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lunedì 15 ottobre 2012

IL CANALE DEI MOLINI, FOGNA A CIELO APERTO A CASTEL BOLOGNESE



Lo spettacolo che si presenta a chiunque superi il sottopasso di via Canale è da terzo mondo: un fetore che toglie il fiato, ed il Canale ridotto ad una fognatura, con l’acqua colma di liquami, dal colore grigiastro.
Così si presentavano anche ieri (le foto lo testimoniano) le acque dei canale dei Molini sotto la ferrovia: una fogna a cielo aperto.  Sì, una fogna perché in quel punto il Canale riceve le acque del Rio Via Cupa nel quale vengono riversate le acque nere di tutto Castel Bolognese, che invece dovrebbero confluire nel depuratore di Lugo! Fin dalla precedente legislatura ho interessato l’Amministrazione Comunale con interpellanze, foto, sms: Nulla: Ogni risposta si è persa tra il balletto di competenze (anzi di non competenze …) tra Comune, Hera e Consorzio di Bonifica. Poi ci si stupisce davanti a certe fogne che in Sicilia scaricano direttamente in mare, oppure ricordando che Milano (… ma solo quando la giunta è di centrodestra…) non ha un sistema completo di depurazione delle acque e più del 50% delle acque nere cittadine finiscono nel Lambro, poi nel Po.  Certo, non siamo Milano, ma con le nostre acque putride ammorbiamo Solarolo, Lugo, Alfonsine e le andiamo a scaricare nel Reno, quindi in mare. Poi vogliamo pensare all’utilizzo del molino di Scodellino?  Forse sarebbe meglio bonificargli l’acqua che vi passa sotto…. Paolo Grandi Consigliere PDL-LEGA-UDC

mercoledì 9 novembre 2011

E’ RAVENNA IL CENTRO DELLA BONIFICA IN ROMAGNA: NON SI PUO’ PORTARE VIA LA DIREZIONE

“Siamo molto preoccupati per il silenzio che sta calando sulla pretesa di alcuni politici di intervenire dall’esterno affinché il Consiglio del Consorzio di Bonifica della Romagna sposti la sede dello stesso da Ravenna a Cesena” è precisa la denuncia di Bazzoni, che chiarisce: “ ad un attacco così spudorato, che si era estrinsecato anche nella richiesta di imporre il nome del direttore, le istituzioni ravennati devono rispondere; mi aspetto che i miei colleghi Consiglieri regionali, il Sindaco ed il Presidente della Provincia onorino i loro ruoli prendendo una posizione chiara in difesa di Ravenna. L’attività di bonifica del Consorzio di fatto si concretizza in termini spiccati ed urgenti nell’area della pianura ravennate, dove il territorio è a carattere alluvionale e lagunare e dove la presenza di un intenso e costante lavoro di bonifica affonda le sue radici ai tempi di Augusto imperatore.  Ravenna ha più territorio sotto il livello di marea di quanto è quello totale di Cesena e non avrebbe senso mettere il “centro pensante” vicino alle colline, tanto più che le aree collinari dovrebbero essere affidate alle comunità montane, per la loro manutenzione.
Ravenna ed il suo territorio vivono grazie al continuo e massiccio intervento del pompaggio meccanico effettuato dalle idrovore e non si può negare che vi sia una prevalenza di fatto che non risiede nella posizione geografica baricentrica, come per l’area vasta sanitaria a Cesena, ma nell’importanza preponderante che la bonifica ha nel suo territorio e che non si riscontra negli altri territori. Già adesso le attività amministrative, di direzione, i rapporti interni e con i terzi, l’organizzazione degli uffici e l’attività degli organi, nonché la propulsione dell’attività di maggior rilievo fra le tre aree, si sta svolgendo a Ravenna e ciò deve essere riconosciuto formalmente con l’ufficializzazione della sede legale. Funzioni e servizi stanno emigrando da Ravenna, come è successo nella sanità e per la Banca d’Italia, con la città che sembra essere rassegnata, ma la bonifica per noi è troppo importante perché le istituzioni locali se ne disinteressino.”