giovedì 30 maggio 2013

M5S: “VOGLIAMO LA SETTIMANA CORTA IN PARLAMENTO”. HANNO IMPARATO IN FRETTA I VIZI DELLA POLITICA……


E’ sottile la differenza tra un grillino qualunque e uno Scilipoti, un Mastella, un Razzi. Eh sì, sono passati tre mesi dalle elezioni politiche che hanno consacrato il boom del Movimento 5 stelle e già si stanno liquefacendo. Peggio, stanno diventando un coagulo che raggruma tutte le peggiori tentazioni della fetida politica italiana. Basta sentire le dichiarazioni che i robot grillini hanno fornito negli ultimi due giorni. Si sono appena seduti a Montecitorio e Palazzo Madama e già invocano la “settimana corta” (come Serenella Fucksia e Bartolomeo Pepe). E quando gli si fa notare che è una richiesta tipica dei fancazzisti che più a lungo hanno frequentato i palazzi del potere romano, ecco che loro specificano: “No, ma è per lavorare! Per stare sul territorio, non per oziare!”. Sì, vabbè. Poi altri sono già pronti alle minacce proprie degli eredi nani della Dc: “In dieci siamo pronti ad andarcene, a fare un nuovo gruppo”. Insomma, la nuova politica che avanza, quella serietà e della trasparenza. Tre mesi e via, chi se ne frega delle scelte degli elettori.
P.S. Sappiano però che in dieci è dura contare gli scontrini…

NUOVO GOVERNO = SOLITA CASTA. 22 MILIONI AL SENATO E 35 MILIONI ALLA CAMERA SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI PER PAGARE I COLLABORATORI DEI GRUPPI PARLAMENTARI


Se il buongiorno si vede dal mattino il nuovo governo non ha assolutamente nulla da invidiare ai precedenti, in riferimento ai privilegi e all’erogazione di denaro pubblico. Sono infatti stati assegnati 22 milioni al Senato e 35 milioni alla Camera sotto forma di contributi per pagare i collaboratori dei gruppi parlamentari: dipendenti, addetti stampa, consulenti e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda il Senato ogni gruppo percepisce 300mila euro, mentre ad ogni senatore è garantita una quota di 60mila euro come rimborso spese per il gruppo di appartenenza. Alla Camera i partiti si divideranno così i soldi: 4 milioni e 300mila euro al Pd; 4 milioni e 325mila euro al M5s; 3 milioni e 600mila euro al Pdl; 1 milione e 400mila euro a Monti; 700mila euro alla Lega; 545mila euro a Sel; 335mila euro a Fratelli d’Italia; 305mila euro all’Udc; 82mila euro al Centro democratico; 74mila euro all’Svp. Sono stati i questori del Senato, Laura Bottici del M5s, Lucio Malan del Pdl e Antonio De Poli del Pd, a sollecitare la presidenza del Senato affinché erogasse questi fondi. Richiesta puntualmente ottenuta. Tuttavia la Bottici precisa che è una prassi, e che il M5s userà questi soldi nel migliore dei modi li restituirà alla società. Ma non si è certo esaurita la pioggia di denaro per i partiti. Bisogna infatti aggiungere altri 250mila euro da dividere secondo le percentuali raccolte all’estero, più i rimborsi per le regionali. Facendo un rapido calcolo i gruppi parlamentari costeranno circa 300 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno, per la prossima legislatura. Ma viene da fare una domanda ai nostri cari politici: visto e considerato che già vengono garantiti i rimborsi elettorali , perché aprire i rubinetti monetari e inondare i partiti di denaro pubblico? Era così necessario tenera in vita questa nuova forma di sovvenzione per i “collaboratori” dei partiti? Ci si aspettava, o meglio si sperava in un atteggiamento decisamente più sobrio e responsabile dai nostri politici, in un periodo in cui, retorica a parte, l’Italia è davvero sull’orlo del baratro e la cosa più triste è che non c’è futuro. E se c’è è nero come la pece.


INTERCETTAZIONE AGLI ZINGARI. “VENITE IN ITALIA, TUTTI RUBANO”


In Toscana 18 persone di etnia rom sono stati tratti in arresto dagli uomini della Questura di Pistoia, durante l’operazione sono stati ritrovati circa 1,4 chili di oro e centinaia di pietre preziose. Potremmo dire che non si tratti di nulla di nuovo, ma, la cosa sconvolgente proviene da alcune intercettazioni telefoniche in cui gli zingari arrestati, telefonando all’estero, avrebbero invitato parenti ed amici a raggiungerli in Italia perchè “Qui girano i soldi e tutti rubano”. Gli inquirenti sono rimasti stupiti nel sentire quanto sia alto il livello di impunità percepito da queste popolazioni, che a quanto pare, qui si possono permettere di commettere qualsiasi tipo di reato senza grossi problemi penali. In conclusione, mentre i ragazzi italiani sorpresi con un pezzetto di “fumo” o altri reati minori simili sono ancora in galera, i 18 zingari saranno presto scarcerati in attesa di giudizio con l’obbligo di “firma” (?!?).


mercoledì 29 maggio 2013

FILIPPI – BAZZONI, SUL NUOVO SISTEMA VALUTAZIONE DIRIGENZA REGIONE


La revisione del sistema di valutazione dei direttori generali e dei dirigenti della Regione Emilia-Romagna presentato in commissione Bilancio dalla Giunta regionale trova il nostro generale apprezzamento per quanto riguarda i criteri fissati e i parametri individuati. Il nuovo sistema di valutazione, infatti, dovrebbe consentire il definitivo superamento dell’elargizione di premi in denaro indistintamente a tutti i dirigenti senza alcuna valutazione di merito legata all’effettivo raggiungimento dei risultati. Tale prassi, sempre condannata dal Consigliere Filippi, ha finito per configurarsi come un’indebita regalia che ha svilito il principio di legare parte della retribuzione alla produttività. Il sistema di valutazione così affermatosi ha messo sullo stesso piano, per quanto riguarda la retribuzione di risultato, sia direttori generali e dirigenti capaci di raggiungere gli obiettivi fissati sia quelli lontani da tali performance e addirittura incappati in errori gestionali e in condotte scorrette. Come nel caso del dirigente Miccoli, sull’operato del quale Filippi ha presentato più di un’interrogazione. (http://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/2012/03/30/689313-sempre_stupiti_stupirsi.shtml) “Il parametro del nuovo sistema di valutazione della dirigenza regionale che ancora non ci convince è quello economico. Premiare con decine di migliaia di euro ciascuno, direttori e dirigenti, già ottimamente retribuiti, mentre l’Emilia-Romagna deve fare i conti con manovre finanziarie regionali ‘lacrime e sangue’, soprattutto per quanto riguarda le politiche per la salute, ci sembra un inaccettabile privilegio a favore della casta dei vertici dell’Amministrazione regionale di cui si possa e si debba fare a meno. Così come ci sembra non più sostenibile ed accettabile, dato il contesto socio-economico del Paese, che i direttori generali percepiscano stipendi superiori alle indennità dei consiglieri regionali di oltre il 50-60%”. È quanto hanno dichiarato in Commissione Fabio Filippi, Vice Presidente della Commissione Bilancio, Affari istituzionali e generali e Gianguido Bazzoni, Presidente del Gruppo assembleare del PDL della Regione Emilia-Romagna.

IMMIGRAZIONE, VIMINALE: 500 EURO A TESTA AI 13MILA PROFUGHI PER FARLI USCIRE DAI CENTRI D’ACCOGLIENZA!


IL MINISTRO CONFERMA L’INDISCREZIONE TEDESCHI: PAGHEREMO GLI IMMIGRATI PER LASCIARE I CIE. AVRANNO ANCHE UN DOCUMENTO PER VIAGGIARE NELL’AREA DI SCHENGEN.
I tedeschi avevano ragione: l'Italia ha pagato 500 euro ai 13mila profughi rimasti nei centri d'accoglienza (i Cie, centri di identificazione ed espulsione) creati dopo la guerra in Libia per far fronte all'emergenza sbarchi a Lampedusa e non solo. E' il Viminale stesso, con una circolare, a confermare l'indiscrezione firmata dal quotidiano Die Weltsi tratta in sostanza di una buonuscita per gli immigrati clandestini rimasti: dal 2011 infatti hanno messo piede sul suolo italiano ben 62mila profughi, 28mila dalla Libia e i restanti da Tunisia e dal Mediterraneo orientale in seguito alle varie Primavere arabe. Lo stato d'emergenza è stato dichiarato concluso lo scorso 1 marzo: a partire da quella data, a chi ha lasciato le strutture d'accoglienza è stato concesso un contributo di 500 euro, un titolo di viaggio equipollente al passaporto e il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il documento permette agli stranieri di spostarsi anche in altri Paesi europei dell'area Schengen, ma solo per tre mesi. E' questo punto che ha scatenato l'allarme del ministro degli Interni del governo Merkel. E ora Berlino proverà a rispedire i profughi in Italia, alla faccia dei motivi umanitari e del fronte comune Ue contro l'immigrazione clandestina.


INIZIATI I LAVORI DELLA STRADA PROVVISORIA, A SENSO UNICO, PER IL COLLEGAMENTO TRA LA STRADA COMUNALE VIA RIO CHIE’ E LA STRADA VICINALE VIA ROVINALE. PER IL PERIODO DI CHIUSURA DI PONTELUNGO


UNA STRADA (PERICOLOSA?) PER SOLI TRE MESI, COSTO DI 48MILA EURO! NE VALEVA LA PENA QUANDO NON CI SONO I SOLDI PER LA MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE STRADE DEL CAPOLUOGO O  CAMPAGNA?



martedì 28 maggio 2013

BAZZONI FUSIONI BANCARIE: VOGLIAMO PROPRIO PERDERE UN’ALTRA BANCA LOCALE?


Gianguido Bazzoni, consigliere regionale PDL, interviene sulla questione delle fusioni bancarie in Romagna. "In questa congiuntura economica così sfavorevole i patrimoni del nostro territorio vanno salvaguardati con tutte le forze. La riunione di un consiglio d'amministrazione, un laconico trafiletto su un quotidiano locale e nulla più. Così abbiamo appreso della decisione della Cassa di Risparmio di Cesena di incorporare con una fusione la Banca di Romagna." commenta polemico Bazzoni. "Organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali, professionisti, dopo un primo momento di sconcerto, stanno prendendo sempre più posizione, anche sulla stampa, contro questa sciagurata imposizione, ma la dirigenza della Cassa di Risparmio di Cesena sembra fare orecchie da mercante, così come anche la Fondazione omonima. - continua il consigliere PDL - Si parlerà di risparmi, di sinergie, ma in realtà un altro Istituto locale scomparirà definitivamente, in un momento in cui gli imprenditori avrebbero bisogno di sentire la loro banca vicina. La tutela del territorio, la salvaguardia dei nostri patrimoni, ovvero le piccole e medie imprese, sarà fondamentale per la ripresa ed il successivo nuovo sviluppo economico. Non mi pare questo il modo di assecondarlo." 
Bazzoni pone una serie di domande cruciali: "Quali sono le vere ragioni nascoste che spingono la Cassa di Risparmio di Cesena, socio di maggioranza della Banca di Romagna, a forzare una fusione chiaramente controproducente per gli interessi e le prospettive del nostro territorio? Come mai la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, che ha la maggioranza relativa della Cassa, non si oppone ad un'operazione che porterà alla scomparsa della Banca di Romagna, con la conseguente grave perdita di relazioni? Qual è l'interesse a compromettere la fiducia conquistata nel corso di tanti anni dalla Banca di Romagna? Che vantaggio avrà la Fondazione di Cesena dall'inevitabile forte deprezzamento della propria partecipazione, a seguito di un'operazione alla quale le altre due Fondazioni di Faenza e Lugo si sono dette chiaramente contrarie?" 

A BAGNARA RIVINCE LA LISTA CIVICA DI CENTRODESTRA: ELETTO SINDACO RICCARDO FRANCONE CON IL 44%


Nel ravennate si è votato ieri e oggi a Bagnara di Romagna, dove si eleggeva il nuovo Sindaco e il Consiglio comunale. Alle urne erano chiamati 1.783 cittadini, hanno votato in 1.297 (il 72,7%). Quattro i candidati e le Liste in lizza. Ha prevalso la Lista civica di Centrodestra "Vivi Bagnara" che ha eletto Sindaco Riccardo Francone, 39 anni, il quale negli ultimi tempi aveva già sostituito il prematuramente scomparso Angelo Galli. A Bagnara quindi si conferma il Centrodestra.
Il Presidente del Gruppo del PDL in Regione Emilia-Romagna Gianguido Bazzoni in merito al risultato delle elezioni amministrative a Bagnara di Romagna dice: "La vittoria della non sinistra a Bagnara di Romagna è per noi una grande soddisfazione, è una vittoria politica ed affettiva che ci commuove perchè siamo certi che in questa vittoria ci sia tutta l'eredità politico amministrativa del Sindaco Galli, un amico che ci ha lasciato in maniera improvvisa e che ci manca moltissimo. La vittoria di Bagnara è la vittoria del buon governo della buona politica, Forza Bagnara! Le mie più vive congratualzioni e auguri di buon lavoro al Sindaco neo eletto". 
BAGNARA DI ROMAGNA
Candidato sindaco
Liste collegate
Percentuale
Canzio Giuseppe Visentin
Bagnara una storia di sinistra
 9,28%
Valdo Pirazzini
Centrosinistra per Bagnara
 31,35%
Paolo Camorani
La nostra Bagnara
 14,66%
Riccardo Francone
Vivi Bagnara
 44,69% (eletto)
Anche il PDL di Ravenna con una nota congiunta firmata da Ancarani e Savelli esprime grande gioia per il risultato di Bagnara. "Il fatto che Bagnara continui ad essere uno dei due unici comuni della provincia di Ravenna non governati dalla sinistra ci fa ben sperare - dicono - in vista delle amministrative dell'anno prossimo in cui saranno ben 14 i comuni del nostro territorio ad andare al voto.



IN SICILIA CI COSTANO PIU’ LE PENSIONI CHE GLI STIPENDI. PER L’ESERCITO DEL PUBBLICO SPESI 1,6 MILIARDI OGNI ANNO


E poi ci chiediamo perchè l’Italia è un colabrodo. Sentite cosa succede in Sicilia, come riportato da Libero e Panorama: i dipendenti regionali a riposo supereranno nel 2015 quelli attivi. Un esercito di 32 mila persone che ogni anno costa alle finanze pubbliche 1,6 miliardi di euro. E i vitalizi sono ricchissimi: media di 40 mila euro, con picco a 256 mila. Tra pensionati e lavoratori, la Regione paga ogni mese oltre 32 mila persone (senza contare poi tutti gli altri, tra i quali i famosi forestali), per una cifra pari a 1,6 miliardi l’anno. Pensioni e stipendi che non sono certo da fame: basti pensare che le prime – che in totale sono 16.237 – hanno un valore medio di quasi 39 mila euro lordi, cioè 22-24 mila euro netti. Ci sono pensioni da 256 mila euro lordi, perché fra tutti i dipendenti ce ne sono almeno 18 che incassano assegni superiori ai 200 mila euro e circa 200 che ritirano una pensioncina superiore ai 100 mila. Sta di fatto che ogni anno tutto ciò costa alle casse già disastrate della Sicilia la bellezza di 630 milioni. Mentre l’Inps taglia la pensione se questa è cumulata con altri redditi da lavoro, alla Regione Sicilia no. Si può conservare sia l’una che gli altri e percepirla anche se non si sono raggiunti i 67 anni di età e i 40 anni di contributi imposti dalla riforma Fornero. Insomma, la Sicilia è l’isola del tesoro


L’INCREDIBILE SCANDALO DEGLI SCATTI AUTOMATICI DI CARRIERA DEI MAGISTRATI: ECCO I LORO VERGOGNOSI GUADAGNI


Il Fazioso.- Interessante articolo di Libero sui guadagni delle toghe. Ecco alcuni stralci. Roba da brividi. Che solo in Italia può accadere. Tanti scatti, poche sentenze. Far la toga conviene, eccome se conviene. Lavorano sei ore al giorno per 260 giorni l’anno (l’ha deciso la sezione disciplinare del Csm) e guadagnano cifre che noi poveri mortali ci sogniamo. Stiamo parlando dell’ultracasta dei magistrati (un esercito di 8.909 giudici in servizio) che, mentre i politici annunciavano i tagli di stipendio e nonostante il blocco agli aumenti che la finanziaria 2010 aveva previsto per le buste paga si sono visti aumentare del 5% la retribuzione. Aumento con effetto retroattivo dal 2012, dato che la Corte costituzionale (fatta da magistrati) aveva dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi. Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato della Corte dei Conti che – poniamo – nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne prenderà 182 mila. La tabella riportata su Libero, basata in gran parte sul rapporto 2012 della Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, parla chiaro: si va dai circa 2040 euro al mese (che diventano 3.500 con le indennità) degli ex “uditori” di prima nomina, ovvero il magistrato ordinario in tirocinio, ai 16.700 al mese (che diventano 18.900 con le indennità) di un Presidente di Cassazione. Con scatti automatici di carriera che variano da una media di 500- 1700 euro al mese. Più o meno un magistrato a carriera piena percepisce 5 milioni di euro. Entrando nel dettaglio un magistrato ordinario prende appena assunto 2.858 euro al mese. Dopo tre anni con la prima valutazione di professionalità passa a 3.966 euro al mese che aumentano in media ogni anno e mezzo con uno scatto di anzianità che fa arrivare lo stipendio a 4.680 euro al mese (che diventano 6.720 con le indennità). Parte invece da 5.877 euro al mese un giudice della Corte di Appello: anche lui ogni anno e mezzo si vede aumentare la busta paga fino ad arrivare a 6.690 euro al mese (8.764 con le indennità). Un magistrato di Cassazione invece dopo la prima valutazione di professionalità prende 8.074 euro al mese che con gli scatti diventano 10.744. Se poi il giudice della suprema corte viene valutato di nuovo positivamente (cosa che succede praticamente sempre: di regola il Csm promuove tutti i magistrati al maturare del livello minumo di anzianità a meno che non si siano verificate gravi sanzioni disciplinari) lo stipendio di un FDS, ovvero idoneo alle funzioni direttive superiori, schizza a 10.343 euro al mese che con gli scatti che si maturano ogni anno e mezzo arrivano a 12.104 euro (14.264 euro con le indennità). Tutto ciò si traduce in una spesa di 73 euro al mese per ogni italiano, mentre la media europea è di 57



lunedì 27 maggio 2013

SOLIDARIETA’ A CLAUDIO CASADIO E ALLA SUA FAMIGLIA


L’attentato di stanotte contro Claudio Casadio e la sua famiglia ci amareggia e ci preoccupa. Nell’esprimergli tutta la nostra solidarietà e vicinanza ricordiamo che noi più di tanti altri abbiamo forse contestato e criticato l’operato e le scelte di Claudio Casadio prima come Sindaco di Faenza e oggi come Presidente della Provincia, perché questa è la politica un confronto di idee e di visione delle società in cui viviamo. La diversità delle idee e la critica delle scelte non sono però trasformarsi per qualcuno in alibi e non giustificano in alcun modo il gesto di qualche criminale e che intende far tacere le politica ed intimidire le persone. Siamo inorriditi da tanta violenza e disprezzo nei confronti di chi si mette al servizio di una comunità. Speriamo dopo questo gesto che tutti comprendano la pericolosità del razzismo politico che nelle menti malate o dedite all’odio e all’intolleranza innesca processi che possono sfociare in gesti di estrema violenza.  Rodolfo Ridolfi, Vincenzo Galassini, Raffaella Ridolfi



CASE POPOLARI: LA SIGNORA RIDOLFI, CONSIGLIERE COMUNALE DEL PDL, RIMANDA AL SIGNOR SINDACO LE ACCUSE DI POLEMICA PRETESTUOSA ED INOLTRE SEMPRE LA SIGNORA RITIENE CHE I SUOI RICHIAMI GIURISPRUDENZIALI NON APPAIONO PERTINENTI A QUANTO DELLA STESSA SCRITTO


Non mi piace fare polemica in questa giornata ma le dichiarazioni del Sindaco su Facebook dove io non posso rispondergli perché non siamo amici meritano una risposta.
I suoi richiami giurisprudenziali non colpiscono nel segno perché la sottoscritta ha richiamato come fece nel documento del 27 aprile 2010 esattamente il testo del “piano casa” che mai nessun giudice ha dichiarato incostituzionale. Le argomentazioni giurisprudenziali riguardano il rapporto di reciprocità mai da me o da noi evocato né tanto meno abbiamo mai chiesto che venisse richiamata o inserita la possibilità di un punteggio maggiore per nazionalità. Con l’ordine del giorno proposto inoltre non chiedevamo di modificare i regolamenti presenti nel Comune di Faenza ma di fare un atto politico nei confronti della Regione Emilia-Romagna che ha volutamente disatteso quella norma del Governo Berlusconi in nome di un ben noto conflitto politico.

Quindi rimando al mittente le accuse di polemica pretestuosa ritenendo che non ci si possa trincerare sempre dietro al fatto di aver le mani legate anche quando si devono fare scelte politiche. 

IMOLA: PIZZAROTTI DA SINDACO A ULTRA’, CONTESTA IL CANDIDATO PDL, E LA POLIZIA LO PORTA VIA


Federico Pizzarotti contesta, la polizia lo allontana. E' successo a Imola. La tensione è salita quando il candidato sindaco Pdl Simone Carapia stava terminando un comizio in Piazza caduti per la Libertà. Carapia ha criticato il primo cittadino di Parma che era presente a Imola per sostenere il candidato del M5S. Pizzarotti è transitato in "zona Pdl". Dopo aver ascoltato le critiche che Carapia gli rivolgeva, Pizzarotti è andato sotto il palco del candidato sindaco e ha protestato vivacemente. La situazione si stava riscaldando quando sono intervenuti gli agenti di polizia, che hanno allontanato Pizzarotti. Le critiche del candidato del Pdl riguardavano soprattutto l'inceneritore di Parma e le tasse che con la gestione grillina sono aumentate. Pizzarotti è andato su tutte le furie. E dopo essere stato allontanato si è pure vantato della sua contestazione che di civile aveva ben poco: "Siamo passati vicino al piazzale dove stava facendo il comizio il candidato del Pdl e sento che dice: ‘Perchè inceneritore l’hanno acceso e le tasse le hano alzate!’. Stanno parlando di me?Allora glielo vado a dire". Ma non ha fatto i conti con la polizia. (I.S)


PENATI PRESCRITTO MA NESSUNO SI SCANDALIZZA. A SINISTRA SONO DIVERSAMENTE ONESTI



Filippo Penati l’ha scampata! Era accusato di concussione nel processo riguardante il “Sistema Sesto” ma la prescrizione del reato ha consentito all’ex braccio destro (o meglio, sinistro) di Bersani di salvarsi da questa accusa. Il fu Presidente della Provincia di Milano aveva però promesso di rinunciare alla prescrizione, sopraggiunta in anticipo grazie alla nuovissima legge approvata dal Governo Monti, convintamente sostenuto proprio dal Partito Democratico. Aveva detto che non sarebbe scappato dal processo e invece quando poteva con i fatti e non con le parole rinunciare alla prescrizione non si è fatto trovare. Dov’è Penati??? Si interrogavano i giudici del Tribunale di Monza. Inizia così la pantomima del suo avvocato che tra chiamate e imbarazzi generali annuncia che il suo assistito non si trova. Penati non c’è! E quindi, che si fa??? Si procede! Penati salva il culo e incassa la prescrizione da lui tanto odiata! Ovviamente nessuno si indigna! Santoro & c. non fanno puntate speciali su questo caso in cui ci sono di mezzo anche soldi pubblici. Evidentemente è molto meglio parlare delle presunte scopate di Berlusconi! E il Pd? Il Partito di… A proposito chi è il leader del Pd adesso?? Ah già Epifani! Il Pd di Epifani – dicevo- cosa dice? No comment! Anzi c’è addirittura chi loda Penati perché ha annunciato alla stampa che farà ricorso. Eh già…alla stampa però. Dirlo davanti ai giudici era troppo difficile. Troppi rischi. Ora vedremo cosa succederà. Una cosa però è certa: quando la prescrizione è di sinistra va tutto bene, nessuno si indigna e nessuno scende nelle piazze a gridare alla scandalo. Quelli di sinistra…diversamente onesti!! di Giorgio Cafaro – @CafaroGiorgio

venerdì 24 maggio 2013

“IL VILE ATTENTATO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CASADIO È ANCH’ESSO FRUTTO DEL CLIMA VIOLENTO E TERRORISTICO CHE È STATO CREATO”


SOLIDARIETA’ AL PRESIDENTE CASADIO DA PARTE GIANGUIDO BAZZONI, rAFFAELLA rIDOLFI E vINCENZO gALASSINI
A proposito dell’aggressione con due bottiglie incendiarie alla casa del Presidente della Provincia di Ravenna, Claudio Casadio, il Capogruppo del PdL in Regione, Gianguido Bazzoni, ha rilasciato la seguente dichiarazione:- “ Innanzitutto voglio esprimere la mia totale solidarietà a Casadio per l’atto terroristico di cui è stato fatto oggetto, poi voglio affermare che ritengo il Presidente della Provincia una persona stimabile ed un amministratore onesto ed impegnato, al di la di tutte le critiche politiche che possiamo avergli mosso e delle battaglie che il mio partito ha fatto contro le sue scelte, a Faenza come in Provincia. Battaglie che non sono mai uscite fuori dalla correttezza democratica, nei fatti come a parole. Ma sono proprio le parole che ormai sono sfuggite al sano dibattito civile, diventando pesanti come macigni ed incitando ogni giorno all’aggressione ed all’odio contro chiunque si occupi della Cosa pubblica o contro l’avversario politico. E’ chiaro che dopo tanto odio seguono i fatti, come quando si impedisce a leader di partito di tenere manifestazioni elettorali, o si fanno attentati ed aggressioni. Tutti quelli che incitano o gioiscono per aggressioni al proprio avversario politico, o vorrebbero eliminarlo dalla scena politica per vie brevi, riflettano su questi accadimenti. Evitare la barbarie è un compito di tutti!” .  Si associano il consigliere provinciale PDL Vincenzo Galassini e Raffaella Ridolfi consigliere comunale di Faenza


896.000 EURO IL BUCO CONTINUA…... TERRE NALDI: LANCIARE IL SASSO PER NASCONDERE LA MANO.

L’AUTODENUNCIA HA TANTO L’ODORE DEL FUMO DELL’ARROSTO

740.000 euro più 20.000 più 36.000 più 100.000 e siamo già a 896.000 euro di debiti di Terre Naldi pagati dal Comune di Faenza con annesso impoverimento del complesso causa vendita terreni.
Ho la netta impressione che Savorani lanci il sasso per poter nascondere poi la mano, non vorrei che il buco di Terre Naldi fosse un’altra volta superiore a quanto dichiarato a mezzo stampa. Mi chiedo inoltre perché in sede di bilancio a domanda precisa della sottoscritta rispetto ad una segnalazione dei Revisori dei Conti proprio su Terre Naldi l’assessore Zivieri non abbia risposto puntualmente come oggi intenderebbe fare Savorani.  Il Sindaco quando chiedemmo di fare azione di responsabilità nei confronti degli amministratori di Terre Naldi per tutelare il patrimonio del Comune rispose che si prendeva la responsabilità di non procedere. Bene se oggi Terre Naldi è di nuovo in passivo la responsabilità è quindi del Sindaco che non ha voluto fare chiarezza sulla situazione e prendere le opportune decisioni nonostante i tanto propagandati pareri degli esperti. Ricordo inoltre che tante volte ci è stato detto che Terre Naldi sarebbe stata in attivo grazie al contributo regionale sulle casse di espansione del Senio oggi emerge che non è così. Mi auguro che qualcuno non pensi di tappare qualche altro buco di Terre Naldi a piè di lista con risorse comunali come fatto con la Fondazione Savini e tanto meno di utilizzare risorse destinate ad altri scopi tipo imprese o pagamenti dei fornitori.
Esistono possibilità di rivedere l’attività di Terre Naldi, ma ascoltare il PDL sembra creare troppo prurito all’amministrazione PD di Faenza che non riesce a rinunciare all’imprimatur delle idee, se vogliono qualche idea intelligente noi ci siamo lo abbiamo già fatto con il centro storico, con gli assistenti civici, con il CER, con la Fiera etc.
Questa favola del buco di Terre Naldi però deve finire e se Savorani da oggi è votato al martirio politico e vuole fare davvero chiarezza si “autodenunci” alla magistratura contabile di modo che questi verificheranno se tutto è stato fatto a dovere. Raffaella Ridolfi


COMUNE FAENZA TASSE: AVANTI ANCORA……….


BAZZONI: RISOLUZIONE SUL TERMALISMO IN CONSIGLIO REGIONALE


Il consigliere PDL Gianguido Bazzoni ha presentato all'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna una risoluzione sul termalismo. In tale documento si considera che il termalismo emiliano romagnolo rappresenta oltre un terzo del settore a livello nazionale, che versa in forte crisi e che per il suo rilancio avrebbe necessità di incentivi ed agevolazioni. La proposta di Bazzoni è appunto quella di contemperare la necessità di dare una tempistica certa alla durata del ciclo di cure, con le esigenze di realtà che fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e commerciali annessi, ampliando appunto l'arco temporale del ciclo di cure termali a non meno di 150 giorni. 
Questo il testo della risoluzione: "L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Constatato che la disposizione di cui all'Accordo nazionale per l'erogazione delle prestazioni termali per cui le cure termali a carico del S.S.N. devono essere effettuate in un arco temporale massimo di 60 giorni dall'inizio delle cure medesime, è fortemente penalizzante per il sistema economico che ruota intorno alle stazioni termali; evidenziato infatti che tale disposizione impedisce di spezzare le cure termali, il cui ciclo ordinario è di 12 giorni, in due soggiorni distinti presso la medesima stazione termale (prevalentemente uno in primavera e l'altro in autunno) disincentivando di fatto i tanti pazienti che non riescono a dedicare 12 giorni ininterrotti alle cure termali e che quindi o le accorciano o vi rinunciano completamente; considerato che il termalismo in Emilia-Romagna rappresenta oltre un terzo del settore a livello nazionale e versa in forte crisi e che per il suo rilancio avrebbe necessità di incentivi ed agevolazioni che passano inevitabilmente anche da modifiche normative; valutato che un'equa soluzione che contemperi la necessità di dare una tempistica certa alla durata del ciclo di cure con le esigenze di realtà che fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e commerciali annessi, potrebbe essere quella di ampliare il suddetto arco temporale del ciclo di cure termali a non meno di 150 giorni; impegna la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato Regioni e in altri ambiti perché la suddetta disposizione sia rivista e sia possibile effettuare l'intero ciclo di cure termali anche in due diversi periodi temporali presso la stazione termale prescelta."


giovedì 23 maggio 2013

EDILIZIA RESIDENZIALE FAENZA IL SINDACO FA LO STRUZZO


CASE POPOLARI: in relazione alla disparità di trattamento il Sindaco dimentica i criteri del art. 11 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2 008, n. 133 
Il Sindaco Malpezzi sulle graduatorie delle case popolari fa come gli struzzi e mette la testa sotto la sabbia. Già nel 2010 il gruppo del PDL presentò al Consiglio un ODG per sollecitare un intervento alla Regione Emilia –Romagna per inserire tra i criteri di assegnazione quello previsto dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008 del Governo Berlusconi che prevedeva la possibilità di accedere all’edilizia popolare solo per gli immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione. L’odg del PDL nel 2010 venne naturalmente bocciato perché sul tema il PD era ed è sordo a tutti i livelli e ha tutte le responsabilità politiche legate a questa situazione. Penso che un Sindaco di una città di 59.000 abitanti non possa rinunciare a fare politica trincerandosi sempre dietro ad aspetti formali. Il Sindaco Malpezzi avrebbe fatto meglio a giustificare il fatto che il 51% delle case popolari a Faenza va a persone straniere dicendo che questa è la sua visione politica di stampo Leopolda Renziano PD e quella del PD che governa la città, la Provincia e la Regione Emilia-Romagna.  Se ci stessimo sbagliando e non fosse così faccia ripresentare alla sua maggioranza l’odg che noi proponemmo il 27 aprile 2010. Raffaella Ridolfi 



CON TUTTI I PROBLEMI CHE OGGI CI SONO LA NOSTRA REGIONE SI PREOCCUPA SOLO DI COMPLICARE LA VITA AI PROPRI CONCITTADINI


20 mq di box per un cane, 30 mq per due cani. Chi non ha questi spazi e detiene già un cane cosa fa? Per rendere l'idea, una camera matrimoniale standard è 14 mq!!!
Tratto dal Quotidiano Il Resto del Carlino Regionale del 22 maggio 2013


GUARDA IL CASO………….


mercoledì 22 maggio 2013

BAZZONI: CONSORZIO CO.P.A.F., COSA INTENDE FARE LA REGIONE PER TUTELARLO E TUTELARSI.


Gianguido Bazzoni, Presidente del gruppo assembleare PDL della Regione Emilia-Romagna, ha presentato, in regione, un'interpellanza a proposito del CO.PA.F. Consorzio di tutela e valorizzazione della razza suina "MORA ROMAGNOLA" di Brisighella.. Ne riportiamo il testo in allegato.

E IO PAGO: UN BUCO DA 350.000 EURO, CHE SUCCEDE AL CONSORZIO CO.P.A.F?

Il ministro dell’agricoltura Zaia, in visita al macello del Consorzio CO.P.A.F a Brisighella insieme al sindaco di Brisighella Sangiorgi Cesare e il dott. Cesare Dacci.

Il consigliere provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini ha presentato un'interpellanza a proposito del consorzio CO.P.A.F., in particolare alla luce della pessima situazione finanziaria . Ne riportiamo il testo integrale. Premesso  La Provincia di Ravenna insieme all'ex Comunità Montana dell'Appennino Faentino dal 1989 aveva favorito la nascita del Consorzio CO.P.A.F fra privati, per realizzare la macellazione d'urgenza resa vacante nel Faentino.  Oltre alla macellazione è sorto poi, promosso dalla Regione Emilia Romagna, il protocollo per la valorizzazione e l'allevamento della razza suina Mora Romagnola, come razza in via d'estinzione. Il sigillo del Consorzio accompagna tutte le carni e i prodotti ottenuti dalla razza suina Mora Romagnola lungo tutto il percorso fino al consumatore finale. In questa attività importante è stato il sostegno finanziario pubblico delle istituzioni locali: Provincia di Ravenna, CCIAA di Ravenna, Comunità Montana Appennino Faentino, Comune di Brisighella; raccogliendo ingenti contributi pubblici per l'adeguamento del macello di Brisighella, all'interno del Consorzio la parte pubblica era rappresentata dal Comune di Brisighella, con il ruolo di controllore, come dimostra la tradizione politica della sinistra, e come fatto in tante altre iniziative in ambito provinciale. Nel macello di Brisighella avviene ancora la macellazione, la trasformazione in salumi e la vendita delle carni, seguite e controllate da un disciplinare di produzione, nell'impegno di produrre prodotti di qualità e di comunicare gusto, tradizioni e territorio, qui hanno trovato lavoro quattro persone.  Il Consorzio CO.P.A.F. ha sede nell'edificio di proprietà del Comune di Brisighella ottenuto in affitto fino al 2018 in Brisighella in via Masironi, 7 (RA).  Il consorzio fino al 2012 ha ricevuto annualmente contributi pubblici per l'adeguamento del macello di proprietà del comune di Brisighella ma non vi è traccia del numero degli associati. A quanto risulta dalle notizie di stampa di questi giorni, la situazione finanziaria è disastrosa, il Sindaco in una pubblica riunione ha dichiarato che esiste un "buco" che supera i 350.000 euro e si starebbe trattando per cedere la gestione ad un privato per dieci anni, non prendendo in considerazione la proposta dei dipendenti disponibili ad una gestione diretta. L'amministrazione comunale di Brisighella non ha spiegato le motivazioni che l'ha spinta a concedere al Consorzio CO.P.A.F la possibilità di sub concedere i locali di proprietà comunale, trascurando forse gli obiettivi originari che avevano portato alla costituzione del Consorzio stesso. CHIEDO: 1- Quanti contributi pubblici sono stati erogati al Consorzio CO.P.A.F dall'inizio dell'attività al 31 dicembre 2012; 2- Quali sono stati i motivi reali dell'uscita del Consorzio CO.P.A.F dalla cessione del macello e dei due laboratori per darlo in affitto ad un privato e perché non si è accolta la proposta del personale esistente per condurre il macello nello spirito originale del Consorzio CO.P.A.F e per la promozione; 3- Considerato il "buco" finanziario creato, forse dal Consorzio CO.P.A.F, come si concilia un ulteriore finanziamento "pubblico", per i prossimi dieci anni, con la gestione di un macello assegnato a un privato; 4- Quanti sono gli associati al consorzio CO.P.A:F e la quota iniziale pagata, e se è vero che non possono uscire se non pagando una quota di 5.000 euro, essendo diventati responsabili in solido finanziariamente anche se inconsapevoli del buco finanziario creato da altri; 5- Come intende la Provincia tutelare il Consorzio CO.P.A.F. e la sua attività, e tutelarsi rispetto a quanto è avvenuto; 6- Se tutte le operazioni pubbliche sono in linea con le norme vigenti, in special modo riguardo alle attività per le quali si sono raccolti ingenti contributi pubblici, 7- Se vi sono eventuali responsabilità del pubblico in merito alla gestione del Macello in uso al Consorzio CO.P.A.F. 


IL PD OGGI?: UNA FORZA DECLINANTE


Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - …Una mossa politica che non tiene conto del momento, e perciò del requisito dell'opportunità, rischia di avere pesanti contraccolpi senza riuscire a centrare il bersaglio. Sotto questo profilo, l'iniziativa Finocchiaro-Zanda è una mossa politica, ma è stata attuata nel momento meno propizio che si poteva scegliere. Peraltro i Cinque Stelle si chiamano "movimento" e non partito: come dire che non hanno e si presume non vogliono avere una personalità giuridica. Del resto, Grillo il finanziamento pubblico non lo vuole. Almeno fino a oggi. E in ogni caso,se la proposta è stata avanzata non pensando ai Cinque Stelle, siamo di fronte a un singolare caso di ingenuità. Se invece c'era la volontà di mettere in difficoltà i "grillini", allora bisogna riconoscere che il piano andava pensato meglio: perché l'esito è un mezzo pasticcio che serve solo a rilanciare la campagna anti-politica e anti-casta di Grillo e dei suoi allegri compagni. Curiosa procedura. Più i Cinque Stelle si dibattono in evidenti difficoltà, nel momento in cui passano dai romanzi alla realtà, più c'è qualcuno che finisce per fornire loro (certo in modo involontario) munizioni fresche al fine di riprendere la campagna contro il "potere", facendo dimenticare le loro infinite e spesso elementari contraddizioni. Tutto si può ammettere, da parte di una certa opinione pubblica, tranne il fatto che una forza declinante e sotto assedio, qual è oggi il Pd, possa credere di usare strumenti extra-politici per tagliare fuori i propri concorrenti…


E IO PAGO: PERCHE’ L’UNIONE EUROPEA FINANZIA IL VINO DI D’ALEMA CON 57.000€.?


Massimo D’Alema produce vino (e lo chiama “Sfide”). Si tratta di un Cabernet, prodotto in 3mila bottiglie, proveniente dai vigneti della tenuta acquistata in Umbria nel 2009. Paolo Catania su Libero ha ricostruito l’intera vicenda, e ha scoperto che per la produzione di vino l’ex premier gode di un finanziamento europeo di 57.000€. Uno tra i più alti. Ma perchè? Ecco i fatti: -I vitigni sono stati impiantati la settimana scorsa e ieri c’è stata la prima irrigazione. L’azienda vinicola ha preso il via e già domani – si dice – Massimo D’Alema arriverà a Otricoli per vedere di persona come procedono le operazioni che da qui a cinque anni metteranno in bottiglia il suo rosso doc. - Suo ma con i fondi della Comunità europea che gli sono stati erogati tramite la Regione, “rossa” anch’essa. Il 5 maggio scorso, infatti, l’ente ha elargito 57.500 euro alla società dei figli di Baffino: il terzo contributo economico su 74 aziende agricole. Nel paese di duemila anime non si parla d’altro: il presidente del Copasir ha deciso di realizzare in Umbria l’altro sogno (dopo la barca a vela), quello di produrre vino. COMPRAVENDITE Il 9 novembre 2005 la società viene costituita da due bergamaschi, che per comprare i terreni accendono un mutuo di 440mila euro con la Banca Popolare di Bergamo. Il 28 ottobre di tre anni dopo vendono tutto a Filippo Vinci, pugliese del ’64,e a una donna, per 5mila euro. La famiglia

martedì 21 maggio 2013

TAGLIARE LE SPESE VOLERE E’ POTERE



Arriva in aula il provvedimento per la restituzione di una prima parte dei debiti della pubblica amministrazione. I fondi saranno reperiti non con una nuova tassa sulle sigarette elettroniche, ma con una "sforbiciata" ai fondi per la cooperazione e per l'editoria. Anche se la sinistra per bocca di Boccia dichiara che i fondi saranno recuperati, la sforbiciata potrebbe benissimo trasformarsi in un azzeramento. Perchè, infatti, dovremmo finanziare degli estranei quando non abbiamo il pane per noi stessi ? E i giornali devono mantenersi con le proprie gambe, con i lettori e con la pubblicità.
E se non attirano lettori e pubblicità è meglio che chiudano.
Voler tagliare significa trovare dove e cosa tagliare da una spesa pubblica tanto improduttiva quanto faraonica

DIMINUZIONE DEL NUMERO DEI DEPUTATI, COME DOVREBBERO DIVENTARE I NUMERI IN PARLAMENTO



I cittadini, come risulta nei sondaggi di oggi chiedono fra le prime necessità del Governo di tagliare la spesa per il finanziamento pubblico dei partiti,  gli emolumenti di senatori e deputati e la spesa dello Stato. Il tutto previsto nel programma di Berlusconi e dagli Italiani oltre a quelli del PDL!. Ricordarselo!!!

CON UN PO’ DI CORAGGIO LO STATO SISTEMA I CONTI



Le  sale gioco e le slot machines nei bar fruttano oltre 100milardi l’anno. Il Superenalotto e giochi vari, altrettanti. Andrebbero nazionalizzati per 10 anni e lo Stato dovrebbe farsi carico di riconoscere gli interessi sugli incassi ai proprietari. In dieci anni avremmo azzerato il debito. Se poi ci comportassimo senza falsi moralismi come le nazioni che stanno molto meglio di noi copiando le loro leggi in materia di liberalizzazione della prostituzione e della vendita di cannabis e marijuana, risaneremmo il debito e non avremmo più interessi da pagare. Altro che lotta all’evasione e scontrini non battuti!

lunedì 20 maggio 2013

EPIFANI PIU’ COMICO DI BERSANI: “SOSPENSIONE IMU E’ VITTORIA DEL PD”



Il Pd produce, in serie, dei personaggioni che fanno clamorosamente ridere. Epifani non è da meno (e oggettivamente non era difficile immaginarlo). Persino sull’Imu (tema chiaramente sollevato dal centrodestra) ha detto un’incredibile assurdità, come segnala Libero. Guglielmo Epifani prova a sfidare Silvio Berlusconi. Il segretario Pd rivendica come vittoria dei democratici la sospensione della rata Imu di giugno. Il Cavaliere, ha detto l’ex numero uno della Cgil, «aveva chiesto che venisse restituita l’Imu del 2012 e non è così, aveva chiesto la cancellazione e c’è invece una sospensione e una riforma. Insomma, lui può anche dire che ha vinto – è la sintesi del leader Pd, che invita il Governo di Enrico Letta a focalizzarsi su lavoro e sviluppo – ma non è così».


IL PARMIGGIANO REGGIANO SALVATO DAGLI ITALIANI.



COLDIRETTI: E’ STATO COMPRATO A CASA PER OLTRE UN MILIONE DI CHILI. QUESTO IL BILANCIO DI UN ANNO DI TERREMOTO
Il Parmigiano Reggiano è stato salvato anche dalla corsa all'acquisto degli italiani che hanno portato a casa per solidarietà oltre un milione di chili del prestigioso formaggio che, recuperato dalle macerie dei magazzini, è diventato il prodotto simbolo del sisma. È la Coldiretti a tracciare il bilancio del terremoto a un anno dalle drammatiche scosse che hanno fatto cadere a terra quasi 600.000 forme di parmigiano, danneggiato gravemente 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna e oltre 600 allevamenti. Grazie alle vendite solidali attuate dalla Coldiretti attraverso i mercati e le botteghe di Campagna Amica e quelle attraverso le principali catene distributive si è generata un'enorme catena di solidarietà anche via internet che ha salvato dal fallimento stalle, caseifici e magazzini e sostenuto la ripresa dell'economia e dell'occupazione del territorio. Il sisma - sottolinea la Coldiretti - ha provocato danni per circa un miliardo nelle campagne dell'Emilia e della Lombardia dove si produce oltre il 10 per cento del Pil agricolo e dal quale partono verso l'Italia ed il resto del mondo le più prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dall'aceto balsamico di Modena al prosciutto di Parma fino al Lambrusco. Insieme ai prodotti - precisa la Coldiretti - sono state colpite seimila aziende agricole, fienili, stalle, magazzini, impianti di trasformazione alimentare, dal latte alla frutta, dal vino alla carne, ma anche gli impianti dei consorzi di bonifica necessari per garantire la sicurezza del territorio.

venerdì 17 maggio 2013

FERMARE IL DECLICNO DELL’OSPEDALE DI FAENZA



COMUNE DI FAENZA 9 MILIONI DI EURO DI DEBITI: CHIARIMENTI CHIESTI DALLA RIDOLFI AL SINDACO



  
In data 30 aprile 2013 è stata protocollata la delibera di Giunta n. 134 del 2013; la delibera in questione serve alla richiesta di un’anticipazione di liquidità alla Cassa Depositi e Prestiti per 3.000.000 di euro in base al DL 35/2013 per pagamenti dei fornitori del Comune di Faenza; tale notizia è già uscita sulla stampa;  nella delibera è delineato come i debiti del Comune liquidi ed esigibili accertati al 31 dicembre 2012 siano  20.724.739,16 di cui pagati 11.168.183,10 e da pagare 9.556.556 e per la parte capitale 5.346.277,54 di cui pagati 2.313.041 e da pagarsi 3.033.235,55. Considerato che rimangono da pagare debiti certi liquidi ed esigibili pari 9.556.556; che è opportuno che tali risorse se concesse siano spese solo ed esclusivamente a favore delle aziende creditrici nei confronti del Comune di Faenza. Chiede al Sindaco e alla Giunta 1- come si pensa di provvedere al pagamento dei restanti 9.556.556 di euro di debiti liquidi ed esigibili; 2- quali criteri saranno adottati per individuare quali pagamenti effettuare e quali ditte pagare; 3 -l’elenco dei creditori da pagare, per quali forniture e con quale tempistica con i 3.000.000 di euro richiesti alla Cassa depositi e prestiti.

LA MAGISTRATA CHE COMMETTE FEMINICIDIO



LA REQUISITORIA DELAL BOCCASSINI E’ STATA SOLO L’ULTIMO ATTO DI UNO STALKING MEDIATICO CHE DURA DA 3 ANNI. RUBY E LE ALTRE BOLLATE COME PROSTITUTE SENZA AVER COMMESSO REATI
Annamaria Bernardini de Pace - Il femminicidio può essere anche mediatico. Per come si è proposta, quella delle «olgettine» è stata una vera e propria strage di donne. Preceduta da uno stupro di gruppo. E conclusasi con lo sterminio nella camera a gas di una impropria notorietà. Chiunque è libero di pensare ciò che vuole e le ragazze in questione altrettanto libere di fare ciò che preferiscono. L'unico limite per tutti è il reato. Non saprei dire, tuttavia, chi merita di essere perseguito in questa brutta storia. Qual è, cioè, il reato da sanzionare. La prostituzione in sé, infatti, quand'anche ci fosse, nel caso che stiamo trattando, non è un reato. La diffamazione sì. Soprattutto se di massa e indifferenziata. Ebbene, è palese che una trentina di giovani ragazze, per quanto possano non essere condivisibili i loro scopi di percorrere sentieri veloci per affermarsi nel mondo dello spettacolo, non possono essere, tutte, bollate, urbi et orbi, come componenti di un «sistema prostitutivo». In particolare Ruby, la vittima confezionata, non sarebbe dovuta, con violenza, essere marchiata dalla certezza, affermata con prove quantomeno fragili, di avere esercitato la prostituzione con un uomo potente e di avere così raggiunto l'obiettivo interessato, sfruttando bellezza fisica, «furbizia orientale» ed «extracomunitarietà». Tutte, peraltro, queste ragazze, l'una per l'altra, «accusate» pubblicamente di essere coinvolte in un sistema difensivo allestito e retribuito per nascondere la verità. Risultando, quindi, non solo prostitute, ma anche bugiarde e colpevoli di falsa testimonianza.

giovedì 16 maggio 2013

GELMINI: ANCORA IN PIAZZA IN CASO DI UNA NUOVA CONDANNA A BERLUSCONI



“In caso di un’altra condanna a Silvio Berlusconi non mancheremo di scendere in piazza. Garantisti del Pd e magistratura militante devono contribuire ad abbassare i toni perché non può essere solo il Pdl a deporre le armi. Ma anche se siamo davanti a un uso politico della giustizia da 20 anni che prende di mira in modo miope e a senso unico Silvio Berlusconi, l’accanimento giudiziario che non farà venire meno il senso di responsabilità del presidente Berlusconi e il massimo appoggio al governo Letta”. 

NUOVE CONSULTE: ECCO TUTTI GLI ELETTI DEL PDL


1. COSA FA INGROIA NEL SUO PRIMO GIORNO DI LAVORO AD AOSTA? SI PRENDE UN MESE DI FERIE! - 2. ADDIO PROCURA: IL PM ARRIVA ALLE 10, PRENDE POSSESSO DELL’INCARICO, E SE NE VA ALLE 12: “TORNO IL 20 GIUGNO. A MENO CHE IL TAR NON SOSPENDA IL TRASFERIMENTO” - 3. PRIMA DI SCAPPARE DALLE DETESTATE MONTAGNE, HA “INCONTRATO LA SOCIETÀ CIVILE” E PRANZATO INSIEME A UN ALTRO MAGISTRATO E AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE - 4. PER CHIUDERE LA GIORNATA-BUFFONATA, “STRISCIA” GLI CONSEGNA UN TAPIRO ALLA FONTINA -

BERLUSCONI: TEOREMI, ILLAZIONI, FALSITA’ ISPIRATE DALL’ODIO. POVERA ITALIA!



La nota del Presidente. “Non mi é stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire?  Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto é consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia!": Così si è espresso Silvio Berlusconi in una nota.

mercoledì 15 maggio 2013


COORDINAMENTO COMUNALE DI FAENZA

GIOVEDI 16 MAGGIO 2013 – ore 20,00 PIADA PROSCIUTTO E GOVERNO LETTA

PRESSO L’AGRITURISMO LA VEZZANA Via LAVEZZANA 3 (Sarna) FAENZA

SARANNO PRESENTI: ON. MASSIMO PALMIZIO; GIANGUIDO BAZZONI CAPO GRUPPO PDL REGIONE EMILIA ROMAGNA,

E’ GRADITA LA VOSTRA PRESENZA
Si prega di dare la propria adesione ai seguenti numeri telefonici 339 2241934, 0546 29181 (ore pasti)  MENU : pizza fritta alla romagnola, piadina, salumi fatti dal contadino;                   Dolci caserecci – crostata e ciambella; Caffè, acqua e vini locali, COSTO €. 15,00
Indicazioni: andare a Sarna, superato il noto ristorante, dopo 100m circa spostarsi sulla destra e proseguire per altri 100m, troverete a sinistra Via Vezzana, proseguendo su Via Vezzana per altri 700 m arrivate all’ agriturismo.