Sono
passati ormai alcuni mesi da quando sono presenti nella proprietà della Chiesa
del Paradiso due camper occupati da famiglie Rom per così dire “invitate” dalle
associazioni Papa Giovanni XXIII e Caritas, così come scritto in una risposta
ad una mia interpellanza dall’Assessore alle politiche sociali. Nella zona lo
scontento è palpabile ed in molti non fanno mistero di non condividere l’azione
del parroco e delle due associazioni. Detto questo ognuno a casa propria nel
rispetto delle leggi vigenti invita ed ospita chi vuole ma per me devono essere
ben chiari alcuni punti. Spero vivamente che le persone “invitate” dalla due
associazioni, se non in grado di provvedere alle loro esigenze, saranno a
carico di queste e non si presenteranno tra qualche mese in Comune a chiedere
aiuti per il pagamento delle rette delle scuole, il pagamento della mensa
scolastica, la casa popolare, aiuti per i libri di scuola, convenzione per un
alloggio per persone anziane …etc etc. Se Caritas e G23 vogliono portare avanti
la loro missione caritatevole è giusto che lo facciano con le loro forze. A tal
proposito mi sia consentito dare un suggerimento, se vogliono essere degli
ospiti irreprensibili forse farebbero bene ad ospitare i loro invitati in
appartamenti di loro proprietà invece di lasciarli nelle roulotte.
Faccio
inoltre presente come a Roma proprio per delle roulotte concesse a famiglie Rom
sia montata una cocente polemica con la Comunità di Sant’Egidio. Vi è un altro
aspetto di interesse da puntualizzare da tempo sono stati definiti dei canali
di finanziamento europei molto cospicui dedicati all’etnia Rom. Se qualcuno
pensasse di potervi attingere richiamando in città carovane di famiglie Rom
sappia che noi vigileremo e non permetteremo l’assedio di Faenza. Ci sono già
in città 35 persone di etnia Rom residenti alle quali attraverso diverse
convenzioni, con forte dispendio di denari comunali, negli anni passati le
amministrazioni PD hanno cercato di dare aiuto nel miraggio dell’integrazione,
sposando la filosofia dei diritti di ogni individuo senza sposare la filosofia
del rispetto dei doveri e della legalità. Oggi quelle famiglie vivono
esattamente come nove anni fa, i loro figli più grandi non sanno ne leggere ne
scrivere nonostante abbiano “frequentato” le nostre scuole, le ragazzine
vengono date in sposa giovanissime spesso minorenni, guidano per le nostre
strade senza patente, sopravvivono non si sa come, permettendosi delle spese
che a molti italiani in questo periodo sono precluse, non si curano di
mantenere gli spazi che occupano in modo adeguato e pulito, i loro documenti
quasi mai sono a posto. Raffaella RidolfI
Nessun commento:
Posta un commento