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giovedì 9 febbraio 2017

TASSE SULLA BENZINA, PRIMA DEGLI AUMENTI TAGLIATE GLI SPRECHI


IL GOVERNO si appresta a varare una manovra bis: saliranno le accise e i tabacchi. Va bene aumentare le tasse sulle sigarette ma non sul carburante poiché jja su gomma. Aumentando il prezzo alla pompa del gasolio si avrà un rincaro dei prezzi per i consumatori. Sarebbe meglio tala spesa pubblica per non grava sulla pelle dei cittadini; SCARICARE sui cittadini certi costi è la via più facile. Sulle accise della benzina gravano ancora balzelli come 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935-1936 e 14 lire (0,00723 euro} per la crisi di Suez del 1956. Saranno spiccioli ma è un aspetto surreale. Eppure altre strade per recuperare costi esistono. Secondo una ricerca di Confcommercio 74 miliardi dei l76 spesi per catì come sprechi. Su società partecipate e Camere di Commercio è in corso una riorganizzazione, anche se darà meno risparmi del previsto. Ma ci sono zone d'ombra dove intervenire, Al Sud si potrebbero risparmiare 1800 euro Fanno a testa per avere gli stessi servizi fra sanità, trasporti e scuole. Poi le Regioni a statuto speciale: costano in media il 35% in più. Prima li «varare» sui carburanti...
NO TASSE, TAGLIARE SPRECHI CHE AMMONTANO A 16 MLD ALL’ANNO
Se Pubblica amministrazione avesse in tutta Italia la stessa qualità dei territori migliori il Pil aumenterebbe di 2 punti
Tra gli sprechi presenti nella sanità, le misure di contrasto alla povertà percepite, invece, da famiglie abbienti e la quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza, l’Ufficio studi della CGIA ha stimato in almeno 16 miliardi di euro all’anno le uscite che l’Amministrazione pubblica italiana potrebbe risparmiare se funzionasse con maggiore oculatezza. Se, inoltre, si potesse quantificare anche la spesa riconducibile ai falsi invalidi, a quella riferita a chi percepisce deduzioni/detrazioni fiscali non dovute o alla cattiva gestione del patrimonio immobiliare, molto probabilmente lo Stato, nel suo complesso, potrebbe risparmiarne altrettanti. Una montagna, quella degli sprechi della nostra Pubblica amministrazione, che, secondo la CGIA, assume una dimensione ancor più preoccupante se si tiene conto dei dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale: se la nostra Amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità nella scuola, nei trasporti, nella sanità, nella giustizia, etc. che ha nei migliori territori del Paese, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti (ovvero di oltre 30 miliardi di euro) all’anno.
“Dopo aver approvato in fretta e furia una legge di Bilancio molto generosa sul fronte delle uscite – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – ora, dopo la richiesta da parte