venerdì 31 luglio 2015

GOVERNO BATTUTO A PALAZZO MADAMA SU RIFORMA RAI. VERDINIANI O NON VERDINIANI MAGGIORANZA NON C’E’ PIU’: GOOD MORNING VIETNAM-SENATO. CIAO RENZI……..




MATTEO RENZI INCASSA IL TFR: 48MILA UERO (LORDI) A SPESE DEI CONTRIBUENTI FIORENTINI


Quando Il Fatto raccontò i contributi figurativi incamerati facendosi nominare dirigente dal padre prima di diventare presidente della Provincia di Firenze, il premier annunciò che si sarebbe dimesso. Ora si scopre che ha ritirato il denaro dei contribuenti. Per un caso identico l'ex ministra Pd Josefa Idem è stata rinviata a giudizio per truffa
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da il Fatto Quotidiano del 30 luglio 2015

PROVINCIA RAVENNA,ALTRO CAMBIO DOPO L’USCITA DI RIVOLA DALLA GIUNTA PROVINCIAE FORZA ITALIA HA CHIESTO NUOVAMENTE CHE L’INTERO CONSIGLIO SI DIMETTA

Il consiglio provinciale ha preso atto dell’uscita dal gruppo Pd di Ermanno Tani che è confluito nel gruppo misto. Il consigliere Galassini, dopo l’uscita nei giorni scorsi dell’assessore Rivola, vista la completa assenza dai lavori del consiglio provinciale del presidente Casadio e del vice Valenti, in dispregio ai consiglieri eletti, ha chiesto nuovamente le dimissione di tutti i consiglieri per anticipare l’ingresso dei consiglieri comunali, ma il Pd non ci sente.

ANCARANI SU ALLEANZA LEGA E PROSSIME ELEZIONI COMUNALI 2016



giovedì 30 luglio 2015

FISCO E FIASCHI – RENZI BATTA UN COLPO

La lunga marcia di Matteo Renzi, verso un mondo migliore non si arresta. Tanto costa poco aumentare il volume degli annunci. Specie se ci sono polli pronti a prendere per oro colato la moltiplicazione degli zecchini d’oro nel campo dei miracoli. Nel 2017 – l’ultima promessa nel breve volgere di qualche giorno – ridurremo le imposte sui profitti d’impresa al 24 per cento. Un punto meno della Spagna. Bravo, bene, bluff. Per passare da annunci a realtà occorrerebbe un tasso di crescita nominale del 6 o del 7 per cento. Ipotesi irrealistica. Quindi: fine della trasmissione. Renzi batta un colpo – Il Presidente (si fa per dire) del Consiglio non ha visto, inoltre, l’unica ancora di salvezza che gli è arrivata da oltralpe: la proposta di Francois Hollande di ridare una dimensione politica all’eurozona, con un governo e un Parlamento comuni. Renzi non se n`è neanche accorto. Oggi sui quotidiani arrivano le prima riflessioni e i primi riscontri alle nostre osservazioni. Noi aspettiamo ancora Renzi, vediamo se si degnerà di battere un colpo. Decida, una volta per tutte da che parte stare: basta fare il pesce in barile.

ELEZIONI RAVENNA, FORZA ITALIA CORTEGGIA LA LEGA E CREDE NEL BALLOTTAGGIO


Forza Italia sta cercando l'accordo con la Lega Nord per le elezioni amministrative del prossimo anno nei tre capoluoghi emiliano-romagnoli interessati, Ravenna, Rimini e Bologna. Lo rivela a margine di una conferenza stampa a Palazzo Merlato, assieme a Ncd e Lega Nord, il capogruppo azzurro in Consiglio comunale a Ravenna, Alberto Ancarani, aggiungendo che in città si punta a "un candidato credibile e forte in prospettiva di coalizione". E forse anche di ballottaggio, dato che Ancarani è convinto che questa tornata non finirà con l'elezione diretta del primo cittadino, riproponendo quanto avvenuto a Faenza quest'anno, dove il Pd ha rischiato grosso. Lo scenario politico ravennate in vista delle amministrative 2016 è tutt'altro che definito. Anche se alcune certezze ci sono. Lista per Ravenna e Alvaro Ancisi correranno per l'ennesima volta da soli, o comunque appoggiati dalle solite liste civiche, mentre non ci sarà l'ultimo candidato sindaco del centrodestra, Nereo Foschini, che per motivi d'età lascia. "La situazione politica ravennate è depressa per il comportamento della maggioranza", attacca, per questo "l'occasione è unica e irripetibile per la minoranza" che deve strizzare l'occhio al civismo. Ma anche qui i contorni sono poco definiti: "Ci sono diverse liste ma una lettura della situazione non è facile", conferma Foschini. Alcune sono solo sulla carta, altre come "la Pigna" sono "figlie di padri ignoti". Anche a sinistra, prosegue la sua analisi Foschini, "non sono uscite tutte", con Andrea Maestri passato sotto l'ala dei civatiani e "i fermenti dell'area cattolica non ancora allo scoperto". Dunque, ribadisce, lo scenario migliore sarebbe quello dei due poli, ma "gli elementi di conoscenza attuali non permettono di dirlo". Molto "dipenderà anche dai conigli che usciranno dal cilindro", vale a dire i candidati sindaco.  Il Pd non ha ancora sciolto la riserva, nemmeno sulle primarie, con tre ipotesi che appaiono più forti sulla carta, Alberto Cassani, Enrico Liverani e Giacomo Costantini. Eppure, ricorda Foschini, "Matteucci fu scelto un anno e mezzo prima delle elezioni". Di certo anche questa volta il centrodestra non riuscirà a compattarsi. Con Ancisi a correre nuovamente in solitaria.  Per lui c'è "grande rispetto", rimarca Paolo Guerra della Lega Nord, ma il suo arroccamento va solo "a favore del Pd". Anche per questo non è stato coinvolto nell'odg sul porto, lui preferisce le "polemiche minimali e non saremmo riusciti ad arrivare a una sintesi". A questo punto tra i tre litiganti, a ridere potrebbe essere il Movimento 5 stelle, specie se arriva al ballottaggio. Potrebbe catalizzare infatti non solo i voti del centrodestra, sempre desiderosi di uno sgambetto al Pd, ma anche quelli della sinistra, che ha appena lasciato la maggioranza e l'alleanza. Toccasse al polo di centrodestra, con ogni probabilità i ravennati scontenti si turerebbero il naso votando dem.

AREA VASTA DELLA ROMAGNA APPROVATA DAL CONSIGLIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA. ULTERIORI SPESE PER LE PROVINCE

La riforma del riordino istituzionale è legge regionale. L’assemblea legislativa oggi ha dato il via libera con il si di Pd e Sel, l’astensione di Forza Italia e Fratelli d’Italia, (incomprensibile n.d.r) il voto contrario di Lega nord, Movimento 5 stelle e Altra Emilia-Romagna. Il presidente Bonaccini ha dichiarato: una giornata importante, entro l’estate daremo corpo alle indicazioni della legge Delrio. L’area vasta della Romagna, su cui negli ultimi anni si è spinto tanto, fa da precursore alle linee della nuova riforma del riordino istituzionale. Aree vaste e fusioni sono infatti le parole d’ordine di una legge che ha l’obiettivo di semplificare e ottimizzare i servizi. Un modello che dalla Romagna la Regione, che vuole fungere da baricentro, tende ad estendere a tutto il territorio emiliano romagnolo. “La legge proposta dalla Giunta mette a frutto un grande lavoro – ha sottolineato l’assessore regionale al Bilancio e riordino istituzionale– per realizzare un nuovo sistema di governo locale e un’ampia prospettiva di riforma che semplifichi il quadro istituzionale, ottimizzi i servizi e aumenti la competitività dei nostri territori attraverso un patto tra le Istituzioni. Con questa legge la Regione esprime la capacità di essere all’altezza della sua funzione istituzionale e politica proponendo una visione strategica del proprio ruolo di baricentro del sistema territoriale”
Entro il 2020 si vorrebbe ridurre i comuni a 300, oggi sono 340. Per le Unioni, dalla Regione arriveranno quasi 17 milioni per incentivare le gestioni associate di funzioni comunali. Un riordino, , ottenuto anche grazie all’accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali. Partita importante quella dei dipendenti delle provincequasi 4mila. Entro la fine del 2015 duemila saranno ricollocati, gli altri resteranno in capo alle province per occuparsi di funzioni come il trasporto pubblico e l’edilizia scolastica. Per garantire il processo, nel 2015, la regione ha stanziato, oltre ai 31milioni di euro già previsti, altri 28milioni.
Altra novità l’istituzione di nuove agenzieArpa, oltre che di prevenzione ed ambiente si occuperò anche di energia, l’Agenzia regionale di protezione civile prenderà anche le funzioni di sicurezza territoriale. Verrà istituita anche un’Agenzia regionale per il lavoro, che andrà ad assorbire il ruolo dei centri per l’impiego.

mercoledì 29 luglio 2015

CONSIGLIO COMUNALE FAENZA: ARRIVA INCENERITORE, TARIFFA RIFIUTI


Ieri sera (27/7) c'è stato il consiglio comunale con molti argomenti importanti. La maggioranza PD ha approvato la delibera per la zonizzazione acustica della Caviro, uno dei tanti tasselli che servono per attivare i nuovo inceneritore. Tutta l'opposizione ha votato contro, mentre il PD ha votato a favore: fin qui tutto nelle regole, quello che meraviglia (si fa per dire) è che hanno avuto la faccia tosta di dire che quella delibera non riguarda l'inceneritore ! Non capirò mai come delle persone che si dicono cattoliche e credenti, pur militando nel PD, possano essere così ipocrite. E' stata approvata dal PD la nuova misura della tariffa dei rifiuti, su cui ho già scritto: anche qui il PD ci fa pagare quello che ha deciso HERA senza nessuna remora ! Piccola modifica al regolamento della TARI per dare un contentino alle aziende che potranno pagare qualche euro in meno: fumo e non arrosto. L'assestamento di bilancio ha messo in mostra il solito taglio agli enti locali fatto dal governo RENZI, senza che il Sindaco abbia avuto il coraggio di dire ai suoi che è ora di farla finita di tagliare risorse ai cittadini.  
Il Sindaco ha distribuito le sue linee di mandato, su cui discuteremo in settembre. Chiacchiere e citazioni dotte, senza alcun riferimento concreto a dei veri progetti per farci uscire dalla palude in cui ci ha condotti in questi ultimi 5 anni.
PS.
Un discorso più ampio: occorre seguire l'esempio del Comune di Forlì e riprendere la proprietà COMUNALE dei rifiuti, poi indire una VERA gara di appalto cercando di estromettere HERA e puntare alla raccolta differenziata. Si veda l'esempio del Consorzio Priulia nel Triveneto: maggiore efficienza, minori costi, minori inceneritori. Ma questa a Faenza è pura fantasia, perchè Malpezzi e soci sono succubi di Hera e non hanno certo il coraggio (vorrei usare un altro termine di anatomia maschile) per fare scelte importanti; loro si limitano a traccheggiare a spese nostre.

IL PD BLINDA LA FESTA DELL’UNITA’ PER EVITARE FISCHI CONTRO RENZI


La tensione è alle stelle. Perché la base del Pd non impazzisce più per l’ex rottamatore. Non lo apprezzano né nelle vesti di presidente del Consiglio né nei panni di segretario di partito. E nei giorni di massima bagarre per la Capitale, a fior di nervi per i disagi causati dal trasporto locale, i rifiuti ammucchiati agli angoli delle strade del centro storico e, soprattutto, i pachidermici problemi di un sindaco incapace come Ignazio Marino, il rischio che Renzi venga fischiato, se non addirittura contestato, sono più che concreti.
Renzi ha chiesto (e ottenuto) da Orfini di non vedere Marino. “Non intende incontrarlo neanche di sfuggita”. D’altra parte, domani sera, non affronterà le beghe del partito, ma, come suo solito farà le solite promesse: taglio delle tasse, riforme per il Paese e così via. “Non affronterà la crisi che da settimane paralizza la prima città d’Italia”.

IL PRESIDE LANDI IN PENSIONE: MA LASCIATELO ANCORA INSEGNARE!


Da Corriere Romagna RAVENNA. «Ho 36 anni di servizio, non si può dire che io sia un baby pensionato...». Ha ragione Marcello Landi. Talmente tanto che per “raggiunti limiti massimi di servizio” il prossimo primo settembre dovrà lasciare la presidenza del liceo artistico Nervi Severini che occupa da più di dieci anni. «Per legge ero obbligato a fare domanda di pensionamento», dice sapendo che vorrebbe restare. E perché no? Per impedire al ministero di metterlo a riposo è partita la battaglia di colleghi e genitori: non portatecelo via. L’operazione salva preside è in piedi da qualche tempo ma ora siamo alle battute finali e (sperano al Nervi) decisive. Sono state imbucate lettere indirizzate all’Ufficio scolastico territoriale di Ravenna e a quello regionale dove si decidono le nomine dei presidi. Ci sono quelle dei dirigenti della scuola, quelle dei collaboratori del liceo e quelle dei genitori. Un pressing a tutto campo per chiedere che il professor Landi «fiore all’occhiello nel panorama culturale e artistico ravennate - si legge nella lettera dei genitori - possa continuare a svolgere, almeno per qualche anno ancora, la sua preziosa attività che l’ha contraddistinto in tutti questi anni». I numeri sono dalla sua. Solo per il prossimo anno scolastico le iscrizioni contate sono quasi 200. Gli studenti del Nervi Severini sono 730. Quando il professor Landi, con un passato da studente nelle stesse aule, prese il timone erano meno di 500. Una cifra che, con le regole di oggi, non consentirebbe nemmeno più l’autonomia dell’istituto.
A preoccupare è anche il futuro dell’indirizzo del mosaico. Cancellato il “codice” di insegnamento, il corso simbolo per il territorio ravennate rischia di avere un destino segnato. «Finché ci sono i docenti attuali resterà - spiega la professoressa Elena Pagani, vice di Landi -. Fra qualche anno potrebbe sparire. Il preside si è sempre battuto per questa nostra specificità...». Per questo, e per altro, tutti non vogliono mollare il preside. «Ha creato un clima favorevole, la scuola non è mai stata così visibile, ha dato ai ragazzi tante opportunità - continua la vicepreside -, con tanta attenzione agli alunni con disabilità. Sì, i ragazzi lo amano perché è un dirigente che fa prevalere il lato umano e non un burocrate. C’è un idillio con i giovani, romperlo sarebbe un peccato. In fondo chiediamo solo che resti un paio d’anni in più...».

martedì 28 luglio 2015

IL PUGNO DURO SUL CETO MEDIO


Renzi si appresta a infliggere un colpo mortale alla classe sociale di riferimento di ogni democrazia liberale. La sua cultura politica è quella del compromesso storico




Sapete perché il Sindaco Marino una mattina si è svegliato e dopo solo due anni dalla sua elezione si è accorto che ATAC non funziona e la città eterna è una cloaca putrescente a cielo aperto? Sapete perché lo “scandalo” Atac è scoppiato adesso dopo un mese di sciopero bianco e settimane di violenza fra utenti e macchinisti/impiegati dell’ATAC? Se siete in Italia forse non vi è chiaro ma se foste stati all’estero in questi giorni si. Perchè i giornali esteri e le grandi tv in lingua inglese, quelli con cui ti dai un tono cazzeggiando in camera quando sei in un albergo Internazionale (BBC, CNN, Fox, ero a Ginevra quando è scoppiato lo scandalo. A Roma  Marino non viene defenestrato per incompetenza solo per il piccolo particolare che le leggi elettorali amministrative prevedono mandatoriamente nuove elezioni in caso di caduta del sindaco. E il PD le perderebbe con solenne figura di Merda del Cazzaro. E’ oltre un mese che i trasporti pubblici di Roma funzionano ancora peggio del normale perchè i dipendenti dell’ottima Atac (1,6 miliardi di perdite in 5 anni…. ripianate dai Romani? sicuri, sicuri?) si rifiutano di avere il Badge per certificare quando sono o non sono al lavoro. Ma il bubbone con tanto di teatrale decisionismo del sindaco Marino (Marino che ha anche sfanculato l’assessore da LUI scelto e al tempo magnificato come la soluzione del problema) è scoppiato perché è saltato il coperchio dal pentolone di M…. grazie alla stampa estera.

30 Luglio 2015 ore 21,15 “IL BARATTO DI MODIGLIANA” A CURA DEL BRISIGHELLESE LUIGI RIVOLA, GIORNALISTA E APPASSIONATO DELLA “LEGGENDA DI MARIA STELLA”


Questo giovedì, 28 giugno 15, nell’ambito della rassegna “Sapere e Gusto” alle Terme di Brisighella, organizzato dal blog “Brisighella Ieri e Oggi” sarà presentata la storia de l”Baratto di Modigliana” a cura del giornalista brisighellese Luigi Rivola. Maria Stella Chiappini, personaggio realmente esistito, una donna che tra le altre cose cantò l’Opera a Firenze nel tardo ‘700, nacque a Modigliana. Ma non era figlia dello sbirro delle carceri Lorenzo Chiappini, che si limitò a darle il cognome: fu barattata con un neonato maschio perché i suoi veri genitori, nobili, in assenza di discendenti maschi avrebbero perso molto se non tutto. Chi perse tutto, nella realtà, fu lei: la vera madre, la vera famiglia e sì, i suoi privilegi di nascita. Tutto questo le fu sottratto, perché era nata femmina. Per rievocare Maria Stella con l’ausilio dei contributi multimediali organizzati e illustrati da Luigi Rivola, grande esperto del “baratto di neonati” e collezionista appassionato di antiche pubblicazioni dedicate alla sua protagonista.
Luigi Rivola giornalista ha dedicato, come Enzio Strada autore di Giovanni Pianori “Il Brisighellino riabilitato alla storia risorgimentale in seguito alle dettagliate ricerche storiche, hanno dedicato parte della loro  vita per la ricerca dei fatti e documenti storici.
Una serata interessante anche per i legami indiretti con i frati conventuali di S. Bernardo di Brisighella raccontato nel libro di Galassini e Bazzocchi “Appunti storici di brisighella e val lamone (1913.14)“ dalla cronaca di Amedeo Malpezzi, presentato l’anno scorso alla prima edizione di “Sapere e Gusto” (cap. XXV Un re di Francia Romagnolo).

IL “TRENO DI DANTE” PROTAGONISTA DELLA PRIMA PUNTATA DI FUORI BINARIO


Il “Treno di Dante” protagonista della prima puntata di FUORI BINARIO, il format televisivo della Rai che verrà trasmesso in tutto il mondo. Domenica 26 luglio - Rai Italia (orario variabile a seconda del fuso) Domenica 9 agosto – Rai 3, ore 10,30
 Il mitico “Treno di Dante” e i territori da esso attraversati saranno i protagonisti della prima puntata di FUORI BINARIO: il format è un viaggio alla scoperta del nostro Bel Paese, effettuato utilizzando le tratte ferroviarie “slow” sopravvissute alla modernità, alla scoperta di paesaggi incontaminati, pievi, piccoli paesi ricchi di arte, storia, tradizioni e aneddoti raccontati da personaggi caratteristici. Il programma, in 10 puntate, andrà in onda in quattro continenti: America, Asia, Africa, Australia, tutte le domeniche su Rai Italia (a partire dal 26 luglio nei vari fusi orari). In Italial’appuntamento è su RaiTre tutte le domeniche mattina alle ore 10,30, a partire dal 9 agosto. E proprio il 9 agosto, la prima puntata di FUORI BINARIO sarà interamente dedicata al "Treno di Dante": utilizzando questo speciale mezzo “Slow”, la storica tratta “Faentina” in vita dal 1893, la troupe della Rai diretta dal regista Federico Lodoli ha scoperto e ripreso i paesaggi, le eccellenze storico - artistiche ed enogastronomiche di alcuni dei territori più belli del Parco Letterario® Le Terre di Dante– www.leterredidante.com, da Firenze a Faenza e Ravenna, luoghi di nascita e morte di Dante Alighieri. Guidando la troupe della RAI per sei giorni lo staff del Parco Letterario “Le Terre di Dante” ha dato un significativo contributo alla realizzazione della puntata, indicando i luoghi più suggestivi e incontrando i personaggi più caratteristici: grazie agli interventi di questi “custodi” di costumi e tradizioni, di storia e ambiente, saranno svelati segreti e notizie inedite legati ai luoghi visitati. Informazioni che ora, grazie a questa trasmissione, potranno rimanere nel tempo e superare i confini. I paesi di cui la troupe racconterà in particolare sono: Borgo San Lorenzo, Ronta, Marradi, Fognano, Brisighella, Faenza, Piangipane e Ravenna. Un viaggio tra monumenti unici al mondo, vecchie vigne, ulivi secolari, antiche case coloniche, boschi selvaggi di castagno e faggio, mulattiere e colline ricche di frutteti. Un viaggio imperdibile per chi desidera allontanarsi dalla frenesia e preferisce farsi sedurre dai colori della natura e dalla preziosità dei paesi che si incontrano. Un ringraziamento speciale, per la disponibilità e collaborazione, va alle istituzioni dei territori incontrati, in particolare alla Unione dei Comuni del Mugello, ai comuni di Marradi, Brisighella, Faenza, Ravenna e ai Musei, MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, MAR – Museo d’Arte di Ravenna e al Museo Chini di Borgo San Lorenzo.

lunedì 27 luglio 2015

SUCCESSO COONVENTION A MARRADI AZZURRI 94. INTERVENTI DI BRUNETTA E DEL COORDINATORE REGIONALE MUGNANI, DI NOTEVOLE SPESSORE POLITICO




Interessante e qualificato incontro a Marradi alla convention di Azzurri 94 organizzata da Rodolfo Ridolfi, intervento telefonico di Renato Brunetta e Bergamini, presente anche l’assessore del comune di Arezzo (Forza Italia), vinto dalle forze di centro destra unito ma interessente e di notevole qualità politico e culturale del nuovo coordinatore regionale della Toscana Mugnai, nominato da nemmeno un mese da Berlusconi che ha lavorato nel partito e riconosce chi mette la faccia davanti agli elettori da anni e consigliere regionale toscano. Da segnalare la notevole differenza di ragionamento con il coordinatore dell’Emilia Romagna. Auguri di buon lavoro a Mugnai e altri imparino o cedano il posto a persone preparate e attive come Mugnai.
http://pdlravenna.blogspot.it/search?updated-max=2015-07-20T22:54:00%2B02:00&max-results=12

DELL‟ITALIA NEL CAOS”

Il Paese è in preda ad una crisi di nervi e il presidente del Consiglio (si fa per dire) scappa. Scappa dalla realtà, scappa dalle sue responsabilità, scappa dal Parlamento. I casi della vergogna: Marino, Crocetta, Fiumicino, Pompei, Roma. Renzi se ne frega e va avanti per la sua solitaria corsa. Tra una promessa roboante e qualche senatore da raccattare
RENZI SCAPPA DALLA REALTÀ, SCAPPA DALLE EMERGENZE, SCAPPA DAL PARLAMENTO. ANNUNCITE, MALATTIA LINGUISTICA DEL PREMIER. UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (SI FA PER DIRE) A RESPONSABILITÀ LIMITATA
Difficile raccontare un Paese letteralmente in preda ad una crisi di nervi. LItalia di oggi è questo e tanto altro ancora. Sfiancata da sette lunghi anni di crisi economica. Sfiancata, fino allo stremo, da un anno e mezzo di chiacchiere e promesse. Renzi è a Palazzo Chigi da quasi 18 mesi. Un periodo non eccessivamente lungo, ma che sembra uneternità se rapportato al tasso di nullità dellazione di governo in questo lasso di tempo. Tante parole, tanti slogan, tante slide mostrate in miriadi di conferenze stampa. Una nuova malattia politica nata con la semantica linguistica del premier: lannuncite. Mai nessuno aveva annunciato così tanto e realizzato così miseramente poco. E quanto realizzato (si fa per dire) è stato fatto ingannando i cittadini, rabbonendoli con piccole mance (tipo gli 80 euro), mentre la mano armata dello Stato prelevava indisturbata a famiglie ed imprese ormai allo stremo. Renzi non dà risposte. LItalia rotola verso il basso e lui non fa nulla. Scappa dalla realtà, scappa dalle emergenze, scappa dal Parlamento. Nessuna spiegazione, nessuna parola al Paese. Crisi economia, terrorismo internazionale, crisi dellEuro, situazione greca, immigrazione clandestina, Germania egemonica in Ue, ruolo inesistente dellItalia in Europa.
Tutti dossier aperti sul tavolo europeo e nazionale. Tutti dossier dai quali il premier è in fuga. Un Presidente del Consiglio (si fa per dire) a responsabilità limitataFIUMICINO, POMPEI, ROMA

BERLUSCONI: VERDINI?, MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI. RESTIAMO NOI CHE CI CREDIAMO



"Meglio soli che male accompagnati". Silvio Berlusconi è intervenuto alla festa dei club di Forza Italia del Piemonte, in corso a Moncalieri (Torino), e ha commentato le fuoriuscite del partito. Forza Italia, sostiene il Cavaliere, si è rafforzata "dopo le ultime uscite, i nomi li conoscete" ha premesso Berlusconi alludendo a Denis Verdini. "I professionisti e i mestieranti della politica uno a uno se ne sono andati, quando gli è convenuto".
Berlusconi ha poi attaccato Matteo Renzi: "L'Italia in questo momento non è un Paese democratico. Abbiamo avuto quattro colpi di stato negli ultimi 20 anni, oggi c'è il terzo governo non eletto e una maggioranza che ci è stata usurpata e che ancora oggi si fonda su 130 parlamentari dichiarati incostituzionali e sono diventati la stampella del centrosinistra"

CARA LA MIA MARMELLATA, DELLA VENA DEL GESSO, OMAGGIO DI HERA


In questi giorni chi si reca alla stazione ecologica di Brisighella può  conferire, come in altri comuni, i  rifiuti separati  ricevono in omaggioun vasetto di confettura di albicocche da gr 220 prodotta nel Parco della Vena del Gesso.  I rifiuti devono essere neon e lampade a risparmio energetico;  rottami metallici;  accumulatore al piombo; 2 litri di olio vegetale o olio minerale; Vetro, plastica, lattine e carta, come sempre.
Il tutto forse per addolcire la bolletta arrivata in questi giorni a casa di ogni famiglia. Cara la mia marmellata.

INIZIO STAGIONE NON POSITIVO, BISOGNA CAMBIARE.

Di  Fabiano  Mazzetti Presidente Gruppo Trasversale Agricoltori 
Signor  direttore, purtroppo anche   questo inizio stagione ci da l'ennesima  conferma che non si vuole cambiare, ed a pagarne le conseguenze  dirette continuano come sempre ad  essere gli agricoltori, Paghiamo a  caro prezzo, la scarsa cultura di impresa, la mancata programmazione, l'innovazione varietale non sempre strettamente collegato al mercato,  e la mancanza di una vera aggregazione e strategia comune che ancora  latita, quello che è successo con il  progetto pera ne è la riprova, Forse è una peculiarità tutta italiana quella di ingigantire differenze  e problemi, invece di valorizzare  gli elementi comuni, aiutati anche  dal nanismo aziendale del settore  ortofrutticolo. In Italia ci sono almeno 60-70 esportatori degli stessi  prodotti ortofrutticoli, se andiamo  a vedere in altri paesi europei come  Spagna, Belgio e Olanda, possiamo  usare le dita di una mano per contarli tutti. Sono più di dieci anni  oramai che come G.T.A. solleviamo questi problemi, ma nulla è cambiato, sembra quasi che questa sorta di «nanismo» sia volontario, con una sorta di specializzazione ed una bravura a non risolvere i problemi, ma anzi ad esaltarli ed ingigantirli, così che si fanno apparire i problemi e gli ostacoli enormi ed invalicabili,  in modo che anche solo una soluzione parziale di un piccolo problema,  diventa per qualcuno un successo. Ed intanto che noi in Italia ogni anno ci «lecchiamo le ferite», in Spagna  (con l'aiuto di governo ed istituzioni)  gli agricoltori ci stanno surclassando e superando sia nel settore dell’ ortofrutta che del vino, favoriti anche da  costi di produzione nettamente inferiori (un terzo in meno su mano d’opera, agrofarmaci e mezzi tecnici, costi burocratici ed amministrativi)  e dalla maggior competitività  del «sistema paese». Finché  nel nostro settore a livello sindacale  ^ ed economico-organizzativo, prevale la voglia di visibilità ed autoreferenzialità rispetto al vero esercizio  della rappresentanza sindacale e di settore, difficilmente la politica sarà «obbligata» a darci risposte concrete  e valide invece dei soliti interventi «tampone» o a «spot». Non è un caso che in altri paesi europei, come  Francia e Spagna, dove l'agricoltura  è al centro delle politiche nazionali, i sindacati e le organizzazioni di  settore sono poche, forti ed unite. A questo punto sono gli agricoltori che devono decidere cosa abbattere: o gli impianti di frutteto e vignetooppure tutte queste rappresentanze e soprattutto quegli uomini che in questi anni, hanno solo pensato a difendere i loro privilegi o singoli interessi, invece degli interessi comuni di tutti gli imprenditori agricoli.

giovedì 23 luglio 2015

RECORD DEL CALDO A FAENZA


PROVINCIA UN ALTRO ASSESSORE SI DIMETTE: FORZA ITALIA CONTINUA A CHIEDERE LO SCIOGLIMENTO. UN NOTEVOLE RISPARMIO ECONOMICO PER LE INDENNITA’ PRESIDENTE, ASSESSORI E CONSIGLIERI


“La giunta provinciale di Ravenna perde un altro assessore. Dopo le dimissioni di Gianni Bessi  assessore allo sviluppo e vicepresidente della Giunta, a seguito della sua elezione a consigliere regionale, segue il ritiro di Eleonora Proni, assessore alle politiche sociali e scolastiche, eletta sindaco di Bagnacavallo. Arriva ora il recesso dall’incarico “per motivi personali” di Francesco Rivola responsabile della formazione, del lavoro e di altri settori. Su un esecutivo insediato nel giugno 2011 composto di otto persone, restano cinque, compreso il presidente Claudio Casadio già titolare di venti deleghe assessorili cui, probabilmente, aggiungerà quelle lasciate da Rivola.
Vincenzo Galassini consigliere provinciale di Forza Italia insiste, che tutta la giunta provinciale  i consiglieri si dimettano, con un anno di anticipo, come richiesto varie volte, con un notevole risparmio economico per l’ente  porterebbe a risparmiare sino alla fine del mandato 2016 oltre 800 mila euro. Risorse economiche che potrebbero essere impiegate per lavori pubblici e manutenzioni delle strade, dalla nuova gestione la provincia rimane cecchè ne dica Renzi, ma con rappresentanti senza indennità in rappresentanza dei consigli comunali.
Ma  il PD e IDV non sentono da quest’orecchio
La giungla puzza, la giungla fa schifo. "Grande Jungle" è il nome dato dagli abitanti di Calais all'enorme bidonville sorta alla periferia della città francese sulla Manica, popolata di quattromila migranti che da mesi attendono di poter passare in Gran Bretagna.  Quando entri nella giungla sono accolto da un odore acre che penetra nelle narici nonostante il vento forte che spira dal mare. È un misto di spazzatura, sudore e urina che si solleva dalle tende e dalle baracche dello slum. La maggior parte degli immigrati vive in tende di plastica da campeggio, assicurate al terreno con mattoni e pietre. A pochi metri dalla spiaggia, tra le dune sorgono i vari quartieri della giungla. Alcune bandiere indicano le zone dove si radunano le varie nazionalità: qui gli afghani, lì i sudanesi, poco oltre gli eritrei.  Chi è arrivato da poco dorme tra i cespugli, riparandosi alla bell'e meglio con un telo di plastica teso tra gli arbusti. Chi è qui da molti mesi è più organizzato e vive in baracche abbastanza alte da poterci stare in piedi. All'ingresso della giungla sono presenti alcuni bazar: catapecchie di assi e lamiera che espongono prodotti perlopiù alimentari in vendita per pochi euro.  Entro nell'osteria di Sekhandar, afghano. "Questo è il mio ristorante", dice orgoglioso. Mostra una tenda non più lunga di sei o sette metri, alcuni tappeti disposti per terra intorno a un tavolino. Dietro un bancone, la rudimentale cucina. L'oste cucina piatti afghani su un fornelletto a gas, mentre entriamo sta arrostendo due cosce di pollo. Lo condirà con le erbe che, a mazzi, pendono dal soffitto. Addossati a una parete, alcuni scaffali carichi all'inverosimile di bevande gassate, prodotti per l'igiene e cibo in scatola: sono i prodotti in vendita per gli abitanti dello slum.  Quando entra un cliente e compra delle bottiglie d'acqua, paga fino all'ultimo centesimo estraendo dalla tasca un rotolo sorprendentemente spesso di banconote. Sekhandar, d'altronde, ci conferma che tutti i suoi clienti pagano regolarmente il conto."Io vengo dall'Italia, ho vissuto alcuni mesi a Bolzano – mi racconta – Mi trovavo bene, ma gli Italiani sono razzisti, se entri in un negozio e hai la pelle scura ti guardano storto. In Italia nessuno fa lavorare gli immigrati, molti ci dicono di tornare al nostro Paese.

CASOLA VALSENIO ARRIVANO NUOVI PROFUGHI, FORZA ITALIA AVEVA RACCOLTO FIRME, ORA ANCHE IL SINDACO PD CONTRARIO

IERI pomeriggio all'albergo Antica Corona di Casola Valsenio (o meglio l’ex albergo, perché l’ insegna con nome e quattro stelle è stato oscurato) sono arrivati sei profughi richiedenti protezione internazionale. Sono i primi dei 40 profughi che dovrebbe accogliere la struttura ricettiva casolana gestita in affino da Antonio Norrito. Il quale, avvalendosi della collaborazione di una cooperativa di servizi ravennate, ha partecipato con esito positivo al bando indetto dalla Prefettura di Ravenna, offrendo  ospitalità per 40 posti, il massimo previsto per comuni fino a 15mila abitanti. Casola Valsenio ne conta solo 2.700, e un paio di mesi fa la notizia del probabile arrivo di 40 profughi nel centro del paese, dove si trova l'albergo, ha sollevato tra i casolani una diffusa contrarietà per il timore di un forte impatto sul tessuto sociale. Una contrarietà manifestata attraverso la raccolta di firme proposta da Forza Italia di Casola Valsenio (Casadio; Montanari, Violone), alcune centinaia tra interventi diretti e di affiancamento su Facebook, e la presa  di posizione contraria del sindaco che, ricordando come Casola ospiti già attraverso l'Asp quattro profughi, ha ritenuto troppo alto il numero di ospitati previsto all’ Antica Corona..

A PROPOSITO DI LAVORO: LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI?


Se un ristoratore fa lavorare un ragazzino viene  sanzionato. Nelle sagre e feste di partito, invece va bene così, esentasse. Ma la legge non è uguale per tutti?  Ricevo e pubblico

mercoledì 22 luglio 2015

RIFLESSIONI ESTIVE SULLA TARI A FAENZA DEL CONSIGLIERE CERICOLA MA VALIDO PER TUTTI I COMUNI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA



Lunedì 27 luglio il Consiglio Comunale di Faenza approverà l’importo della tassa rifiuti (TARI) che dovremo pagare per il 2015, per cui voglio condividere con i cittadini alcune mie personali osservazioni. Il processo di formazione della TARI è il seguente: Hera spa propone una cifra per la gestione operativa del servizio rifiuti, un ufficio regionale (ATERSIR) dovrebbe controllare tale importo e cercare di tutelare gli interessi dei cittadini, sempre questo ufficio regionale convoca i Comuni della Provincia di Ravenna e gli presenta il conto, i singoli Comuni ne prendono atto e deliberano come ripartire questo importo tra utenze domestiche e non domestiche, usando i parametri previsti da alcuni decreti ministeriali. Ovviamente HERA ha il servizio in affidamento diretto, senza lo straccio di una vera gara d’appalto, per cui si parte proprio con il piede sbagliato. La prima voce della TARI è quindi data dal costo di gestione del servizio da parte di HERA spa, pari per il 2015 a € 7.833.540,19= (per il 2014 era di € 7.921.166= con una diminuzione di € 87.626=).  Nessun dirigente del Comune di Faenza è in grado di capire se questo costo è congruo, che tipo di controlli abbia veramente fatto l’ufficio regionale e, soprattutto, se i servizi effettivamente resi da HERA spa sul nostro territorio corrispondano per quantità e qualità a quelli preventivati. Inoltre nessun dirigente comunale è in grado di controllare se questa cifra comprenda una giusta retrocessione dei guadagni di HERA derivanti dalla nostra raccolta differenziata. Inoltre va considerato che negli ultimi tre anni Faenza ha perso circa 260 abitanti e circa 200 imprese (- 3,6%) e che la perdurante crisi economica ha ridotto il volume degli acquisti domestici e commerciali: ciò vuol dire che il volume dei rifiuti da trattare dovrebbe essere ragionevolmente calato. A fronte di questi dati HERA spa riduce il suo prezzo solo di € 87.626= circa (- 1,1%). Dai bilanci di HERA spa, pubblicati su internet, risulta che il servizio di gestione dei rifiuti è molto lucroso, generando un margine operativo lordo (cioè un utile lordo industriale) pari a circa il 27% del fatturato: questo dato lascia perplessi sull’effettiva capacità di Atersir di controllare e calmierare il prezzo del servizio. Un’altra voce importante della TARI è data dalla gestione amministrativa delle bollette e dei pagamenti, che il Comune ha affidato ad HERA spa per € 269.521,18= (IVA inclusa). In sostanza il nostro ufficio tributi comunale ha dato forfait perché oberato di altro lavoro, per cui dobbiamo pagare ad HERA questo servizio aggiuntivo. Se consideriamo che a Faenza ci sono circa 28.000= “famiglie anagrafiche” e circa 5.500 imprese attive, risulta che ogni bolletta ci costa € 8=, cifra probabilmente elevata considerando che tutta la gestione avviene in modo automatizzato. Ma, cosa ancora più grave, l’intero “data base” della TARI è gestito da HERA con un suo software, inaccessibile al Comune di Faenza: in sostanza il nostro Comune non ha il controllo dei contribuenti. Le altre voci della TARI sono date dalla scontistica per le utenze domestiche e non domestiche: in sostanza quei piccoli bonus che ci vengono dati per la nostra raccolta differenziata non li paga HERA spa (che comunque lucra su tali rifiuti), ma sostanzialmente vengono ripartiti a carico di tutti i faentini, in una sorta di “mutualità dei rifiuti”. Vi è poi un importo per il “fondo per disagio sociale” (€ 101.713=), cioè per le famiglie assistite dai servizi sociali e una quota per restituire ad HERA i soldi delle bollette insolute (€ 335.040,50=). In totale noi pagheremo per il 2015 una TARI di € 9.728.219,44=. Viste le condizioni economiche delle famiglie e delle imprese faentine, forse sarebbe il caso che il nostro Comune facesse un’analisi più approfondita della TARI, cercando di avere uno sconto da HERA, gestendo in proprio la bollettazione e controllando la quantità e qualità dei servizi resi. Se potessimo avere uno sconto del 7% da HERA (vuol dire ridurre il suo utile lordo dal 27% al 20%) e se facessimo le bollette con i nostri uffici (in fin dei conti basta comprare un software dedicato) potremmo avere una riduzione del costo totale di circa € 800.000=. Dimenticavo una cosa: il nostro Comune prende i dividendi da HERA spa (tramite la partecipata Ravenna Holding), per cui non ha alcun interesse a contestare i prezzi imposti da HERA a tutti noi. Forse dovremmo cominciare anche noi a chiamare Robin Hood perché ci tuteli da tutti questi sceriffi di Sherwood.

ADDIO SCALO MERCI…….


SABATO 25 LUGLIO A FAENZA LA MARCIA PER L’OSPEDALE


Sabato 25 luglio anche Faenza avrà la sua Marcia per l’Ospedale di Faenza, a seguito di quella svolta con successo a Lugo il 18. Lo annuncia il Movimento 5 Stelle manfredo. L’appuntamento è alle 10.00 in Corso Mazzini, di fronte all’ingresso principale dell’Ospedale Civile di Faenza. Il corteo si svolgerà lungo Corso Mazzini e arriverà in Piazza Nenni (ex Molinella). In piazza Nenni "sarà allestito un palchetto - spiegano gli organizzatori - in cui tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della marcia, attraverso un loro rappresentante, ci racconteranno come sta il nostro ospedale e quali provvedimenti noi, semplici cittadini, proveremo ad adottare per salvaguardare i suoi reparti e la nostra salute. Tutti i cittadini e gli operatori del settore sono invitati a partecipare alla marcia in difesa del diritto alla salute, per una sanità pubblica efficiente e di prossimità".
I promotori dell'iniziativa, che ci tengono a sottolineare "non avrà un capello politico" sono: Movimento 5 Stelle,Comitato “Giù le mani dalla sanità”,FIALS, Lega Nord, Rinnovare Faenza, Forza Italia Ravenna

IL BALLISTA. “TAGLIO LE TASSE, STATE SERENI”. MA NON HA PAGATO I DEBITI ALLE IMPRESE. APPLICATA L’IMU ALL’AGRICOLTURA….E TAGLIA LE PARTECIPATE? STEPRA CHI PAGA I 30MILIONI DI DEBITI….


L’annuncio che tanto aspettavamo è arrivato. Via le tasse sulla casa, tagli drastici alle altre imposte. Parola di Matteo Renzi. E qui l’entusiasmo scema, non per gufaggine ma per esperienza. Vorrei credere al presidente del Consiglio, come gli ho creduto quando ha promesso che mai e poi mai avrebbe alzato le tasse, che avrebbe fatto la riforma fiscale entro tre mesi dal suo insediamento. Vorrei credergli come gli ho creduto quando davanti a me, in una serata di Porta a porta di un anno fa, aveva giurato che entro lo scorso settembre avrebbe restituito alle imprese italiane tutti i soldi che attendono dallo Stato, o come quando ha messo per iscritto, perché le parole volano, che entro il maggio 2014 avrebbe abolito il Senato. Vorrei credergli come quando gli italiani tre mesi fa gli hanno creduto all’annuncio che l’Europa aveva accettato di condividere l’invasione di immigrati ma non era vero, come non era vera nessuna delle promesse sopracitate. Ma io, testardo, vorrei oggi credergli, come gli ha creduto Enrico Letta quando in una sera di gennaio gli ha detto davanti a milioni di Italiani: Enrico, stai sereno, il premier sei tu. Oppure come gli ha creduto Silvio Berlusconi quando gli ha detto: dài, facciamo il Nazereno, tu mi aiuti in parlamento e io condivido con te la scelta del presidente della Repubblica.
Vorrei, davvero vorrei credere che Renzi abbasserà le tasse. Gli avevo creduto quando annunciò poderosi tagli alla spesa pubblica che però non sono andati oltre la messa all’asta su internet di sette scassate auto blu di ex ministri mentre lui e famiglia hanno continuato a spostarsi in aereo o elicottero blu financo per andare in vacanza. Ero pure certo che avrebbe dato seguito all’annunciato giro di vite sulla moralizzazione della politica ma oggi faccio fatica a tenere il conto di sottosegretari indagati.
Quindi, a malincuore, devo ammettere che dopo tante delusioni, oggi io – ma in Italia siamo sempre di più – a Matteo Renzi non credo più. Basta con promesse postdatate che sanno di depistaggio per distrarre gli italiani da scandali e fallimenti che avvolgono governo e maggioranza. Purtroppo, sulle tasse, continuiamo a non stare sereni, come con le “partecipate”, a Ravenna STEPRA a 30milioni di debiti, pagano i responsabili o i soliti cittadini, state sereni……

LA PREFETTURA È DIVENTATA UN’AGENZIA IMMOBILIARE (GRATUITA) PER IMMIGRATI: “A LORO DEDICATO IL 90% DEL TEMPO”. -


La candida ammissione della prefetta di Treviso. La vedete questa? È Maria Augusta Marrosu, prefetto di Treviso, che stamane in un’intervista al “Corriere del Veneto”, non solo afferma di aver “ringraziato gli immigrati” per non aver reagito alle forti proteste dei residenti (!), ma ammette candidamente che in Prefettura “il 90% dell’attività che svolgiamo riguarda la RICERCA CONTINUA di soluzioni per SISTEMARE nel modo migliore gli immigrati”. Capito??? Noi scemi paghiamo i bizantini uffici del Governo sul territorio (già inutili di per sé), ossia le Prefetture, non per sostenere gli italiani in difficoltà, ma per trovar casa a clandestini, di solito maschi, alti, giovani, atletici e in piena salute, magari al mare, cosí fanno il bagno. Anche un moderato non può esclamare se non: CHE SCHIFO!!!  Luca Morisi
E Sterpa sarà chiusa ma il buco di 30 milioni rimane chi paga I cittadini e non I responsabile!!!! Vergogna.

BOMBA IMMIGRATI SULL’ITALIA: ”NEL 2015 200MILA ARRIVI”

Il Viminale certifica i fallimenti di Alfano: "Nel 2015 già sbarcati 85.361". E la Polizia delle Frontiere lancia l'allarme

Si teme un'invasione simile a quella del 2015. Il direttore della Polizia delle Frontiere: "È una situazione senza precedenti". Anziché avviare i respingimenti, il Viminale vuole obbligare le Regione ad accogliere più immigrati.
E L’EUROPA VUOLE LE UNIONI GAY. E RENZI “CORRE AD APPROVARLE DAVANTI ALLE TANTE EMERGENZE, E TUTTI MANGIANO A NOSTRE SPESE. VERGOGNA


lunedì 20 luglio 2015

PAPE GURIOLI TESTIMONIAL VALLI LAMONE E SENIO


DEL FUTURO SENZA PAURA

La spinta propulsiva di Renzi è finita. Cerca il trampolino di Expo, ma ormai la mongolfiera precipita. Lo dicono i sondaggi. Lo dice l'energia nuova che Berlusconi e Salvini generano. La Casa della Speranza è Forza Italia +. Il metodo Venezia-Liguria spaventa il Pd balcanizzato. Osservazioni sul Ferrara verdin-merkeliano. Elogio di Bruno Vespa, che indica il surplus commerciale tedesco come nemico da svellere dal nostro presente
La situazione economica precipita e Renzi vola in Africa.

TELEFONIA MOBILE: CATTIVE NOTIZIE


i principali operatori di telefonia mobile - Tim, Vodafone e Wind - hanno da poco introdotto nuove regole sulle offerte dei piani delle ricaricabili: dal 2 agosto il canone non avrà più una durata di un mese, bensì di 28 giorni. Risultato? Alla fine dell'anno si sarà pagata una mensilità in più.

STEPRA, NESSUN RESPONSABILE, CONTROLLORE E CONTROLLATO

LEGGI  IL COMUNICATO STAMPA



“STEPRA – GRECIA: PIANO DI LIQUIDAZIONE – ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI”. ANALOGIE O FORSE REALTA’?

Le ultime parole famose del PD in Provincia di Ravenna nel maggio 2008 “STEPRA fornisce informazioni sulle opportunità di investimento, valorizzando le potenzialità del territorio. A Massa Lombarda dove si sta sviluppando l’intervento su un’area di complessivi 80mila metri quadrati. Dall’urbanizzazione si ricaveranno circa 62mila metri quadrati di lotti vendibili a destinazione produttiva. Il secondo a San Pietro in Vincoli, alle spalle dell’esistente zona artigianale.”  Nella dichiarazione di voto Carla Benedetti (attuale capo gruppo PD) richiamò «la necessità che Stepra continui la proficua collaborazione con i Comuni perché garantisce trasparenza e imparzialità». Giovanna Benelli di Forza Italia confermò la contrarietà del gruppo «a un’immobiliare pubblica che detiene il monopolio del marketing territoriale»
STEPRA di proprietà interamente pubblica (Camera di commercio, Provincia di Ravenna e 16 comuni) ha realizzato un record…. Un buco da 30 milioni (circa) per volersi mettersi a fare gli imprenditori immobiliari, un ruolo che non spetta agli enti pubblici contro le norme di legge e non certamente definito e chiarito nel mese scorso con la presa d’atto delle partecipazioni esistenti nella Provincia di Ravenna.  Un buco del genere dovrebbe essere con evidenze a livello nazionale a suo tempo ho segnalato il fatto alla Procura della Repubblica di Ravenna e alla Corte dei conti di Bologna. La maggiore parte dei terreni non ha mercato e il finanziamento è avvenuto con la banche.
Ieri i Capi gruppo della Provincia di Ravenna hanno preso atto della proposta di ristrutturazione dei debiti, in corso di elaborazione fra la società e le banche, una situazione nota da alcuni anni. Un paragone quando si parla “Accordo di ristrutturazione dei debiti”, porta alla mente quanto sta avvenendo in questi giorni in Grecia, ma anche nella vicina Forlì, con SAPRO  una  situazione simile a Ravenna. A rimetterci sono i ravennati perché, forse le banche utilizzeranno i fondi europei destinati al mercato, come avviene in Grecia.
Una vergogna, ma la cosa più grave che i responsabili di quanto avvenuto “non ne rispondano personalmente” e si “autopropongono il Piano di liquidazione e ristrutturazione dei debiti”, questa purtroppo è l’Italia che non funziona.
Auspico solo, che non capiti all’Italia quanto sta avvenendo in Grecia…… ma ho una grande paura.
-       - Consigliere Provinciale FORZA ITALIA – Vincenzo Galassini

BENTORNATO MALLEGNI: UNA NOTIZIA NON APPARSA SUI QUOTIDIANI


ITribunale di Firenze ha accolto il ricorso del sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. E’ una vittoria della democrazia, ma anche l’ennesima prova che la legge Severino è sbagliata e che deve essere modificata al più presto dal Parlamento. Buon lavoro al nostro sindaco!
LEGGE SEVERINO
Ce ne sono due. Una è contra Berlusconem, inesorabile e inamovibile, l’altra vale per il resto del mondo, cioè vale poco, anzi niente. Gioia per Mallegni, ma resta l’amarezza per Berlusconi. Bersaglio unico della magistratura e, prima, di una decisione infame del Senato. Aspettiamo con fiducia
DOPPIOPESISMO
Il doppiopesismo è fastidioso, è un vizietto antico che con l’attuale governo è ritornato più in auge che mai e fa venire l’orticaria. La prassi dovrebbe essere una e unica. Se le intercettazioni del premier sono un “fantasy”, se De Vincenti non ha sbagliato, allora Lupi ritorni al suo posto, la De Girolamo anche e Crocetta non dovrebbe dimettersi, oppure Matteo Renzi fornisca spiegazioni per le sue parole, si approfondisca sui “favori” a De Benedetti e si segua il corso intrapreso per gli altri tre.

venerdì 17 luglio 2015

CORAGGIO E FERMEZZA NECESSARI PER FAENZA


Oggi prima riunione della commissione sviluppo economico con un tema interessante: la riduzione del capitale di RAVENNA HOLDING per dare soldi ai Comuni soci. Si parla di ridurre il capitale di € 20 mln., in parte facendo un debito in banca e in parte vendendo azioni di HERA. Per il Comune di Faenza si tratterebbe di incassare circa € 1 mln., nel periodo 2015 e 2016. Per il nostro Comune si tratta di partite in conto capitale per cui andrebbero a finanziare investimenti. resta da capire DOVE il Comune li vuole spendere, per cui attendiamo il bilancio preventivo 2016. Questa operazione va nel senso che ho sempre auspicato in campagna elettorale: In questo periodo di crisi il Comune deve investire, traendo fondi dalla vendita delle partecipazioni e tramite i fondi europei. Questo viene chiesto anche a gran voce dal settore edile, come si evince dall'ultima relazione fatta dalla Confartigianato, ove si suggeriscono procedure interessanti tese a facilitare il lavoro delle imprese edili locali.
Vedremo se Malpezzi avrà il coraggio e la fermezza per fare questi investimenti o se, invece, sprecherà anche questa occasione.


PEDIATRIA RACCOLTE 3000 FIRME IN TUTTO IL COMPRENSORIO


REGALIAMO AGLI IMMIGRATI LA PENSIONE SOCIALE. E LORO TORNANO A VIVERE COME NABABBI NEL LORO PAESE!


Si godono la vecchiaia a casa loro, campando alle spalle dello Stato italiano. Gli stranieri che ottengono l’assegno sociale e poi tornano nel proprio Paese sono sempre di più. Anche perché è facile: basta una semplice autocertificazione. E anche se l’Inps scopre che qualcuno è scappato in patria, può farci poco o nulla. Molto spesso gli immigrati conoscono la legge (e i suoi benefici) meglio degli italiani. Sanno come aggirare le regole e come piegarle ai propri interessi. Accade anche con l’assegno sociale, una prestazione economica che viene concessa ai cittadini, italiani e stranieri, che si trovano in condizioni economiche particolarmente gravi. Il reddito annuo di chi lo richiede non deve superare 5.800 euro. Ottenerlo, soprattutto per gli stranieri, è abbastanza facile. Basta avere residenza stabile e abituale da dieci anni in un Comune italiano, essere titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, non superare la soglia di reddito richiesta e, ovviamente, avere compiuto 65 anni. Solo in Lombardia, come ci assicura una fonte dell’Inps, sono circa 5mila gli stranieri che hanno richiesto questo tipo di assegno. Gran parte di questi, però, una volta intascato il malloppo, è tornata nel proprio Paese d’origine, dove ha potuto condurre – anzi, conduce tuttora – una vita da nababbo alle nostre spalle.
Quando un italiano fa richiesta per poter ottenere l’assegno sociale, invece, scattano tutti i controlli di routine. Vengono setacciati i dati dell’Agenzia delle entrate, della Camera di commercio e dell’Inps e si verifica che chi ha richiesto l’assegno sia in regola. Con gli stranieri questi controlli sono tecnicamente impossibili perché non sempre all’estero – soprattutto nei paesi dell’Est Europa e del Nord Africa – esistono banche dati. La valutazione dei limiti di reddito di chi ne fa richiesta si basa quindi su una semplice (e incontestabile) autocertificazione. E quando l’Inps chiama gli stranieri a rapporto, ecco che arrivano le scuse più disparate: «Ho perso il passaporto», «non riesco più a tornare in Italia», «un mio parente è malato gravemente». Ma se c’è qualcuno che proprio non riesce a trovare i documenti per rientrare c’è anche, come ci racconta una fonte, chi ha più passaporti (italiano, straniero, rinnovato) e presenta all’Inps quello che conviene maggiormente, ovvero quello che non certifica l’espatrio. Se paragoniamo, poi, l’assegno sociale alle cosiddette «pensioni minime» si nota che chi usufruisce dell’assegno sociale – ovvero chi non ha lavorato o non è riuscito a versare contributi adeguati – prende all’incirca quanto chi ha lavorato tutta una vita e che, magari, percepisce la pensione minima: 448,52 euro contro 501. Poco più di 50 euro di differenza. A 70 anni scatta però la maggiorazione sociale e, così, la forbice si riduce ulteriormente. Per il 2013, per esempio, la differenza è stata di soli 13 euro.
Ma c’è un’altra beffa per i lavoratori italiani: la legge Fornero stabilisce che un uomo vada in pensione a 66 anni e 3 mesi. Ben un anno in più rispetto a quanto richiesto per l’assegno sociale. Significa che uno straniero che magari non abita nemmeno in Italia possa godere della pensione prima di un nostro connazionale.


“STEPRA – GRECIA: PIANO DI LIQUIDAZIONE – ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI”. ANALOGIE O FORSE REALTA’?


Le ultime parole famose del PD in Provincia di Ravenna nel maggio 2008 “STEPRA fornisce informazioni sulle opportunità di investimento, valorizzando le potenzialità del territorio. A Massa Lombarda dove si sta sviluppando l’intervento su un’area di complessivi 80mila metri quadrati. Dall’urbanizzazione si ricaveranno circa 62mila metri quadrati di lotti vendibili a destinazione produttiva. Il secondo a San Pietro in Vincoli, alle spalle dell’esistente zona artigianale.”  Nella dichiarazione di voto Carla Benedetti (attuale capo gruppo PD) richiamò «la necessità che Stepra continui la proficua collaborazione con i Comuni perché garantisce trasparenza e imparzialità». Giovanna Benelli di Forza Italia confermò la contrarietà del gruppo «a un’immobiliare pubblica che detiene il monopolio del marketing territoriale». STEPRA di proprietà interamente pubblica (Camera di commercio, Provincia di Ravenna e 16 comuni) ha realizzato un record…. Un buco da 30 milioni (circa) per volersi mettersi a fare gli imprenditori immobiliari, un ruolo che non spetta agli enti pubblici contro le norme di legge e non certamente definito e chiarito nel mese scorso con la presa d’atto delle partecipazioni esistenti nella Provincia di Ravenna.  Un buco del genere dovrebbe essere con evidenze a livello nazionale a suo tempo ho segnalato il fatto alla Procura della Repubblica di Ravenna e alla Corte dei conti di Bologna. La maggiore parte dei terreni non ha mercato e il finanziamento è avvenuto con la banche.  Ieri i Capi gruppo della Provincia di Ravenna hanno preso atto della proposta di ristrutturazione dei debiti, in corso di elaborazione fra la società e le banche, una situazione nota da alcuni anni. Un paragone quando si parla “Accordo di ristrutturazione dei debiti”, porta alla mente quanto sta avvenendo in questi giorni in Grecia, ma anche nella vicina Forlì, con SAPRO  una  situazione simile a Ravenna. A rimetterci sono i ravennati perché, forse le banche utilizzeranno i fondi europei destinati al mercato, come avviene in Grecia.
Una vergogna, ma la cosa più grave che i responsabili di quanto avvenuto “non ne rispondano personalmente” e si “autopropongono il Piano di liquidazione e ristrutturazione dei debiti”, questa purtroppo è l’Italia che non funziona.
Auspico solo, che non capiti all’Italia quanto sta avvenendo in Grecia…… ma ho una grande paura.
-       - Consigliere Provinciale FORZA ITALIA Vincenzo Galassini