Caos sotto il cielo (dei
giornaloni). Bilancio spassionato di una sconfitta che non c’è. Forza Italia ha
corso solo in quattro comuni su 140, ma non lo dice nessuno, e si fa la media
con il totale dei votanti. Rimboccarsi le maniche invece di stracciarsi le
vesti. Nota bene: nessun voto è passato da Forza Italia al Pd. E Renzi? Si
sgonfia, i democrat tornano a dimensioni bersaniane: il caso esemplare di
Trento. Necessità di uno strumento come il Partito repubblicano, guidato da
Berlusconi. Per una lunga marcia di riconquista
SI RICOMINCIA. Invece di
stracciarsi le vesti, conviene rimboccarsi le maniche. Ma è il caso di rimboccarsi anche il
cervello, conservando una sana razionalità, così da proporre un bilancio
spassionato dei dati veri.
Le cifre sono quelle che sono, e impongono di
raddrizzare il giudizio su quanto davvero è accaduto. La lista di Forza Italia
era presente solo in quattro comuni su 140, fare quindi dei paragoni con
precedenti consultazioni elettorali è sbagliato e fuorviante. E anche in quei
quattro comuni va tenuto conto di un contesto preciso: il Trentino
Alto Adige.
Qui nelle elezioni locali abbiamo concorso con liste civiche, e il risultato è
in realtà sorprendente (in senso positivo).
In realtà Forza Italia in Trentino ha preso
più voti che in passato. Diverso è il caso di Bolzano, che da sempre è una
città attraversata da umori autonomistici e da serie questioni localistiche.
Dunque occhio a organizzare il funerale a Forza Italia e a Berlusconi sulle basi
di un test taroccato dalla cattiva informazione.
Detto questo, non rinunciamo ad un’analisi
severa.
Nell’ambito del centrodestra la Lega ha ottenuto risultati
importanti, duplicando o triplicando i voti. Hanno certo attinto al nostro
bacino, altri si sono astenuti. Di certo Renzi non ha assolutamente
sfondato al centro. Non ci ha portato via un solo voto. Da queste osservazioni
occorre ripartire, perché se ne esca con una linea politica e di impatto
comunicativo più acuminata. Nessuno tra i nostri elettori è nostalgico del
Nazareno e ci vorrebbe col capo cosparso di cenere a piatire un ruolo da
vassalli della marcia renziana. Ai nostri questa faccenda di stare come ospiti
minori per spartirci le briciole del bottino delle vittorie altrui, proprio non
piace. Semmai, ancora oggi non abbiamo saputo convincere i moderati e quelli
che vedono in Renzi un pericolo, della nostra saldezza in una posizione di
respingimento delle profferte del Giglio carnivoro. Talune interviste che
manifestano una certa disponibilità di accondiscendenza alle tattiche di Renzi
e Tonini al Senato, possono aver contribuito a sospingere verso la Lega alcuni
dei nostri. Il resto del terreno da recuperare con una conquista palmo a
palmo, ostinata, senza tregua, si situa nel vasto campo dell’astensione. Siamo consapevoli: la
nostra immagine di divisione non rassicura. E’ importante però notare quello
che i commentatori, pronti a infierire su Forza Italia e a esaltare la Lega,
hanno occultato alla bell’e meglio. Prendiamo una città come test, quella con
il più alto numero di abitanti tra quante sono andate alle urne.