SECONDO LA PROVINCIA I TAGLI , I
CRITERI PER LA DISTRIBUZIONE DEI FONDI AVREBBE CAUSATO GRAVI DANNI E…,. INTANTO
PER CAMBIARE COME FA SEMPRE LA REGIONE ROSSA, RICORRONO AL TAR ANCHE SE HANNO
VOTATO LA LEGGE.
RAVENNA - Mentre il decreto
sull’abolizione delle province pare caduto vittima della crisi di governo,
l’ente di piazza Caduti, nell’incertezza generale, ha provveduto a farsi i
conti in tasca. Conti che - stando all’istruttoria svolta dal Settore Affari
Generali e Bilancio - non tornerebbero. Tutta colpa - dicono ai piani alti di
piazza Caduti - dei tagli illegittimi imposti dall’esecutivo Monti con il
decreto del luglio scorso, meglio noto come decreto ‘spending review’. Tagli
contro i quali la Provincia di Ravenna, il 28 dicembre scorso, ha deciso di
ricorrere al Tar del Lazio citando in giudizio proprio il Governo. Il discusso
decreto, il 95 del 6 luglio 2012, convertito in Legge il 7 agosto, prescrive
che il fondo sperimentale di riequilibrio, quello che ha la finalità di
assicurare l’attribuzione dell’autonomia di entrata alle province, sia ridotto
di 500 milioni di euro per l’anno 2012, di 1.000 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2013 e 2014 e di 1.050 milioni di euro a decorrere dal 2015. Il decreto prevede, al contempo, che le riduzioni da imputare a ciascuna Provincia siano determinate
tenendo conto anche delle analisi effettuate dal commissario straordinario per
la razionalizzazione della spesa, dalla Conferenza Stato-Città ed Autonomie
Locali e recepite con Decreto del Ministero dell’Interno. L’atteso decreto
ministeriale, quello che ripartisce le riduzioni del fondo statale in
proporzione alle spese 2011 sostenute dalla Provincia per consumi intermedi
(spese desunte dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici
gestito dalla Ragioneria generale dello Stato), è stato emanato il 25 ottobre.
Esso taglia il fondo sperimentale
di riequilibrio dovuto nel
2012 alla Provincia di Ravenna della bellezza di 2.956.437,80 euro, riduzione
effettuata sulla base dei consumi intermedi rilevati prendendo come riferimento
i pagamenti effettuati dalla Provincia per l’acquisto di beni di consumo e/o
materie prime, per prestazioni di servizi e per l’utilizzo di beni di terzi.
Secondo l’ente di piazza Caduti, proprio l’utilizzo di tali criteri da parte
del Governo “avrebbe causato un danno grave alla Provincia di Ravenna”. Alla
luce di ciò, la giunta Casadio ha stabilito di promuovere apposita causa in
giudizio dando mandato ai legali Isotta Farina e Francesco Monaldi di
presentare ricorso al Tar del Lazio contro i tagli ai bilanci imposti dai decreti
governativi.
Che ci fosse aria di sommossa giudiziaria lo si poteva capire già nel novembre scorso, quando la giunta Casadio ha
sottoposto all’approvazione del Consiglio l’assestamento generale di bilancio
2012. L’assessore Ronchini, infatti, non era affatto stato tenero con
l’Esecutivo Monti: “Sul bilancio della Provincia - tuonava Ronchini - gravano
in maniera pesante i tagli alle risorse contenuti nella cosiddetta spending
review di agosto, che ha posto a carico delle Province sforzi inconciliabili con
la loro dimensione finanziaria e pregiudizievoli per la garanzia di servizi
alla collettività”. La cospicua tranche di tali tagli a carico della Provincia
è stata oltretutto quantificata con decreto ministeriale solo a fine ottobre,
“vanificando - precisava Ronchini - ogni logica di programmazione”. L’assessore
entrava poi nel dettaglio dei tagli: “le variazioni in diminuzione ammontano a
11.400.000 euro e riguardano per 3.000.000 la riduzione del fondo sperimentale
di riequilibrio conseguente al decreto sulla spending review (taglio che dovrebbe
raddoppiare nel 2013 ndr.), e per i restanti 8.400.000 minori trasferimenti
regionali destinati sia al finanziamento di spese correnti sia di investimento”.
Andrea Conti
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