Visualizzazione post con etichetta Forza Italia Ravenna; Rai; io pago. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Forza Italia Ravenna; Rai; io pago. Mostra tutti i post

martedì 3 novembre 2015

GRAZIE AL CANONE IN BOLLETTA LO STATO PAGHERA’ LA RAI AI ROM


Da Milano a Roma e Bologna la luce dei campi nomadi è a carico dei Comuni. L'esborso vale anche per i morosi dove c'è il contatore
Agli italiani, è cosa nota, pagare il canone Rai non è mai piaciuto. Difficile dargli torto vista la qualità del servizio. Da gennaio prossimo, però, dovranno metter mano al portafoglio anche per il televisore dei rom. Non appena la legge di Stabilità passerà l'esame del Parlamento, il canone verrà inserito nelle bollette elettriche. E così a versare l'odiato obolo a nome dei nomadi saranno i contribuenti italiani. Come? Continuando a pagare la luce dei campi rom. In molte città italiane le utenze degli accampamenti sono infatti a carico dei Comuni. In alcuni casi le fatture arrivano direttamente all'indirizzo del municipio. In altri, nonostante le roulotte abbiano i loro contatori con contratti nominali, i sindaci si adoperano a colmare la morosità di chi non riesce a pagare l'elettricità. In entrambi i casi nel totale rientrerà anche il canone Rai. A Bologna, nel 2014, Merola (Pd) ha versato 41.031,55 euro per il campo di Borgo Panigale, a fronte di soli 9.197,60 euro pagati dai nomadi. L'illuminazione delle baracche di Savena, invece, è costata 9.533,41 euro, cifra scesa nel 2015 a 1.807,22 euro. I rom sono ora autosufficienti? Neanche per sogno. «Al quartiere Navile - sottolinea Marco Lisei, consigliere comunale di Fi - le bollette arrivano al Comune: gli utenti dovrebbero dare un contributo, ma dal 2007 su 880.083 euro ne hanno versati solo 23.073». «Per porre rimedio - precisa Lisei - in due campi sono stati realizzati gli allacciamenti alle piazzole. Ma il risultato è lo stesso: quando loro non pagano perché “indigenti”, arriva in soccorso il comune». E così nel calderone dei regali finirà anche il canone Rai. «È inaccettabile - conclude Lisei - che solo perché si è nomadi si acceda a privilegi dai quali i normali cittadini sono esclusi».