Tra i due Mattei scegliamo quello
della Lega. Meglio le felpe della volpe.
Le prime, una volta indossate, si piegano e si
rimettono nell’armadio. Le seconde – come ha più volte ricordato il presidente
dei deputati Renato Brunetta parafrasando Craxi – “finiscono in pellicceria”.
Scegliere le felpe del , però,
Matteo leghista non vuol dire indossarle.
Ognuno ha il suo abito e il suo habitat.
metta pure le felpe, noi preferiamo
Salvini il doppiopetto di Berlusconi.
Rispettiamo chi insegue il tema del momento, ma
siamo anche convinti che un solido progetto di governo si fondi sulla guida
prima che sull’inseguimento, su una visione organica prima che estemporanea.
Felpe e doppiopetto possono convivere, certo. Ma
non a tutti i costi.
La nostra identità è e rimarrà
convintamente contrassegnata dall’adesione ai valori del di cui, da Partito
Popolare Europeo sempre, rappresentiamo l’anima più popolare e meno populista; all’interno del quale ci
battiamo da sempre (anche a caro prezzo) contro le derive nordiche ed
egoistiche della Merkel.
Al di là del dibattito da fashion blogger su
felpe, camicie, giacche e accessori di sorta sarebbe opportuno tornare alla realtà
e capire quale grave errore sarebbe cambiare le squadre che hanno vinto
governando bene regioni come il Veneto e la Campania.
“Impostare il confronto sulle prossime
alleanze per le regionali come un continuo ultimatum a Forza Italia – ha
osservato ieri la responsabile della comunicazione di Forza Italia, Deborah
Bergamini –
è il modo peggiore per avviare un percorso che riporti insieme tutte le forze
del centrodestra e per organizzare un’alternativa valida alla sinistra di
Renzi. Tutto ciò non rende merito alla nostra storia né alle aspettative dei
nostri elettori”.