martedì 14 luglio 2015

IL ROTTAMATORE È SOLO


 Confindustria ha spento l'ultimo neon, e taglia la luce a Renzi. Così volge alla fine la parabola del Fenomeno. I suoi fallimenti sono stati da premier e da segretario del Pd. Resta da spiegare il colpo di Palazzo con cui Napolitano lo ha collocato al vertice del Paese silurando il fido Letta. Cos'è accaduto davvero? Trasparenza, please. La stessa che Forza Italia pratica con la sua opposizione, e con la proposta senza inciuci di un tavolo di coesione nazionale sulla sicurezza e di un dialogo per regole istituzionali con condizioni di ferro. Renzi sta rottamando se stesso e il suo partito. Non gli permetteremo di rottamare l'Italia.
Il Rottamatore è un uomo solo e senza comando. Ha rottamato con una progressione rapida e geometrica qualsiasi credibilità che si era conquistata, anche presso Forza Italia, aprendo il tavolo del Nazareno. Ma abbiamo scoperto presto che era un , azzardo morale una finzione parolaia, e i suoi desideri erano altri: affermare una sua ventennale , secondo democratura la definizione di Eugenio Scalfari. Una simulazione di democrazia cavalcata alla fiorentina. La ha avuto il suo sigillo mortifero ieri, quando anche Confindustria ha staccato la spina al governo. Si sa che storicamente, in un Paese manifatturiero come il nostro, non può durare un esecutivo che abbia all'opposizione il sindacato degli imprenditori. Oggi l'unica grande impresa (a parte, per ovvie ragioni, di azionariato, Finmeccanica ed Eni) i cui vertici sono una cosa sola con Renzi, è la Fiat, anzi la , di Fca, che ha Marchionne però la testa e i piedi altrove, e che non lega certo più il suo destino a quello del sistema Italia, dalla cui mammella di Stato aveva succhiato fino a scoppiare, arricchendo i suoi padroni senza confrontarsi davvero con il mercato. Ieri il presidente Giorgio Squinzi ha avvisato Renzi, con pesante sarcasmo, che costui non



riuscirà a rottamare Confindustria. Mentre – è sottinteso – vale il contrario. Il premier è rottamabile rottamabilissimo, scriverebbe Manzoni.  Squinzi ha ragione. Matteo Renzi non solo ha distrutto le relazioni industriali, non avendo alcuna interlocuzione né con le imprese né con i sindacati né con i lavoratori, ma ha distrutto anche qualsiasi dialogo di tipo democratico. I risultati si vedono. È solo in Italia, è solo in Europa, è solo nel mondo.  È solo in Italia perché oltre la pattuglia dei suoi parlamentari, che, tra l’altro, si riduce sempre di più, non ha nessun interlocutore nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese (non solo Confindustria, ma anche Confartigianato, Confcommercio, ecc.), né ha interlocutori nei corpi intermedi.Il che lo porta a politiche o banali o insensate o meramente di potere, basti pensare a cosa sta facendo o vorrebbe fare con Cassa depositi e o con : carne di porco. Prestiti Eni  È solo in Europa nonostante la grande occasione (mancata) del semestre italiano: nessuno se lo fila, non tocca palla, e nelle quattro crisi che sconvolgono il vecchio Continente (immigrazione, terrorismo, Ucraina e Grecia) non ha giocato alcun ruolo.
È solo, infine, a livello internazionale perché è riuscito a essere inutilmente irritante tanto nei confronti di , Putin quanto nei confronti di, Obama e anche il Fondo Monetario Internazionale, al pari dell’Ocse, ne ha certificato il fallimento. . L’economia continua ad andar male  Il suo fiasco è su due piani. Quello di è arcievidente. Sul premier piano internazionaleil campionissimo del 40 per cento, il ragazzo prodigio dell'Europa socialista, ha fatto la fine – per chi ha memoria calcistica – di Nicolè, fenomenale Pelè della Juventus anni ‘60, spentosi come un cerino.
In Italia gli ha portato male essere giunto al potere non contando sulla forza delle idee e di una base sociale, ma grazie a un inganno (il Nazareno, presto svelatosi come un abito su misura della sua prepotenza autoritaria), e a un colpo di Palazzo.
A questo proposito, una domanda resta inevasa, tra le tante a cui Napolitano non vuole rispondere a proposito del complotto del 2011, a proposito della ingenerosa cacciata di Letta da Palazzo Chigi. Ci ripugna attingere alle intercettazioni pubblicate oggi dal “Fatto”. Di certo non si capì allora, e pesanti sospetti emergono ora, sulla non proprio limpida e costituzionale decisione di aprire una crisi finta per insediare Renzi al posto di Letta, dopo che Napolitano lo aveva praticamente imposto nella primavera del 2013. Quali armi di convinzione Renzi e il suo entourage hanno adoperato per esercitare una così efficace moral suasion sul Quirinale? Chi sa parli. Enrico Letta, vittima sacrificale, tradito da Napolitano, dal segretario del suo Partito, e dagli amicissimi del Nuovo centrodestra, non ha osservazioni da fare? Trasparenza, please.
Per parte nostra, l'alternativa a questo governo è trasparentissima. Siamo all'opposizione, oggi, e domani al governo. Stiamo costruendo il cantiere con Lega e con chi ci sta su Europa, fisco, sicurezza, immigrazione.
Siamo all'opposizione, ma siamo pronti a un dialogo condizionato sulle regole. Le condizioni sono ineludibili, e si tengono insieme, nel senso di favorire tutte il respiro democratico del Paese: riforma , con competenze costituzionale con Senato direttamente elettivocommisurate a questa novità; ; premio di coalizione alla Camera referendum in materie europee(dove registriamo il consenso di Michele Ainis).
Siamo all'opposizione, ma abbiamo proposto e insistiamo perché il governo istituisca con urgenza il tavolo della coesione e della sicurezza nazionale, dove condividere informazioni, proposte e decisioni nel contesto delle crisi incombenti. Renzi  è un uomo solo senza comando. Renzi sta rottamando se stesso e il suo partito. Non gli permetteremo di rottamare l'Italia.

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