martedì 31 agosto 2010

ACQUA BENE COMUNE NE PARLA IL PD: SPERIAMO RISPONDANO ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL PDL PRESENTATO AL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA

“Acqua: un bene comune… pubblico” è il titolo dell’iniziativa politica in programma domani, mercoledì 1 settembre, alla Festa Comunale del Partito Democratico di Faenza, in corso di svolgimento nel piazzale Pancrazi, in area Graziola. Parteciperanno l’onorevole Alessandro Bratti, membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, e Sabrina Freda, assessore Regionale all’Ambiente. Modererà l’incontro l’economista faentino Luciano Dal Prato. Auspichiamo che il PD risponda alla richiesta davanzata in consiglio comunale in merito all’acqua pubblica affinché le fonti dell’acquedotto ritornino di proprietà comunale, Faenza, Brisighella e Marrani cedute a suo tempo a CON.AMI, che in parte ha investito nel fallimento dell’autodrono di Imola. Leggi l’ordine del giorno del 12 giugno 2010
ODG PRESENTATO IN CONSIGLIO COMUNALE
Con un ordine del giorno presentato al Presidente del Consiglio Comunale di Faenza, Raffaella Ridolfi consigliere provinciale a Ravenna e capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale a Faenza chiede di riportare il Consorzio Val Lamone nella piena disponibilità gestionale dei Comuni di Faenza – Brisighella – arrani. Raffaella Ridolfi ricorda come nel maggio 1999 il Consorzio Acquedotto Val Lamone, costituito tra i Comuni di Brisighella, Faenza e arrani, deliberò il superamento del Consorzio stesso e, nel settembre successivo, il consiglio comunale di Faenza, a maggioranza, decise di recedere dal Consorzio Val Lamone e di conferire al Consorzio Ami di Imola gli impianti faentini “per un importo stabilito di sei miliardi”, impegnandosi inoltre a portare all’Ami anche gli impianti dell’intero ciclo delle acque, di proprietà Amf di Faenza, per un importo complessivo di 34 miliardi e 555 milioni, e la somma di 3 miliardi e 500 milioni attribuita dalla Stato al Comune per la discarica.

Come l’operazione, politicamente discutibile e giuridicamente precaria, finì per risultare di dubbia legittimità rispetto alla legislazione vigente” e che il sindaco di Brisighella, il 14 dicembre dello stesso anno, espresse nell’ambito dell’assemblea consortile la propria “netta contrarietà a sciogliere il Consorzio stesso”, ritenendolo “utile anche alla luce dei finanziamenti statali a cui poteva accedere”.
“L’inaspettata posizione dell’amministrazione di Brisighella creò così ulteriori contraddizioni e problemi ai Comuni di Faenza e arrani, che erano pronti a fare carte false pur di regalare tutto all’Ami” come le stesse amministrazioni di Faenza e arrani proposero la modifica della convenzione e dello statuto per fare posto ad Ami al fianco del Comune di Brisighella, senza revocare i precedenti “incompatibili” atti deliberativi; ed ancora ricorda che all’epoca la società Romagna acque avrebbe offerto esattamente il doppio per la quota faentina del Consorzio Acquedotto Val Lamone ed ancora oggi non si capiscono le motivazioni che portarono invece a vendere la quota, con delibera del Consiglio comunale di Faenza, al Consorzio Ami di Imola.
Raffaella Ridolfi conclude impegnando il Sindaco e la Giunta a farsi promotori, di concerto con i Comuni di Brisighella e arrani, di tutte le iniziative politiche ed amministrative tese a riportare nell’originale forma pubblica il consorzio acquedotto Valle del Lamone oggi fuori dal controllo diretto dei tre Comuni come anche la recente vicenda della società Formula Imola ha ampiamente riproposto. 

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