di PAOLO MORELLI: IL RINNOVAMENTO alla Cassa di Risparmio
di Cesena, con l’estromissione quasi totale degli attuali amministratori eletti
nell’assemblea degli azionisti del 1° febbraio scorso (secondo le voci più
insistenti il Fondo interbancario che interverrà con 280 milioni lascerà al suo
posto al suo posto solo la presidente Catia Tomasetti) spazzerà via qualsiasi
impronta romagnola anche dalle società controllate che fanno parte del Gruppo
Bancario Cassa di Risparmio di Cesena. Sono società immobiliari che presidiano
la proprietà delle strutture strumentali all’attività bancaria, cioè che
ospitano le sedi della banca con gli uffici e le filiali, ma anche proprietà
derivate da garanzie fornite a fronte di finanziamenti non onorati dai
contraenti. SONO Unibanca Immobiliare, controllata al 100% dalla Cassa di
Risparmio, che controlla a sua volta l’Immobiliare San Piero e l’Immobiliare
San Giorgio. Poi c’è Carice Immobiliare (partecipata dalla Carisp al 51% e
dalla Fondazione al 49%) e infine la Società
Agricola Le Cicogne di Faenza. I bilanci 2014 di queste società (gli ultimi
disponibili, quelli del 2015 sono in approvazione in questi giorni, sul filo di
lana del 28 giugno, quando c’è la prima convocazione dell’assemblea degli
azionisti Carisp) si sono chiusi con sensibili perdite, in linea con quelli del
2013. In questi giorni gli amministratori e i revisori dei conti di queste
società vengono sollecitati a dimettersi perché saranno sostituiti. IERI pomeriggio
al cinema Aladdin è andata in scena l’assemblea indetta dai sindacati di
categoria aderenti a Cgil, Cisl e Uil: approvato a larga maggioranza (circa 300
mani alzate su 400 presenti, con 70 contrari e 30 astenuti) l’accordo per la chiusura di 17 filiali, due delle quali
a Cesena, dopo che altri tre sportelli erano stati chiusi nelle scorse
settimane. Una cinquantina di dipendenti saranno trasferiti anche a più di 50
chilometri di distanza. Polemiche accese poiché a molte persone che volevano
intervenire nella discussione non è stata data la parola. I TIMORI dei quasi mille dipendenti Carisp
riguardano il piano industriale 2016-2020 che ancora non è stato presentato: si
temono ripercussioni assai maggiori sulla rete degli sportelli (che tra poche
settimane scenderanno sotto quota cento dai 117 di fine 2015) e quindi
sull’occupazione. Si parla di una riduzione dell’organico di oltre cento
persone e sarà attivato il fondo esuberi che consente di accompagnare alla
pensione chi è negli ultimi cinque anni di carriera. Dal Resto del Carlino
Cesena
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