mercoledì 31 dicembre 2014

FAMIGLIA NATURALE PRINCIPIO ANCORA RIVOLUZIONARIO


            Le recenti e aspre polemiche con finale politico inaspettato sulla famiglia ci hanno sconcertato. Ci ha sconcertato il livello dello scontro, i toni eccessivi, la prevaricazione degli ideali dei singoli da parte di moloch partitici. L’incapacità di relativizzare i ragionamenti prendendo in considerazione la possibilità di coesistere tra misure per la famiglia e altre situazioni.
            A coloro che in questo dibattito sono intervenuti solo attribuendo delle etichette negative per screditare portatori di idee diverse dalle loro, non riuscendo evidentemente a trovare argomentazioni efficaci a sostegno di idee di unioni diverse dalla famiglia. A coloro che vedono la possibilità di riconoscimento dei diritti civili se non attraverso la demonizzazione della famiglia naturale noi rispondiamo che la famiglia naturale è un concetto pregiuridico e che la famiglia naturale è il nucleo fondamentale per la crescita e l’educazione dei figli.
            Per chi senza rispetto, senza tolleranza ci ha etichettato come la peggior destra o come espressione di un mondo medievale chiediamo se anche Papa Francesco faccia parte della destra peggiore o sia espressione dei secoli bui avendo dedicato il 29 dicembre un pensiero e un'accusa anche alla politica italiana in merito alla famiglia. "Giustamente voi ricordate - ha detto rivolto ai fedeli - che la Costituzione italiana, all'articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti». E invece «ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l'interesse a investire su di essa". Raffaella Ridolfi


MATTEO RENZI DAI GIUDICI: DANNO ERARIALE


La Corte dei Conti non molla Matteo Renzi. Nonostante la procura avesse chiesto l’archiviazione della posizione del presidente del Consiglio, i giudici contabili hanno fissato una nuova udienza per il 15 luglio prolungando la graticola del premier. Che è citato in giudizio per danno erariale.
I fatti risalgono ai tempi in cui Renzi era presidente della Provincia di Firenze. Al rottamatore viene contestato un ammanco al patrimonio pubblico compreso tra i 200mila e gli 800mila euro. Corrispondenti alle retribuzioni incassate da quattro direttori generali della Provincia nominati dalla giunta in carica all’epoca. Un pool chiamato a fare il lavoro che poteva essere fatto da un solo colletto bianco, contesta la Corte dei Conti. I primi a essere chiamati in giudizio sono stati proprio loro: Lucia Bartoli, Liuba Ghidotti, Giacomo Parenti e Luigi Ulivieri, insieme al segretario generale della Provincia Felice Carmine Strocchia. In un primo momento la procura contabile aveva deciso di archiviare la posizione del capo del governo. Ma i giudici sono stati di diverso avviso. E non hanno mollato la presa sul politico di Rignano, che nel frattempo ha fatto carriera. Tanta.
  La Corte ha respinto le eccezioni pregiudiziali presentate dalla difesa renziana nell’udienza del 24 settembre, comprese quelle sulla prescrizione e sulla nullità dell’atto per cui Renzi è chiamato a giudizio. E ha aggiornato il procedimento a metà luglio, quando sarà presa «ogni decisione in merito».
L’avvocato del premier però è contento. «È una sentenza che giudico con soddisfazione», dice Alberto Bianchi, «è un pareggio, perché ricordo che la procura aveva chiesto l’archiviazione e la Corte ha respinto questa richiesta limitandosi a dire: “ci vediamo a luglio”».
Insomma Renzi junior prova a godersi i pochi giorni di vacanza e a non pensarci. Ma in famiglia Matteo non è l’unico ad avere noie con la giustizia. Papà Tiziano risulta iscritto nel registro degli indagati della procura di Genova per bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa Renzi senior, prima di dichiarare il fallimento della sua società, la Chil Post srl, con debiti per un milione e 300mila euro, avrebbe ceduto alcuni beni alla Eventi6, azienda di proprietà della moglie Laura. Tiziano Renzi ha più volte ribadito l’estraneità del figlio alle vicende della società e ha assicurato che i passaggi patrimoniali tra le società di famiglia sono stati fatti in maniera regolare. (SA.DA.)

VICE PREFETTO E SINDACATI, INCONTRO SUL FUTURO DELLE PROVINCE TAGLI IMPOSTI (PROVINCIA E COMUNI) PER FINANZIARE L’EROGAZIONE DEGLI 80 EURO AI LAVORATORI


Il viceprefetto vicario reggente ha ricevuto oggi, su loro richiesta, i rappresentanti delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle RR.SS.UU. del personale della Provincia

Tutti sono fortemente preoccupati per le conseguenze in ordine alla prevista contrazione delle funzioni delle province e alla ricollocazione dei dipendenti. Le questioni che sono state rappresentate attengono non solo alla perdita di capacità professionali formatesi nei vari ambiti strategici, come per esempio l'accesso ai fondi europei, ma anche alla futura mancata risposta dei bisogni dei cittadini nei vari ambiti di competenza, tra cui la manutenzione nei plessi scolastici e sulle arterie stradali.
I Sindacati protestano perchè il governo Renzi elimina servizi ai cittadini della provincia di Ravenna: 10,5 milioni di euro provenienti dal nostro territorio nel 2015 saranno dirottati a Roma per finanziare l’erogazione degli 80 euro ai lavoratori. I tagli imposti per il 2015, 2016, 2017 con quelli del 2014 manderanno in fallimento la Provincia di Ravenna. I fondi lederanno in modo particolare la manutenzione delle strade di competenza delle Provincia come per gli edifici scolastici
Il viceprefetto ha ascoltato con attenzione quanto da loro espresso sul mancato riordino degli assetti territoriali, sull'assenza di un progetto concreto volto non soltanto alla salvaguardia dei posti di lavoro e della professionalità, ma ad evitare anche l'impossibilità di continuare ad erogare i servizi sul territorio, nei diversi settori come la scuola e l'ambiente, fino al dissesto finanziario dell'ente. Il viceprefetto, in relazione alla situazione rappresentata, ha confermato il suo impegno ad interessare gli organi del Governo centrale e, in sede locale, a propiziare con i sindaci dei Comuni e con il presidente della Provincia l'attivazione di un tavolo al fine di individuare insieme possibili procedure di trasferimento di funzioni.

DUE MILIONI DI ‘NUOVI ITALIANI’ PRONTI A VENIRE A FARSI MANTENERE. CI INVADONO PER MANIFESTA INFERMITA’ MENTALE.


«Due milioni di persone sono pronte a salpare. Le coste libiche pullulano di migranti. In molti temono il mare grosso di questo periodo. Ma col bel tempo verranno in Italia». Le parole riferite ai soccorritori da alcuni immigrati salvati in mare e trasportati al porto di Pozzallo hanno tutta l’aria di una profezia che si avvererà.

lunedì 29 dicembre 2014

LETTERA APERTA AL SINDACO DI FAENZA

DAGLI EX  SINDACI GALASSINI E RIDOLFI VIABILITA’ CANAL GRANDE

Dott. Giovanni  Malpezzi Sindaco di Faenza
A fronte delle numerose proteste e dei dubbi che abbiamo raccolto fra i cittadini della Valle del Lamone (Brisighella, Marradi), in merito ai lavori di restringimento della carreggiata per realizzare una ciclabile in via Canal Grande, approvato dal comune di Faenza e in avanzata fase di esecuzione nell’indifferenza dei sindaci di Brisighella e Marradi, delle associazioni  degli artigiani, del commercio,  agricole, industriali  che non si espongono e non si pronunciano,  ci rivolgiamo a Lei  per chiedere di riesaminare la questione della viabilità. Lei stesso, che fra l’altro conosce il costo sproporzionato dell’opera rispetto alle finalità che dovrebbe raggiungere  avrà avuto segnalazioni  e percorso la strada e avrà rilevato i problemi che si stanno creando  alla fluidità della circolazione nel tratto in questione e  alla sicurezza stradale.
L’assessore provinciale alla viabilità Secondo Valgimigli,  interpellato all’inizio del mese di dicembre, ha affermato che il progetto non è stato presentato alla Provincia, progetto certamente non di stretta  competenza essendo la strada comunale, ma nella realtà unico collegamento diretto dalla Via Emilia alla strada provinciale 302 (Brisighellese-Ravennate) che collega, fra l’altro la Valle del Lamone Faenza-Brisighella-Marradi con  il Mugello e Firenze, rispetto agli altri accessi alle vallate del Senio e del Marzeno. Certamente lo  staff tecnico del suo Comune avrà dei buoni argomenti a giustificazione della scelta intrapresa, ma nella realtà che tutti possono verificare emerge che avendo ristretto la carreggiata, una carreggiata percorsa quotidianamente dai mezzi del soccorso sanitario, dai mezzi agricoli, dai mezzi, dei rifiuti, dai mezzi di trasporto persone e merci etc.  (carri agricoli, soccorso sanitario, rifiuti, soccorso, ecc.) il perenne imbottigliamento del traffico in entrata ed in uscita diventa una costante. Basti pensare quanto accaduto in questi giorni con i lavori  sospesi nei pressi dell’incrocio semaforico con  Via Bordini e A. Costa   e l’ingresso al supermercato e alla Chiesa dei Cappuccini, per capire che completati i lavori  i problemi saranno ancora più numerosi. Fin che c’è tempo le siamo a chiedere di bloccare i lavori e riesaminare la possibilità di lasciare il tratto di strada non compromesso come sta, inserendo solo la segnaletica orizzontale (vedi l’ultimo intervento in Via Piero della Francesca) e utilizzando le risorse avanzate per rimuovere il cordonato per il tratto realizzato fino alle bocche dei Canali, rotonda del Passatore.
Sindaco Malpezzi, capiamo che sia una scelta difficile per Lei ma pensi al bene comune in particolare all’interesse dei cittadini, degli operatori economici, dagli agricoltori della Vallata del Lamone ammettere che il progetto è sbagliato è meno grave che creare danni e disagi ai cittadini fra l’altro con le loro risorse.
La ringraziamo per la doverosa attenzione disponibili  ad illustrare in un incontro con i sindaci, le categorie, la Provincia, i tecnici per impedire una scelta penalizzante per le comunità interessate.
Auguri di buon anno.
Vincenzo Galassini ex sindaco di Brisighella e consigliere provinciale
Rodolfo Ridolfi ex Sindaco di Marradi
27 dicembre 2014

sabato 27 dicembre 2014

GLI AUGURI DI SILVIO BERLUSCONI

Caro Vincenzo,
desidero rivolgerti un affettuoso augurio per un Buon Natale e per un anno nuovo nel quale tu possa realizzare tutti i progetti che hai nel cuore per te e per le persone a cui vuoi bene. Purtroppo stiamo attraversando un periodo molto difficile. Ciascuno di noi vive nel suo ambiente, nel suo lavoro, nella sua famiglia le difficoltà di una crisi economica che non accenna a risolversi.

Il programma che noi metteremo in pratica, ove avessimo responsabilità di governo, lo conosci bene. E’ la formula liberale del benessere e della crescita che ha funzionato sempre e dovunque sia stata realizzata. E’ un programma in tre punti. Il 1° punto: meno tasse, il 2° punto: meno tasse, il 3° punto: ancora meno tasse. Meno tasse sulle famiglie per rilanciare i consumi. Meno tasse sulle imprese, perché possano produrre di più e tornare ad assumere e ad investire. Nessuna tassa sulla casa, perché la casa è sacra, è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza del proprio futuro e non dev’essere soggetta a nessun prelievo fiscale.

Per gli anziani un’attenzione speciale.
1) L’aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese per 13 mensilità.
2) Interventi di medicina sociale con assistenza sanitaria completa
3) Nessuna tassa sulla casa
4) Nessuna imposta di successione

Tutto questo si può ottenere con la flat tax, la tassa al 20% uguale per le famiglie e per le imprese, che ormai funziona benissimo nei 38 Paesi in cui è stata adottata, ed è, con la formula liberale, il solo modo per rilanciare lo sviluppo, quello che appunto la sinistra non è capace di fare.

Con questa sinistra noi possiamo anche essere d’accordo su quelle riforme istituzionali che noi avevamo già realizzato nel 2005 e che loro avevano cancellato con un referendum abrogativo nel 2006. Si tratta del passaggio da due Camere a una sola Camera per l’approvazione delle leggi e del passaggio da una politica frazionata in tanti partiti a due soli poli come negli Stati Uniti: repubblicani e democratici, democratici e repubblicani.

Votare con la sinistra le riforme Costituzionali non significa quindi confondere il nostro ruolo di oppositori con quello della maggioranza, perché noi siamo all’opposizione di questa sinistra su tutto il resto e cioè sulla politica economica, sulla politica fiscale, sulla spesa pubblica, sulla riforma della giustizia, sulla sicurezza, sulla politica estera e su tutto il resto.

Io potrò lavorare di nuovo insieme a tutti noi azzurri per realizzare il nostro progetto più ambizioso: quello di trasformare la maggioranza numerica dei moderati, che nessuno discute essere tale, in una maggioranza politica consapevole e organizzata.


Si tratta di convincere una parte di quei ventiquattro milioni di italiani che delusi e disgustati da questa politica e da questi politici, hanno deciso di non andare a votare. Dobbiamo convincerli del contrario spiegando a loro il nostro programma e i vantaggi che ne deriverebbero a loro e a tutti gli italiani.

Possiamo farcela. Dobbiamo farcela. Con l’impegno, con la passione, col lavoro possiamo riuscirci. Io ne sono sicuro e spero che tu sarai al mio fianco in questa battaglia di verità e di libertà.

E’ con questa speranza e con questo convincimento che ti rivolgo gli auguri più cordiali e più affettuosi di Buon Natale e di buon Anno.

ILVA E IO PAGO……………VERGOGNA……..VERGOGNA…..


E quanto al decreto Ilva, che dire? In due parole: ritorno pieno dello statalismo da socialismo reale, altro che liberalismo immaginario. La soluzione della statalizzazione sta nella pancia della sinistra da sempre come soluzione magica dei problemi. Quante Ilva ci saranno? Uno, cento, mille Ilva: ci scommetteremmo.
Perché un'Ilva dovrebbe essere più Ilva delle altre? La formica guida di nome Ilva guiderà il corteo delle Ilvine. Più Stato meno mercato: ecco l'essenza del renzismo che si risolve in più soldi allo Stato meno alle famiglie e alla società, dunque più tasse per consentire allo Stato di sostituirsi al mercato.
Una logica perversa, a cui diciamo basta.

SPESE PAZZE IN REGIONE: VIA AL SEQUESTRO DI 1,2 MILIONI AI CAPIGRUPPO

A chiederlo è stata la Procura regionale della Corte dei conti di Bologna, sequestrati all'ex capogruppo Pd Marco Monari beni per 610mila euro
Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. Già indagati nell’inchiesta della procura sulle cosiddette spese pazze, per cui un mese e mezzo fa sono stati emessi 42 avvisi di fine indagine, gli otto rappresentanti dei gruppi consiliari (il nono, Mauro Manfredini della Lega Nord, è morto il 10 ottobre scorso) sono oggetto ora un importante sequestro di beni immobili e crediti di natura retributiva e pensionistica da parte della guardia di finanza.
A chiederlo la procura regionale della Corte dei conti di Bologna, che ha ottenuto dalla locale sezione giurisdizionale un decreto di sequestro conservativo in favore dell’assemblea legislativa della regione - che risulta l’ente danneggiato - fino alla concorrenza del danno patrimoniale contestato, quantificato in oltre 1,2 milioni di euro. Si tratta delle spese dei gruppi consiliari nel 2012, mentre le indagini della procura ordinaria riguardavano i rimborsi da giugno 2010 a dicembre 2011.
“Al termine degli accertamenti - fanno sapere le Fiamme Gialle – la Corte dei conti ha avuto modo di rilevare che i contributi posti a carico del bilancio regionale erano stati utilizzati dai rispettivi gruppi per l’effettuazione di spese ritenute non inerenti all’attività istituzionale e al funzionamento del gruppo stesso”. Tra le voci contestate dal nucleo di polizia tributaria ci sono i costi sostenuti per taxi, auto, autostrade, treni, ristoranti, alberghi, giornali e consulenze, che sono ritenuti dagli investigatori ingiustificati rispetto all’attività istituzionale alla quale vengono riferiti.

martedì 23 dicembre 2014

FORZA ITALIA FAENZA: “ENNESIMO ATTO DI ARROGANZA DEL PD NEI CONFRONTI DEL CONSIGLIO COMUNALE”


"Sulla famiglia il Sindaco vota secondo coscienza, piange lacrime di coccodrillo dicendo che si è sbagliato, si fa sfiduciare dagli stessi assessori ai quali lui stesso ha dato la delega, e per tappare tutti i buchi pensa bene di attaccare la sua maggioranza ed il suo posteriore alla poltrona di Sindaco presentando un nuovo ordine del giorno. Che i renziani di tutta Italia fossero dei fagocitatori di poltrone ce ne eravamo accorti ma una retromarcia così strumentalizzando i temi etici ci fa rabbrividire" il commento è del Gruppo Forza Italia Centrodestra Italiano.
La retromarcia commenta il Consigliere Bernardi “con un ordine del giorno suppletivo, urgente, tanto da essere presentato di sabato per essere discusso tre giorni prima di Natale, si fa veramente fatica a capire un dietro front così radicale da parte di Malpezzi: non annulla l’ordine del giorno approvato il 15 dicembre e ne presenta un altro togliendo il termine naturale dopo famiglia. Ma, purtroppo, non si ferma qui e propone:
  • ampliamento delle forme di convivenza potenzialmente includibili nel concetto di “famiglia”;
  • invita la Regione ad istituire una “festa della famiglia” che sia inclusiva di tutte le forme di convivenza famigliare
  • sollecita Parlamento e Governo all’approvazione del DDL Cirinnà idonea a riconoscere le convivenze e le unioni di fatto eterosessuali e omosessuali
  • sollecita Parlamento e Governo per una fiscalità più equa che ridistribuisca il carico familiare complessivo su tutte le forme di convivenza.
Dunque, se così sarà, il Comune dovrà dar seguito a due odg, chiedere contestualmente alla Regione di istituire due feste, una per la famiglia naturale e un’altra per le altre famiglie? Ma non solo: invito a leggere i DDL 14 e 15 della Sen. Cirinnà che, tra l’altro, introducono in tutto e per tutto il matrimonio per persone dello stesso sesso con tanto di adozione di minori mascherata e si prevede di eliminare dalla legislazione vigente i termini marito e moglie. Siamo sicuri che i faentini, gli elettori faentini del PD, non vogliano più avere in casa un marito e una moglie? O vogliano diventare genitore 1 e genitore 2 invece che mamma e babbo? Per finire, forse il Sindaco, sommerso dallo schianto mediatico e dalla reprimenda del partito, colpito da attacchi di panico, si è forse dimenticato che il suo Premier in un’intervista ad Avvenire del 27 7 2014 dichiarava che il ddl Cirinnà sarà “superato” da una nuova proposta governativa sul modello delle civil partnership tedesche? Cosa, comunque, che personalmente contesto perché lesivo dei diritti naturali costituzionali della famiglia, in quanto comunque crea un nuovo istituto para-matrimoniale, per altro anch’esso connesso alla adozione dei figli del convivente”.
Conclude la Capogruppo Ridolfi: “Un ordine del giorno presentato in data 20 dicembre, mandato immediatamente ai Consiglieri utilizzando personale che normalmente nelle giornate di domenica e sabato non lavora, e ai quali pagheremo lo straordinario, lo fa imponendo con presupposti motivi di urgenza, che oggettivamente sono inspiegabili perché non c’è un motivo amministrativo, un ordine del giorno aggiuntivo al Consiglio comunale già convocato per lunedì 22 dicembre. Lo fa senza far convocare prima i capigruppo come a dire il comune è cosa mia e faccio come mi pare.

NATALE 2014- CAPODANNO 2015: AUGURI…… VINCENZO GALASSINI CONSIGLIERE FORZA ITALIA PROVINCIA DI RAVENNA;

Giuseppe Ugonia –tratto da G. Ugonia Litografo , Collana “Brisighella, Ieri e Oggi” n. 8-

FIDUCIA AL SENATO. LEGGE DI STABILITA’ , IL GOVERNO AUMENTA L’IVA AL 25,5%.

Le misure anti-deficit nascoste nella legge di stabilità sotto il nome di “clausole di salvaguardia”: bombe ad orologeria, non immediatamente operative, ma scatteranno solo se i risultati di risparmio sulla spese pubblica non verranno raggiunti. A partire dall’aumento delle accise sulla benzina. In pratica, con una delle tante clausole di salvaguardia inserite ancora una volta nella manovra di fine anno, il direttore delle Dogane dal 30 giugno potrà aumentare le accise sulla benzina e garantire così all’Erario oltre 1,7 miliardi di euro attesi dagli strumenti finalizzati a contrastare l’evasione Iva.
È però l’aumento dell’IVA al 25,5% a tenere ancora banco. La clausola di salvaguardia prevede l’aumento dell’Iva ordinaria (attualmente al 22%) al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018. Ritocchi saranno previsti anche per la cosiddetta IVA ridotta attualmente al 10%.
NEL 2016
– l’Iva ordinaria (che oggi è del 22%, ossia per gran parte dei beni di consumo) passerà al 24%;
– l’Iva agevolata (che oggi è al 10%) salirà al 12%.
NEL 2017
– l’Iva ordinaria salirà dal 24% al al 25%
– l’Iva agevolata sfiorerà il 13%.
NEL 2018
l’Iva ordinaria arriverà dal 25% al 25,5%.
– l’Iva agevolata resterà al 13%.


sabato 20 dicembre 2014

BERLUSCONI: “ TORNERO’ A SCATENARMI, PREPARATE I KALSHNIKO”


Intervento all'Esercito di Silvio: "È ora di dire basta a uno Stato che rapina i cittadini"
"Vi garantisco che io sono ancora qui pieno di determinazione e appena mi lasceranno libero da questa prigione che mi è stata ingiustissimamente comminata io mi sca-te-ne-rò.
Preparate i Kalashnikov". In collegamento telefonico con il direttivo dell’esercito di Silvio guidato da Simone Furlan, Silvio Berlusconi blinda il patto del Nazareno e avverte che a febbraio sarà di nuovo in campo per rifondare il partito. "Dobbiamo rifondare Forza Italia a partire dal 15 febbraio - dice - giorno a cui noi guardiamo con grande speranza e che ridarà a me la possibilità di poter essere in campo e di poter essere presente in tutte le regioni per dire cosa abbiamo fatto negli anni di governo e quello che noi abbiamo intenzione di fare e quello che questo governo non è in grado di fare".
Dalla partita per il nuovo capo dello Stato alle barricate contro le nuove tasse del mgoverno Renzi, Berlusconi è un fiume in piena. Traccia le prossime sfide e fa capire che, sin dalle prime battute del 2015, la puntata è altissima. "Il carico fiscale che grava sugli italiani è la cosa che preoccupa di più - tuona l'ex premier - io vi chiedo di parlare dell’oppressione fiscale e dopo tre anni di governi non eletti dagli italiani abbiamo più tasse e meno lavoro". Berlusconi invita l'Esercito di Silvio a parlare con quei 28 milioni di cittadini che non vanno a votare e che non voteranno mai a sinistra. "La delusione - avverte - è il nostro peggior nemico". E prende a esempio il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. "Va dritto a centrare la protesta che sta nella pancia degli italiani - spiega - e quando gli chiedono della legge elettorale, risponde 'non mi importa con quella non ci mangio'". Per il Cavaliere, Salvini "sarà un po' nature, ma produce consenso". "Anche noi dobbiamo produrre queste cose - incalza - dobbiamo essere capaci di far capire ai cittadini cos’è Forza Italia".
Ai suoi il Cavaliere non nasconde che ad oggi la posizione di Forza Italia è "difficile" dal momento è stato ritenuto giusto stipulare il patto del Nazareno. Un patto "che ci dà fastidio". Perché, sottolinea Berlusconi, "ci ha impedito di fare l’opposizione e ha confuso l’elettorato" creando "problemi interni""Ma come facciamo a dire di no alle nostre riforme? - si chiede - Se ci viene quindi offerto di passare al monocameralismo e al bipolarismo noi per coerenza e amor di patria non potevamo dire di no". Al patto del Nazareno, però, deve essere legata l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. "È una conseguenza logica - sottolinea Berlusconi - non potrà essere eletto un capo dello Stato che a noi non sembri adeguato all’alta carica che deve ricoprire se non è un garanzia per tutti".

FAENZA, IL PD SI SPACCA E META’ VOTA CON FORZA ITALIA CASO NAZIONALE


IL PARERE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA: APPROFONDIMENTO CANALI CANDIANO E BAIONA, NUOVO TERMINAL, UTILIZZO MATERIALE ESTRATTO;

Nella seduta di ieri il Consiglio Provinciale di Ravenna ha espresso a maggioranza parere favorevole alla delibera “Hub portuale di Ravenna : ‘Approfondimento canali Candiano e Baiona, adeguamento banchine operative esistenti, nuovo terminal in penisola Trattaroli e utilizzo materiale estratto in attuazione al Prp vigente 2007 – Prima fase (Primo e secondo stralcio)’ – progetto definitivo”. Hanno votato a favore Pd; si sono astenuti Sel, Fds, Nuovo Centro Destra; UDC. Hanno votato contro Lega Nord e Forza ItaliaForza Italia, considera l’intervento, in questo periodo super valutato,  condivide la  quota fino a 11,5 metri, senza escludere scavi maggiori futuri in ragione dell’eventuale trend di sviluppo del porto, ora solamente spacciato. Non si giustifica il nuovo costosissimo terminal container, che richiede escavi fino a 14,5 metri, con costi continui considerato che la quota mare è superiore, e che il presidente di Autorità portuale dice che il futuro del porto non è più nel traffico di container ma in quello delle rinfuse, e che già i terminal esistenti possono contenere quasi il doppio dei volumi attuali. Con quello che sta succedendo a livello nazionale, sembra più un piano di rapina di immani risorse finanziarie pubbliche ad uso dei soliti noti che hanno occupato il porto, un progetto che vuole scavare 19 milioni di metri cubi di fanghi, che non sa neppure dove mettere, se non a costi economici, territoriali e sociali insostenibili ed anche in funzione della scelta dei porti da ridurre parte del Governo Renzi.

PROVINCIA RAVENNA: LA CRISI CONTINUA


RIFORME RENZI: NIENTE CARCERE PER CHI INVESTE E SCAPPA E MOLTO ALTRO


Se investite qualcuno e non prestate soccorso, non dovete più temere il carcere. E’ questo uno dei paradossali effetti della riforma che abolisce la detenzione per i reati “minori”. Tra questi c’è pure l’omissione di soccorso. Il tutto accadrà con l’applicazione del decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014, varato dal Consiglio dei Ministri. Volendo fare qualche esempio, i reati che compongono l’estesa lista in materia di depenalizzazione, sono: le contravvenzioni disciplinate dal Codice penale, nonché quei reati contro il patrimonio come il furto semplice, la truffa e l’appropriazione indebita.
Tutti i reati depenalizzati – Trovano spazio anche alcuni reati commessi contro la persona, quali la lesione personale semplice, l’aver preso parte a risse da cui consegue morte o lesione di qualcuno, l’omicidio colposo semplice, l’omissione di soccorso ed infine anche molte ipotesi di reati societari che vanno dal all’impedito controllo della formazione fittizia di capitale. Sono inclusi in questa lunga lista anche alcune ipotesi di illecito fallimentare, come la bancarotta semplice e l’omessa dichiarazione dei redditi o l’infedele dichiarazione. E ancora il danneggiamento, le omesse ritenute, la violazione di domicilio, il rifiuto di atti d’ufficio e l’abuso di ufficio. Infine via libera, almeno senza paura di finire in cella anche per chi commetterà incesto, occulterà cadaveri o verrà trovato in possesso o sorpreso a fabbricare documenti di identificazione falsi.

giovedì 18 dicembre 2014

FAENZA, IL PD SI SPACCA E META’ VOTA CON FORZA ITALIA IN CONSIGLIO COMUNALE APPROVATO DOCUMENTO DI JORICK BERNARDI

Il sindaco Giovanni Malpezzi

di Francesco Monti    17 dicembre 2014 - Sui cosidetti ‘temi etici’, il Pd si spacca a metà, con il sindaco da una parte e il segretario dall’altra. La maggioranza del consiglio comunale finisce per approvare un ordine del giorno di Forza Italia contro il matrimonio omosessuale, chiedendo alla Regione l’istituzione di una «Festa della famiglia naturale fondata sull’unione fra uomo e donna».
Lunedì sera, alla vigilia del giorno in cui i cittadini erano chiamati a saldare la seconda rata di Tasi e Imu, l’assemblea di Palazzo Manfredi (riunita eccezionalmente a Reda) ha dedicato il suo tempo a un tema non proprio di competenza comunale: il concetto di famiglia e il riconoscimento delle unioni omosessuali. Il vizio della scarsa pertinenza, del resto, è diffuso. A Faenza e in altri consigli comunali si è sentito un po’ di tutto: accese discussioni sulla pace nel mondo, sui Marò, sulla parità di genere, sull’euro. Stavolta la pietra dello scandalo è un ordine del giorno di Jorick Bernardi (Forza Italia), dal titolo ben chiaro: «Valorizzazione e sostegno alla famiglia naturale». Nelle premesse, Bernardi stigmatizza «i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo scolastico», come le «fiabe rivedute in chiave omosessuale». Strali anche sul disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia.
 Il Pd, prima della seduta, chiede al consigliere di addolcire i passaggi più forti, per arrivare a un testo condiviso. Ma non si raggiunge un accordo, e i Democratici entrano in aula con una posizione comune: votare contro.
A rompere l’equilibrio è il sindaco Giovanni Malpezzi, che si dice disponibile a votare il documento, purché vengano eliminate le premesse di cui sopra. Stavolta Bernardi accetta. Risultato: il capogruppo Pd Damiani lascia libertà di coscienza ai suoi, che si dividono a metà. Ziccardi, Damiani, Sangiorgi, Randi, Baccarini, Ercolani e il segretario comunale Pd Roberto Pasi votano contro, mentre il sindaco, il presidente del consiglio comunale De Tollis, Lasi, Pierino Montanari, Scardovi, Fastelli e la neo-consigliera regionale Manuela Rontini approvano il documento (con gran parte dell’opposizione).
Nel testo restano inalterate le principali richieste: oltre a sollecitare l’istituzione di una ‘Festa della famiglia naturale’, l’odg impegna il sindaco a «chiedere al governo la non applicazione del Documento standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto dall’Organizzazione mondiale della sanità». Non solo: «Le istituzioni – si legge – devono stanziare pubblici sussidi per garantire ai genitori un’effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere costretti a sostenere spese supplementari». L’ordine del giorno passa, con la benedizione di mezzo centrosinistra. Grazie al decisivo voto del consiglio comunale di Faenza, la «famiglia naturale» è salva. I faentini possono tirare un sospiro di sollievo, e pagare Tasi, Tari e Imu a cuor leggero.

ONORE AL COMPAGNO NAPOLITANO


 Il Capo dello Stato assume il ruolo ambito di segretario del Pci-Pds-Ds-Pd ed esce dai binari istituzionali travolgendo Costituzione e Parlamento. Delegittima il dissenso e consacra per l’eternità il dominio di Renzi. Stabilità, stabilità, stabilità: e la democrazia se ne va. Noi promettiamo resistenza, resistenza, resistenza. Oh bella ciao…
Ieri sera abbiamo assistito al capolavoro politico di Giorgio Napolitano. Mai nessuno nella storia del Pci aveva raggiunto il vertice di potere da lui fatto valere in azione nel suo saluto natalizio alle cariche istituzionali.
Ieri l’allievo di Togliatti, sempre un po’ secondo a tutti, talvolta terzo o quarto, ma sempre nel Comintern che non muore mai, è riuscito a conquistare il ruolo più ambito. Gli era finora sempre sfuggito, non certo per difetto d’intelligenza e di astuzia, in lui sopraffine, ma per mancanza di audacia e di cattiveria, che ha finalmente trovate alla soglia dei novant’anni. Ieri ha impartito disposizioni, moniti pesanti come ordini, non da Capo dello Stato (sarebbe uno sfregio alla Costituzione), non come suprema autorità
garante dell’unità della nazione (come tale non gli è consentito di assumere il ruolo di capo del capo del governo).
No, ieri è stato colui che nella tradizione della Antica Ditta Rossa è il dominus di tutto l’ambaradan, il Timoniere da cui promanano le rimanenti funzioni, e cioè il Segretario Politico del Partito. Il quale, secondo una filiera mai interrotta, ha attraversato la storia della Repubblica: Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Occhetto, D’Alema, Fassino, Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani, Renzi. Se si scorre l’elenco, lui è sempre stato posizionato in posizioni forti e insieme subordinate per tutte le dinastie Song, Ming e Qing. È l’unico che le ha attraversate tutte, e adesso che con l’avvento di Qing-Renzi, tutte le cariche sono prese, che può volere se non la stabilità universale?
Questa stabilità vede tutto, ma proprio tutto in mano al Pci-Pds-Ds-Pd, perché dovrebbe rischiare di perdere tutto, lasciando libero corso al gioco democratico? Da buon Segretario di antica scuola Comintern ritiene la Costituzione una sovrastruttura al servizio della struttura che è il Partito. Ieri agendo da Segretario di fatto del medesimo non ha scalzato il segretario formale e ufficiale, semplicemente ha posato su di lui la sua ombra benevola e protettrice.

IL “MONDO DI MEZZO” SI MANGIA L’ITALIA


 (di Danilo Quinto) Il “mondo di mezzo, quello che comunica con quello dei vivi e quello dei morti”, come sostiene uno degli intercettati dell’operazione “Mafia nella Capitale” non è una realtà solo romana. È una metafora efficace per rappresentare una corruzione estesa come una metastasi in tutto il Paese, che ne impedisce lo sviluppo, insieme alla forza delle organizzazioni criminali e ai comportamenti delinquenziali di una buona fetta di cittadini che evadono le tasse.
Se il “fatturato” della criminalità, in base alle fonti (Confesercenti e Sos Impresa) supera i 140 miliardi di euro, il “mondo di mezzo” – quello della corruzione – ne produce 160, il 10% del PIL, in base alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio dello scorso 14 novembre, durante la riunione del G20: «secondo le ultime relazioni al Parlamento – ha detto Renzi – il ritorno dalla lotta all’evasione e alla corruzione sarebbe, rispettivamente, di 91 e 71 miliardi. Non servono nuove regole ma far applicare quelle che già ci sono».
Ogni anno, la Transparency International pubblica l’indice di percezione della corruzione nei Paesi del mondo: il «livello secondo il quale l’esistenza della corruzione è percepita tra pubblici uffici e politici».  Per il 2014, l’Italia è collocata al 69° posto, a pari merito con Grecia, Bulgaria, Romania e Brasile. È il Paese più corrotto d’Europa.
Secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, solo il 56% degli italiani è disposto a segnalare un episodio di corruzione in confronto alla media globale del 69%.  Tra le motivazioni, vengono addotte la paura, la sfiducia e la convinzione che nulla ormai possa cambiare. Non si può mettere in dubbio che questi sentimenti o stati d’animo incidano rispetto all’omertà che viene praticata, ma non vi è dubbio che questo avviene rispetto ad una situazione generale già fortemente inquinata.
L’ammontare del “denaro sporco” che deriva dall’evasione fiscale, dal fatturato della criminalità e dalla corruzione, è di tali proporzioni che ragionevolmente coinvolge una buona parte della società cosiddetta civile. Che tace, perché ne trae giovamento. Il meccanismo degli appalti di Roma non è diverso da quello di Milano o di Venezia.
Le inchieste su EXPO 2015 e MOSE ne fanno testo. In quelle inchieste non è stata contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso, com’è accaduto a Roma, ma esse hanno coinvolto nel medesimo modo esponenti di vari partiti e schieramenti, oltre ad imprenditori legati agli uni o agli altri o ad entrambi. È un meccanismo “oleato” e ben conosciuto, applicato molto prima dell’era di “Tangentopoli” e che, col trascorrere del tempo, si è trasformato nella più grande e organizzata industria del Paese.
Le regole che ci sono – richiamate dal Presidente del Consiglio – non vengono applicate perché il “sistema” non lo consente. Anzi, nel caso di Roma – il cui Comune dovrebbe essere sciolto, non per connivenza con la criminalità, ma per l’incapacità di governare la città – il “sistema” fa di peggio. Offre a quella criminalità organizzata che ad esso si propone la gestione di uno dei più grandi business: quello degli immigrati. “Si guadagna più col loro che con la droga”, si dice in una delle intercettazioni.
E chi ci guadagna? Sempre gli stessi. Basterebbe varare un “Albo Nazionale degli Appalti”, evitando che vengano affidati senza gara e farli controllare – tutti – da un’unica Autorità di garanzia. Invece, nulla si muove. Ogni volta che scoppia uno scandalo, tutti si stracciano le loro vesti, sono increduli, si mettono le mani tra i capelli e esclamano: “Ma fino a che punto siamo arrivati!”. Ipocriti. Belle statuine. Soggiogati come sono dal fascino di “mammona”, non si accorgono che può esistere anche la dimensione e l’esercizio di una politica nobile, che sia d’esempio anche ai cittadini. (Danilo Quinto)

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martedì 16 dicembre 2014

AVANTI CON FORZA ITALIA, SILVIO BERLUSCONI UNICO LEADER


Il Gruppo Azzurri '94 rende noto il documento approvato nel corso della Convention tenutasi venerdì all'Hotel Cavallino a Faenza

A due anni dalla nascita del nostro movimento nella nostra X^ Convention confermiamo che la stragrande maggioranza degli italiani di centro destra, che sono maggioranza nel Paese, sanno che non servono primarie e neppure vecchi riti partitocratici perché non appartengono alla nostra storia.
Come affermammo nell’autunno del 2012 non dobbiamo individuare un nuovo leader perché è in campo nonostante la intollerabile persecuzione giudiziaria. Crediamo che se Berlusconi continuerà a guidare il movimento dei cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste, la nostra iniziativa politica e la nostra presenza fra la gente, centrerà gli obbiettivi, ricostruire dal basso una politica fondata sui valori di Forza Italia, riprenderci lo spazio politico che ci appartiene per contrastare la politica dell’alleanza PD-poteri forti. Uniti sotto la regia di Silvio Berlusconi offriremo agli italiani e soprattutto alle giovani generazioni una prospettiva ispirata ai valori universali di libertà, di giustizia e solidarietà, di difesa del primato della persona in ogni sua espressione per lo sviluppo di una economia oggi al limite del livello spazzatura recessione e per una riappropriazione della nostra sovranità nazionale fortemente pregiudicata da una classe politica subalterna agli interessi dei poteri forti delle banche e della Germania.
Il nostro Movimento, nato il 9 novembre 2012, conferma come Berlusconi e Forza Italia, con tutto il centrodestra, hanno una funzione politica e storica inderogabile: le riforme autentiche. In questo momento drammatico per l'economia e per la pace sociale, qualunque sia la forma di rapporto tra le grandi componenti politiche del Paese per noi deve prevalere il senso dell'interesse nazionale e del bene comune. Prevalga il buon senso democratico sulla voglia di prendersi tutto, di occupare l'universo su cui oggi Renzi insiste ancora trascinando nell'abisso l'Italia.
Per Azzurri ’94 il ceto medio è componente essenziale del motore dell’economia italiana. Se il ceto

RENZI UN COMPLETO FALLIMENTO


Il nulla all’orizzonte – Nelle prossime settimane non ci sarà nessun via libera alla legge elettorale, nessun ok al secondo passaggio della riforma del bicameralismo paritario, nessun Jobs Act entrerà in vigore il primo gennaio, la riforma della giustizia non esiste, quella della scuola è stata annunciata ed è rimasta un libricino di poco più di cento pagine. L’elenco potrebbe essere molto più lungo, ma per non tediare i nostri pazienti lettori ci fermiamo qui

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE BERLUSCONI. LE RIFORME SONO LE NOSTRE? IO DICO DI NO. RENATO BRUNETTA


Caro Presidente e Amico,
rileggo le parole da Te pronunziate ieri per il raduno di Imola. Sei il più bravo. Legando – “come conseguenza logica” – il Patto del Nazareno alla scelta del successore di Napolitano, mostri come Tu intenda la democrazia. Per Te è limpidezza di rapporti tra le forze politiche, stima dell’altro, dialogo per il bene comune e l’interesse nazionale. Ti aspettavi davvero un sì? Io ero sicuro Ti avrebbero risposto con un no, per di più per bocca di luogotenenti del Capo: sono più malizioso di Te. Ma con la Tua dichiarazione così trasparente e fiduciosa, hai costretto Renzi a svelare il bluff di un Patto che, nella sua mente, era un azzardo morale sin dal principio.
Per lui era un accordo opportunistico, da usare come legame per trascinarci a un sistema politico su misura per garantire a se stesso e al Pd l’occupazione di ogni spazio di democrazia, per di più pretendendo il nostro assenso (e, magari neutralizzando così il suo dissenso interno).
Per noi il “Nazareno” ha avuto sempre il significato di metodo instaurato per rimediare con pragmatismo democratico alla presenza in Parlamento di una maggioranza incostituzionale, causa il premio di 148 deputati bocciato dalla Consulta. Un presupposto che motivava la parità tra i partner, tale per cui nessuno poteva spostare una virgola dei contenuti maturati insieme, senza il consenso dell’altro.
Per quanto detto, il metodo implica logicamente la scelta istituzionale del Quirinale. Invece, il Quirinale no, hanno detto i poveri vice segretari del Pd: ci consulteremo dentro il Pd, poi ne parleremo con tutti i partiti, ma il pallino è solo nostro. Insomma, hanno voluto far sapere che intendono capitalizzare per altri sette anni quel furto di democrazia denunciato dalla Corte Costituzionale. Inaccettabile. Il “cosiddetto Patto del Nazareno” ha spiegato Debora Serracchiani, serviva solo “per le riforme costituzionali e le riforme istituzionali (sic, forse voleva dire elettorali…)”. Il resto non c’entra.
I due vice di Renzi sbagliano due volte. La prima è quando escludono il Quirinale dal Nazareno. La seconda è quando includono nel Patto le riforme che io chiamo Renzicum e Senaticum. Non c’entrano nulla con quanto si stipulò il 18 gennaio scorso. Non era nato, quel Patto, per approdare a questi mediocri compromessi all’interno del Pd e all’interno della maggioranza di governo. Renzicum e Senaticum si sono invece sviluppati e configurati stravolgendo i contenuti inizialmente concordati e il metodo delle loro modifiche. Sono delle cattive riforme che, se dovessero andare in vigore, cannibalizzerebbero la democrazia.

RENZI, LA COOP SEI TU

Nella periferia di Roma il Comune pagava per gli sfollati e i bisognosi affitti da 2700 euro al mese. A beneficio di costruttori amici delle Coop rosse che intascavano la quota di servizi, una parte dei quali finiva tra i finanziamenti per il Pd, per le primarie. Inutile affrontare il tema della corruzione senza la diagnosi che dice. Corruzione=Coop rosse. Sono il filo che lega i vari scandali nazionali e locali.
Tre governi disastrosi – Siamo tornati al punto di partenza: tre anni passati invano, dimostrazione del fallimento della Ue e delle politiche adottate dall'Ue per (non) far fronte alla crisi. Dimostrazione del fallimento non solo dell'ultimo Renzi, il cui ruolo è stato semplicemente disastroso, ma anche dell'Italia che non è riuscita a cambiare nulla in Europa neanche con i governi Monti e Letta. E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha poco da perorare la causa del rapporto Italia-Germania, perché la situazione in cui versa oggi il nostro Paese deriva proprio da quell'estate-autunno del 2011. Dall'aver ceduto al colpo di stato, perpetrato attraverso il grande imbroglio dello spread, in cui la Germania ha avuto un ruolo da protagonista.
Ecco perché – Le cose da fare erano scritte nella lettera che il governo Berlusconi inviò ai presidenti di Commissione e Consiglio europeo il 26 ottobre 2011. Il successivo governo Monti ha fatto sì propri i punti di quella lettera, ma implementandoli a modo suo e in maniera dannosa per il Paese. Il governo Letta è stato subalterno ai diktat tedeschi, indeciso a tutto e non significativo. Infine, il presidente Renzi, tutto teso a regolare conti interni al suo partito, ha pensato di prendersi gioco dell'Europa, ma in realtà ne è stato schiacciato. Il conto, come sempre, lo pagano gli italiani. Con l'aumento della pressione fiscale, l'aumento della disoccupazione, il crollo del reddito disponibile, l'esplosione del disagio sociale.

I CORROTTI PAGHERANNO TUTTO……




PAGA LA TASI: I SINDACI A FINE MANDATO PRENDONO LA LIQUIDAZIONE!!!

Entro il 16 bisogna pagare la Tasi, proprietario e inquilino, se tardi le sanzioni sono altissime.
Un esempio, riferito in generale, la  recente l’indennità di fine mandato al sindaco di Castelbolognese BAMBI è stata di euro 11.800, quelli prima del 1990 hanno sempre lavorato gratuitamente, e avevano le responsabilità della gestione non come ora, che con la legge Bassanini (PCI) è passata ai funzionari.
Si lamentano che non hanno soldi, e continuano, Sindaco e Giunta;  ad essere pagati ogni mese e noi paghiamo la TASI. Quanto grasso che cola……..

BUONA TASI A TUTTI

Lorenzo Ferri Che Natale è quello in tempo di crisi? Certo, non servono grandi cose per far vivere nelle proprie case lo spirito del giorno in cui è nato Gesù Cristo, ma ditemi, che Natale è quello in cui gli italiani risparmiano sul cibo (per il quale sino a 3 anni fa non erano disposti a lesinare), regali di rito, viaggi, libri e abbonamenti a teatro? Quello di quest’anno sarà l’ennesimo Natale illuminato da luci soffuse di negozi vuoti, a cui fanno da cornice delle masse di persone nervose che si aggirano in città con sacchettoni di plastica pieni di mercanzie cinesi.

Cinesi, perchè ormai molti italiani non possono più permettersi di fare regali made in Italy, pensando al saldo che c’è da versare per la vecchia Imu e la nuova Tasi.
Un Natale all’insegna di numeri e calcoli per tutti i proprietari di immobili e terreni: ancora fino a domani dovranno mettere da parte gli addobbi e i regali per verificare i mesi di affitto e di sfitto, determinando a quanto ammonta la parte soggetta a Tasi, da calcolare con l’aliquota dell’abitazione principale, e quella invece soggetta ad Imu (con eventuale Tasi aggiuntiva stabilita dai comuni). I commercialisti e le banche sono ancora nel caos più totale per cercare di dare risposta a tutti i problemi e incomprensioni, capire se occorre pagare con il bollettino del comune (che a molti non è mai arrivato) oppure tramite modello F24, e dare anche assistenza a molti contribuenti che, dovendo far fronte ad un importo superiore a 1000 euro, sono obbligati ad effettuare un pagamento tramite home banking.
 Le banche stanno quindi cercando di registrare a tempi record i nuovi utenti, fornendo loro user-id, buste sigillate con password e dispositivi OTP. Semplice per un giovane, un po’ meno per persone con poca dimestichezza tecnologica, come gli anziani e i disabili ricoverati nelle case di riposo, nelle quali hanno trasferito la residenza. Neanche loro sono scampati alla Tasi. In questa atmosfera natalizia, soffocata dalle tasse e da un’incomprensibile prospettiva per l’anno nuovo, gli italiani silenziosamente si mettono in fila agli sportelli.
Quando tornano a casa invece sfogano la propria rabbia sulla tastiera del computer, scrivendo su Facebook che Renzi ha fallito, che i nostri politici devono andare tutti a casa, che questo governo è schiavo della Germania e ha messo delle stangate su IMU e TASI, non ha stabilito nessun tetto massimo ai comuni per la determinazione della TARI, ha aumentato la tassazione sui risparmi, sui fondi pensione, sui diritti d’imbarco, sul fondo TFR, poi, a breve, aumenterà di nuovo l’IVA, le accise sulla benzina, i ticket sanitari… Sui social network si annuncia la rivoluzione ma, nella vita quotidiana, si fa sempre finta che vada tutto bene, si accenna un sorriso e ci si mette in fila.
Buona Tasi a tutti.
Lorenzo Ferri (Forza Italia)

lunedì 15 dicembre 2014

RENZI, REGALO DI NATALE: PIU TASSE PER TUTTI, LA PROPOSTA DI BERLUSCONI



NON CI SIAMO….A CASA QUANTO PRIMA


CONSIGLIERI DI FORZA ITALIA, VIOLONE E MONTANARI, FANNO ARRABBIARE IL SINDACO DI CASOLA VALSENIO





X^ CONVENTION DI AZZURRI ’94, IL MESSAGGIO DI SILVIO BERLUSCONI, GLI INTERVENTI DI RENATO BRUNETTA E MICHAELA BIANCOFIORE

Le bandiere di Forza Italia a far da cornice e come sottofondo le note di “Forza Italia” per l’affollata decima Convention di Azzurri ’94, il movimento fondato e diretto da Rodolfo Ridolfi nel 2012 , presenti le delegazioni di tutte le province della Regione, per fare il punto della situazione politica dopo i deludenti risultati elettorali. La Convention si è aperta con l’intervento telefonico del presidente dei Deputati di Forza Italia Renato Brunetta, che ha detto fra l’altro: “Dopo tre anni di politiche recessive e tre governi fallimentari Monti, Letta e Renzi è necessario confrontarsi sui contenuti a partire dalla Flat Tax; le pensioni minime a 1000 euro; l’abolizione delle tasse sulla prima casa e dell’Irap per le imprese…. Renzi in questo momento drammatico per l'economia e per la pace sociale, schiacciato dall’Europa, tutto teso a regolare conti interni al suo partito trascina nell'abisso l'Italia e fa pagare Il conto, come sempre, agli italiani con l’aumento della pressione fiscale, l’aumento della disoccupazione, il crollo del reddito disponibile, l’esplosione del disagio sociale…”.
Grande attenzione, consenso e un’ ovazione per il messaggio di Silvio Berlusconi “Caro Rodolfo, care amiche, cari amici, voglio ringraziarVi per questa iniziativa, che mette in luce i principi e i valori per i quali siamo discesi in campo nel 1994 che sono gli stessi per i quali 20 anni dopo siamo ancora oggi impegnati Nel 1994 si trattava di salvare l’Italia da una sinistra ancora comunista che – con la complicità della magistratura politicizzata – si stava impadronendo del potere senza più avversari. La risposta che allora abbiamo saputo dare ha dimostrato che esisteva in Italia una maggioranza di moderati che voleva finalmente avere voce in capitolo per dire di no alla sinistra e per avviare il nostro Paese verso la modernizzazione nella democrazia e nella libertà. Vent’anni dopo molti di questi problemi non sono risolti. Molti italiani sono delusi, scoraggiati, rassegnati, preoccupati di perdere il loro benessere e magari il loro posto di lavoro. E hanno deciso di non andare a votare. La sinistra è al potere con il terzo governo consecutivo che non è stato scelto dagli elettori e con una crisi dell’economia sempre più grave. Per tutte queste ragioni siamo ancora in campo. Perché continuiamo a credere nel sogno di un’Italia diversa, di quell’Italia più liberale e più libera per la quale ci siamo battuti in tutti questi anni, l’Italia che vogliamo e nella quale crediamo. Potremo costruirla insieme se, come nel 1994, saremo capaci di far capire agli italiani delusi che oggi intendano disertare le urne, l’importanza decisiva della posta in gioco. Per questo sono importanti le iniziative come la vostra e ringrazio Rodolfo Ridolfi di averla promossa. Avete invitato una nostra parlamentare, Michela Biancofiore che è uno dei nostri militanti più veri, più coerenti con quello spirito del 1994 che Voi giustamente richiamate. Così come lo è naturalmente il nostro capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, che sarà con Voi in collegamento telefonico. Considerate presente anche me. Io non posso essere con voi perché come sapete, una sentenza inverosimile ed assurda, che l’Europa presto cancellerà, me lo impedisce. Verrò a trovarvi non appena mi saranno restituiti i miei diritti e le mie libertà. Ma nel frattempo voglio che sappiate che sono con Voi, che siete i testimoni indomiti della nostra religione della libertà in una regione ostile, da sempre feudo della sinistra. Sono sicuro che restando in campo e combattendo come abbiamo fatto sinora vinceremo di nuovo, come nel ’94 nell’interesse dell’Italia e della libertà.Un abbraccio affettuoso a tutti
L’on. Michaela Biancofiore, che ha accettato la Presidenza Onoraria di Azzurri ’94, ha presentato il libro “Il cuore oltre gli ostacoli” -Mondadori raccontando la sua attività politica irriducibile, la forte determinazione, e l’incondizionata fedeltà al suo presidente. “Venti anni di grandi successi come di delusioni profonde ed amare come i retroscena del tradimento di Gianfranco Fini e di Angelino Alfano, il suicidio della maggioranza di centrodestra, la rimozione dall’incarico di sottosegretario alle Pari opportunità”.
La serata si è conclusa con un divertente intervento dell’attore Maurizio Ferrini.




venerdì 12 dicembre 2014

RENZI CI FA PAGARE IN NUOVE TASSE I FURTI DELLE COOP ROMANE. LA COOP SEI TU……E I LORO FURTI LE PAGHI TU



Documento shocK! Renzi risanerà le casse del comune di Roma con 110milioni DI DENARO PUBBLICO, invece di sottrarli alla mafia e ai politici collusi con essa.
Ennesimo regalo, ennesimo sfregio ai cittadini italiani. Sembra impossibile, ma è tutto vero, denunciato e documentato con tanto di foto pubblicata online. A scoprire il tutto sono ancora una volta i 5 Stelle. Barbara Lezzi, deputata del Movimento, lo scrive nero su bianco sulla sua pagina Facebook denunciando l’ennesimo atto vergognoso del Governo Renzi.
Ecco la denuncia della deputata 5 Stelle: È proprio vero che tutte le strade portano a Roma!!! Soprattutto quella dei soldi. Renzi, nella legge di stabilità, sottrae ulteriori 110 milioni dalle tasche dei cittadini per rimpinguare le casse di Marino. Sapete com’è…i soldi non bastano mai.



LE COOP…….


mercoledì 10 dicembre 2014

RISPONDE AL VERO CHE L’ARCHIVIO DELLE PRATICHE EDILIZE SARA’ TRASFERITO AD OCCHIOBELLO?

Ingresso ufficio Edilizia Privata Faenza

La ditta appaltatrice del servizio di archivio avrebbe spostato i documenti relativi alle pratiche edilizie da Barbiano a Occhiobello; tutte le volte che un professionista chiede l’estrazione dei documenti gli verrebbero richiesti 25 euro solo per l’accesso all’atto perché deve essere trasferito da Occhiobello a Faenza. Considerato che i professionisti fanno un uso dell’archivio per rintracciare pratiche edilizie praticamente quotidiano. Interroga il Sindaco e la Giunta Se quanto riportato in premessa corrisponde a verità e nel caso se non ritenga che questo sia un balzello burocratico amministrativo che va ulteriormente a pensare alle spese che i cittadini di faenza devono sostenere per il disbrigo di pratiche edilizie. Raffaella Ridolfi


SCALFARO HA GRAZIATO L’OMICIDIA BUZZI, E IL MINISTRO POLETTI NON LO DIMETTE NESSUNO?


Il 26 giugno 1980 Salvatore Buzzi uccise il suo socio Giovanni Gargano con 34 coltellate. Non solo. Inizialmente tentò anche di incolpare dell’omicidio la sua fidanzata dell’epoca, una prostituta brasiliana.
Il Buzzi viveva al di sopra delle sue possibilità, infatti girava con un’auto da 12 milioni di lire e viveva in un discreto appartamento con la fidanzata brasiliana di cui sopra. Rubava assegni dalla banca per permettersi questo tenore di vita, il socio Gargano li incassava. Gargano era un pregiudicato all’epoca ventenne. il Buzzi decise di eliminarlo in quanto il Gargano aveva cominciato a ricattarlo. (wikipedia)
Fu abile nello sfruttare le possibilità che lo stato italiano offre ai detenuti, si atteggiò a detenuto modello e nel 1983 fu il primo carcerato a laurearsi in cella in Italia. La sinistra italiana fu tutta commossa e ammirata per questo “vecchio compagno che ha smarrito la buona strada ma l’ha poi ritrovata alla grande”.
Condannato a 25 anni per omicidio, rimase in carcere per 11 anni fino al 1992, quando il Presidente Oscar Luigi Scalfaro, commosso dalla redenzione del “compagno che sbaglia”, gli concesse la grazia e lo liberò.