Da Milano a
Roma e Bologna la luce dei campi nomadi è a carico dei Comuni. L'esborso vale
anche per i morosi dove c'è il contatore
Agli italiani, è cosa
nota, pagare il canone Rai non è mai piaciuto. Difficile dargli torto vista la
qualità del servizio. Da gennaio prossimo, però, dovranno metter mano al
portafoglio anche per il televisore dei rom. Non appena la legge di Stabilità
passerà l'esame del Parlamento, il canone verrà inserito nelle bollette
elettriche. E così a versare l'odiato obolo a nome dei nomadi saranno i
contribuenti italiani. Come? Continuando a pagare la luce dei campi rom. In
molte città italiane le utenze degli accampamenti sono infatti a carico dei
Comuni. In alcuni casi le fatture arrivano direttamente all'indirizzo del
municipio. In altri, nonostante le roulotte abbiano i loro contatori con
contratti nominali, i sindaci si adoperano a colmare la morosità di chi non
riesce a pagare l'elettricità. In entrambi i casi nel totale rientrerà anche il
canone Rai. A Bologna, nel 2014, Merola (Pd) ha versato 41.031,55 euro per il
campo di Borgo Panigale, a fronte di soli 9.197,60 euro pagati dai nomadi.
L'illuminazione delle baracche di Savena, invece, è costata 9.533,41 euro,
cifra scesa nel 2015 a 1.807,22 euro. I rom sono ora autosufficienti? Neanche
per sogno. «Al quartiere Navile - sottolinea Marco Lisei, consigliere comunale
di Fi - le bollette arrivano al Comune: gli utenti dovrebbero dare un
contributo, ma dal 2007 su 880.083 euro ne hanno versati solo 23.073». «Per porre
rimedio - precisa Lisei - in due campi sono stati realizzati gli allacciamenti
alle piazzole. Ma il risultato è lo stesso: quando loro non pagano perché
“indigenti”, arriva in soccorso il comune». E così nel calderone dei regali
finirà anche il canone Rai. «È inaccettabile - conclude Lisei - che solo perché
si è nomadi si acceda a privilegi dai quali i normali cittadini sono esclusi».
Anche a Milano i rom
potranno guardare Che tempo che fa senza sborsare un soldo. «In alcuni casi per
la distribuzione dell'energia elettrica il comune ha stipulato dei contratti
che paga interamente - racconta Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale
azzurro - in altre situazioni invece gli intestatari del contratto sono le
famiglie rom». La fregatura sta nel fatto che il più delle volte i nomadi non
corrispondono il dovuto e così la società erogatrice A2A ci rimette.
«L'amministrazione - continua De Pasquale - ha chiesto ad A2A di non adire le
vie legali e così è Palazzo Marino a dover pagare la luce ai rom».
A Roma il ritornello non
cambia. Lo conferma il responsabile immigrazione di FdI, Giorgio Mori, che cita
funzionari di Roma Capitale: «In alcuni campi il Campidoglio è titolare dei
contratti dei campi regolari e tollerati. È anche moroso, tanto che Acea ha minacciato
più volte di staccare la corrente». Senza contare che in tutta Italia rom
milionari dichiarano di essere nullatenenti e ottengono così l'esenzione dalle
bollette elettriche. Nei mesi scorsi, per fare un esempio, la polizia locale ha
arrestato 73 finti poveri del campo nomadi di Castel Romano: ricchi ma con la
luce gratis (e ora anche il canone).
Si potrebbe andare avanti
lungo tutta la penisola. A novembre 2014 l'allora capogruppo della Lega Nord a
Genova, Edoardo Rixi, presentò una mozione per chiedere conto dell'esborso di
152mila euro in favore dei campi di via Adamoli e Bolzaneto. «A quanto ci
risulta – affermano dallo staff di Rixi - non sono stati mai chiesti rimborsi
ai nomadi».
E così, inserendo l'odiato
canone Rai in bolletta, Matteo Renzi ci farà pagare anche quello dei rom. Gli
italiani ne sentivano davvero il bisogno.
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