscossione, riportati dal supplemento “Finanza Pubblica” al bollettino Statistico della Banca d’Italia.

QUERELA SU FORZA ITALIA, IN REDAZIONE DEL GIORNALE QUASI 6MILA MAI. IL PM:”SPERO VINCA BERSANI, BERLUSCONI SAREBBE NEFASTO

CAUSA CONTRO INGROIA: GLI ELETTORI DIFFAMATI SIGLANO LA CLASS ACTION
Stefano Zurlo -L'atto di citazione è ormai pronto. Ma Antonio Ingroia, il bersaglio della class action lanciata dai lettori del Giornale, è già oltre. E nell'ennesima «lezione» dal Guatemala si avvita in una nuova polemica puntando il dito contro Silvio Berlusconi, bollato come «nefasta e vecchia conoscenza degli italiani». Ormai, le esternazioni del pm siciliano si susseguono con un ritmo martellante. Ma va avanti anche la causa promossa dal Giornale. La prossima settimana l'atto verrà notificato all'interessato, come prescrive la legge. Poi il procedimento potrà cominciare. Sarà un processo record, a suo modo storico. Ma questa volta a sostenere l'azione non saranno le vittime di qualche disastro navale, come è successo a Grosseto per la Concordia, o ambientale, come è capitato a Casale Monferrato con l'amianto. No, questa volta è in gioco un bene molto più fragile, ma ugualmente prezioso: l'onore. L'onore dei militanti, dei simpatizzanti, dei dirigenti di Forza Italia, l'onore calpestato dalle affermazioni contenute nel libro di Ingroia Io so. Per il magistrato siciliano, oggi distaccato in Guatemala per conto dell'Onu, Forza Italia nacque da un accordo fra Marcello Dell'Utri e i boss di Cosa nostra. Non solo: successivamente il partito si sarebbe adoperato in Parlamento per favorire con leggi ad hoc gli interessi della cupola. Accuse gravissime e mai provate perché le numerosissime inchieste aperte dal '94 in poi non hanno prodotto alcuna certezza, ma solo molte suggestioni. Accuse ripetute ieri con un intervento barricadero su MicroMega, la palestra editoriale del giustizialismo italiano. Ingroia, che è pur sempre un magistrato, scrive parole durissime augurandosi la vittoria di Pier Luigi Bersani e la sconfitta di Berlusconi. E del Cavaliere il pm traccia un ritratto a dir poco apocalittico: «Una vecchia e nefasta conoscenza degli italiani, artefice del disastro economico-finanziario, politico-istituzionale, e etico-morale in cui è precipitato il Paese negli ultimi anni». Ingroia, che ha appena dato il suo endorsement al Movimento Arancione, non si ferma più.  Ma prosegue anche il flusso di messaggi dei lettori del Giornale. In redazione sono già arrivate quasi seimila mail, un numero impressionante che dà anche conto dell'appartenenza orgogliosa ad una storia così importante per il nostro Paese. «Come si permette di ritenermi mafioso?», scrive ad esempio Sandro che non accetta di essere buttato nella pattumiera della cronaca giudiziaria.  Scrivono in prima persona e parlano al presente di Forza Italia, i nostri lettori. Dichiarazioni su dichiarazioni in difesa del proprio pantheon. E di riflessione sul bilanciamento fra i diversi poteri nel nostro Paese: «Ritengo che oltre ai cittadini - afferma Giuseppe - anche quella parte di magistratura leale e non politicizzata, dovrebbe ritenersi offesa». Per l'avvocato Liborio Cataliotti, che nello studio di Reggio Emilia sta limando l'atto, questa reazione popolare è importantissima: «Se centinaia di cittadini manifestano la loro adesione alla causa, figurarsi lo sdegno dei parlamentari, degli uomini di governo che Ingroia mette nel mucchio dei complici o dei tecnici conniventi con i boss». 

MONTI-BERLUSCONI, LA PARTITA E ANCORA TUTTA DA GIOCARE


IL CONSIGLIO E’: NON SCOMETTETE OGGI SUL RISULTATO. PERCHE’ DA QUI A GENNAIO SE NE VEDRANNO ANCORA DELLE BELLE

Quando il cielo viene squarciato dai fulmini, non sempre arriva la pioggia. Così come in politica, quando ci sono levate di scudi, polemiche e qualche braccio di ferro, non sempre si arriva a sfasciare partiti, movimenti, maggioranze o anche governi. Discutere, anche animatamente, fa parte della normale dialettica politica. In realtà chiunque litiga, anche le coppie più solide, ma non è detto che si arrivi al divorzio. È forse quello che sta accadendo in queste settimane, e in particolare negli ultimi giorni, nel centrodestra italiano. Sarebbe sciocco negare che il ritorno in campo di Berlusconi (alzi la mano chi l’aveva dato ai giardinetti) non ha creato malumori interni alla coalizione, se non addirittura all’area. Ma in un Paese realmente democratico, sarebbe delittuoso negare a chi ha suonato e portato la croce da solo con gli elettori per vent’anni, di poter correre per l’ultima volta dopo aver subito l’onta di una cacciata a furor di popolo nonolstante il più largo successo elettorale della storia repubblicana. Oltretutto, a volere il passo indietro del Cavaliere sono uomini politici che hanno saputo raccogliere affermazioni importanti in questi venti anni di impegno politico, ma che senza di lui difficilmente avrebbero sfondato il muro del 5% dei consensi. A livello nazionale, così come a livello locale. Premesso questo, il loro grido d’allarme non va comunque sottovalutato. Perché il dissenso di cui si fanno portatori sarà stato forse raccolto nel contatto diretto con il territorio, con i cittadini. O forse sarà stato raccolto nel contatto con quel pezzo di società civile e imprenditoriale che compone da sempre lo zoccolo duro dell’elettorato moderato. Da qualunque angolatura si guarda lo scenario, tutti gli appelli non devono finire nel nulla. È ovvio, però, che alla fine servirà una sintesi.

giovedì 13 dicembre 2012


Silvio Berlusconi, dicono, è un "uomo di televisione". Effettivamente ha intravisto un mercato in Italia, è riuscito ad abbattere il monopolio della Rai, ha creato una grande impresa, ha fatto i miliardi ed ha dato lavoro a decine di migliaia di persone. Tanto di cappello. E tuttavia questo creatore di immagini sembra non aver capito che questo sistema come può arricchire qualcuno può anche rovinarlo. Dal momento che in Italia non si può realmente governare - come ha dimostrato Mario Monti, sostenuto dalla destra e dalla sinistra, e senza opposizione - il massimo effetto sulla popolazione lo hanno la televisione e i giornali. Se essi dicono peste e corna di qualcuno, costui è perduto, anche se innocente. Se ne dicono solo bene, gli verranno perdonate le cose più inverosimili. Gianni Agnelli, il famoso "Avvocato", aveva una bella figura, appariva sulla stampa rosa, era noto anche all'estero, ed era amato da tutti. Il fatto che abbia potentemente contribuito ad affossare la Fiat è cosa del tutto secondaria. Un galantuomo e un grande intellettuale come il Presidente Giovanni Leone fu costretto ad andare a casa da una stampa malevola e calunniosa mentre Scalfaro mancò di parola con Berlusconi, promettendogli le elezioni a breve e lasciando che passassero tanti mesi da far dimenticare il ribaltone, e non subì certo una sorte simile. L'establishment era contro il Cavaliere:  a chi era suo nemico si poteva perdonare tutto. Proprio il caso di Berlusconi rimane esemplare. Le sue intenzioni erano ottime e tanti liberali si sono illusi sulle possibilità di un singolo contro il sistema. Ma il resto dell'Italia e del mondo hanno visto che si tingeva i capelli, che aveva le scarpe col rialzo, che raccontava le barzellette, che gli piacevano le donne belle, le feste, il parlare a ruota libera, essere insieme il giullare e il padrone del Paese. È diventato la favola dell'Europa, un politico odiato e condannato solamente per ragioni di immagine. Oggi si parla del suo ritorno come di una catastrofe mondiale, senza degnare di uno sguardo la recessione in cui si trova l'Italia. Il colmo è quello raggiunto dal prono Casini, che dà a lui la colpa di un fenomeno avvenuto soprattutto negli ultimi dodici mesi, quando il Cavaliere è stato silenzioso e inerte.

“LA PIU’ BELLA DEL MONDO” ?: DOPO 65 ANNI LA ADEGUEREI, MA CON QUESTA SINISTRA E’ IMPOSSIBILE. OGNI TENTATIVO PER GOVERNARE BENE E’ STATO IMPOSSIBILE.




“LA PIU’ BELLA DEL MONDO” ?

MA IN CHE PAESE DI PAGLIACCI CI TROVIAMO A VIVERE? COSA C’ENTRANO LA MUSICA, LA BELLEZZA, L’AMORE CON UNA CARTE E LE SUE LEGGI
C’è un cantante, un mammut dell’era geologica dei Rokes, poi affrancatosi dal branco col nome di Shel Shapiro, che ora canta la nostra Costituzione e recita i primi undici articoli della medesima con la sua inflessione inglese benché da secoli stia in Italia. C’è il Comico di Stato Roberto Benigni che dedicherà un recital televisivo a quant’è bella la Costituzione. Ma cos’è questa pedagogia ruffiana, leggermente puttanesca, sulla Costituzione e cosa c’entrano la musica, la bellezza, l’amore con una Carta e le sue leggi? Abbiamo in Italia il privilegio antico di vivere la bellezza allo stato sfuso nella realtà, nelle bellezze naturali, artistiche e culturali e ci mettiamo a cantare e decantare come innamorati feticisti la bellezza leggiadra della Costituzione nata appena nel 1947. Ma le costituzioni sono da rispettare e da osservare; non sono da amare, cantare e pomiciare. L’amor patrio scaturisce dalla vita, la storia, la cultura, il paesaggio, il retaggio e il linguaggio nostrano,  dalle persone e dalle tradizioni, non certo dagli articoli di un Dettame legislativo. A quando un cd sul Codice penale, parole di Mogol e Travaglio? O una dichiarazione d’amore degli U2 agli F24,una ballata rap della Corte dei Coti sulle leggi di stabilità, un concerto rock delle Authority dedicato alla Norma, ma non quella di Bellini, o una canzone dei Tutor, gruppo on the road, sul Codice della strada? In un Paese serio li de­nuncerebbero per atti di libidine sulla Costituzione. Marcello Veneziani

LA SINISTRA, DEVE RIDURRE LA SPESA DEI PARCHI, LA LASCIA INALTERATA. UN PARCO CHE COSTAVA 45.000 EURO NE COSTA 317.504

I diversi Governi, nella contrazione della spesa pubblica nell'arco di quattro anni, hanno ridotto le risorse per i parchi ¾: nel 2008 il bilancio del Ministero dell’Ambiente era di 1 miliardo e 649 milioni (ultima manovra del Governo Prodi) e nel 2009, primo anno del Governo Berlusconi, era di 1 miliardo e 265 milioni, le Regioni dovevano adeguare le loro leggi sui parchi regionali. La Regione Emilia-Romagna, con la Deliberazione della Giunta n. 893 del 2 luglio 2012 approva una nuova legge sui parchi con una gestione basata su cinque macro-aree* omogenee: Emilia Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Delta del Po, Romagna, in sostanza senza cambiare nulla, ma sola unione dell’esistente. Al proprio sistema dei parchi la Regione destina annualmente 3 milioni 500 mila euro, cui vanno aggiunti circa 3 milioni stanziati ogni anno per gli investimenti. In Emilia-Romagna sono oltre 350 mila gli ettari di territorio protetti, circa il 15% della superficie della regione. Nella realtà è rimasto tutto come prima invece dello Stato, paga la Regione e gli enti locali, Provincia e Comuni. Alla faccia del risparmio, il debito pubblico dallo Stato passa alla Regione! E poi affermano che i Ministeri non tagliano le spese mentre loro aumentano quelle regionali e mantengono quelle degli enti locali Provincie e Comuni.
All’interno del Parco Romagna, il Parco della Vena del Gesso bilancio 2012, ha una spesa corrente di 317mila euro (superiore di 32.000 euro, 10% in più  del 2011). Le entrate provengono da finanziamento dai contributi degli Enti soci Comuni e Province, dall’equivalente contributo regionale che non può eccedere l’ammontare totale del contributo ordinario degli Enti soci, dai contributi degli Enti per la gestione dei centri visita del Parco (5.000 euro!), da altre entrate correnti per €. 317.504.
Le spese correnti sono per gli organi di gestione dell’Ente di gestione, compenso per il Direttore, dal rimborso all’Unione dei Comuni per il personale tecnico ed amministrativo, dal compenso al Revisore, dall’ammortamento del mutuo da assumere, dai presunti interessi passivi su eventuali ricorsi all’anticipazione di cassa, per le altre attività del Parco (contributi obbligatori, IRAP, spese generali di funzionamento, acquisto materiali, gestione dei 2 Centri visita, convenzioni per la tutela ambientale per complessive €. 317.504, compreso  40.000 euro per la promozione! Solo mantenimento dell’esistente il tutto a scapito dei residenti. In quest’ambito la Provincia di Ravenna ha deliberato di dare in comodato “gratuito” per ben 15 anni (2027) la Gestione del Parco Naturale Carne’ di proprietà del comune di Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna al Parco Romagna! L’attuale gestione una serie di “scatole cinesi” incomprensibili che da un utile di cinquemila euro l’anno, fra l’altro è in corso una vertenza giudiziaria fra gli appaltatori. La delibera ha trovato solo il mio voto contrario, a favore la maggioranza, astenuti il PDL, la Lega, l’UDC.
Una riflessione: l’area “Vena del Gesso –Parco Carnè” è sempre stato tenuta viva, attiva, nel massimo rispetto dell’ambiente per la volontà del Comune di Brisighella (prg 1962 per quaranta anni negando permessi di escavazione) il costo annuale di gestione divisa fra i tre enti proprietari (Comune Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna) è di 46.000 euro! Si deve risparmiare, perché non si smantella il carrozzone pubblico creato con il Parco Regionale dei Gessi sopra la testa dei proprietari che l’hanno sempre rispettato, costo 317.000 e mantenere vivo da soli come è avvenuto da quaranta anni con il Parco Carnè. che costa solo 46.000?
Continua lo sperpero del denaro pubblico, non si vuole risparmiare, inoltre manca la trasparenza. Perché non si fanno gare di assegnazioni libere e aperte? con 46.000 euro il Parco Carne era vivo ma continuano a spenderne 317.000! Povera Italia!  Il consigliere provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini


mercoledì 12 dicembre 2012

ERAVAMO SULL’ORLO DEL BARATRO A FINE 2011 O IL BARATRO E’ OGGI, DOPO UN ANNO DI GOVERNO MONTI?



l Prodotto interno lordo è diminuito del 2,4%; il Rapporto Debito/Pil è cresciuto del 4,4%; la disoccupazione ha sfondato, nello scorso mese di ottobre, il tetto dell’11%; la disoccupazione giovanile ha toccato la quota record del 36,5%; la produzione industriale è calata del 6,2%; l’inflazione è aumentata al 2,5%; le costruzioni hanno fatto registrare un pericoloso -17,8%; e i consumi sono crollati a -1,7%. Alla luce di questi dati (Istat), la domanda da porsi è dunque:  eravamo sull’orlo del baratro a fine 2011 o il baratro è oggi, dopo un anno di governo Monti? A cura di Renato Brunetta

BUONA NOTIZIA SOLO IL 10% DEI PARLAMENTARI SARA’ RICANDIDATO!



L’ANNUNCIO DI BERLUSCONI SCATENA IL PANICO A MONTECITORIO
Alla fine dell'intervista di Silvio Berlusconi a Maurizio Belpietro rimbalza su tutte le agenzie il titolo sullo spread ("lo spread è un imbroglio", dice Berlusconi) ma da un punto di vista politico la vera "bomba" sono le parole dell'ex premier sul futuro dei parlamentari del Pdl. "Solo il 10% degli attuali parlamentari del pdl sarà ricandidato alle prossime elezioni politiche. Un altro dieci andrà ricercato nel mondo della cultura, dell'Università e dell'arte mentre un 20% riguarderà quegli amministratori locali "eletti per una seconda volta e che hanno lavorato bene". Il grosso poi, il 50% riguarderà il mondo del lavoro, delle professioni.  avverte Berlusconi ai microfoni di Canale 5 durante la trasmissione "La Telefonata".  La precisazione Un'affermazione che ha scatenato il panico nel partito,tra gli scranni di Montecitorio serpeggiava il terrore tanto che è stato necessario far partire da Palazzo Grazioli un comunicato che ha chiarito come appaia "evidente che non sarà soltanto il 10% dei parlamentari uscenti del Popolo della Libertà ad essere ricandidato. E'  bene chiarire che tutti quei deputati e senatori che provengono dalla trincea del lavoro, che hanno svolto o stanno svolgendo un'attività lavorativa, e non hanno una provenienza solo politica, saranno ricompresi in quella quota del 50% dei provenienti dal mondo del lavoro suggerita dal presidente Berlusconi''.

BUONA NOTIZIA: PDL, GLI EX AN VERSO LA SCISSIONE A BREVE L’ANNUNCIO



Gli oltre 300 parlamentari del Pdl sono consapevoli che il loro futuro è appeso a un filo e che in pochi possono aspirare a un posto in Paradiso anche nella prossima legislatura. Silvio Berlusconi, intervistato da Maurizio Belpietro, lo ha detto chiaro e tondo: "Ho intenzione di ricandidare al Parlamento solo il 10% dei vecchi eletti". Il partito è in fibrillazione per la riduzione dei posti. Ma non solo. Da Strasburgo si è levato un coro anti-Cav: i "montiani" si fanno sentire anche in Europa.  Verso la scissione - Ma oltre alle fibrillazioni già in essere per la certa riduzione dei posti a disposizione, viste le percentuali che il Pdl potrebbe incassare alle urne, si aggiunge ora il timore - se non la certezza per molti - di non rientrare in quel 10% indicato oggi da Silvio Berlusconi come quota massima riservata ai deputati e senatori da confermare. Parole che, nonostante la successiva precisazione da palazzo Grazioli, hanno subito fatto scattare l’allarme rosso tra i pidiellini, imprimendo un’accelerazione all’addio degli ex An: una decisione che potrebbe, secondo fonti Pdl, arrivare già domani, mercoledì 12 dicembre, con tanto di annuncio in serata, dopo una riunione nella sede della fondazione Italia Protagonista. Un addio che, però, nelle ultime ore tutto sembra meno che una scissione "dolce". Divorzio non consensuale - Al contrario, la fuoriuscita degli ex inquilini di via della Scrofa dal Pdl sembra nelle ultime ore assumere i contorni di un divorzio non consensuale, anche se si lavora a una 'riappacificazione' delle varie anime di destra. I motivi sono vari: c'è innanzitutto il timore che il Cavaliere voglia 'liberarsi' degli ex colonnelli e, senza una separazione d’amore e d’accordo, sarebbe pronto ad usare proprio l’arma della composizione delle liste per ottenere lo spacchettamento del partito, da tempo auspicato.   

BOCCIATO L’ ORDINE DEL GIORNO: “LA PROVINCIA DI RAVENNA CHIEDA AI COMUNI MEMBRI DELL’ASSEMBLEA DI HERA SPA UNA MODIFICA DELLO STATUTO CHE VIETI ALL’AZIENDA OGNI FORMA PUBBLICITARIA FINE A SE’ STESSA”.



Il consiglio della Provincia di Ravenna ha bocciato un ordine del giorno che chiedeva ai Comuni tramite la Provincia di Ravenna di vietare ad Hera di fare pubblicità della propria attività, che lavora in “Monopolio” unica azienda che fornisce i servizi, che  ogni anno spende 7,927 milioni di euro, ricavato dai canoni che noi tutti paghiamo, per la promozione della’attività. Una cifra enorme, aumentata di 689.000 euro ,rispetto all’anno precedente. La presenza dei Comuni nell’Assemblea dei soci di Hera SpA dovrebbe avere il senso di vigilare su una gestione che possa coniugare l’aspetto economico con quello etico e contenendo quei costi “non prettamente legati alla produzione” affinché i cittadini ricevano un servizio efficiente ad una tariffa calmierante. Interessante sarebbe  conoscere a chi erogsata tale pubblicità. L’ordine del giorno presentato dalla Lega Nord ha ottenuto il loro voto e quello di Galassini (PDL), mentre  Farolfi Marta vice capo gruppo PDL si è astenuta,   voto contrario del PD, Italia dei Valori, Federazione della Sinistra e SEL.

martedì 11 dicembre 2012

IL SONDAGGIO: PDL AL 16,3%, PD AL 32,2%. BERLUSCONI PARTE CON 14,5% DI SVANTAGGIO, MA, CE LA FAREMO!


Nel sondaggio del lunedì del TgLa7 di Enrico Mentana c'è un dato più importante di tutti gli altri: Silvio Berlusconi, nella sua nuova avventura politica, parte con 14,5 punti percentuali di svantaggio. Il Partito Democratico infatti viene dato al 32,2% (rispetto al 34,6% della settimana precedente: un calo del 2,2%, molto significativo, e che dimostra come il cosiddetto "effetto primarie" abbia appena iniziato a sgonfiarsi). Sinistra e Libertà di Nichi Vendola viene data al 5,7% (in calo dello 0,3%), mentre il Partito Socialista Italiano all'1,4%: la coalizione di centrosinistra viene complessivamente accreditata del 39,3 per cento. A destra - Il ritorno in campo del Cavaliere, per gli azzurri, vale quasi più di un punto percentuale: in una settimana il Pdl è passato al 16,3% rispetto al 15,2% della settimana precedente. La Lega Nord, stabile, viene quotata al 6,4%, mentre La Destra al 2,1 per cento. Poiché si viaggia con poco margine d'errore verso un alleanza Pdl-Lega-Destra, il totale del centrodestra è al 24,8%, come detto un distacco di 14,5 punti rispetto alla coalizione di centrosinistra. Centristi - Al centro l'Udc di Casini resterebbe fuori dal Parlamento: è al 3,9%, in ascesa di 0,1 punti percentuali rispetto alla scorsa settimana. Il movimento di Luca Cordero di Montezemolo sale di mezzo punto percentuale al 2,6%, mentre Fli di Fini è stabile al 2,4 per cento. Complessivamente, le forze di centro arrivano all'11,3 per cento. Grillo sale - Tra i cosiddetti "non allineati" cresce al 17,1% il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che recupera uno 0,8% dopo aver perso qualcosa nelle settimane precedenti. L'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro viene data all'1,6% (+0,1%), e la Federazione della sinistra al 2,2 per cento. Astensione e indecisi - Secondo partito resta quello dell'astensione: il 31% del campione del TgLa7, infatti, dichiara di non voler votare. Crescono anche gli indecisi che sono allo 0,6 per cento. Leader - Per quel che riguarda il capitolo del leader, torna a salire lievemente la fiducia in Mario Monti, quotata al 45 per cento. Ma il "presidente preferito" è Matteo Renzi, al 17%, seguito da Bersani al 15%, quindi Monti, al 14 per cento. Fuori dal podio Berlusconi, in crescita all'8 per cento. Inseguono, tutti al 6%, Alfano, Grillo e Vendola.

CON MONTI IL DEBITO PUBBLICO +82,7 MILIARDI E +4,4%


LA NOTA DEL COORDINATORE DEI DIPARTIMENTI PDL BRUNETTA
Il coordinatore dei dipartimenti del Pdl Renato Brunetta ha diffuso questa mattina due dossier (che si possono leggere e scaricare dal sito www.freenewsonline.it), da cui emerge che: nell’anno del governo Monti il debito pubblico in Italia e’ aumentato di 82,7 miliardi in valore assoluto (dati Banca d’Italia) e del 4,4% rispetto al Pil (dati Eurostat), e che nei dodici mesi di governo Monti la media ponderata dei titoli di stato decennali e’ più alta dello 0,31% rispetto ai cinque mesi più "caldi" del governo Berlusconi (elaborazione su dati Ministero delle Finanze, Dipartimento del Tesoro).