mercoledì 19 gennaio 2011

LETTERA APERTA DI RODOLFO RIDOLFI AI RESPONSABILI DELLE ISTITUZIONI DELLA REGIONE E DELLA PROVINCIA DI RAVENNA: COMMEMORARE IL GRANDE STATISTA BETTINO CRAXI NEI MODI E NELLE FORME APPROPRIATE.

Mercoledì 19 gennaio ricorre l’undicesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo, uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l'affermazione della modernizzazione nel nostro Paese, uno degli interpreti più originali ed autorevoli, degli ultimi trent’anni di vita politica italiana e del riformismo autonomista, come già lo furono Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Alle idee ed ai propositi di Craxi statista e politico oggi si ispirano gran parte dei protagonisti e delle forze politiche democratiche che animano il confronto politico ed istituzionale del nostro Paese. Anche una parte consistente di quelli che lo derisero, lo insultarono e si resero protagonisti, attraverso i metodi che oggi cominciano ad emergere in tutta la loro odiosa evidenza, del suo esilio, dopo averlo ingiustamente indicato come l’unico “capro espiatorio” della corruzione politica in Italia. Da anni chiediamo, inascoltati che anche la Regione, la Provincia di Ravenna ed i Comuni rendano omaggio, ad un grande italiano quale Bettino Craxi è stato e contribuiscano a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana. “Sarà per me molto difficile dimenticare quel pomeriggio di mercoledì 19 gennaio di undici anni orsono quando nel corso della seduta del Consiglio regionale giunse la notizia della morte di Bettino Craxi che cercai di




comunicare all’aula pensando che quell’aula avrebbe espresso almeno comprensione per il dolore di quella parte d’Italia che fin d’allora si senti orfana di uno dei più grandi ed illuminati statisti dell’Italia repubblicana. L’amarezza e lo sdegno che mi procurò la rozza reazione di una parte dell’aula e di un assessore regionale, insieme all’indifferenza di tanta parte di chi rimase in silenzio, è anch’essa difficile da rimuovere. Chiesi inutilmente che ai funerali di Craxi la Regione partecipasse con il suo gonfalone, lo trovavo naturale e doveroso per una maggioranza regionale che, dopo la caduta del muro di Berlino, diceva di essersi ravveduta e si richiamava più volte ai principi del socialismo democratico europeo, del quale Craxi era indubbiamente uno dei più coerenti e moderni interpreti. La risposta fu la stessa negativa che avevo ottenuto quando avevo chiesto di ricordare degnamente, nell’ambito delle istituzioni regionali, un’altra grande figura di socialista democratico e liberale: Giuseppe Saragat. Ad undici anni di distanza dalla scomparsa di Craxi in esilio, non può essere sfuggito a nessuno come i commenti della stampa accreditino l’accanimento e la persecuzione nei confronti di Craxi come una anomalia della vita politica italiana, tralasciando tuttavia di annotare che è una troppo ricorrente e sistematica abitudine della cultura comunista, rappresentare l’avversario come un essere malvagio, corrotto ed ingiusto. Fu così per De Gasperi, Scelba, Saragat e Fanfani. E’ oggi così, per il presidente Berlusconi. Le Istituzioni non possono ignorare o sottovalutare questa doverosa ricorrenza e prima o poi dovranno e vorranno ricordare il grande statista nei modi e nelle forme più appropriate. *Componente il Coordinamento Provinciale e Regionale del Pdl. Consigliere Politico del Ministro Renato Brunetta

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