martedì 28 febbraio 2017

RENZI CHI? IL LAVORO DI CITTADINANZA E’ MADE IN BRUNETTA


Qualcuno dica al toscano che ha ripreso pari pari le idee del capogruppo di Forza Italia

 Intanto il toscano domani, appena tornato a Roma, volerà subito nel salotto Chic&Snob di Fabio Fazio (altro che la 'gente comune'). E poi ti chiedi perché Renzi ormai vince solo ai Parioli...

Renzi vola negli States e da San Francisco trova la ricetta giusta contro la disoccupazione e la povertà. Piccolo particolare: lo fa copiando Forza Italia, Berlusconi e Brunetta. "Il tema - dice l'ex premier in un colloquio con "Il Foglio" - non è il reddito di cittadinanza, che vuol dire dare a tutti dei soldi. Il tema è porre la condizione per avere un lavoro, se perdi il lavoro devi avere un paracadute che ti dia un sostegno economico che sia vincolato alla formazione professionale per rimetterti in gioco. Il ruolo dello Stato è quello di offrire occasione di lavoro: è un lavoro di cittadinanza, non un reddito". Questo il pensiero di Matteo Renzi. Evidentemente l'ex segretario dem deve aver studiato a memoria il retroscena uscito lo scorso 9 febbraio a firma di Ugo Magri su "La Stampa": "Lavoro di cittadinanza e poi sussidi garantiti ai poveri, Brunetta prepara il dossier, costo previsto circa 10 miliardi". Per pezzo Magri analizzava la nuova strategia di Forza Italia tutta rivolta ai poveri e alle classi sociali maggiormente in difficoltà. "Ma il vero colpo in gestazione - scriveva in quell'articolo il giornalista de "La Stampa" - riguarda i disoccupati. La proposto riecheggerà nel nome quella grillina del reddito di cittadinanza. Si chiamerà lavoro di cittadinanza, e consisterà nel garantire per legge un'occupazione di 3 mesi a tutti quanti ne faranno domanda. Questi 3 mesi di lavoro daranno diritto a trascorrerne altrettanti con l'indennità di disoccupazione, e così via. La metafora di Berlusconi (e di Brunetta) è che 'ai giovani disoccupati Grillo vuole regalare il pesce, noi invece vogliamo insegnare loro a pescare'". Ecco dunque la versione americana del Renzi copia e incolla. C'era bisogno di un viaggio a stelle e strisce per rubare idee e programmi ai suoi avversari politici? Miserie in salsa fiorentina...

TERZA ETA’, “IN ITALIA OLTRE 500MILA FAMIGLIE INDEBITATE PER PAGARE LE SPESE DI ASSISTENZA


E' la denuncia di Enzo Costa, presidente nazionale dell'Associazione per l'invecchiamento attivo (Auser). L'Istat prevede che nel 2050 in Italia gli anziani saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione. Ma lo Stato continua a tagliare i fondi. “In Italia oltre 500mila famiglie si sono indebitate per sostenere le spese di assistenza ai propri cari non più autosufficienti”. È lapidario Enzo Costa, presidente nazionale dell’Auser. (Associazione per l’invecchiamento attivo). “Siamo l’unico paese in Europa in cui esiste il fenomeno delle cosiddette ‘badanti’ –  assicura -. Di fatto ormai l’unico modo per risolvere situazioni di cui le istituzioni non si occupano”. Riguardo l’invecchiamento demografico – destinato a peggiorare – Costa quindi ammonisce: “Come sempre si agisce solo per risolvere le eventuali emergenze. Mai per intervenire in modo strutturale e con una visione dell’oggi e soprattutto del domani”.
Il peggio deve ancora arrivare – Le percentuali parlano chiaro: nel nostro Paese oggi ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani. L’Istat prevede che nel 2050 in Italia gli anziani saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione. L’intero pianeta invecchia: in tutto il mondo si contano 868 milioni di persone ultrasessantenni, pari al 12% della popolazione, con proiezioni che si spingono verso i 2,4 miliardi per il 2050, quando 21 persone su 100 avranno più di 60 anni. Il risultato sarà quindi che nel mondo ci saranno più ultra sessantenni che ragazzi sotto i 16 anni. Il problema per l’Italia è che davanti ad un quadro così

TREMENDAMENTE VERA……PURTROPPO



PROVACI ANCORA WALTER! SVOLTA DI “LA REPUBBLICA”


Scalfari & De Benedetti, dopo aver incoronato e sostenuto Renzi sacrificando obiettività e copie in edicola, lanciano la candidatura di Veltroni a conciliatore delle anime (morte) del PD e futuro leader del centro sinistra – Il si del cincinnato-uolter che torna a fare politica a tempo pieno.

IL PUNTO SULLA DISCARICA TRE MONTI


In questi giorni di fine carnevale, ha fatto notizia di nuovo il sito discarica Tre Monti, infatti dal 21 febbraio gran parte dell'area imolese e Riolo Terme nella giornata del 22, si è trovata immersa in una nube nauseante che ha suscitato stupore e allarme. Un'aria che definire viziata è riduttivo e fa purtroppo copia con quella irrespirabile misurata ad inizio anno dalla centralina Arpa che monitora i livelli di inquinamento dalle polveri sottili in città. Molti cittadini di Imola hanno confermato che un odore così non si era mai sentito ed hanno tempestato di telefonate il centralino dell'Arpa e del Comune, infatti alcuni residenti attorno al sito hanno manifestato sintomi fastidiosi come bruciore di gola e mal di testa. L'agenzia regionale per l'ambiente assicurava per voce della dr. Adelaide Corvaglia che stavano lavorando per capire le cause del problema. Il giorno dopo arriva puntuale la smentita dell'assessore all'ambiente di Imola Tronconi, che categoricamente smentisce che si tratti della discarica, ma non chiarisce l'origine del problema!!!!
Sappiamo tutti che attorno al sito sono posizionati i cosiddetti nasi elettronici, capaci di cogliere gli odori che fuoriescono dalla discarica e di definirli in base alla causa, memorizzando i dati, e se a un odore non corrisponde una causa, esso viene comunque registrato. Quindi ciò che si è verificato in particolare il 22 è stato sicuramente rilevato, dove è la verifica? Una spiegazione plausibile dovrà pur essere data, infatti chi vive a ridosso dell'impianto penso sia ormai purtroppo specializzato nel riconoscere gli odori e la loro provenienza!! Questa discarica attiva da 40 anni è stata sottoposta nello scorso dicembre di una  
 VIA della Regione Emilia Romagna. In seguito a tutto ciò c’è stato uno stop all'ampliamento previsto per circa 1 milione di tonnellate di rifiuti richiesto da Hera e Con.ami, dando però via libera alla sopraelevazione del lotto esaurito. Tenendo presente che viviamo in una regione dove l'inquinamento è alle stelle, che il territorio imolese vanta una percentuale da record di morti per malattie polmonari, non pare proprio il caso di sommare altri inquinanti fuori controllo a quelli già esistenti. Il punto è: visto che quel sito deve essere bonificato e chiuso per intraprendere la strada della chiusura delle discariche a cielo aperto ed aprire al riciclo e al riuso, perché' non se ne vuole parlare apertamente e non si fa? Hera e Con.ami continuano ad insistere per ottenere l'ampliamento in seconda battuta, interessando come sappiamo anche il ns. comune. Non riesco a capire come aggireranno l'ostacolo del vincolo paesaggistico, ma si sa le vie del signore sono infinite. Opinioni e smentite a parte, ciò che mi indigna è l'assenza degli amministratori nella vicenda, che denota il servilismo assoluto ad Hera e Con.ami, nel caso specifico e l'assoluta apatia verso i cittadini, I temi della qualità dell'ambiente nella realtà non nelle chiacchere e nella burocrazia delle carte, sono fondamentali per la vita e lo sviluppo di un paese come il nostro che è più vicino alla discarica di Imola stessa. Come si può fare il Ponzio Pilato della situazione sig. Sindaco, limitandosi ad inviare una lettera alla Regione per richiedere garanzie e sicurezza, mi sembra un
 po' poco e molto riduttivo! Non si demandano ad altri le decisioni per il proprio futuro, un piccolo paese dove agricoltura, territorio, turismo-termale sono e dovrebbero essere gli assi trainanti per l'economia, richiede un impegno in prima persona del primo cittadino e degli assessori interessati. Bisognava avere il coraggio di informare pubblicamente e non aspettare che siano sempre terzi, anche se investiti di una specifica autorità, a decidere per noi; potrebbero essere scelte, come purtroppo spesso accade, non buone per la ns. salute e la ns. economia. Ambiente, salute, turismo, sviluppo, tutto è collegato, nei punti chiave della vs. legislatura avete fallito e questo è un male per tutti noi. Se pensiamo che Imola si sta battendo e sta lottando per salvaguardare la propria salute e il territorio, Riolo Terme, grazie a questa omertà e apatia da parte dell'amministrazione vive come in un limbo in attesa di non so che cosa?? Chi vivrà vedrà. Attendo risposte da Voi amministratori nel prossimo Consiglio.
Vincenzo Valenti Insieme per Riolo  



lunedì 27 febbraio 2017

LA ROTTAMAZIONE AZZURRA: Panico in Forza Italia: ecco come Silvio "frega" i big


Torna il richiamo della società civile. Nel corso della riunione della commissione di Forza Italia per la legge elettorale, Silvio Berlusconi - in collegamento via Skype - avrebbe svelato ai big azzurri di voler puntare su imprenditori e altri personaggi del mondo produttivo nelle liste per le prossime politiche.
Particolare da non trascurare, il Cav sarebbe intenzionato a posizionare questi "volti nuovi" nel ruolo di capilista. L'unica posizione certa di elezione per un partito come Forza Italia che alla fine potrebbe attestarsi intorno al 15% dei consensi. Questa circostanza ha naturalmente fatto affiorare il nervosimo di tutti i big che temono di essere "rottamati". Una tentazione che Berlusconi avrebbe da tempo, se è vero che in passato aveva più volte fatto trapelare la volontà di inserire un limite di mandati per le candidature al Parlamento. I posti per la società civile sarebbero occuperebbero un terzo del totale dei capilista.
Raccontano in FI che uno dei nomi nuovi che Berlusconi sta incontrando sempre più spesso sia il vicepresidente di Confindustria, Francesco Ferri. Ma l'ex presidente del Consiglio da giorni ha intensificato i contatti con molti esponenti provenienti dal mondo delle professioni e dalla società civile.
Già in passato erano stati tanti gli imprenditori corteggiati dal Cav, da Alessandro Benetton a Guido Martinetti di Grom. Tra questi, anche Stefano Parisi e Alfio Marchini, poi sostenuti alle comunali rispettivamente di Milano e Roma. Entrambi sconfitti, sono un po' finiti nel dimenticatoio. Ma i precedenti sfortunati non sembrano aver fatto cambiare idea all'ex premier.

QUANDO A PALAZZO CHIGI C'ERA BERLUSCONI ERA TUTTO LECITO, COMPRESA LA PAROLA CLANDESTINO, IN QUEL CASO USATA NON DALLA LEGA MA DAL PD!!


Mai sanzionati i manifesti anti-Berlusconi del 2009. C'era un partito che se la prendeva con il governo perché c'erano troppi «clandestini» e gli sbarchi erano raddoppiati nonostante le promesse del governo di fermare l'invasione. C'era un partito ma non era la Lega Nord. Era il Partito democratico, che agitava davanti ai suoi elettori la parola clandestino e lo spauracchio dell'invasione di immigrati irregolari. Oggi dire «clandestino» è offensivo, anzi è discriminatorio, come ha stabilito una sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Milano che ha condannato la Lega Nord al pagamento di diecimila euro.
Qualche anno fa invece era lecito dirlo. Perché serviva a fare campagna elettorale contro Silvio Berlusconi. Il manifesto a destra è del 2009: all'allora presidente del Consiglio il Partito democratico rimproverava l'emergenza clandestini. Nero su bianco, su un manifesto elettorale affisso a Roma. Era il 2009 ma sembra ieri: il governo del Cavaliere firmava accordi con i paesi del Nordafrica come la Libia per tentare ridurre gli sbarchi, e ci riesce. Il Pd faceva spallucce: «Non basta», dice il dem Mario Barbi mentre l'allora ministro ombra all'Interno Marco Minniti diceva: «Lampedusa è al collasso, segno dell'incapacità di questo governo di gestire i flussi migratori».

DALLA CANTINA DEI NONNI ALLE GROTTE SOTTERANEE


Il primo e unico impianto al mondo per la conservazione delle mele è stato realizzato 275 metri sotto le radici dei meli della Val di Non.
Le celle ipogee di Melinda: Ecco alcuni degli elementi che rendono rivoluzionario e incredibilmente sostenibile le celle ipogee di Melinda: ottimizzazione di una cavità mineraria esistente, risparmio di territorio e salvaguardia del paesaggio agricolo, riduzione del consumo di energia e dell’immissione di CO2 nell’atmosfera, diminuzione di utilizzo idrico, uso della geotermia, eliminazione dei pannelli coibentanti.
L’ IMPIANTO IPOGEO PER LA FRIGO-CONSERVAZIONE DELLE MELE MELINDA




ROMAGNA, NON SIAMO CAPACI DI TENERE I COMUNI CONQUISTATI PER LITI INTERNE A FORZA ITALIA: QUESTIONI CHE SFUGGONO ALLA COMPRENSIONE


VINCENZO GALASSINI ESPRIME LA SOLIDARIETA’ AI DUE SINDACI, MANCA UN COORDINAMENTO……..

I casi di Cesenatico (Roberto Buda)  e ora a Riccione (Renata Tosi). E’ quella di Patrizia Fabbri di Forza Italia la firma decisiva per arrivare alle 13 necessarie alla sfiducia nei confronti dell’amministrazione Tosi e far decadere il consiglio comunale con le firme di PD, Oltre e Unione Civica, è appunto la scelta della Fabbri ad essere decisiva per il futuro amministrativo di Riccione. Un’operazione che avrebbe nel vicesindaco Tirincanti il deus ex machina. E su Facebook i sostenitori della Tosi si fanno subito sentire: il termine “traditori” è il più ricorrente. Il capogruppo di Forza Italia a Riccione Andrea Dionigi Palazzi si dissocia dalla sfiducia alla Tosi firmata anche dal consigliere del suo gruppo Patrizia Fabbri. E definisce “squallida” la scelta da parte dei 13 consiglieri dissidenti di esprimere la sfiducia nello studio di un notaio invece che confrontarsi in aula. Poi definisce “aberrante” il mettere le proprie ambizioni davanti ai progetti di sviluppo della collettività riccionese. La Fabbri, specifica, si è espressa a titolo personale.


CASA BOSCHI NEL BORGO NELL’ULTIMO NUMERO DELLA RIVISTA: “CASANTICA” FEBBRAIO 2017





venerdì 24 febbraio 2017

PRESIDENTE BERLUSCONI, CHE GIUDIZIO DA’ DI QUANTO AVVIENE NEL PD?


«Quello che ne dà la maggioranza degli italiani: davvero il problema principale dell’Italia è la controversia fra le correnti del Partito democratico? Mentre le condizioni in cui vivono molti connazionali sono sempre più difficili, tutto è incentrato su ciò che avviene nel Partito democratico, sulle probabilità che si realizzi o meno una scissione, sulle tattiche dei diversi capicorrente. Nessuno sembra preoccuparsi del fatto che tutte queste divisioni hanno un effetto paralizzante per l’attività del governo, e che i problemi veri degli italiani, la povertà, l’immigrazione, il lavoro, la sicurezza, continuano ad essere trascurati. E poi ci meravigliamo del dilagare dell’antipolitica».
Ma se Renzi si libera dei ‘comunisti’ non è un bene per il suo partito e per l’Italia?
«Per l’Italia e per Forza Italia francamente cambia poco. Per il Partito democratico non so cosa sia meglio; se rimanere nell’eterna ambiguità del legame con un passato che affonda ancora le sue radici nel vecchio Pci, o se ridursi a un mero agglomerato di potere senza un’identità definita. Sinceramente credo che il Pd sconti ora il suo peccato di origine: una fusione a freddo, di vertice, fra storie e tradizioni politiche diverse, tenute insieme solo dalla voglia di conquistare e gestire il potere».
Farebbe un patto con Renzi per non consegnare l’Italia a Grillo?
«Io credo che gli italiani siano un popolo troppo saggio e troppo intelligente per consegnare la guida del Paese a chi ha dimostrato di non essere in grado di governare neppure un piccolo comune. Non credo che l’alternativa sia fra una grande coalizione e il governo dei 5 Stelle, credo che l’alternativa vincente sia un centrodestra di governo, fondato su un atteggiamento responsabile capace di intercettare le paure ma anche e soprattutto capace di dare risposte».
Renzi potrà tornare premier?
«Saranno ovviamente gli elettori a stabilirlo. Renzi ha commesso molti errori, il primo dei quali credere che l’abilità dialettica, la battuta pronta, la sfida continuamente rilanciata, il venir meno ai patti, fossero

POI DICONO LA CASTA


La battuta è rubata a un collega: che l'ex Pds finisca in mano a un magistrato, a 25 anni da Mani Pulite, sembra il finale perfetto. Ciò detto, Michele Emiliano non si è mai dimesso dalla magistratura e non è chiaro se a indignare dovrebbe essere questo (che tenga i piedi in due scarpe) o il fatto che i colleghi del Csm si siano svegliati solo ora, a 13 anni da quando il problema cominciò a porsi: Emiliano ha fatto in tempo a essere eletto prima sindaco a Bari (dal 2004 al 2014) e poi presidente della Puglia (dal 2015 a oggi) con una parentesi da assessore a San Severo (2014) che non lo costringesse a rimettersi la toga.
Anche la grande stampa, pur ricordando con distrazione questo macroscopico dettaglio, non ne ha mai fatto una gran questione - non la fa neanche ora - come invece è accaduto per altri: si pensi a tutta la telenovela di De Magistris e Antonio Ingroia, per dire. Morale: Emiliano non si è mai dimesso, anche se la legge 109 del 2006 dice che nessuno può impedire a un magistrato di candidarsi - ovvio - ma che costui non può fare militanza in un partito, ergo non può ricoprire incarichi di segretario e presidente del Pd pugliese. E’ ciò che ha fatto Emiliano, prendendo peraltro la tessera. E perché non può? Perché altrimenti va a ramengo qualsiasi obbligo di sembrare indipendenti, ovvio anche questo.
Morale, la Procura generale della Cassazione ha ravvisato un illecito disciplinare (ufficialmente il procedimento è del 2014) e proprio in questi giorni dovrebbe chiederne conto a Emiliano: dopo 13 anni, e coi tempi che la nostra giustizia sa darsi. Emiliano avrebbe violato «l'esercizio indipendente e imparziale della funzione giudiziaria» che vale per i magistrati «collocati fuori del ruolo organico». Non basta? C'è anche la sentenza n. 224 della Corte Costituzionale (2009) che a sua volta doveva imporre ai neopolitici di togliere la toga, ma in tutta risposta Emiliano partecipò alle primarie del Pd.
Che facciamo, ci indignamo? Fino a un certo punto, perché Emiliano non è solo. In Parlamento, per esempio, ci sono altre nove toghe che non si sono mai dimesse: da Donatella Ferranti a Felice Casson, Doris Lo Moro, Anna Finocchiaro e Stefano Dambruoso. Al Viminale c'è un amico di Renzi, Domenico Manzione; a Strasburgo c'è la piddina Caterina Chinnici che era già stata in giunta nel centrodestra siciliano di

UN HOTEL ALLA COLLA DI CASAGLIA


Breve storia di un albergo ricerca di Claudio Mercatali L'albergo oggi Nel 1898 venne costruito l' Hotel Casa dell'Alpe, pi...



BRISIGHELLESI CHE SI FANNO ONORE: TIPOGRAFIA VALGIMIGLI



In diretta dal Palazzo Apostolico della Città del Vaticano!!! Volturno Valgimigli alla presentazione della prestigiosa edizione in 120 esemplari della Torah che verrà tra poco donata a Papa Francesco. Una grande opera d'arte che ha visto la luce grazie alle mani esperte dei nostri stampatori!


giovedì 23 febbraio 2017

NASA: “SCOPERTI SETTE PIANETI COME LA TERRA”


L'annuncio della Nasa: scoperto un nuovo sistema planetario "soli" 39 anni luce da noi.. Tre pianeti possono ospitare vita
A "soli" 39 anni luce da noi c'è un altro sistema formato da una stella e alcuni pianeti in grado di ospitare vita come la conosciamo. Lo ha annunciato la Nasa che confermato ha scoperto ben sette esopianeti (cioè al di fuori dall'orbita del Sole) che ruotano attorno a "Trappist-1", una stella nana rossa nella costellazione dell'Acquario. Un po' come nell'Universo immaginato in Star Wars quindi, oltre al nostro pianeta ci sono probabilmente altri pianeti abitabili dall'essere umano. In particolare, secondo la Nasa, il nuovo sistema planetario ha una conformazione per cui almeno tre pianeti potrebbero avere un clima temperato. Il che significa - proprio come per la Terra - acqua liquida e vita. "Sulla ricerca di vita altrove, questo sistema è da oggi la nostra migliore scommessa", sintetizza uno degli autori della scoperta, Brice-Olivier Demory, professore alla University of Bern's. "Vent'anni dopo l'individuazione dei primi pianeti extrasolari si tratta di una delle più grandi scoperte e la ricerche di forme di vita su di un altro pianeta è oggi a portata di mano", ha aggiunto Didier Queloz, dell'Università di Ginevra, coautore dello studio. L'equipe internazionale, diretta dall'astronomo belga Michael Gillon dell'Università di Liegi, aveva già scoperto alla fine del 2015 tre di questi pianeti a partire dal piccolo telescopio Trappist dell'Eso (Osservatorio europeo australe) situato in Cile, ma poi grazie al telescopio spaziale Spitzer della Nasa, gli scienziati hanno potuto fare grandi passi in avanti nell'osservazione e hanno individuato tutti e sette i pianeti. Il risultato della ricerca è stato ora pubblicato online su Nature. La scoperta dei pianeti, della stessa dimensione della terra o più piccoli, apre nuovi scenari per la ricerca della vita nell'Universo.


QUOTE ROSA: UNA LEGGE ASSURDA


 

 


 

mercoledì 22 febbraio 2017

IL PIANO DI BERLUSCONI SU SICUREZZA E POVERTA’. “MAI STAMPELLA DEL PD”

Berlusconi si sente già in campagna elettorale anche perché avverte: «Non faremo da stampella a Gentiloni; il Pd ci ha messo in questa condizione drammatica; non saremo noi a togliere loro le castagne dal fuoco». Il Cavaliere è in palla, dimagrito, pronto alla pugna. Lavora quotidianamente al programma e a un nuovo format per comunicarlo. Sta pensando a un «albero delle libertà»: dieci rami in tutto, dieci temi principali; ogni ramo tre frutti, ossia tre idee per cambiare il Paese. I rami principali sono il lavoro, il fisco, la sicurezza, l'Europa, la burocrazia, la scuola e la sanità. Il tronco resta il credo liberale ma l'ex premier punta moltissimo al ramo «sociale».  A chi lo va a trovare ripete che «dobbiamo dare risposte alla gente che non ce la fa: ci sono 4 milioni e mezzo di poveri; e c'è 1 milione e mezzo di bambini che non ha un pasto proteico al giorno». Berlusconi sta studiando una sorta di «reddito di cittadinanza»; che naturalmente avrà un altro nome e soprattutto sarà correlato a un «piano di fattibilità». Servono cifre precise e soprattutto le coperture. Altro tema forte è quello classico del fisco. L'obiettivo è arrivare a un'aliquota unica perché «Se lo Stato chiede il 15% il cittadino lo paga volentieri; se chiede il 30% si storce il naso ma se la percentuale sale il cittadino si sente vessato ed evade». Anche su questo tema il Cavaliere è al lavoro perché la flat tax al 15, che vuole la Lega, adesso potrebbe essere prematura. E poi la sicurezza, «problema che attanaglia tutti ma in modo particolare le classi sociali meno agiate e chi vive in periferia».  Il Cavaliere ne parla con tutti; specie con giovani industriali che in questi giorni varcano i cancelli di Arcore. A loro espone le proprie idee; da loro accetta proposte e consigli utili. A questo proposito l'ex premier vuole creare un «pensatoio», un «laboratorio di idee» che costituisca la benzina per il motore di Forza Italia. (FONTE: ilgiornale.it)

SCOMPARSO L’ON.LE FRANCO PIRO UN UOMO PER I DIRITTI DEGLI HANDICAP. IL CORDOGLIO DI VINCENZO GALASSINI

LIA FABBRI presidente dell’ANIEP - Franco Piro, scomparso a Bologna all’età di 68 anni, persona con disabilità motoria e già a lungo Deputato del Partito Socialista tra gli Anni Ottanta e Novanta. «La sua folgorante carriera politica non lo distrasse dal suo fondamentale interesse verso l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità» Franco per tutti noi, aveva avuto, come me, la poliomielite agli arti inferiori, era appassionato di ricerca storica ed economica..…Diventammo grandi amici. Gli Anni Ottanta erano ricchi di grandi fermenti. Veniva a casa mia, per parlare e parlare sulla necessità di abbattere tutte le barriere, fisiche e mentali, e per scrivere anche canzoni che Antonietta Laterza (anche lei polio) accennava con la sua chitarra. La carriera politica non lo distraeva dal suo fondamentale interesse verso l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Ogni anno un Congresso nella Riviera Romagnola, (il primo a Brisighella e anche a Riolo Terme N.d.R.), nel quale confluivano giornalisti e associazioni, in cui dovevo relazionare e motivare la necessità di interventi legislativi, curando il tutorato su questi temi di due giovani disabili, al fine di formare persone capaci poi di divulgare quella cultura nuova sull’universo dell’handicap, che poggiava sui diritti e mai sull’assistenzialismo. Tutti in attesa delle conclusioni di Franco, nell’ultimo giorno, sempre puntuale, vivace, profondo. Decidemmo in quegli anni anche di scrivere insieme un libro, cercando di esplorare quanto la poliomielite avesse inciso sull’operato del più grande presidente americano e ne uscì La carrozzina e il presidente. Ieri, con grande dolore ho appreso della scomparsa di Franco. È volato via, libero dalla sua carrozzina e da qualsiasi barriera un grande, favoloso amico, un uomo forte e buono, cui tutti dobbiamo molto.

CIAO FRANCO, Il mio più sentito cordoglio per la morte di Franco Piro che nella sua vita politica appassionata ha lavorato per far diventare realtà leggi importanti come la 104 del 1992 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. Dal 1976 aveva aderito alla politica del nuovo corso del PSI e nel 1980 aveva seguito Gianni De Michelis nel 1987 e il 1992 fu presidente della Commissione finanze della Camera e suggeritore e promotore di diverse leggi, nonché propugnatore di una azione di moralizzazione ben prima dell’esplosione di Tangentopoli. (pubblicava il suo reddito che anch’io imitai). Franco un uomo di rara intelligenza e di grande cultura. È stato un appassionato socialista, un docente e  una persona capace, un amico sincero, prodigo di consigli collegata all’amicizia con Paola. L’ amico Vincenzo Galassini ex sindaco di Brisighella anni 80

IL PD VOTA COMPATTO CONTRO IL TRASPORTO DEI DISABILI. MEGLIO DARSI AL GOLF

E’ vero, come si fa a paragonare la bellezza di una partita a golf,con i suoi immensi spazi di verde, il profumo delle piante, il silenzio interrotto solo dagli uccellini e dal rumore del vento; come si può paragonare questa celestiale condizione con la risibile condizione dei servizi per i bambini disabili. Il cinguettio dei canarini con i pannolini intrisi di pipì di un bambino? Come si può avere l’ardire di accostare i volti abbronzati, i corpi atletici dei campioni di golf alle pesanti, ingombranti carrozzine dei bambini disabili che devono recarsi a scuola ogni giorno?
Questi pensieri e non altri devono avere attraversato le menti dei parlamentari della Repubblica che ieri a Montecitorio hanno respinto un emendamento della onorevole Mara Carfagna (FI) che suggeriva al governo di “vedere” cosa accade al Sud agli alunni disabili. La parlamentare di Forza Italia proponeva ai suoi colleghi di rendere prioritarie, all’interno del fondo per le non autosufficienze, le aree del trasporto e dell’assistentato materiale nelle scuole. Sottolineo a chi legge che la on. Carfagna, pur riconoscendo la necessità di un incremento delle risorse, si “accontentava” di chiedere ai suoi colleghi semplicemente un riposizionamento delle somme già previste. Infatti i criteri di riparto sono da sempre penalizzanti per le regioni meridionali in quanto il 60% dei fondi vengono assegnati sulla base di una spesa cosiddetta storica (di totale appannaggio delle regioni del centro nord) e solo il 40% ripartito per il numero dei disabili. Purtroppo, si sa, lo sport è sempre al centro dell’attenzione degli italiani e quindi tra distribuire 75 milioni di euro ai disabili o assegnarne 97 milioni alla Ryder Cup le decisioni si sono complicate.
Per fortuna al Senato il presidente Grasso evitava un’ulteriore beffa bloccando l’emendamento mentre alla Camera i gruppi parlamentari bocciavano quasi all’unanimità l’equilibrata e, forse per questo incomprensibile, proposta della Carfagna.
P.s. a favore della proposta di Forza Italia si sono espressi all’unanimità i deputati di FI, LNA, FDI-AN (in pratica tutto il centrodestra) e la sinistra parlamentare SI-Sel, solo 1 del M5S (64 astenuti), 1 di AP-NCD e 15 del gruppo misto. E i deputati del Pd? Forse si stavano allenando per il torneo di golf se in 213 su 214 (un astenuto) hanno ritenuto di votare in modo contrario ad un emendamento di civiltà.

NOTTE DA INCUBO SU TRAGHETTO CAGLIARI-NAPOLI: FURTI E MOLESTIE DA PARTE DI 50 EXTRACOMUNITARI ESPULSI

Notte da incubo per i passeggeri della nave Tirrenia che da Cagliari è arrivata in mattinata al porto di Napoli. Secondo quanto raccontato dai passeggeri, sono stati…
ilmessaggero.it

COLLABORAZIONE NEL BASKIN BRISIGHELLA- FAENZA





martedì 21 febbraio 2017

IL SONDAGGIO DI MENTANA: SCISSIONE PD E SINISTRA UNITARIA, IL TRACOLLO DI RENZI


Quanto pesa nei sondaggi il collasso della sinistra, tra scissione Pd e nuovi movimenti nascenti? Enrico Mentana prova a dare la risposta con la rilevazione di Emg Acqua per il TgLa7 e il risultato somiglia tanto a una dichiarazione di morte per le ambizioni di governo di Matteo Renzi. Con una ipotetica Lista Unitaria della Sinistra che tenga insieme gli scissionisti dem e tutti gli altri soggetti in campo, che il sondaggio di Fabrizio Masia piazza al 6,5%, il Pd si fermerebbe al 28,1%, con il M5s al 27,7%, la Lega Nord al 12,9%, Forza Italia all'11,5%, Fratelli d'Italia al 4,7% e Ncd al 3,2 per cento.
In attesa di capire come si muoveranno Bersani, Emiliano, Pisapia e Fratoianni vari, ed escludendo dunque la sinistra unitaria dalle opzioni, la fotografia di questa settimana è impietosa: il Pd perde secco un punto, scendendo al 29,8%. Il peggio però potrebbe arrivare la prossima settimana, quando la frattura democratica sarà ufficiale. Dietro, continuano a guadagnare i 5 Stelle (ora al 28,7% +0,5) ma occhio perché il centrodestra ipoteticamente unito potrebbe essere la prima coalizione: Lega Nord al 13,2% (+0,1), Forza Italia stabile al 12,1%, Fratelli d'Italia al 4,5% (-0,2). Pessima invece la situazione di Ncd: se si votasse oggi non supererebbe lo sbarramento del 3% (scende dello 0,1, al 2,9%) e non sarebbe più rappresentata alla Camera. 

POVERA ITALIA………POVERA MILANO!!!


VERGOGNA SINDACO !! LA SUA CITTA' VA DIFESA E RISPETTATA E NON DERISA CON SCELTE ASSURDE !!



RIFORME FALLITE: LE PROVINCE SI RIBELLANO A ROMA


I presidenti degli enti locali dopo il no al referendum pretendono soldi e dignità: "Non siamo morti, non siamo finiti"
Le Province si ribellano a Roma: non è l'inizio del paragrafo di un libro di Storia e nemmeno il titolo di un film "peplum" ma la situazione che si è delineata oggi, nella Capitale, durante la prima riunione dei presidenti delle Province nel post-referendum. Il senso dei molti accorati interventi si condensa in pochi punti: gli enti locali chiedono fondi, dignità e una profonda revisione della legge Delrio, perché i cittadini le riforme le hanno bocciate e le Province, come enti territoriali-amministrativi, devono rimanere.
«Avevamo detto da tanto tempo che i tagli iniziati nella finanziaria 2015 avrebbero distrutto non tanto le province quanto i servizi», dice il presidente dell'Unione delle Province d'Italia Achille Variati, al termine dell'assemblea dei presidenti di provincia questa mattina al Residence Ripetta. «Siamo sindaci che con spirito di volontariato, stiamo cercando di assicurare i servizi essenziali. Si dimostra che il Parlamento, quando ha assunto le decisioni relative al taglio dei finanziamenti alle Province, non aveva chiare le conseguenze. Si è trattato di un clamoroso storico errore del Parlamento e delle strutture tecniche che hanno dato il via libera alle Finanziarie dal 2015 in poi. Noi assicuriamo i servizi senza bilancio e senza nemmeno il bilancio provvisorio. Noi oggi qui stiamo dicendo "basta". E se il decreto legge che abbiamo chiesto non ci darà i fondi che chiediamo siamo pronti a combattere», aggiunge Variati, sindaco di Vicenza e presidente della Provincia, del Pd. Le Province al governo chiedono l'azzeramento del terzo taglio previsto, ammontante a 650 milioni, più altri 550 milioni aggiuntivi, quindi in totale 1,2 miliardi. E se questo non avvenisse? «Non guarderemo ai partiti di appartenenza, anche se ora ci rendiamo conto che molti parlamentari hanno cambiato idea rispetto al passato. Siamo pronti con esposti cautelativi che senza risposte adeguate presenteremo alle Procure della Repubblica di tutta Italia. E poi pianterreno una tenda da qualche parte e da lì non ci muoveremo. Volevamo metterle davanti a Palazzo Chigi, ma ci hanno detto che non si può fare». Per il presidente delle Province i provvedimenti per gli enti locali e quello per lo stanziamento dei fondi «devono essere assunti assolutamente entro il mese».



lunedì 20 febbraio 2017

CASA DELLA SALUTE: “TRA IL DIRE E IL FARE C’E’ DI MEZZO IL MARE”. PAROLE..PAROLE…PAROLE….NESSUN FATTO!


QUANTO DICE LA REGIONE: “Le Case della Salute sono strutture sanitarie e socio-sanitarie dei Nuclei di cure primarie, pensate per essere luoghi di riferimento per i cittadini, dove i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli specialistici, ospedalieri, della sanità pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali. Un luogo di accesso unico, diffuso in modo omogeneo in tutta la regione, dove si sviluppi un maggiore coordinamento tra gli operatori sanitari e una più efficace integrazione dei servizi.

Quando c'è la Casa della Salute c'è tutto" (puntata di "Vista da vicino", magazine televisivo della Giunta regionale). Un unico punto di riferimento, vicino e abituale per i cittadini, dove accedere alle cure primarie, ricevere orientamento e assistenza e trovare tutti i professionisti e i servizi relativi alla salute. Questo sono le Case della Salute: una piccola rivoluzione che cambia la vita ai pazienti, ma anche ai medici.

QUANTO AFFERMA “IL PICCOLO”: a cura di M. Turchetti osservatorio sociale FNP-CISL “Anche  Brisighella ha la sua Casa della Salute e anche i brisighellesi, come i Castellani, sono soddisfatti dell'ubicazione nell'ex Ospedale.(Forse anche Russi n.d.r.) A Brisighella è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle 19. Tale struttura serve tutto il territorio del Comune che comprende ben tre vallate (Lamone, Sintria, Marzeno) per un'estensione di 194 kmq. Il servizio di accoglienza è svolto dalla portineria (tel. 0546 992650) dalle 7.30 alle ore 14, con compiti di informazione, gestione telefono e consegna referti. Nella Casa della Salute operano 5 medici di Medicina generale e 2 infermieri che svolgono anche il ruolo per la promozione della "Medicina proattiva" (capacità di prevenire e anticipare i problemi e i bisogni futuri) e attività domiciliare. Oltre a Medicina generale sono presenti, nei giorni prestabiliti l'otorinologia-ringoiatra, il cardiologo, il dermatologo, il ginecologo e il pediatra. È presente un servizio di psicologia per minori; il Consultorio familiare e il Progetto Brisighella, in collaborazione con l'Università di Bologna, dedicato allo studio del rischio vascolare. All'interno della Casa è operante anche l'assistente sociale. Un efficiente trasporto pubblico completa il servizio. Molto interessante sarebbe sapere se qualcuno si domanda per quale ragione troppi faentini non condividono la scelta dell'ubicazione della Casa della salute a Faenza. Ospedale di Comunità - Un ponte o, si può anche dire, un cuscinetto tra ospedale e i servizi territoriali, per tutte le persone che non hanno necessità di essere ricoverati in reparti specialistici, ma che hanno comunque bisogno per alcune settimane di un'assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. E l'Ospedale di Comunità (OsCo), che non va inteso come struttura ex novo, ma come la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti, nell'ambito di un nuovo modello organizzativo, che fa parte delle cosiddette cure intermedie. Il paziente tipo al quale si rivolge questo servizio è prevalentemente anziano; con per le patologie o sofferenze pil una particolare fragilità sociale. In Emilia Romagna ci sono attualmente tre esempi di Ospedale di Comunità, il più recente è nato a Forlimpopoli all'interno dell'ex ospedale. "Gli Ospedali di Comunità -  il dott. Antonio Brambilla (alto funzionario della nostra sanità regionale) - sono previsti da un documento nazionale sul riordino della rete ospedaliera, non ancora uscito formalmente, contenente le indicazioni in materia per le regioni". Tante sono le novità in campo sanitario l'ultima sembra essere proprio l'Ospedale di Comunità. A quel che si sa dovrebbe essere gestito dagli infermieri, nell'ambito del processo di integrazione "Ospedale - Territorio" per garantire la continuità delle cure e dell'assistenza. Avranno dai

MANCE E CAMBIALI COSI’ MATTEO CI HA AFFONDATO


La mossa di Renzi è simile a quella di Schettino: ha abbandonato la nave lasciando i rischi a chi è rimasto a bordo. Francesco Forte - La linea che Matteo Renzi sta perseguendo - e che comporta elezioni anticipate a settembre - gli serve per evitare che l'attuale governo del Pd si dia carico della manovra correttiva di finanza pubblica di 18 miliardi di euro (1,1 punti di Pil) per il 2018: in cui l'Italia dovrebbe raggiungere il deficit dell'1,2% del Pil. Ciò con taglio delle spese e/o aumento delle tasse. La mossa di Renzi è simile a quella del capitano Schettino che ha abbandonato la nave, lasciando grane e rischi a chi restava a bordo senza comandante. In questo caso grane e rischi toccherebbero a noi italiani, famiglie, imprese, banche e risparmio con il Paese allo sbando, senza una manovra sui conti pubblici definita. Ciò mentre salirà il tasso di interesse perché starà per finire la politica monetaria espansiva della Banca centrale europea che scade alla fine del 2017. Lo spread sul debito potrebbe accrescersi in misura pericolosa per i conti pubblici, sicché rinviando la manovra correttiva, per votare a ottobre, rischiamo un commissariamento tipo Grecia. La manovra di 18 miliardi comporta in effetti un dilemma molto difficile per Matteo e i suoi, abituati a posporre nel tempo la messa in sicurezza dei conti pubblici e a fare la cicala che sciala e canta anziché la formica che raggranella man mano ciò che serve. L'Italia nel 2018 deve raggiungere l'obbiettivo di un deficit di 1,1% del Pil non solo perché richiesto dalla Commissione europea, ma anche e soprattutto perché da Renzi sottoscritto in cambio della possibilità di fruire di tutti

TENEVANO IN CASA DROGA E ARMI: I CARABINIERI DI FOGNANO ARRESTANO DUE UOMINI


L’indagine che ha portato i Carabinieri di Fognano all’arresto di due uomini è partita dal furto avvenuto la settimana scorsa in un’abitazione disabitata a Fognano: la proprietaria, dopo aver notato i segni di effrazione, ha constatato che erano stati portati via un torchio per l’uva, della legna da ardere e delle tubature. Partita l’attività dei Carabinieri dopo la denuncia del furto, i militari sono giunti tramite una segnalazione alla targa di un’autovettura sospetta vista nelle vicinanze. Lo sviluppo delle indagini ha condotto a due sospetti legati alla macchina corrispondente a tale targa, due faentini, un 39enne già noto alle Forze dell’Ordine e un 23enne incensurato (le Forze dell’Ordine non hanno fornito ulteriori dettagli riguardanti le generalità, n.d.r.). Chiesto alla procura il decreto di perquisizione, ieri mattina i militari hanno reperito nelle abitazioni dei due la refurtiva del furto: i due uomini sono quindi stati denunciati per il reato di ricettazione e furto in concorso. Nel proseguire dell’attività, a casa del 39enne sono stati trovati anche un fucile e oltre 300 cartucce, vari bossoli da caccia, confezioni di polvere da sparo, ogive e inneschi. Il soggetto aveva già avuto divieto di detenere armi dal Prefetto: verificando la provenienza del fucile, questo è risultato rubato nel dicembre scorso a Riolo Terme insieme ad altri fucili. L’uomo è dunque stato arrestato per il reato di armi e di detenzione illecita di droga, in quanto nella sua abitazione sono stati trovati anche 10 g di marijuana e semi di cannabis, insieme a bilancini e al kit per il confezionamento della droga. Anche a casa del 23enne è stata rinvenuta della droga: nello specifico, 14 g di marijuana, semi di cannabis, e tutto il kit per pesare e confezionare gli stupefacenti. Il soggetto è stato dunque arrestato per detenzione illecita di droga ai fini di spaccio. I due uomini sono stati portati questa mattina in tribunale davanti al giudice Galanti, che ha convalidato i due arresti. Avendo il difensore richiesto i termini a difesa, il processo è stato rinviato al 7 marzo. L’arrestato 39enne fino a tale data ha avuto come misura cautelare l’obbligo di dimora a Faenza, e dovrà restare in casa nelle ore notturne.



BANCHE IL PD HA INSABBIATO LA COMMISIONE INCHIESTA


Brunetta, Pd ha insabbiato commissione inchiesta (ANSA) - ROMA, 18 FEB - "Nei giorni scorsi abbiamo votato no, con forza e determinazione, al decreto Monte dei Paschi. Abbiamo votato no al Senato e poi alla Camera. Forza Italia aveva sperato in un atteggiamento diverso da parte del governo e del ministro Padoan. Invece hanno imbrogliato ancora una volta". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo telefonicamente alla presentazione del libro di Rodolfo RIDOLFI "Matteo Bomba e le Coop rosse", in corso a Marradi (Firenze). "Avevano dato la loro disponibilità a costruire con tutte le opposizioni un decreto equo, che riuscisse a dare risposte serie alle centinaia di migliaia di truffati dal sistema bancario italiano. Non è successo nulla di tutto questo. Il governo ha risposto alla solita maniera: incapaci, buoni a nulla, inefficienti, porteranno il Paese al baratro. E nel contempo, nonostante le finte aperture di Renzi non sta arrivando la Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario italiano. Tutto insabbiato al Senato da ormai più di un mese. Il Partito democratico sta scappando dalla verità. E questa sarebbe la nuova linea del governo? Questa sarebbe la discontinuità di Gentiloni? Non ci casca nessuno. La sinistra al governo è un imbroglio continuo".
INTERVENTO A MARRADI DI BRUNETTA: FORZA ITALIA LAVORA PER L’UNITA’
"Stiamo lavorando, Forza Italia sta lavorando, con il presidente Berlusconi in prima linea, al centrodestra unito di governo. Non solo con la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia della Meloni, ma anche con i Conservatori e Riformisti di Fitto, i Popolari di Mario Mauro, Idea di Gaetano Quagliariello, l'Udc di Cesa, Rivoluzione Cristiana di Rotondi, i Repubblicani di Nucara, la Destra di Storace, Azione nazionale di Alemanno, i Liberali di De Luca, il Nuovo Psi di Caldoro, le forze del civismo che stanno attorno ai nostri sindaci come Brugnaro a Venezia e Di Piazza a Trieste... Il centrodestra da sempre, in Italia e in Europa, è plurale. L'importante è convergere su programmi, valori e regole". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo telefonicamente alla presentazione del libro di Rodolfo RIDOLFI "Matteo Bomba e le Coop rosse", in corso a Marradi (Firenze). "Noi siamo convinti che il centrodestra unito di governo, con Berlusconi in campo e protagonista, possa raggiungere e superare il 40%. I sondaggi già ci danno al 34%, con i dem fermi al 30% e i 5 stelle in caduta libera. Torneremo a governare il Paese. Come governiamo in Lombardia, nel Veneto, in Liguria, come abbiamo governato dieci anni su venti in Italia. La prospettiva è unica: centrodestra unito di governo. Dopodiché', il centrodestra è plurale in Italia, come in Francia, come in Germania. Ma con quello che sta succedendo a sinistra, con l'autodistruzione del Pd, sarebbe veramente assurdo per noi non riuscire a stare insieme. L’unità nel centrodestra è obbligatoria", conclude Brunetta.



DOPO L’EVENTO DI FORZA ITALIA A MARRADI “CENTRO DESTRA SEMPRE PIU’ UNITO”
Marradi per un giorno diventa capitale di un dialogo molto positivo per l’unità del centro destra a livello nazionale e lo fa partendo dal libro di Rodolfo Ridolfi “Matteo Bomba e le coop rosse”. È proprio dalla cittadina della Romagna-Toscana che gli azzurri offrono, anche a tutto il centro destra locale e provinciale, la possibilità di realizzare un programma unitario basato su valori condivisi per contendere alla sinistra, dopo aver girato pagina per la sconfitta del 2013, il governo del Comune alle elezioni del 2018. Rinnovamento, rappresentatività e merito saranno alla base della nuova squadra che si presenterà alle elezioni, partendo proprio dall’unità straordinaria che Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno sancito nell’evento di Marradi. L’onorevole Guglielmo Picchi, della Lega Nord, Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia al Comune di Firenze, e Giovanni Donzelli capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Toscana e dirigente nazionale del Partito di Giorgia Meloni, con i loro interventi hanno scaldato i cuori di un pubblico attento e rinfrancato dal recente clamoroso successo referendario che ha provocato il tramonto del renzismo che così tanti disastri ha provocato ai cittadini. A presiedere e moderare gli interventi il leader locale di Forza Italia, Mauro Ridolfi sempre attento ai problemi della gente e protagonista del rilancio organizzativo e politico degli azzurri a Marradi. Di spessore politico rilevante l’intervento del v.coordinatore provinciale e responsabile politico di tutta l’area del Mugello, Silva Gurioli che ha anche dato conto del suo lavoro da quando, in seguito al grande successo di consensi, conseguito in occasione delle elezioni regionali a Marradi ed in tutto il collegio, è stata chiamata a riorganizzare Forza Italia nel Mugello ed a contribuire alla direzione provinciale e regionale. Mentre l’evento era in corso Renato Brunetta, immediatamente ripreso dalle agenzie di stampa nazionali.


venerdì 17 febbraio 2017

CONSIP, INDAGATO IL PADRE DI RENZI


Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, è indagato dalla Procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Renzi avrebbe ricevuto oggi un invito a comparire nel quale si ipotizza il reato di concorso in traffico di influenze. I pm di piazzale Clodio intendono sentirlo a breve.


L’ ITALIA E’ DA TRENT’ ANNI IN OSTAGGIO DGLI EX PCI


Dal duello Occhetto-D'Alema agli ultimi strappi. Una storia di scontri interni e complotti nel disinteresse del Paese. Antonio Signorini -  Non è la prima volta che il Paese resta a guardare e perde tempo prezioso, aspettando che le vicende interne all'ex Pci si risolvano. Prima della direzione del Pd di lunedì, con il commissariamento di fatto del governo Gentiloni; prima delle acrobazie per trovare una soluzione per le elezioni che vada bene al segretario Matteo Renzi, la sinistra italiana aveva già fatto pagare il conto delle sue beghe interne a tutti gli italiani.
Per la precisione è dal 1989 che la politica - nel senso classico di selezione della classe dirigente e azione di governo - ogni tanto resta in stand by per le schermaglie di vertice della sinistra. Sono gli anni Novanta, il punto di svolta. Quando gli eredi del vecchio Partito comunista sostituirono il centralismo democratico e l'autoesclusione dal governo con una dicotomia permanente tra leader bizzosi che volevano sì guidare il Paese, ma che pensavano valesse molto di più vincere la battaglia dentro il partito.



PRESA MILANO : “SEMBRA L’AFRICA” SGARBI CONTRO LA PALME IN DUOMO DI MILANO.


Vittorio Sgarbi massacra il progetto delle palme piantate davanti al Duomo di Milano. Come non condividere. Il critico sul Giornale contesta la trovata di piantare un albero tropicale in una località che tropicale, decisamente, non è. Con ironia Sgarbi scrive che "nell' era imperiale dell' Antica Roma, le palme erano il simbolo della gloria militare e dello stesso potere imperiale. Le palme da giardino vennero classificate, per la prima volta, da Carlo Linneo che le chiamò, non a caso, «Principi delle Piante». A importarle in tutta Europa, facendole diventare un vero e proprio must dei giardini mediterranei e continentali, è stato il principe russo Pietro Troubetzkoy che, nel 1870, creò la prima piantagione di palme europea nella sua villa sul lago Maggiore, punto di riferimento per gli appassionati del genere".
Sgarbi sostiene "che i giardini nelle città, come scrive Francesco Lamendola, abbiano senso in rapporto con i luoghi, con la loro storia e con il loro destino". "Questo tipo di rapporto fra l'uomo e l'animale, in un contesto urbano, non s'improvvisa nello spazio di un mattino", aggiunge l'opinionista, "è il risultato di una coesistenza secolare, di una civiltà matura e consapevole, di un rispetto verso la natura che si realizza nell'arco di numerose generazioni, con pazienza, con tenacia, con particolari accorgimenti educativi e didattici".


CERICOLA FAENZA: “DAL PD AL PDS OVVERO DAL PARTITO DIVISO AL PARTITO DEGLI SPUDORATI”


La vicenda dell’elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale ha reso manifesto che il centro sinistra faentino continua nella sua tradizione di innovazione politica. Circa 20 anni fa De Giovanni a Faenza anticipò la stagione dell’Ulivo nazionale, creando la coalizione di centro sinistra, che ha poi governato la nostra città fino ad oggi, così come poi Prodi governò l’Italia per anni, alternandosi a Berlusconi. Oggi Malpezzi rischia veramente di favorire, grazie al suo noto carattere (non vedo/non sento/non parlo), la scissione del centro sinistra a Faenza, in attesa che essa avvenga a breve anche a livello nazionale per opera di Renzi; in questo modo Malpezzi sta pericolosamente (per lui) avviando un percorso di sfaldamento della maggioranza di governo a Faenza, che può portare anche ad una fine anticipata di questa amministrazione. L’elezione del Presidente del Consiglio Comunale poteva e doveva avvenire con un sereno e leale confronto tra la maggioranza e la minoranza, che, come è noto, aveva già dato ampia disponibilità su un paio di nomi, ben noti e graditi anche nella maggioranza. Purtroppo Malpezzi e il gruppo renziano del PD hanno deciso diversamente, mostrando un’arroganza che ha poi creato un clima di caccia ai traditori interni al PD e di sospetto verso gli alleati, che inevitabilmente sta portando e sempre più porterà a rancori, rimpasti di Consiglio e di Giunta. E adesso? Riusciranno Malpezzi e lo spezzone del PD renziano, sempre più isolati, a garantire la gestione della nostra città oppure perderanno il  loro tempo a fare la guerra con la sinistra del PD e con gli alleati? I dubbi sono più che legittimi, per cui attendiamo con fiducia la prossima scissione a sinistra (locale e nazionale) e le elezioni nazionali, che sarebbero un’onorevole via di fuga per un Malpezzi, intrappolato nel buco nero da lui stesso creato, e un vantaggio per la nostra città, che merita ben altra considerazione visti i problemi che dobbiamo affrontare. Insomma a Faenza dal PD nasce un PDS, cioè dal Partito Diviso nasce il Partito Degli Spudorati, aggettivo che, nella lingua italiana, significa essere arroganti, tracotanti, insolenti: sbaglio o è la fotografia di Malpezzi? Tiziano Cericola, Rinnovare Faenza



PROVINCIA DI RAVENNA: IL TURISMO IN NUMERI

Arrivi e presenze secondo l'Istat: nel periodo natalizioboom sui lidi
e a Cervia, male la città d'arte. L'anno si chiude comunque in crescita di Luca Manservisi

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle feste natalizie (vedi articoli correlati) arrivano i dati ufficiali di arrivi e presenze turistiche a Ravenna. In dicembre in città i pernottamenti sono calati di circa il 5 percento rispetto al dicembre 2015, mentre il numero di turisti arrivati nelle strutture ricettive sono rimasti praticamente invariati (circa 12mila). In particolare da segnalare il 10 percento di pernottamenti in meno registrati nel settore alberghiero della città, a favore invece delle strutture extra-alberghiere, cresciute di altrettanti punti percentuali. A trainare le presenze ravennati di dicembre sono stati invece i lidi, che registrano addirittura un 30 percento di pernottamenti in più e un 20 percento di turisti in più rispetto all'anno precedente (si tratta comunque di numeri bassi, vista la stagione, circa 2mila persone, contro i quasi 100mila al mese di luglio e agosto). Da qui l'aumento complessivo del 2,72 per cento negli arrivi e del 4,2 delle presenze nel comune, citato nelle scorse settimane anche dall'assessore al Turismo Giacomo Costantini nell'annunciare un nuovo momento di confronto sui numeri (il 15 febbraio all'hotel Mattei).
Buona la performance in dicembre della vicina Cervia (che potrebbe aver influito anche sui dati dei lidi sud ravennati), già da qualche anno molto attiva sotto le feste, con turisti (circa 8mila) e pernottamenti in crescita entrambi di quasi il 7 percento rispetto allo stesso mese del 2015.
Guardando invece complessivamente i dati dell'anno, il 2016 va archiviato come un periodo finalmente positivo, di crescita, dopo due anni invece molto negativi come il 2014 e il 2015. In provincia di Ravenna le presenze (ossia il numero di pernottamenti) sono infatti cresciute del 3,6 percento, assestandosi a un totale di oltre 6,4 milioni (senza considerare – seguendo la linea dell'Istat – i cosiddetti "C2", ossia gli appartamenti affittati per le vacanze, in particolare sui lidi, che l'anno scorso avevano fatto salire le presenze registrate dalla Provincia oltre i 6,5 milioni, vedi articoli correlati), mentre sono quasi 1,5 milioni i turisti arrivati nelle strutture della nostra provincia, circa 100mila in più dell'anno scorso (pari al 3 percento).
Oltre la metà dei pernottamenti sono registrati a Cervia, che consolida i propri numeri (crescendo di poco più dell'1 percento) assestandosi sulle 3,4 milioni   di presenze contro le 2,6 del comune di Ravenna, in crescita di quasi il 7 percento rispetto al 2015. Per quanto riguarda il numero di turisti (i cosiddetti arrivi), a Ravenna nel 2016 sono cresciuti di oltre il 4 percento e a Cervia di quasi il 2 (in valori assoluti, rispettivamente, 593mila contro 710mila). Staccatissima come ovvio dai due comuni più importanti c'è poi Faenza con 52mila turisti e 133mila pernottamenti, in crescita per una percentuale attorno al 10 rispetto all'anno precedente. © riproduzione riservata