Non
è ancora il panico. Ma lo spread tra i Btp italiani e il Bund tedesco, e cioè
la differenza tra il tasso di rendimento dei titoli di Stato ma rmai termometro
politico che registra le tensioni sulla moneta unica, è rimasto anche
stamattina a liveli elevati. IIn avvio di contrattaziono il dislivelle
era superiore a 200 punti. Anche se qualcuno i titoli italiani li ha iniziati a
ricomprare e il bond decennale ha visto scendere il rendimento al 2,36% dal
2,39% della chiusura di ieri. Continuano invece gli acquisti sostenuti sul
titolo tedesco che mostra un rendimento in calo allo 0,34%. Proseguono le
vendite sull'Oat francese. Il titolo decennale vede salire il rendimento
all'1,15% con il differenziale sul Bund tedesco che si amplia a a 79 punti,
livello che non toccava da oltre tre anni. Vendite anche sui Bonos spagnoli con
il rendimento che tocca l'1,80%. Fin qui il dato tecnico, segno anche di
strategie dei grandi fondi che hanno in pancia titoli con rendimenti molto
bassi e che intravedendo la risalita del costo del denaro se ne cominciano a
liberare in attesa di nuove aste con tassi più appetitosi. Ma ancora una volta
sui numeri si innesta la polemica politica che varia però a seconda delle situazioni.
E se in Europa la risalita della febbre dello spread è legata alle intenzioni
sovraniste della candidata alle presidenziali francesi Marine Le Pen, in Italia
lo stesso fenomeno è visto come il bastone che la cancelliera Merkel agita
contro i governi che non si allineano alla linea del rigore. A dirlo è stato
questa mattina anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera in
un'intervista: "Lo spread? Quello è un grande imbroglio. È l'arma di
ricatto che l'Europa tedesca rivolge ai governi non più amici o che vuole
condizionare. L'aveva impiegato contro Berlusconi, e adesso lo usa nei
confronti di un'Italia che considera riottosa sull'immigrazione o sui conti
pubblici".
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