Forza Italia sta cercando l'accordo con la Lega Nord per le
elezioni amministrative del prossimo anno nei tre capoluoghi emiliano-romagnoli
interessati, Ravenna, Rimini e Bologna. Lo rivela a margine di una conferenza
stampa a Palazzo Merlato, assieme a Ncd e Lega Nord, il capogruppo azzurro in
Consiglio comunale a Ravenna, Alberto Ancarani, aggiungendo che in città si
punta a "un candidato credibile e forte in prospettiva di coalizione".
E forse anche di ballottaggio, dato che Ancarani è convinto che questa tornata
non finirà con l'elezione diretta del primo cittadino, riproponendo quanto
avvenuto a Faenza quest'anno, dove il Pd ha rischiato grosso. Lo scenario
politico ravennate in vista delle amministrative 2016 è tutt'altro che
definito. Anche se alcune certezze ci sono. Lista per Ravenna e Alvaro Ancisi
correranno per l'ennesima volta da soli, o comunque appoggiati dalle solite
liste civiche, mentre non ci sarà l'ultimo candidato sindaco del centrodestra,
Nereo Foschini, che per motivi d'età lascia. "La situazione politica
ravennate è depressa per il comportamento della maggioranza", attacca, per
questo "l'occasione è unica e irripetibile per la minoranza" che deve
strizzare l'occhio al civismo. Ma anche qui i contorni sono poco definiti:
"Ci sono diverse liste ma una lettura della situazione non è facile",
conferma Foschini. Alcune sono solo sulla carta, altre come "la
Pigna" sono "figlie di padri ignoti". Anche a sinistra, prosegue
la sua analisi Foschini, "non sono uscite tutte", con Andrea Maestri
passato sotto l'ala dei civatiani e "i fermenti dell'area cattolica non
ancora allo scoperto". Dunque, ribadisce, lo scenario migliore sarebbe
quello dei due poli, ma "gli elementi di conoscenza attuali non permettono
di dirlo". Molto "dipenderà anche dai conigli che usciranno dal
cilindro", vale a dire i candidati sindaco. Il Pd non ha ancora sciolto la riserva,
nemmeno sulle primarie, con tre ipotesi che appaiono più forti sulla carta,
Alberto Cassani, Enrico Liverani e Giacomo Costantini. Eppure, ricorda
Foschini, "Matteucci fu scelto un anno e mezzo prima delle elezioni".
Di certo anche questa volta il centrodestra non riuscirà a compattarsi. Con
Ancisi a correre nuovamente in solitaria. Per lui c'è "grande rispetto",
rimarca Paolo Guerra della Lega Nord, ma il suo arroccamento va solo "a
favore del Pd". Anche per questo non è stato coinvolto nell'odg sul porto,
lui preferisce le "polemiche minimali e non saremmo riusciti ad arrivare a
una sintesi". A questo punto tra i tre litiganti, a ridere potrebbe essere
il Movimento 5 stelle, specie se arriva al ballottaggio. Potrebbe catalizzare
infatti non solo i voti del centrodestra, sempre desiderosi di uno sgambetto al
Pd, ma anche quelli della sinistra, che ha appena lasciato la maggioranza e
l'alleanza. Toccasse al polo di centrodestra, con ogni probabilità i ravennati
scontenti si turerebbero il naso votando dem.
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