Rispondendo ad un mio
invito, la settimana scorsa in Commissione abbiamo incontrato, assieme al
Sindaco, il Presidente e la Direttrice di Centuria Rit, la società consortile che
gestisce gli spazi del “Parco
Torricelli” in via Granarolo. I vari corpi di fabbrica, di
proprietà comunale e della Fondazione Bertoni, sono stati dati in uso gratuito
a Centuria Rit, che vi svolge varie attività: ospita le lezioni del corso di
laurea in chimica dei materiali ceramici, presta consulenza per business plan,
brevetti e per la ricerca di finanziamenti per le imprese, gestisce
l’incubatore (cioè uffici e laboratori per ospitare imprese start up).Centuria Rit ha
ingenti costi fissi (circa € 500.000), sia per il personale (€ 400.000 circa)
che per le spese della struttura, che copre in parte (€ 200.000 circa) con i
contributi dei soci e, per il resto, con i contributi del Comune di Faenza
(circa € 30.000 complessivi oltre la quota consortile annuale di € 9.000), con
i canoni di locazione che percepisce dalle start up insediate nell’incubatore e
con i ricavi dei servizi di consulenza. Nel 2015 Centuria Rit ha avuto ricavi
totali per € 618.000, costi totali per € 600.000 circa, con un utile finale di
€ 18.000 circa. Centuria Rit ha
da anni vari problemi, strategici e operativi, che il sindaco Malpezzi non ha
mai affrontato, lasciando incancrenire una situazione inefficiente e
inefficace, con conseguente spreco di risorse comunali.
Partiamo dai fatti. A fine 2014 il Comune di Cesena (governato dal PD) ha abbandonato CENTURIA RIT, preferendo investire i suoi soldi su CesenaLab, una struttura che fa lo stesso lavoro, ma concentrato su Cesena: si tratta di un segnale importante e allarmante, passato sotto silenzio dal nostro Sindaco e dal PD locale. Gli spazi destinati all’incubatore delle start up è occupato in media al 70%, sia per carenza di start up sia perché Centuria Rit, che ha gli spazi a titolo gratuito, li concede in uso con canoni pari o superiori a quelli di mercato per uffici e capannoni similari. Per le consulenze e per le pratiche di contributo Centuria Rit chiede alle start up di pagare dei prezzi pari a quelli praticati
Partiamo dai fatti. A fine 2014 il Comune di Cesena (governato dal PD) ha abbandonato CENTURIA RIT, preferendo investire i suoi soldi su CesenaLab, una struttura che fa lo stesso lavoro, ma concentrato su Cesena: si tratta di un segnale importante e allarmante, passato sotto silenzio dal nostro Sindaco e dal PD locale. Gli spazi destinati all’incubatore delle start up è occupato in media al 70%, sia per carenza di start up sia perché Centuria Rit, che ha gli spazi a titolo gratuito, li concede in uso con canoni pari o superiori a quelli di mercato per uffici e capannoni similari. Per le consulenze e per le pratiche di contributo Centuria Rit chiede alle start up di pagare dei prezzi pari a quelli praticati
dalle associazioni di
categoria o dalle agenzie private. In sostanza Centuria Rit non
svolge una vera politica di sostegno alle start up, ma le attira per fare
cassa. Inoltre a Faenza e nei dintorni operano altri soggetti pubblico/privati
che fanno lo stesso lavoro, con sovrapposizioni e sprechi: la Fondazione di
Faenza gestisce il “FABLAB” presso i Salesiani (con spazi gratuiti per le start
up); il nostro Comune è socio di CONAMI che a Imola gestisce il Fondo
Strategico Territoriale e il laboratorio INNOVAMI, e l’elenco potrebbe
continuare a lungo. Il Presidente di Centuria Rit ha detto che da circa un anno
stanno cercando di trovare ipotesi di integrazione con realtà a noi vicine,
senza avere avuto risposte convincenti. Forse si arriverà ad una fusione con
RINNOVA, la società che cura questo settore a Forlì, ma potrebbe trattarsi di
un abbraccio mortale, viste le continue perdite di bilancio di tale società,
fino ad oggi ripianate dalla Fondazione ex bancaria di Forlì, che ne detiene il
99% del capitale.
In realtà non bastano le mere aggregazioni societarie, perché occorre andare al cuore del problema e cioè definire quali relazioni si possano attivare con i centri di ricerca universitari della nostra Regione (Bologna o altre): senza tale legame con i luoghi della ricerca e della conoscenza è inutile parlare di start up e di innovazione, perché resterebbe in piedi solo una piccola e costosa “cattedrale nel deserto” per elargire posti di lavoro e prebende, al di fuori di ogni progetto di vero sviluppo economico della nostra città. Ma di questo nessuno ne parla: vedremo se sarà o meno uno dei punti della fantomatica “conferenza economica” promessa da Malpezzi. Dott. Tiziano Cericola - Lista civica Rinnovare Faenza
In realtà non bastano le mere aggregazioni societarie, perché occorre andare al cuore del problema e cioè definire quali relazioni si possano attivare con i centri di ricerca universitari della nostra Regione (Bologna o altre): senza tale legame con i luoghi della ricerca e della conoscenza è inutile parlare di start up e di innovazione, perché resterebbe in piedi solo una piccola e costosa “cattedrale nel deserto” per elargire posti di lavoro e prebende, al di fuori di ogni progetto di vero sviluppo economico della nostra città. Ma di questo nessuno ne parla: vedremo se sarà o meno uno dei punti della fantomatica “conferenza economica” promessa da Malpezzi. Dott. Tiziano Cericola - Lista civica Rinnovare Faenza
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