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venerdì 6 febbraio 2015

CORSI E RICORSI. POMPEI CONTINUA A CROLLARE. MA L’UNICO A PAGARE FU BONDI


Uno smottamento di terreno ha interessato parte del giardino della Casa di Severus. Nel 2008, per un incidente simile, il Pd chiese la testa del ministro dei Beni Culturali

È la classica buccia di banana sulla quale, prima o poi, finiscono di scivolare i ministri dei Beni Culturali nostrani. Quando nello sterminato sito archeologico di Pompei si verifica un crollo, complice il maltempo, gli annunci e i proclami di imminenti (se non addirittura in fieri), magnifici e superfinanziati grandi progetti di riqualificazione, si sgonfiano come un soufflè mal riuscito e gli entusiasmi sembrano sbriciolarsi assieme alle antiche pietre. L’impressione generale è che alla politica del fare manchi sempre un tassello per partire. Intanto, però, Giove Pluvio fa danni. Prevale la sfiducia e un senso di impotenza ma i malumori, di solito, durano poco. E si ricomincia come prima. Anche ieri si è registrato un crollo a causa delle forti piogge. Uno smottamento di terreno ha interessato parte del giardino della Casa di Severus, lungo il costone roccioso meridionale. Una parte del muro di contenimento del giardino è collassata. «L’area interessata dallo smottamento è già parte del programma di messa in sicurezza della Regio VIII previsto dal Grande Progetto Pompei» si è affrettata a spiegare la Soprintendenza. Fine delle comunicazioni. Il ministro dei Beni Culturali Franceschini non ha proferito parola.
Non andò così, però, nel novembre di cinque anni fa quando alcune infiltrazioni d’acqua fecero tracollare la Schola Armaturarum lungo la via dell’Abbondanza. Quella volta fulmini e saette colpirono Sandro Bondi, del Pdl, il ministro della Cultura dell’allora governo Berlusconi. Contro di lui si scagliarono circa duecento parlamentari del Pd e dell’Italia dei Valori, Udc (appoggiati sotto sotto dai finiani del Fli). I