MAI UN GOVERNO DI SINISTRA AVREBBE PORTATO A COMPIMNETO UNA RIVOLUZIONE LIBERALE DI QUESTA PORTATA.
Cedolare secca al 21% per i contratti a canone libero e al 19% per quelli a canone concordato. Salta, invece, il bonus di 400 milioni di euro a favore delle famiglie numerose in affitto. Ma i proprietari immobiliari che opteranno per la tassazione forfettaria saranno obbligati a rinunciare per iscritto (con raccomandata con ricevuta di ritorno da inviare agli inquilini) alla possibilità di aumentare il canone di locazione.
E non potranno adeguarlo nemmeno all'indice Istat. L'ultima versione del decreto legislativo sul fisco municipale, presentata dal ministro Roberto Calderoli nella Bicamerale per il federalismo, rimescola nuovamente le carte sulla cedolare. E accontenta i comuni su tutta la linea.
Umberto Bossi del resto era stato chiaro: ai sindaci bisogna dare tutto per chiudere il prima possibile la partita sulla «madre di tutte le riforme», aveva detto il leader della Lega. E così è stato. I comuni avevano chiesto di poter tornare a usare la leva fiscale già da quest'anno per far quadrare i bilanci. E potranno farlo. Ma non tutti.
L'addizionale Irpef, congelata da Tremonti nel 2008, potrà essere aumentata negli enti che fino ad oggi applicavano un'aliquota inferiore allo 0,4%. Chi non l'aveva ancora introdotta potrà farlo, ma il tributo non potrà superare lo 0,4% né crescere in misura superiore allo 0,2% annuo. Come richiesto dai sindaci, sarà un dpcm da emanarsi in tempi stretti (60 giorni) a disciplinare la graduale cessazione del blocco. Ma se questo provvedimento non dovesse arrivare in tempo, i municipi potranno fare da sé in modo da far entrare in vigore gli aumenti già nel 2011. I comuni avevano anche chiesto certezze sull'aliquota dell'Imu, la nuova imposta municipale che dal 2014 sostituirà l'Ici sulle seconde case e l'Irpef fondiaria. E le hanno avute. Abbandonata l'idea di far definire dalla legge di stabilità o da un decreto il livello di tassazione, il nuovo dlgs depositato da Calderoli dà già i numeri: 0,76% di aliquota base che i comuni potranno aumentare (o diminuire) dello 0,3% o dello 0,2% se l'immobile su cui grava l'Imu è stato dato in affitto. Per gli immobili non produttivi di reddito fondiario, o posseduti da soggetti passivi Ires, l'aliquota dello 0,76% potrà essere ridotta fino alla metà.