sabato 14 agosto 2010

PUGNALATO ALLE SPALLE CON AZIONI ILLEGALI E PRESSIONI INAUDITE, LA REGIA E‘ DELLA BANCA CONCORRENTE


UNA DICHIARAZIONE DEL DOTT. PIETRO BACCARINI
Nel mese di luglio si sono verificate tali e tante vicende, per certi versi incredibili, per cui ritengo opportuno, dopo avere mantenuto un doveroso silenzio per conoscere come sarebbero finite le battaglie che sono state combattute nei miei confronti dal Sindaco Giovanni Malpezzi e dal suo staff elettorale, esprimere il mio parere e la mia indignazione per i metodi con i quali si sono "buttate a mare" persone che per lungo tempo hanno lavorato per la città. Tuttavia, prima di entrare nel merito degli avvenimenti, voglio illustrare i più recenti dati di Banca di Romagna per sottolineare l'importanza raggiunta da questo istituto di credito, che qualcuno vorrebbe limitare se non addirittura eliminare dalla competizione economica e finanziaria della città di Faenza. Banca di Romagna, pur in un momento di crisi come questo, è cresciuta negli investimenti a sostegno delle imprese e delle famiglie di oltre il +18% in due anni; la fiducia nella Banca da parte della clientela ha portato poi la raccolta ad un +19%, l'occupazione del personale si è mantenuta a buoni livelli e ora abbiamo raggiunto il numero di 287 dipendenti. In questi ultimi due anni la Banca si è estesa anche in Veneto con filiali a Rovigo e Padova. Posso dire, sicuro di non essere smentito, che Banca di Romagna è protagonista delle principali operazioni finanziarie e di investimenti in provincia. Continuo è il rapporto con le cooperative di garanzia degli artigiani, commercianti, agricoltori, industriali, con interventi agevolativi mirati al settore dell'energia, delle piccole imprese e dei giovani. La sua crescita e presenza sul territorio è testimoniata da

alcuni numeri, nel 2002 Banca di Romagna aveva 26 Filiali solo a Lugo e Faenza, mentre ora è una delle Banche più dinamiche a Ravenna, Imola e Ferrara; la raccolta è passata da 575 milioni di euro a 1.189 milioni di euro, con un aumento di oltre il 120%, gli impieghi da 622 milioni di euro a 1.280 milioni di euro, con un aumento del 100%. Di questa crescita hanno beneficiato, con utili significativi, le nostre Fondazioni di Faenza e Lugo e i soci privati. Del lavoro fatto sono molto contento anche perché c'è stata una mobilitazione e un impegno del personale e della Direzione veramente eccezionali, che voglio ringraziare e complimentarmi per la serietà e professionalità sempre dimostrata.
Lasciare non è un problema, fa parte del normale ricambio nell'amministrazione degli organismi pubblici e privati, quello che mi ha lasciato sconcertato è l' aver constatato che mentre infuriava la guerra nei miei confronti, non c'è stata una sola persona che si sia fatta viva, anche telefonicamente, per dirmi qualcosa. Nelle relazioni fra le persone ci deve essere uno stile, dei comportamenti che possono far capire le ragioni degli altri. In due consigli era stato indicato il mio nome per i nuovi organi bancari ma azioni e interventi illegali, oltre che pressioni inaudite, hanno fatto cambiare opinione agli stessi che avevano ritenuto utile la mia presenza. I metodi usati non si sono mai visti a Faenza, anche quando le battaglie politiche erano molto più forti perché gli avversari avevano rispetto delle persone; in questo caso le pugnalate sono venute dagli amici.
D'altronde la mia Presidenza scadeva quest'anno e sarebbe dovuta passare a Lugo, bastava poco per evitare lo spettacolo che si è preferito allestire con regie ben individuate.
Si è voluto punire pesantemente, ma questo non riguarda solo la mia persona perché questo è successo ad altri prima di me, chi alle primarie è stato da un' altra parte e non ha votato Malpezzi.
Adesso cosa farò?
Voglio impedire che Banca di Romagna sia condizionata nel suo sviluppo perché l'azione svolta non può non essere ricondotta, per le regie che aveva e per le persone che si sono impegnate così furiosamente per distruggere quanto pazientemente era stato costruito, a uomini vicini alla Banca concorrente. Inoltre nessuno mi impedirà di svolgere un ruolo politico e amministrativo perché mi sento molto motivato e perché non ho mai misurato l'anagrafe per valutare le capacità delle persone e se mi guardo attorno non mi è difficile consolarmi. Purtroppo a Faenza ho visto una politica violenta che ha calpestato regole e statuti e questo mi fa paura perché i metodi che a parole alcuni contestano agli altri, sono ormai diventati una consuetudine soprattutto per certi giovani che alla politica chiedono solo posti di lavoro e di potere.Se questo sarà il metodo col quale la nuova amministrazione vorrà impostare il proprio lavoro, senza utilizzare le persone che hanno capacità e progettualità ma utilizzerà gli "yes men" della campagna elettorale, non mi vedrà certo dalla sua parte.

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