Il
referendum può essere la nostra risposta a questa cattiva Europa. In Italia non
si può? Cambiamo la Costituzione e il centrodestra su questo tema è compatto.
Come dimostra la tabella sottostante, ben 22 Paesi europei adottano fin dagli
anni ’70 il referendum come strumento cogente per esprimersi su materie
europee, trattati e regolamenti Ue
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mercoledì 8 luglio 2015
martedì 7 luglio 2015
IL NO DELLA GRECIA
L’Unione europea deve cambiare. Da oggi si volta pagina,
speriamo se ne accorga anche Renzi
In Grecia ha vinto la democrazia e adesso in Europa nulla
sarà più come prima.
Adesso a Bruxelles e a Strasburgo si dovrà capire al più
presto cosa non funziona più, cosa questa Europa a trazione tedesca ha
sbagliato in tutti questi anni.
Occorre un nuovo inizio, con una nuova strategia inclusiva
e che oltre al rigore abbia lo sviluppo e il benessere dei popoli come
stella polare da seguire con assoluta determinazione.
Come si è arrivati a questo punto? Cosa ha portato il popolo
greco ad esprimersi in modo così chiaro e per qualcuno eclatante nonostante i
tanti ricatti cui è stato sottoposto?
Per spiegarlo ripropongo alcuni stralci della straordinaria
lettera scritta dal Presidente Silvio Berlusconi a 'Il Giornale' lo
scorso 2 luglio: “questa Europa sta facendo fallire il sogno europeo. Essere
davvero europeisti significa prenderne atto, e dirlo con chiarezza. (...)
L'Europa di fronte alla crisi si è rivelata clamorosamente inadeguata. Invece
di offrire una speranza per la ripresa, per lo sviluppo, si è limitata a
riproporre regole stupidamente rigide, che hanno peggiorato le difficoltà delle
economie più fragili. Alla Grecia l'Europa ha chiesto, giustamente, di
effettuare riforme strutturali, necessarie per quanto dolorose, ma al tempo
stesso le ha negato l'ossigeno per farle.
(...) La formula adottata dalle istituzioni europee e
internazionali di un rigore senza sviluppo, non soltanto non è accettata dai
cittadini di molti Paesi europei, ma è avvertita – a torto o a ragione – come
una scelta egoistica da parte dei Paesi più forti dell'Unione Europea.
Tagli alla spesa pubblica e crescita della tassazione,
insieme, determinano inevitabilmente effetti recessivi, ed è quasi impossibile
risanare i conti di un Paese che non cresce”.
Parole illuminanti scritte dal leader di Forza Italia quando
ancora non si conosceva, naturalmente, l'esito del voto nel referendum greco. Parole
quanto mai attuali oggi.
L'Europa ha sbagliato in questi anni, l'Europa deve cambiare.
Da oggi si volta pagina.
Speriamo se ne accorga anche il Presidente del Consiglio (si
fa per dire), Matteo Renzi.
RENATO BRUNETTA
lunedì 6 luglio 2015
GRECIA: UE DEVE CAMBIARE, DA DOMANI SI VOLTA PAGINA, SPERIAMO SE NE ACCORGA ANCHE RENZI
In Grecia ha vinto la
democrazia e adesso in Europa nulla sarà più come prima.
Adesso a Bruxelles ed a
Strasburgo si dovrà capire al più presto cosa non funziona più, cosa questa
Europa a trazione tedesca ha sbagliato in tutti questi anni. Occorre un nuovo
inizio, con una nuova strategia inclusiva e che oltre al rigore abbia lo
sviluppo e il benessere dei popoli come stella polare da seguire con assoluta
determinazione. Come si è arrivati a questo punto? Cosa ha portato il popolo
greco ad esprimersi in modo così chiaro e per qualcuno eclatante nonostante i
tanti ricatti cui è stato sottoposto?
Per spiegarlo ripropongo
alcuni stralci della straordinaria lettera scritta dal presidente Silvio
Berlusconi a 'Il Giornale' lo scorso 2 luglio: '’questa Europa sta facendo fallire il sogno europeo. Essere davvero
europeisti significa prenderne atto, e dirlo con chiarezza. (...) L'Europa di
fronte alla crisi si è rivelata clamorosamente inadeguata. Invece di offrire
una speranza per la ripresa, per lo sviluppo, si è limitata a riproporre regole
stupidamente rigide, che hanno peggiorato le difficoltà delle economie più
fragili. Alla Grecia l'Europa ha chiesto, giustamente, di effettuare riforme
strutturali, necessarie per quanto dolorose, ma al tempo stesso le ha negato
l'ossigeno per farle. (...) La formula adottata dalle istituzioni europee e
internazionali di un rigore senza sviluppo, non soltanto non è accettata dai
cittadini di molti Paesi europei, ma è avvertita - a torto o a ragione - come
una scelta egoistica da parte dei Paesi più forti dell'Unione Europea. Tagli
alla spesa pubblica e crescita della tassazione, insieme, determinano
inevitabilmente effetti recessivi, ed è quasi impossibile risanare i conti di
un Paese che non cresce'.
Parole illuminanti scritte
dal leader di Forza Italia quando ancora non si conosceva, naturalmente,
l'esito del voto nel referendum greco. Parole quanto mai attuali oggi.
L'Europa ha sbagliato in
questi anni, l'Europa deve cambiare. Da domani si volta pagina. Speriamo se ne
accorga anche il presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi.
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