giovedì 19 aprile 2012

E IO PAGO: BERSANI OPINIONISTA A SANREMO, COSI’ IL PD SPENDEVA I SOLDI DEI RIMBORSI.



DAW- Al Fatto il tesoriere del Pd era stato chiarissimo: “Se non incassiamo la rata di luglio, i partiti chiudono”. E’ una questione di vita o di morte: senza rimborsi elettorali i partiti non potrebbero sopravvivere. Ma spulciando proprio i bilanci del Partito Democratico, come hanno fatto al Giornale e a Micromega, ci si accorge che la verità è un’altra. Decisamente un’altra. Ma il Pd come ha speso i 200 milioni che ha preso a titolo di rimborso elettorale? Nei bilanci c’è di tutto. E sotto alcune voci, francamente curiose, si trovano spese davvero curiose. Ad esempio: Sotto la voce “Attività culturali, di informazione e di comunicazione” è presente un titolino piccolo piccolo: “Dopofestival a Sanremo”. Come, come, come? Che c’entra il Festival della canzone italiana con il Partito Democratico? Eh sì, perché nel 2010 il Pd organizzò addirittura il “dopofestival” di Sanremo, mandandolo in onda sulla sua televisione YouDem (che pure questa ha il suo costo). Ce lo ricordiamo vagamente: finita la serata all’Ariston, la televisione democratica accendeva le proprie telecamere e ospitava i dirigenti del partito. C’era anche Bersani, che si divertiva tanto. “Senza rimborsi elettorali chiudiamo”, dicono al Pd.  Sì, ma perché il Partito Democratico spende quei soldi per fare il dopofestival di Sanremo? I soldi dei rimborsi devono essere spesi per mandare Bersani a parlare di canzonette?

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