giovedì 14 febbraio 2013

OBIETTIVO MONTI: GRARANTIRE L’APPOGGIO AI SIGNORI DELLE BANCHE, I 130 POTENTI DEL BILERBERG CHE NEL NOVEMBRE SCORSO A ROMA GLI HANNO CHIESTO DI SCENDERE IN CAMPO.



Era il lontano sabato 13 agosto 1994 e La Stampa intervistò il futuro premier tecnico. Erano gli anni in cui l’appena nato berlusconismo sfornava i suoi sorrisi e le sue promesse di un milione di posti di lavoro subito. Mario Monti allora era un economista puro ed essendo tale si permetteva di dare anche consigli politici a Berlusconi. Di che tipo fossero lo vediamo subito. Il titolo centrale del paginone lascia intuire con che toni Mario Monti si rivolgeva a Silvio Berlusconi. Gli diceva chiaramente: “ Basta con i sorrisi adesso è l’ora di sacrifici”. Sacrifici, sacrifici e ancora sacrifici. Una parola che non ha avuto il timore di ripetere diciassette anni dopo da premier tecnico quando ha annunciato una manovra “lacrime e sangue” ma che non osa ripetere oggi, quando è proprio il suo operato a finire davanti alla Corte del Popolo che esprime il suo verdetto con il voto. Monti parlò chiaro. Secondo lui Berlusconi avrebbe dovuto approfittare dei primi giorni di luna di miele tra il suo governo e il popolo per varare le misure più scomode che erano niente altro che le parti più dure del piano economico.
“Il governo- dichiarò l’allora economista Mario Monti – alla sua nascita aveva di fronte due strade. La prima quella thatcheriana della politica aspra e dura annunciata prima e poi seguita. E quella del “consapevole tradimento” delle promesse elettorali del presidente argentino Carlos Menem eletto su una piattaforma peronista che successivamente ha capito che era nell’interesse del Paese fare una politica diversa. L’ha spiegato agli argentini e ha avuto nel ministro Cavallo un notevole ministro dell’economia e credo che oggi i cittadini siano quasi contenti di quel tradimento”. Parole forti quelle di Monti che ci lasciano capire quali potrebbero essere le sue intenzioni anche adesso. Annunciare tagli delle tasse a destra e manca per ottenere voti e poi cambiare la sua politica in corso d’opera. Non certo un buon biglietto da visita per un tecnico che improvvisamente si è trasformato in un politico.
PERCHÈ MONTI PROMETTE? OBIETTIVO UNICO: IL POTERE


Qual è allora lo scopo delle promesse elettorali di Mario Monti? Potrebbe essere quello di mantenerle e arrivare a un governo più equo socialmente. Noi però, alla luce dei “consigli amichevoli” che dava a Silvio Berlusconi pensiamo che le promesse di oggi potrebbero servire soltanto per acquisire consenso per andare al governo. Per recuperare i punti persi nei sondaggi soprattutto negli ultimi tempi.
Perché andare al governo? Per continuare a garantire il proprio appoggio ai signori delle banche, gli stessi di cui hanno lui e il governo tecnico ha fatto gli interessi per tredici mesi e accontentare i 130 potenti del Bilderberg che nel novembre scorso a Roma gli hanno chiesto di scendere in campo politicamente per continuare a tutelare i propri interessi.
I voti delle liste, almeno stando ai numeri delle scorse settimane, non gli permettono di ottenere nessuna maggioranza. Allora che pensa di fare? Assicurarsi un’alleanza con la coalizione Pd- Sel che gli permetta di ottenere quegli incarichi di prestigio ai quali aspira.
Per convincere gli italiani quale strategia migliore se non quella di promettere cose che poi non manterrà? Peccato però che Carnevale è appena finito e le strategie politiche stanno per uscire fuori con il loro vero volto.


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