La più grande sfida che sta oggi di fronte all’umanità è quella di distinguere
la realtà dalla fantasia, la verità dalla propaganda. Capire la verità è sempre
stato un duro impegno per la specie umana e oggi, nell’era dell’informazione,
ciò assume un’urgenza e importanza speciale. Un esempio di questo è
l’ambientalismo. Siamo fermamente convinti della necessità di uno stile di vita
compatibile con la salvaguardia dell’ambiente. Questo problema va però
affrontato nella realtà, in modo non ideologico. Oggi l’ambientalismo è
diventato uno dei principali culti del mondo occidentale, con i suoi miti, le
sue cerimonie, i suoi credenti. Anche per essi c’era una volta un mitico Eden,
un Paradiso in cui l’uomo era in stato di grazia con la natura. L’uomo ha poi
mangiato la mela della conoscenza e c’è stata la caduta dallo stato di grazia;
è cominciato l'inquinamento del pianeta. Oggi sappiamo molto di più che in
passato sul mondo e la sua storia, e ciò smentisce molti miti sulla natura.
Sappiamo che non ci fu mai un Eden, ci fu invece la mortalità infantile
all’80’%, mentre la vita media era intorno ai 40 anni. Tutto ciò avveniva in
America appena 100 anni fa. Le epidemie mietevano milioni di persone e altri
milioni ne morivano per fame in tutto il pianeta. L’aggettivo “naturale” è
diventato un'etichetta per vendere qualunque cosa: cibo, tessuti, vacanze.
Nessuno in realtà però vuole tornare alla natura. I contadini e montanari
conoscono la natura, non certo i