E se i profughi dalla guerra
invece di fuggire e chiedere ospitalità resistessero come i curdi? Ci sono
ragazzi di diciotto-vent’anni sulla scogliera di Ventimiglia. Perché invece
di resistere alla nostra polizia non danno forza alla resistenza? Gli
insegnamenti della storia . Due immagini contrapposte si rincorrono sui
media di tutto il mondo. Da un lato la vittoria curda a Tal Abyad contro l’Isis; dall’altro Ventimiglia. Nel
primo caso la bandiera gialla, con le insegne di un popolo in lotta, contro
gli orrori delle truppe del califfato nero.
Uomini e donne provati dal duro
scontro bellico, contro milizie sanguinarie. Le dita rivolte verso il cielo
nel segno della vittoria.
E l’adrenalina di chi sa di aver superato una prova tremenda.
Colpisce soprattutto il volto delle donne. La loro bellezza ostentata quasi
con irriverenza, contro il burqa che i fondamentalisti islamici avrebbe
voluto far loro indossare. In Italia, invece, giovani che si battono contro
la polizia, dopo le notti passate sugli scogli di quel lembo di terra ai
confini tra la Francia e l’Italia.
La solidarietà nei
confronti di questi ultimi è dirompente. Decine di cittadini, sia italiani
che francesi, che si affollano su quelle strade per portare viveri e generi di
prima necessità. Nelle loro facce la condanna, spesso silenziosa a volte
esplicita, contro le presunte “colpe” dei propri governanti e delle relative
istituzioni.
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venerdì 19 giugno 2015
QUESTIONE MORALE E IMMIGRAZIONE/INTERROGATIVI SCOMODI
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