IL PD DI CASTEL BOLOGNESE E CASOLA HANNO FATTO IL DOPPIO GIOCO
Le legge sulle ASP è una grande occasione buttata
al vento, potevamo andare a riformare un sistema di welfare che nei 10 anni da
quando è entrato in funzione ha mostrato enormi lacune e criticità: troppa
burocrazia, troppe poltrone, troppe spese, pochissima sussidiarietà. Non si
supera l'idea sbagliata di fondo della legge 2/2003 lo statalismo accentratore
che a scendere crea tutti i problemi appena accennati. Ci voleva il coraggio di
cambiare strategia come hanno fatto in altre regioni del nord, dando spazio
alla pluralità delle forme gestionali incentivate (anche fondazioni) ed alla
sussidiarietà, consentendo un maggior coinvolgimento del privato sociale. È
inoltre inaccettabile che la Regione cerchi sempre più di scaricare
oneri sulle amministrazioni comunali le quali, in molti casi, già con la legge
2/2003 si sono viste addossare carichi di spesa per gestire servizi che prima
avevano a costo zero con le IPAB ed ora li vedranno ulteriormente aumentare in
virtù dell'ulteriore accentramento e aziendalismo pubblico delle strutture cui
sono stati obbligati ad aderire. Come PdL avevamo proposto una progetto di
legge equilibrato che voleva azzerare gli oneri del sociale per i comuni che, oggi, gravano per oltre il 50% sui bilanci. Si
è preferito invece dare qualche contentino all'estrema sinistra, vedi
l'articolo 3 rispetto ai divieti di assunzione di personale, creando così il
rischio di nuovi bacini di dipendenza pubblica fuori del tempo con il dubbio
che siano utili a creare bacini di consenso. Le
stesse organizzazioni che si collocano a sinistra e qualche anno fa esultavano
rispetto alla creazione delle ASP oggi criticano aspramente questa soluzione
perché troppo spostato a sinistra tanto da scavalcarle. Un
modello di gestione neo comunista dirigista
lontano dai bisogni dei territori lontano anni luce da una visione della
pubblica amministrazione improntata all'accessibilità e trasparenza moderna e
flessibile. Continua il Presidente del Gruppo Assembleare del PDL in Regione
Emilia-Romagna Gianguido Bazzoni: "Questa
legge passa sopra la testa, scavalca, la volontà dei territori, le loro
specificità ed eccellenze, caso emblematico l'ASP di Castel Bolognese Riolo
terme, Brisighella e Casola Valsenio. Su questa riorganizzazione . Il
PD sui territori ha fatto melina ed il doppio gioco. I Sindaci inoltre nel caso
specifico di Casola Valsenio e
Castelbolognese non hanno ascoltato e non hanno posto all'ordine del giorno politico del loro partito, maggioranza di
governo in Regione Emilia-Romagna, il lavoro propositivo fatto dai gruppi di lavoro
e dei comitati impegnati su questi temi teso a valutare il provvedimento senza
preclusioni di sorta ma che ha dimostrato alla fine la non convenienza e
necessità di una ASP unica nel distretto faentino. I consiglieri regionali del
PD della provincia di Ravenna, se avessero voluto, potevano sicuramente
incidere per far modificare il testo della legge al fine di lasciare maggiori
gradi di libertà sui singoli distretti, al fine di valutare le specificità e
soprattutto le efficienze concrete delle strutture esistenti, questa latitanza
grida vendetta, perché é un chiaro tradimento del territorio che li ha eletti.
La conferma di questa latitanza é dimostrata dalle forti tensioni interne ai
coordinamenti locali dello stesso PD. I cittadini non possono capire.e
giustificare queste operazioni di puro potere senza vantaggi sul piano dei
servizi alla persona".
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