Pubblichiamo la nota del
capogruppo di Lista per Ravenna. La
decisione del presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco,
di far decadere immediatamente le concessioni demaniali cinquantennali su cui
poggia il porto turistico di Marinara è di portata storica: innanzitutto
perché, al grido di “fuori i mercanti speculatori del tempio”, Di Marco fa
piazza pulita della selva di società, cooperative edilizie ed agricole,
manager, curatori e profittatori che, grazie ai favori e alla protezione delle
istituzioni pubbliche, hanno innalzato, spolpato e poi affossato il mostro
cementizio sulla spiaggia di Marina di Ravenna; ma soprattutto perché,
avvertendo che “la politica se ne deve star fuori”, egli apre nel PD un fronte
di guerra interno devastante, un Monte dei Paschi bizantino. Di Marco ne è
consapevole quando dichiara di essere disposto a dimettersi “se non si segue
questa linea” e afferma che è impensabile “che nel 2013 i problemi si possano
ancora risolvere con la politica”, anziché mettendoci “soldi, investitori,
gente con le competenze”. “FUORI DALLE
PALLE LA POLITICA”
Perché, se a Ravenna non può arrivare e restarci nessun presidente dell’Autorità portuale che PD non voglia, il PD non può dirsi estraneo agli ingranaggi con cui Marinara è stata impiantata, gonfiata e suicidata. La girandola societaria fu avviata dalla cooperativa edile CMR, che, dandosi e affondandosi nei porti turistici (Porto Reno compreso), ha realizzato Marinara. CMR ha partorito la società Seaser, concessionaria dell’acqua e del terreno demaniali su cui è sorta Marinara. La cooperativa agricola Sorgeva, dedicandosi a coltivare barche, ha acquisito l’87,5 per cento di Seaser. Tramite un accordo con Sorgeva, la fallimentare società pubblica Italia Navigando vorrebbe diventare proprietaria di Seaser. Grazie alla benevolenza del predecessore di Di Marco, Italia Navigando ha gestito Marinara fino a tutto il 2012 - non si sa a quale titolo - affidandosi alla società Marina Italia. Presidente di Seaser e di Italia Navigando, in conflitto di interessi, è Ernesto Abaterusso, ex parlamentare DS. La metà di Marina Italia è della società familiare di Alfredo Sandri, ex parlamentare dell’Ulivo e DS. Lo studio legale che segue Sorgeva è del sindaco PD di Ferrara. “Fuori dalle palle tutti”, dice Di Marco, dimostrando di averle. QUALI INADEMPIENZE, QUALI REATI Dovrà tirarle fuori. Gli sarà perdonato se, pur essendo arrivato appena un anno fa, si dimostrerà anche qualche suo ritardo, purché
Perché, se a Ravenna non può arrivare e restarci nessun presidente dell’Autorità portuale che PD non voglia, il PD non può dirsi estraneo agli ingranaggi con cui Marinara è stata impiantata, gonfiata e suicidata. La girandola societaria fu avviata dalla cooperativa edile CMR, che, dandosi e affondandosi nei porti turistici (Porto Reno compreso), ha realizzato Marinara. CMR ha partorito la società Seaser, concessionaria dell’acqua e del terreno demaniali su cui è sorta Marinara. La cooperativa agricola Sorgeva, dedicandosi a coltivare barche, ha acquisito l’87,5 per cento di Seaser. Tramite un accordo con Sorgeva, la fallimentare società pubblica Italia Navigando vorrebbe diventare proprietaria di Seaser. Grazie alla benevolenza del predecessore di Di Marco, Italia Navigando ha gestito Marinara fino a tutto il 2012 - non si sa a quale titolo - affidandosi alla società Marina Italia. Presidente di Seaser e di Italia Navigando, in conflitto di interessi, è Ernesto Abaterusso, ex parlamentare DS. La metà di Marina Italia è della società familiare di Alfredo Sandri, ex parlamentare dell’Ulivo e DS. Lo studio legale che segue Sorgeva è del sindaco PD di Ferrara. “Fuori dalle palle tutti”, dice Di Marco, dimostrando di averle. QUALI INADEMPIENZE, QUALI REATI Dovrà tirarle fuori. Gli sarà perdonato se, pur essendo arrivato appena un anno fa, si dimostrerà anche qualche suo ritardo, purché