Ravenna. Nel pieno del suo ottavo anno, continua ad imperversare nel nostro
paese la grave crisi del settore edile e del suo indotto, dovuta ad un
immobiliare poco più che fermo e alla scarsità di investimenti pubblici e
privati. Una crisi dura che colpisce in maniera particolare la provincia di
Ravenna e che non ha risparmiato e non risparmia tuttora imprese grandi o
piccole o imprese cooperative o private, in questo quadro l'unica impresa che
sembra non soffrire più di tanto di tale crisi è la cooperativa CMC di Ravenna,
ma va precisato che gran parte del suo fatturato è fatto all'estero.
I numeri della grave crisi edilizia in provincia di Ravenna
parlano chiaro, in otto anni le imprese iscritte alla Cassa Edile sono passate
da oltre 1.000 a poco più di 500 e
si sono persi 3.500 posti di lavoro, e
purtroppo in questo settore il peggio sembra senza fine. In questi giorni,
dopo 70 anni di attività, è stata messa in liquidazione l'impresa di
costruzioni Gallileo Pasini di Ravenna con i lavoratori che sono stati tutti
licenziati, questa è l'ultima di una serie di chiusure e ridimensionamenti di
tante imprese edili piccole o grandi, tra cui hanno spiccato il fallimento
della Bentini di Faenza, che era la
più grande azienda privata del settore in provincia e la chiusura della
cooperativa muratori di Cotignola, mentre continua l'agonia in liquidazione
della ormai ex Iter di Lugo e
prosegue la grave crisi in concordato della Acmar di Ravenna. Non dimentichiamo anche le numerosissime aziende
artigianali anche di solo una o due persone che si trovano senza lavoro…..
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