di CRISTINA DEGLIESPOSTI «DISAGIO ambientale? Non ne so nulla». E’ una
risposta di moda nel Ravennate, in casa di quei ‘cugini’ che da anni hanno
scelto la discarica di via Pediano come cimitero dei loro rifiuti urbani. Però
di quel disagio ambientale che i cittadini del Bolognese pagano in bolletta a
Imola per il fatto di utilizzare la sua discarica, i maggiori amministratori
ravennati dei Comuni coinvolti dal servizio di Hera proprio non sanno nulla.
Eppure non capita tutti i giorni che un Comune come Imola, il cui sindaco è
presidente del Patto di sindacato di Hera, decida di intentare causa proprio
contro la multiservizi. Il motivo è
semplice, ma al limite della fantascienza. Dal 2006 a oggi Imola ha incassato
una quota di disagio ambientale inferiore a quella pattuita. Soldi che vengono
riconosciuti alla città per il fatto di essersi sobbarcata i disagi (ingenti)
di una discarica che serve tutto il circondario, i territori fiorentini di
Marradi e Palazzuolo sul Senio, e quelli di Faenza, Riolo Terme, Castel
Bolognese, Solarolo, Casola Valsenio e Brisighella. In breve, i territori del
Bolognese sotto l’ex Ato5 (tranne Imola) e quelli fiorentini fanno pagare in
bolletta ai loro cittadini la quota di disagio ambientale, ma non quelli del
Ravennate sotto l’Ato7, unico caso in regione. Il problema è che alle casse di
Imola è venuto a mancare qualcosa come 200mila euro all’anno dal 2006. In città
sostengono che la cosa fosse nota fin da subito, ma che qualsiasi accordo
bonario con i vicini romagnoli è sempre andato a vuoto, tanto che adesso Imola
ha dovuto intentare causa contro Hera perché a tutti gli effetti è il soggetto
incaricato di riscuotere dai territori quelle somme. La multiservizi dal canto
suo pare essere stretta tra due fuochi, cioè quelli delle Ato: essendo loro i
committenti dei servizi e i soggetti che stabiliscono i prezzi, Hera sostiene
di non poter richiedere cifre superiori a quelle previste dai singoli accordi
con i territori. Un bel guaio che adesso toccherà a un giudice risolvere e che
rischia di mettere i cittadini che fino oggi hanno pagato sul piede di guerra
nella richiesta di rimborsi. «Sono certo che negli ultimi mesi non si è
discusso di questo in Ato — commenta Germano Savorani, assessore alle Attività
Produttive di Faenza —. Non credo ci siano problemi sul tema e non vorrei che
compensassimo Imola sotto altre voci della tariffa. Mi informerò». «Non mi
risulta che sia stato affrontato questo tema ultimamente — segue Daniele Bambi,
sindaco di Castel Bolognese —, anche se più volte si è detto che Ravenna ha
tariffe più basse».
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