mercoledì 18 aprile 2012

PROVINCIA RAVENNA FINANZIAMENTO AI PARTITI: SOLDI SOLO DA TESSERE E FESTE. DA ROMA LE BRICIOLE. POCHE E SPORADICHE LE RISORSE PER PDL E UDC AUTONOMI PD E PRI


I DATI DA UN ARTICOLO DEL CORRIERE DI ROMAGNA
Infuria da settimane la polemica sull'odiato meccanismo dei rimborsi elettorali e sul finanziamento ai partiti. In attesa di una riforma che regoli la vita delle formazioni politiche, i partiti in città vivono lontani anni luce dalle cifre milionarie che animano la politica romana, con una radicata autonomia gestionale. La situazione provinciale: 1- PD non sembra avere bisogno di sostegno dal partito nazionale il Pd, che vanta una potente macchina organizzativa. Il partito di maggioranza non riceve sovvenzioni dirette da Roma, . Le maggiori entrate quindi arrivano dalle feste  territoriale e  provinciale, capace di produrre 300-400 mila euro di utili,  il versamento da parte degli  eletti, consiglieri comunali, provinciali e regionali, del 10% dell'indennità netta, tesseramento, 10 mila iscritti per tessere da 50 euro, senza contare le quote dei sostenitori. La fitta rete dei circoli con sedi di proprietà alimenta i fondi a disposizione di iniziative pubbliche e va a pagare gli otto dipendenti presenti in provincia. Sostegno ai gruppi consiliari, circa 5 mila euro, va ad iniziative  di approfondimento politico.  2 – PDL riceve invece un contributo dal coordinamento nazionale utile all'affitto della sede pari a 500 euro al mese. I 1.200 iscritti pagano dai 10 ai 100 euro per la tessera, ma il meccanismo è gestito da Roma e sul territorio ritorna solo il 50%. In campagna elettorale poi i contributi sono proporzionati alla forza espressa in termini di voti dal partito locale, e i 500 euro di contributi al gruppo consiliare in Comune se ne vanno in un'iniziativa pubblica e qualche manifesto. 3 - IDV Di Pietro,. niente finanziamento romano , il segretario Ga-



briele Rossi, parla di stile sobrio con tessere da 20 euro per alcune centinaia di iscritti con un bilancio annuale che non supera i 10 mila euro e una sola sede in provincia.
4 - PRI, l'Edera ravennate con il rapporto conflittuale nazionale  non raccoglie sostegno in termine di risorse,.con 1.500 iscritti e una tessera da 100 euro, il Pri conta 50 sedi in provincia di proprietà di cooperative di iscritti, per un bilancio che non arriva a 60 mila euro. Un sistema di sezioni nel territorio capillare dove la convivialità è un valore e una risorsa per l'autofinanziamento. Un partito che non ha eguali per Mingozzi, e che in campagna elettorale certifica contributi di singoli o imprese non superiori a 1.500 euro. Campagne al massimo da 20 mila euro, nella quali i candidati sono chiamati ad esborsi personali.
5 - UDC, in città legata a doppio filo con LpRa. per il neo segretario comprensoriale Nicola Grandi l'abisso fra partiti nazionali e realtà locali non trova giustificazioni. Parte dei 25 euro sottoscritti dai 350 tesserati prendono la via di Roma, mentre la sede di proprietà di iscritti viene sostenuta da contributi nazionali sporadici così come le campagne elettorali. La sala che ha ospitato domenica l'elezione del segretario Udc, Grandi,  l'ha pagata di tasca propria.


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