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martedì 3 gennaio 2012

I TECNICI SUPER PAGATI, INVECE DI INIZIARE DAI TAXISTI E FARMACISTI, RIDUCANO I “RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI” CHE IN REALTA’ SONO UN FINANZIAMENTO PUBBLICO (VIETATO DA UN REFERENDUM DEL ’93, QUINDI ILLEGALE).

Che le misure per la famosa «crescita» debbano assolutamente cominciare dalla liberalizzazione dei taxisti e dei farmacisti, è cosa che sfida il ridicolo e offende l’intelligenza. Eppure è questo che il governo Monti, detto «dei tecnici», sta facendo. Ci dicono che il taxi costerebbe meno a noi risparmiatori: ma anche fosse, quanto incide la spesa dei taxi nel bilancio di una famiglia? Quanto farebbe crescere l’economia, un risparmio di questo genere? Certo, per le persone normali i caro-taxi incide assai meno che i raddoppio dell’ICI, il rincaro dei carburanti e l’aumento dell’IVA, che si riflette duramente in rincari di tutte le merci. Lo stesso vale per la liberalizzazione degli avvocati o delle farmacie: d’accordo, vanno fatte, ma non sono certo queste le misure che innescheranno il «rilancio» e faranno tornare l’economia a crescere. Molto più efficace sarebbe, poniamo: O ridurre i cosiddetti «rimborsi elettorali ai partiti» che in realtà sono finanziamento pubblico (vietato da un referendum del ‘93, quindi illegale) e che oggi superano enormemente le spese effettivamente sostenute, tanto più che i partiti stessi se li aumentano ad ogni elezione. E costano miliardi, come mostra la tabella estratta dalla Corte dei Conti:

In queste tabelle sono riportati i contributi statali attribuiti al complesso dei partiti a partire dal 1994, nelle varie tornate elettorali.   O ridurre i sussidi pubblici per le energie rinnovabili (che spesso nascondono favori fatti ad amici degli amici) e che ci costano circa 8 miliardi l’anno. Solo il sussidio ai «produttori di energia elettrica a metano» è costato ai cittadini, fino ad oggi, 40 miliardi di euro. Quanti taxisti, avvocati e commercialisti bisogna liberalizzare, per compensare un simile spreco?
Per un vero rilancio dell’economia, più che disciplinare i taxisti, servirebbe la tempestività dei pagamenti che il settore pubblico deve ai privati: in Germania e Francia Stato, comuni, enti pubblici in genere devono pagare i fornitori, obbligatoriamente, a 30 giorni. In Italia, dopo 9-18 mesi che gli imprenditori non vedono i soldi dovuti, pressati dalle banche e da Equitalia (che esige l’IVA su quei pagamenti ancora non realizzati) finisce che si suicidano. È un danno per la famosa crescita.