Alvaro Ancisi - L'archiviazione
dell'indagine penale sulla ristrutturazione dell'ex orfanotrofio
Galletti in struttura ricettiva, avvenuta con fondi pubblici legati alle
iniziative per il Giubileo, conferma, da un lato, alla lettera, riguardo alle
responsabilità dell'archidiocesi, la posizione che espressi pubblicamente già
il 26 marzo 2010 sotto il titolo: "Il mio non luogo a procedere per mons.
Marchetti", ma anche le perplessità che, con lo stesso documento, avevo
manifestato riguardo ai comportamenti dell'amministrazione comunale. DEL
TRIBUNALE: Sull'ipotesi di distrazione dei fondi ad un uso diverso da
quello a cui lo Stato li aveva destinati, richiamai - come ora ha fatto
la magistratura - che il decreto del ministro dei lavori pubblici in data
aprile 2008, avente forza di legge, con cui furono ripartiti i fondi del
Giubileo, aveva stabilito il vincolo della "ricettività a basso costo, 1/2
stelle", compatibile dunque con un uso alberghiero di tale requisito.
Nessun dubbio al riguardo avrebbe potuto essere espresso a carico
dell'archidiocesi fino a quando la gestione del Galletti è stata direttamente a
suo carico, cioè a tutto il 2004, avendo essa rispettato non solo questo
vincolo, ma anche la destinazione a studentato, fissata nella concessione
edilizia rilasciata dal Comune per l'esecuzione della ristrutturazione
dell'immobile, e la successiva autorizzazione del Comune all'esercizio
dell'attività di "ostello per la gioventù" riservato a "studenti
universitari e turismo giovanile": anche questo certificato ora dalla
magistratura. Il rispetto del vincolo ministeriale, fermo restando quelli
impliciti, anche più stringenti, imposti dal Comune, è stato inserito
inequivocabilmente dall'Archiodiocesi come condizione inderogabile nel
contratto di affidamento della gestione, dal 2004 al 2016, stipulato con una
società esperta del ramo ad un prezzo corrispondente a quella della ricettività
a basso costo. Se mai, a seguito dell'uso sostanzialmente alberghiero avvenuto
successivamente da parte del nuovo gestore, la magistratura avrebbe dovuto
valutare se fosse stato compatibile con le caratteristiche di un albergo al
massimo a due stelle. La richiesta di archiviazione ha concluso "che i
costi delle camere sono compatibili con quelli ricettivi a basso costo e sono
del tutto in linea con la convenzione stipulata con il Comune" (per
l'esercizio ad ostello). DEL
COMUNE: Ma questo aggrava l'ambiguità che il Comune ha espresso e mantiene
riguardo al Galletti, non certo a carico dei due dirigenti tirati in causa ed
ora "assolti" per un aspetto del tutto accessorio della questione (se
gli oneri di urbanizzazione richiesti siano stati congrui
rispetto all'uso dell'immobile ristrutturato).
Tuttora il Galletti è autorizzato non come albergo, ma come ostello. Restano
l'abissale ritardo nell'approvazione, avvenuta solo nell'ottobre 2007, della
convenzione tra il Comune e il gestore privato, imposta dalla legge regionale
n. 16 del 2004, "per la regolamentazione delle condizioni di esercizio e
delle tariffe per la gestione dell'ostello Galletti Abbiosi", nonché il
fatto che sia sempre rimasta in bozza e mai stata deliberata l'altra
convenzione con l'Università e la Fondazione Galletti, obbligatoria ai sensi
della concessione edilizia originaria, vincolata alla destinazione a studentato
universitario di una parte dell'ostello. Accertato ormai che l'uso non è più ad
ostello, e tanto meno a studentato, il Comune ha trasformato, dal 2009, con
l'approvazione del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE), la destinazione
urbanistica dell'immobile ad albergo, senza però mai coerentemente modificare
l'autorizzazione commerciale ad ostello. A distanza di oltre tre anni, chiusa
la vicenda giudiziaria, ora dovrà farlo, non certo senza introdurre la
limitazione a due stelle. Ma proprio ieri la giunta comunale, facendo conoscere
l'entità dell'imposta di soggiorno che ha deliberato per le varie strutture
ricettive, ha stabilito che l'importo dell'Ostello della Gioventù (l'unico vero
esistente a Ravenna) è di un euro al giorno, così come per gli alberghi ad una
o due stelle, mentre quello per l'"ostello" Galletti è di due euro,
come per gli alberghi a tre stelle, tre stelle superior e quattro stelle.
Praticamente nello stesso giorno, di fronte alla sempre più perplessa opinione
pubblica ravennate, il Tribunale e il Comune di Ravenna hanno pubblicato due
"sentenze", l'una contraria all'altra. Il consigliere comunale di
(vera) opposizione non può dunque essere tacitato.
Nessun commento:
Posta un commento