IN TREMILA FIRMANO CONTRO ANTONIO INGROIA CHE DIFFAMA IL
MOVIMENTO AZZURRO. SUCCESSO OLTRE OGNI ASPETTATIVA. LO SPIRITO DEL 1992 NON
MUORE MAI.
È più che una adesione. La
quantità di firme che riceviamo per aderire alla causa civile contro il pm
Ingroia che ha sostenuto il parallelo mafia-Forza Italia senza portare uno
straccio di prova, dimostra che il partito delle libertà è tutt'altro che
morto. Ringrazio i lettori che stanno
aderendo all'iniziativa e sono certo che non siamo davanti a una operazione
nostalgia. È la prova che l'orgoglio di appartenere a un progetto politico a
suo modo rivoluzionario è ancora vivo, al di là delle delusioni contingenti. Il
fiume di firme dimostra che gli elettori sono meno depressi e rassegnati della
classe politica che li rappresenta. Forza Italia, e tutto ciò che rappresenta,
è ancora viva. Peccato che nessuno, nel partito, se ne renda conto. L'elenco
dei sottoscrittori, che non riusciamo a smaltire in diretta quotidiana,
meriterebbe una riflessione in queste ore convulse sul futuro del centrodestra.
Non servono operazioni ardite, inutile perdersi in alchimie politiche per lo
più incomprensibili e che, sono convinto, lasceranno il tempo che trovano in
quanto a risultati. La soluzione sarebbe più semplice di quanto si pensi se
solo qualcuno avesse il coraggio della semplicità: Forza Italia, meno Stato e
più libertà. Dietro ognuna di quelle firme c'è gente ancora disposta,
nonostante i fallimenti patiti, a scommettere che è possibile. E dopo la
sconfitta di Renzi (ti prego sindaco, non mollare e vai avanti che il futuro ti
appartiene) le alternative si sono ristrette, direi annullate. Per questo mi
piacerebbe che Silvio Berlusconi desse un occhio agli elenchi che ogni giorno
pubblichiamo. Dietro ogni nome ci sono italiani per bene che chiedono aiuto.
Che facciamo, presidente, li lasciamo soli? Alessandro Sallusti
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