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mercoledì 3 febbraio 2016
DEFICIT DI COMPRENDONIO
Davide Giacalone - La Commissione europea contesta al governo italiano un deficit di comprendonio. Mentre la risposta che ci invia non significa affatto che i 231 milioni che verseremo alla Turchia, a valere sui 3 miliardi complessivi che riceveranno dall’Unione europea, non andranno a pesare sul deficit. Peseranno e diventeranno debito. Significa solo che non saranno contabilizzati ai fini del patto di stabilità. Per il resto, sono problemi nostri. Ancora venerdì scorso, nel corso della conferenza stampa con il cancelliere della Repubblica federale tedesca, il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, dopo avere chiamato per nome proprio un bel po’ di governanti europei, volendo così testimoniare una scioltezza e una confidenza che, alla lunga, diventano imbarazzanti, ha poi rivolto una sfida alla Commissione: noi siamo pronti a dare i soldi alla Turchia, ma abbiamo chiesto di sapere, anche per le vie brevi, come saranno contabilizzati, senza che sia ancora giunta risposta. Il tono, in quel passaggio, si allontanava dalla familiarità dei colleghi in gita aziendale, non si rivolgeva più ad Angela e François, ma diveniva severo: poffarbacco, rispondetemi. Ed ecco la risposta: quei soldi non vanno a pesare sul patto di stabilità, così come vi abbiamo già scritto, nella nota di accompagnamento, alla fine di dicembre. Della serie: se almeno leggeste, si potrebbe evitare di ripetere le stesse cose. Se si volevano irritare gli interlocutori, senza ottenere nulla che non fosse già stabilito, non si poteva trovare via più efficace.
martedì 2 febbraio 2016
E IO PAGO: LA BOLDRINI SALVA I BARBIERI DELLA CAMERA PROMOSSI ASSISTENTI PARLAMENTARI A 140MILA EURO L’ANNO
Negli ultimi anni il Reparto Barberia della camera ha ridotto gli
introiti, 90mila euro circa a fronte di un costo di 500mila euro per il
bilancio di Montecitorio, ovvero 400mila euro in perdita. Si calcola che taglino
i capelli non più di 23 volte alla settimana, in tutto. Una soluzione andava
trovata. Come scrive il quotidiano "Il giornale", la trattativa è
finita a tarallucci e vino, con una delibera del massimo organo interno di
Montecitorio che tiene aperto l' indispensabile servizio di barberia per gli
onorevoli (esteso per pari opportunità, su indicazione della Boldrini, anche
alle deputate come servizio di parrucchiere), con la differenza che i barbieri
in servizio non saranno più sette, ma quattro. E gli altri tre? Qui sta il
colpo di genio. I tre barbieri in esubero da domani diventeranno «assistenti
parlamentari». In altre parole verranno promossi,
perché l' inquadramento dei barbieri alla Camera è quello di «operatore
tecnico», livello più basso rispetto all'«assistente parlamentare», a cui si
accede per concorso come per le altre qualifiche. Lo stipendio? Più o meno lo
stesso, intorno ai 140mila euro l'anno.
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