martedì 18 gennaio 2011

FAENZA CITTA’ DELL’ORGOGLIO SOCIALISTA: ALCUNE RIFLESSIONI A MARGINE DEL TRENTUNESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI PIETRO NENNI

Rodolfo Ridolfi*

Il faentino Pietro Nenni al quale è intitolata, nonostante i tentativi catto-comunisti della metà degli anni ’90, la piazza anticamente denominata “La Molinella”, moriva trentuno anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Craxi condurrà il PSI attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato a Faenza, isola bianca della Romagna, nel 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi. E’ quindi Faenza una città dell’orgoglio socialista, in cui si può anche applaudire tutti insieme Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat e riprendersi la rivincita storica contro il Pci. Anche il Pdl partecipa a questo ricordo perché ha dalla sua la realtà dei numeri e dei consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 70% sceglie il PDL, il 20% si astiene e il restante 10 è diviso tra gli altri partiti. Parlare di Nenni


significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e paradossale situazione di fine anni '40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria (1956) Nenni si riavvicina a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via dell'autonomismo, giunge a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa diventando vice presidente del consiglio e poi ministro degli esteri. Subisce a sinistra la scissione del Psiup (1964) ma promuove nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi confermata, nell'ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Saragat assumerà ben presto posizioni molto moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d'Europa aprendo la strada all’autonomismo nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile 1948 sconfiggeranno duramente, il Fronte Democratico Popolare, il più grande errore di Nenni, la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi e da alcuni ex esponenti del Partito d'Azione, che fortunatamente si fermerà ad uno scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri del Partito d'Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: è questo il più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell'apertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti d'Ungheria del 1956, avevano abbandonato l'opzione frontista con i comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili, ad usurparne l’eredità. *Componente il Coordinamento Provinciale e Regionale del Pdl Consigliere Politico del Ministro Renato Brunetta

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