Brutto
segno per chi vede il futuro energetico del pianeta nelle sole fonti
rinnovabili, se un sostenitore come Obama comincia a portare in tribunale le
società che producono la corrente con il vento. Il presidente è uno che non si
fa scrupoli nel far rispettare solo le leggi che gli piacciono, e per esempio
ha di fatto abolito le deportazioni degli immigrati clandestini sotto i 30 anni
con un editto dell’esecutivo, incurante che la legge federale sia chiara e non
faccia eccezioni. E anche nel caso della legge chiamata Migratory Bird Treaty
Act, Trattato sulla Migrazione degli Uccelli, che e’ addirittura del 1918 e che
considera un reato federale uccidere i volatili di piùdi mille specie protette,
negli ultimi decenni i governi, compreso il suo, si erano sempre limitati ad
applicare il Trattato per querelare, punire, multare le società produttrici di
gas e petrolio. Adesso, ed è lo stesso Ministero della Giustiza a rimarcarlo in
un comunicato stampa, è toccata per la prima volta, da quando c’è il governo
Obama, ad una azienda di energia eolica la incriminazione per aver ucciso 14
aquile reali e altri 149 uccelli di specie protette con le pale di due suoi
impianti. La ditta accusata, una sussidiaria della Duke Energy, con un accordo
in cui ha riconosciuto la sua colpevolezza ha accettato di pagare un milione di
dollari senza arrivare al giudizio del tribunale. Che il doppio standard
praticato fin qui a favore delle società eoliche sia finito è sicuramente un
fatto di giustizia, ma, come fa notare sul Wall
Street Journal Robert Bryce, esperto di politiche energetiche del
pensatoio Manhattan Institute,
potrebbe anche essere l’avvisaglia del riconoscimento da parte del verde Barack
che la “bolla ambientalista” stia ormai sgonfiandosi. Da