(AGENPARL) - Roma, "Incentivare gli
investimenti nello studio dei geopolimeri" e "modificare la normativa
inerente ai restauri italiani, introducendo anche l'utilizzo dei geopolimeri".
A chiederlo è Giorgio Jannone, deputato Pdl, in un'interrogazione al Ministro
per i Beni Culturali Ornaghi e al Ministro dello Sviluppo Economico Passera. "Una
statua scheggiata - premette il testo - una ceramica sbeccata o un complesso
marmoreo o di terracotta mancante di un pezzo potrà presto essere restaurato
con i geopolimeri, materiali versatili compatibili con quello dell'opera d'arte
per caratteristiche e durabilità. 'In Italia si usano per il momento solo in
laboratorio per testarli come adesivi, utili per unire frammenti combacianti
provenienti per esempio da scavi archeologici, o per realizzare forme o parti
mancanti', precisa Sabrina
Gualtieri, ricercatrice Cnr dell'Istituto di scienza e tecnologia dei materiali
ceramici di Faenza. All'estero sono invece già stati applicati su
manufatti artistici dal gruppo di ricercatori dell'Accademia delle scienze di
Praga". "I geopolimeri - conclude Jannone - sono un'ottima
alternativa alle resine organiche che possono provocare ritiri e strappi, essere
facilmente deteriorabili o completamente irreversibili. Tuttavia 'il loro
impiego deve essere sempre preceduto da uno studio di realizzazione che
richiede una spesa e rende i geopolimeri attualmente non così competitivi
rispetto ad altri tipi di prodotti di restauro', risponde Sabrina Gualtieri.
Per abbassare i costi bisognerebbe trovare ditte intenzionate ad investire in
questi materiali".
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